mercoledì 14 marzo 2007

26a giornata: Celta 1-1 Athletic.


Il palo di Sarriegi al 90', emblema dell'Athletic incompiuto di Vigo.

Celta de Vigo: Pinto; Jonathan Aspas, Yago, Lequi, Placente; Ángel, Pablo García; Antonio Núñez (79' Nené), Canobbio, Gustavo López (83' Jonathan Vila); Baiano (73' Bamogo).
Athletic Club Bilbao: Aranzubía; Expósito, Sarriegui, Amorebieta, Javi González; Iraola, Murillo; Javi Martínez, Yeste, Dañobeitia (46' Gabilondo); Urzaiz (59' Aduriz; 88' Llorente).
Reti: 35' Angel, 70' Aduriz.
Arbitro: Muñiz Fernandez (comité Asturiano).
Note: espulso Pablo García (C) al 60' per doppia amminizione.

Partita dai due volti per i Leoni al Balaidos: primo tempo indecente, ripresa di gran lunga migliore, agevolata anche dalla giusta espulsione del sempre nervoso Pablo Garcia. Il punto alla fine non è da buttare, anche perchè non è il ruolino esterno che l'Athletic deve migliorare: se i biancorossi non stessero facendo così male al San Mamés, grazie alle buone prove in trasferta adesso potrebbero essere in una posizione di classifica molto più tranquilla.
Il primo tempo di Vigo è un tipico esempio di partita condizionata dalla paura di perdere: squadre bloccate a centrocampo, pochissime azioni in verticale, zero occasioni da gol, insomma una noia mortale. A parte un colpo di testa di Sarriegi su corner di Iraola, terminato diversi metri a lato, non succede nulla fino al 35', quando il Celta passa in vantaggio nell'unico modo con cui una delle due squadre avrebbe potuto segnare, ovvero un calcio da fermo. Calcio d'angolo battuto corto e cross immediato sul secondo palo dove Baiano fa sponda per Angel, che irrompe e segna da meno di un metro; incerto nell'occasione Aranzubia e con lui tutta la difesa, sorpresa sia dalla traiettoria del cross che dall'intelligente assistenza del brasiliano del Celta. L'Athletic accusa il colpo, i galiziani tentano di chiudere il match e mettono insieme diverse occasioni tra la fine del primo tempo e il quarto d'ora del secondo. Un tocco di Sarriegi su tiro di Baiano con la palla fuori di un niente, un sinistro di Canobbio sventato di piede da Aranzubia e un altro tentativo, stavolta fuori misura, dell'attivissimo Baiano sono le tre migliori palle-gol create dai galiziani, cui però non riesce il colpo del ko. L'Athletic, ormai alle corde, viene aiutato a riprendersi da Pablo Garcia, già ammonito, che pensa bene di stendere con una presa alla gola Aduriz (entrato un minuto prima per Urzaiz) e riceve giustamente il secondo giallo. I biancorossi rientrano di prepotenza nel match, ispirati da Yeste, ormai affrancato dalla marcatura del mediano uruguagio, e soprattutto da Gabilondo, entrato al posto di Dañobeitia (schierato titolare dopo mesi e apparso ancora senza ritmo partita). I due mancini dell'Athletic si esaltano negli spazi concessi dal Celta e orchestrano l'assalto, ben assecondati da un Aduriz mobile e volitivo; il pareggio, logica conseguenza degli sforzi dei baschi, arriva al 70' grazie al colpo di testa del numero 23 su punizione tagliata di Yeste. Gli uomini di Mané sentono che i padroni di casa non ne hanno più e si gettano all'assalto, andando vicini al raddoppio con un colpo di testa di Amorebieta e con un tocco di Aduriz su cross di Gabilondo, sporcato purtroppo dall'intervento di un difensore gallego. Dopo un possibile rigore non dato ancora a Gabilondo, con l'arbitro che assegna misteriosamente una punizione per il Celta, l'ultimo brivido nel recupero: punizione dalla sinistra di Yeste, colpisce in tuffo Sarriegi e la palla incoccia sul palo a Pinto battuto. Finisce dunque con le mani nei capelli per l'Athletic, che ha giocato meglio dopo l'espulsione di Garcia ma può comunque recriminare per non aver dato tutto sin dal primo minuto; il punto può essere buono, ma per salvarsi occorreranno prove di ben altro spessore (vedi Nastic, capace di battere il Siviglia e rilanciatosi incredibilmente nella lotta per la salvezza, che ora dista solo 7 punti dai catalani).

domenica 11 marzo 2007

L'ultima spiaggia?

Murillo contrasta Canobbio nel match d'andata: l'urugagio ex Valencia sarà uno degli uomini da tenere maggiormente d'occhio.

