mercoledì 30 maggio 2007

François "Pantxi" Sirieix.

Nato a Bordeaux (Francia) il 7/10/1980. Centrocampista centrale che all'occorrenza può giocare anche sulla fascia destra, 1,80 m per 70 kg, milita nel Tolosa rivelezione di Ligue 1 ed è attualmente il miglior calciatore proveniente dall'Iparralde (Paesi baschi francesi). Destro naturale, è il classico mediano di contenimento, un motorino instancabile che raddoppia in ogni zona del campo, tuttavia è dotato di una discreta tecnica che lo rende apprezzabile anche in fase d'impostazione; in alcune occasioni è stato spostato sulla fascia in virtù delle ottime doti di corsa, ma non è certo un'ala e sulla destra agisce soprattutto in fase di contenimento. Poco appariscente e scarsamente dotato di numeri a effetto, è comunque un centrocampista dal sicuro rendimento che non fa mai mancare il suo apporto di polmoni e fosforo alla squadra. Nato da padre basco nel capoluogo della Gironda, abita da sempre ad Hasparren, cittadina a 20 km da Bayonne, e lì ha mosso i suoi primi passi come calciatore. E' cresciuto nel fertile vivaio dell'Auxerre, senza dubbio il migliore di Francia, ed è stato convocato nelle rappresentative giovanili della nazionale dei galletti. Passato al Tolosa nel 2003, ha messo insieme 22 presenze e 1 gol nel primo anno e 26 gettoni ed una rete nel secondo, prima che un grave infortunio lo fermasse nella scorsa stagione, durante la quale ha disputato solo 8 gare di campionato. In quest'annata di grazia del Tolosa, che si è qualificato ai preliminari di Champion's league, è sceso in campo 21 volte senza mai andare a segno. Convocato nell'Euskal Selekzioa per l'incontro con la Serbia, vinto da Euskadi per 4-0, ha rivelato la sua ambizione di poter giocare un giorno nell'Athletic. Un elemento come "il Basco", così è chiamato Pantxi dai compagni, sarebbe l'ideale per il centrocampo dei Leoni, che l'anno prossimo non potrà contare su Gurpegi, a meno di una clamorosa grazia, e avrà Tiko ed Orbaiz reduci da due pesantissimi infortuni. Visto che Sirieix non è più titolare nel Tolosa e verrebbe volentieri a Bilbao, perchè non fare un tentativo?

lunedì 28 maggio 2007

36a giornata: Athletic 1-0 Mallorca.






In sequenza, il rigore decisivo di Urzaiz, l'esultanza braccia al cielo di Isma e la gioia dei giocatori biancorossi dopo il gol-vittoria (foto Marca).

Athletic Club: Aranzubia; Iraola, Ustaritz, Sarriegi, Expósito; Murillo, Javi Martínez; Etxeberria, Yeste (71' Javi González), Gabilondo (53' Urzaiz); Aduriz (81' Tiko).
RCD Mallorca: Moyà; Héctor, Ballesteros, Nunes, Fernando Navarro; Ibagaza, Pereyra, Arango, Varela (68' Jankovic); Jonás (86' Trejo), Víctor (68' Maxi López).
Reti: 63' Urzaiz (rig.).
Arbitro: Medina Cantalejo (Colegio Andaluz).