La partita di domani assomiglia tanto a quelle interrogazioni che i prof al liceo ci concedevano per farci recuperare un brutto voto, poco prima degli scrutini finali: c'era già caldo, solo noi asini in classe e quell'atmosfera da "o la va o la spacca", perchè quella era l'ultima occasione per recuperare e se avessimo fallito...il debito. Ecco, anche se mancano ancora 13 partite, domani l'Athletic dovrà affrontare una partita quasi da dentro o fuori, perchè in caso di sconfitta vedrebbe allontanarsi la zona salvezza in maniera davvero preoccupante. E allora ben venga il Celta, la peggiore squadra della Liga per rendimento casalingo (ebbene sì, c'è qualcuno che tra le mura amiche è riuscito a fare peggio di noi): solo otto i punti raccolti dai celesti al Balaidos, frutto di cinque pareggi, sei sconfitte e una solitaria vittoria, il 3-2 rifilato ad ottobre al Valencia; 13 gol fatti a fronte di 21 subiti, un dato piuttosto significativo sulla difficoltà di trovare la porta della squadra galiziana. Se a tutto ciò si sommano i risultati dei Leoni nelle ultime dieci visite a Vigo, si riesce a capire il velato ottimismo con cui ci stiamo preparando a vivere questa trasferta, nella speranza che le tv cinesi non ci tirino il pacco come l'altra settimana. 4 vittorie, 2 pareggi e 4 sconfitte, 14 punti fatti: non male il bilancio biancorosso dal '97 ad oggi. Le ultime due trasferte in Galizia, poi, sono state davvero generose per l'Athletic: 2-0 per noi nel 2004 e vittoria per 1-0 la scorsa temporada, grazie al gol in contropiede di Aduriz. Il Balaidos, poi, è il terzo stadio più espugnato dai Leoni dopo El Sardinero di Santander ed il vecchio Sadar, oggi Reyno de Navarra, di Pamplona. Insomma, le buone premesse ci sono tutte. Mané ha intenzione di giocarsela tornando al 4-2-3-1, con Javi Gonzalez a sinistra al posto dell'orrendo Casas, Javi Martinez a destra nel tris di trequartisti con Yeste e Gabilondo ed il buon vecchio Isma Urzaiz di punta; Preto, recuperato, siedrà in panchina lasciando il posto da titolare ancora a Sarriegi. In ogni caso conteranno poco uomini e modulo, domani; serviranno invece "garra" e "cojones": vediamo di metterli sul campo e non dimenticarceli, come contro Barcellona e Nastic, negli spogliatoi insieme alle mutande di ricambio.

giovedì 8 marzo 2007

Un eroe.

Visto che questa temporada è alquanto avara di soddisfazioni, consoliamoci con le disfatte altrui...

Volevo postare questo video dopo la partita di andata, ma ho aspettato scaramanticamente il ritorno per poter complimentarmi con le merde di bianco vestite per un altro anno senza vittorie di prestigio (a meno di miracoli in campionato, improbabili vista la pochezza di gioco della Capello-band). Ciao ciao Mandril!

La crisi.

Noi almeno non svendiamo niente...

Come da titolo e da immagine, venti di gravissima crisi spirano su Bilbao. E' forse questa l'annata peggiore del club? Se non lo è, rischia di diventarlo seriamente a giugno, con quella che potrebbe essere la prima, storica RETROCESSIONE del club. Ecco, l'ho scritto; e l'ho scritto maiuscolo perchè non ho paura di questa parola e anche i ragazzi non devono averne. L'Athletic in Segunda sarebbe un brutto colpo per tutti, ma non una tragedia insanabile, se lo spirito che da 109 anni guida questa società resterà immutato. E poi confido ancora nella "garra", nell'orgoglio che so essere presente in ognuno dei giocatori biancorossi, anche se ultimamente non lo stanno dimostrando sul campo. Bisogna comunque dire che la stagione è una delle più sfortunate della storia del club: la squalifica a Gurpegi, gli infortuni a raffica di pedine importantissime, qualche punto perso qua e là per dabbenaggine e inseperienza, alcuni arbitraggi poco favorevoli...insomma, forse dobbiamo essere grati ai nostri Leoni per non aver mollato e per trovarsi ancora in piena lotta salvezza e non, come i nostri cugini giputxi, in fondo alla classifica. Certo, l'atteggiamento visto domenica avrebbe fatto incazzare anche un santo, ma proprio dagli errori commessi contro il Nastic dobbiamo ripartire per affrontare con il coltello tra i denti le 13 partite che ci separano dal giudizio finale. Contro i catalani abbiamo perso perchè siamo scesi in campo con supponenza, convinti di avere di fronte un rivale già retrocesso, malleabile e disposto a farsi "matare" nella nostra arena; ci siamo invece trovati ad affrontare undici giocatori consapevoli dei propri limiti ma per nulla rassegnati al ruolo di vittime sacrificali, bravi ad onorare fino in fondo l'impegno che hanno assunto ad inizio stagione con i propri tifosi, dei versi sportivi insomma. Ecco, d'ora in avanti l'Athletic deve seguire l'esempio del Nastic: nessun campo è impossibile, nessuna partita è tabù...possiamo perdere o vincere con chiunque, dipende solo dalla nostra convinzione. IO CI CREDO. Credeteci anche voi, ragazzi.

mercoledì 7 marzo 2007

25a giornata: Athletic 0-2 Gimnastic.