E' il giorno dei bomber storici dell'Athletic. Mentre a Bilbao Isma Urzaiz, 36 primavere e 365 partite di Liga con il club basco, segna il gol della vittoria contro il Maiorca, al "Sadar" di Pamplona l'Osasuna di mister Kuko Ziganda, indimenticabile cannoniere dei Leoni negli anni '90, batte 2-0 la Real Sociedad consegnando ai biancorossi 4 punti di margine sulla zona retrocessione a due giornate dalla fine del campionato. La settimana che ha preceduto il match è stata un susseguirsi di sospetti, ipotesi di combine basca, accuse e illazioni gratuite spesso poco gradevoli, sulle quali non mi sono espresso sia perchè non mi sembravano cose attinenti al calcio giocato, che è l'unico aspetto che mi interessa, sia perchè ero intimamente convinto che l'Osasuna avrebbe fatto il suo dovere, vuoi per la classifica ancora incerta dei navarri, vuoi per l'innegabile amore di Kuko verso l'Athletic. Per fortuna non ho sbagliato pronostico ed è stato bello vedere la correttezza dell'Osasuna e anche del Mallorca, squadra ormai tranquilla ma che comunque sale a Bilbao per giocare la sua onesta partita, tentando, come dovrebbe sempre essere, di vincerla senza fare sconti ai padroni di casa. Mané capisce finalmente di dover cambiare qualcosa nell'undici titolare: fuori Amorebieta per Ustaritz, che sarà uno dei migliori, Iraola torna a fare il terzino destro, Javi Martinez riprende il suo posto di pivote in mediana e la linea di trequartisti dietro ad Aduriz (Etxebe-Yeste-Gabilondo) assume un aspetto decente. I maiorchini iniziano meglio dei padroni di casa, contratti e nervosi, e creano all'inizio un paio di occasioni interessanti con Victor, vicino al gol con un colpo di testa e quindi fermato dall'uscita tempestiva di un Aranzubia in giornata-sì. La buona partenza del Maiorca ha l'effetto di svegliare l'Athletic, che alza il baricentro e spinge con più convinzione; Yeste sfiora il "gol olimpico", quello da calcio d'angolo, e dopo qualche minuto Gabilondo va in gol, ma la rete viene giustamente annullata per fuorigioco millimetrico di Etxeberria, autore dell'assist per l'ex giputxi. Il primo tempo si chiude sullo 0-0: pochissime le palle gol costruite dalle due squadre, ma l'equilibrio e la tensione hanno dato comunque vita ad un incontro combattuto. La ripresa si apre con un'occasionissima per Victor, che spara a botta sicura da due passi trovando però la splendida opposizione di piede di Dani. Lo scampato pericolo suggerisce a Mané che non si può perdere ulteriore tempo prezioso, dunque esce Gabilondo ed entra Urzaiz. La presenza del gigante navarro si fa subito sentire: cross basso di Yeste da sinistra, tocco morbido di Isma e palla alta di poco al 61'. Un paio di minuti più tardi, Nunes strattona visibilmente Aduriz nell'area del Maiorca e per Medina Cantalejo è rigore. Un penalty piuttosto fiscale, che a norma di regolamento ci può stare, anche se in ogni partita sono molte le azioni del genere che non vengono sanzionate (va detto però che Nunes quasi spoglia Aduriz, commettendo davvero un fallo ingenuo). Il momento è decisivo e sul dischetto va Isma Urzaiz, proprio lui come direbbe Piccinini: destro rasoterra, portiere spiazzato, penalty perfetto. 1-0, gol che vale quasi un campionato. Manzano prova a riacciuffare il pari inserendo Maxi Lopez e Jankovic, tuttavia l'Athletic riesce a difendersi senza patemi, per una volta, ed anzi sono i Leoni ad andare vicinissimi al gol grazie ad una girata dell'altro veterano Javi Gonzalez, finita fuori di un soffio. Il triplice fischio dell'arbitro è una liberazione per i 39.000 splendidi del San Mamés, che festeggiano con i soliti cori e con un bellissimo "Kuko, Kuko" col quale ringraziano il grande Ziganda per aver fermato la Real Sociedad. La rete di Isma non dà ancora la salvezza matematica ai Leoni ma permette di fare un passo enorme verso di essa, un po' come accadde l'anno scorso contro il Saragozza, battuto 1-0 in casa prima della conquista della permanenza in Primera al Riazor di La Coruña. Anche stavolta i biancorossi potrebbero festeggiare lontano da Bilbao: fra 15 giorni, al Madrigal di Villarreal, basterà infatti un punto per raggiungere la tanto agognata salvezza, sempre che Celta ed Erreala non vadano a vincere i loro incontri. Non sarà facile, visto che il Submarino Amarillo è ancora a caccia della UEFA e si presenta alla sfida in grande spolvero, ma per adesso godiamoci questa vittoria e il grande cuore mostrato in campo dal nostro Athletic.

martedì 22 maggio 2007

35a giornata: Zaragoza 4-3 Athletic.


Mani nei capelli per Aritz Aduriz: non è bastata la sua prima tripletta in Primera per evitare l'ennesima sconfitta (foto Marca).

Real Zaragoza:
César; Diogo, Sergio Fernández, Gabriel Milito, Juanfran; D'Alessandro (72' Lafita), Zapater, Movilla, Aimar (93' Celades); Sergio García (81' Longás), Diego Milito.
Athletic Club Bilbao: Aranzubia; Expósito, Luis Prieto, Sarriegi, Amorebieta (46' Javi González); Murillo, Yeste; Iraola, Javi Martínez (56' Etxeberria), Gabilondo (83' Llorente); Aduriz.
Reti: 16' Diego Milito, 19' Diogo, 36' Aduriz, 38' Sergio Garcia, 45' Murillo (ag), 71' (rig.) e 78' Aduriz.
Arbitro: Pino Zamorano (C.T. Castellano-Manchego).