Athletic Club Bilbao: Aranzubia; Expósito, Sarriegi, Amorebieta, Casas (57' Etxeberria); Murillo, Iraola, Gabilondo (74' Llorente), Yeste (46' Javi Martínez); Aduriz, Urzaiz.
Nástic de Tarragona: Bizzarri; Calvo, César Navas, David García, Mingo; Chabaud (78' Juan Díaz), Morales; Cuéllar, Pinilla (83' Ismael), Portillo; Rubén Castro (55' Matellán).
Reti: 36' Portillo, 71' Pinilla.
Arbitro: Ramirez Dominguez (Comité andaluz).

Un autentico disastro, titola il Mundo Deportivo: e come dare torto al quotidiano spagnolo? L'Athletic aveva un'occasione enorme per allontanarsi dal terzultimo posto che significa retrocessione: il Celta aveva perso sabato a Valencia, Levante e Maiorca si sarebbero affrontate nel più classico dei match-salvezza e il Betis era atteso da un Deportivo in costante miglioramento; tutto ciò mentre i Leoni si preparavano a ricevere il Nastic, fanalino di coda della Liga, squadra francamente improponibile nel girone di andata e in lieve ripresa dopo il mercato di gennaio. Insomma, una vera e propria palla break, per dirla con linguaggio tennistico. Oggi, purtroppo, siamo a commentare una situazione ben diversa da quella che avrebbe potuto essere con un minimo di convinzione in più. Quello che più colpisce è propria la rassegnazione dell'Athletic nelle ultime due uscite, un atteggiamento comprensibile, anche se non giustificabile, nella gara con il Barcellona, ma assolutamente da calci nel culo (se mi passate il termine aulico) nel match di domenica. I bilbaini hanno giocato come se il risultato fosse già scritto, dimenticando che nel calcio non si devono mai fare i conti senza l'oste, e hanno perso, giustamente; serve a poco sottolineare che gli ospiti hanno segnato nelle due uniche occasioni da gol prodotte. Anzi, giova ricordare che i catalani hanno giocato per quasi un tempo in inferiorità numerica. Nessuno, inoltre, si attendeva qualcosa da loro, mentre era doveroso che l'Athletic guidasse le danze dal primo all'ultimo minuto, ringhiasse su ogni contrasto e buttasse quel maledetto pallone in rete. Invece, dopo una buona occasione sprecata da Sarriegi in avvio (tiro fuori da due metri su assist di testa di Aduriz) e una prima parte di gara tutto sommato positiva, i biancorossi sono indecentemente usciti dalla partita, hanno smesso di pressare regalando metri al Nastic e sono crollati alla prima azione pericolosa, al minuto 36: contropiede, corridoio di Pinilla per Portillo, con Exposito e Sarriegi fuori posizione (Ustaritz torna, per carità), e bel gol dell'ex talento madridista. La rete subita avrebbe dovuto tirar fuori il sacro furore dei baschi, la loro "garra", invece ha avuto l'effetto opposto e l'Athletic non ha combinato nulla nei dieci minuti finali del tempo. Nella ripresa, gli uomini di Mané hanno provato a scuotersi e al 3' hanno avuto la palla buona, ahinoi capitata ancora una volta sui ferri da stiro (scusate, non riesco a scrivere piedi) di Sarriegi, che forse credeva di dover mirare Bizzarri invece della porta. Anche gli avversari sono venuti in soccorso dell'Athletic e Mingo, al 9', ha mostrato tutta la sua pochezza entrando scoordinato su Aduriz e rifilandogli un calcione nel viso sotto gli occhi del guardalinee: secondo giallo ed espulsione, la borsa del match ha segnato a questo punto un rialzo del titolo basco. Nulla di più sbagliato. I Leoni (se ha senso chiamare con questo glorioso appellativo la squadra di quest'anno) non sono riusciti a produrre nulla più di cross a raffica per le punte, divenute tre con l'ingresso di Llorente la cui presenza ha finito solo per intasare l'area. Dopo un gol giustamente annullato ad Aduriz per una carica evidentissima di Amorebieta su Bizzarri, la punizione massima: cross innocuo dalla destra di Calvo, Aranzubia a farfalle (che sia la presenza di Lafuente, tornato ieri in panchina dopo l'infortunio, a portargli sfortuna?) e Pinilla ad insaccare di testa dopo aver ringraziato Dani per il generoso regalo. Una pena. Le occasioni finali di Llorente e Iraola non hanno fatto altro che aumentare i rimpianti. Nell'Athletic solo Amorebieta sopra la sufficienza, il resto è da dimenticare (o crocifiggere, fate voi). Athletic-Nastic 0-2: settima sconfitta casalinga, record negativo di tutti i tempi per la squadra di Bilbao. Mi fermo qui, è meglio.