Se il miglior Athletic degli ultimi mesi (o, come scritto da alcuni quotidiani spagnoli, addirittura dell'anno) conclude un primo tempo giocato molto bene sotto 4-1, risulta facile capire la posizione in classifica dei Leoni, che ora guardano la zona salvezza con appena un punticino di margine sui cuginastri della Real Sociedad. I biancorossi hanno ad oggi la peggior difesa della Liga nel nuovo millennio, come sottolinea in un interessante articolo El Mundo Deportivo, e non perdono occasione per dimostrarlo, anche se la caduta verticale delle ultime giornate (5-4 a Santander, 4-1 a Siviglia, 4-1 col Madrid e 4-3 sabato) ha davvero del clamoroso. I discorsi sono sempre gli stessi: l'Athletic può anche giocare bene dal centrocampo in su, come alla Romareda, ma appena gli avversari affondano un minimo riescono a trovare la rete. Mancanza di pressione sui portatori di palla avversari, coordinazione difensiva inesistente, giocatori scarsi nell'uno contro uno e con poco senso della posizione sono lacune enormi e sotto gli occhi di tutti e purtroppo Mané, al contrario di Clemente lo scorso anno, non è riuscito a porvi rimedio. Certe scelte del tecnico continuano a sorprendermi e mi sembrano davvero incomprensibili: Ustaritz in panchina e Sarriegi in campo, Amorebieta utilizzato sulla fascia quando si ha in rosa un terzino come Javi Gonzalez, lo scandaloso Murillo sempre titolare sono solo alcuni esempi dello smarrimento e della confusione di cui mi sembra preda lo staff tecnico della squadra. E pensare che l'Athletic sceso in campo a Saragozza, pur con una formazione cervellotica che prevede Yeste a formare il doble pivote con Murillo, nei primi 15 minuti tiene il campo con autorità, gioca stabilmente nella trequarti avversaria e crea un grosso pericolo alla porta di Cesar grazie ad una sassata su punizione dal limite di Luis Prieto. Yeste in cabina di regia funziona, la pubalgia non gli permette di correre e il numero 10 è bravissimo a tenere il pallone per far salire la squadra o a smistarlo di prima negli spazi, mentre il lavoro "sporco", pressing alto e corsa a tappare i buchi, viene svolto da un ottimo Javi Martinez. Le certezze dell'Athletic vengono però spazzate via dalla prima vera accelerazione degli aragonesi, una palla in verticale per Diego Milito cui Prieto lascia troppo spazio in area per la battuta, forte e sotto la traversa, che fredda Aranzubia sul suo palo. Nemmeno il tempo di battere che il Saragozza raddoppia grazie ad una splendida azione orchestrata al limite dell'area basca, con la palla che circola veloce da sinistra a destra fino ad incocciare nell'esterno di Diogo che la spedisce alle spalle di un esterrefatto Dani. L'uno-due rapidissimo dei padroni di casa raffredda i bollori iniziali dell'Athletic, tuttavia la squadra di Mané continua a giocare in modo ordinato dal centrocampo in su, senza perdersi d'animo. Il premio al buon primo tempo dei Leoni arriva al 36', quando Aduriz approfitta di un errore di Sergio su palla alta, lo aggira e batte Cesar con un preciso destro da distanza ravvicinata. I bilbaini ci credono, Aduriz viene lanciato in area e si strattona con Sergio: l'azione è poco chiara, perchè i due si tirano la maglia a vicenda, tuttavia è il nostro numero 23 a uscire vincitore dal corpo a corpo e ad essere abbattuto. Pino Zamorano decide di non fischiare il rigore nè la punizione per il Saragozza, cosicché Aimar prende palla, avanza fino al limite dell'area senza trovare ostacoli (Yeste si limita a corrergli accanto, osservandolo senza disturbarlo) e serve infine con un tocco delizioso Sergio Garcia, splendido nel concludere l'azione con un destro liftato sotto l'incrocio opposto. Le facce di Aranzubia e di Mané dicono tutto sull'inconsistenza difensiva di questa squadra, incapace per tutto l'anno di tenere un risultato per più di cinque minuti, ma la rabbia per il mancato fischio dell'arbitro è grande: da un possibile rigore per l'Athletic al 3-1 per gli aragonesi, il boccone è amaro e difficile da mandar giù. Tanto per gradire, prima dell'intervallo Murillo (datemi un pizzicotto, non posso credere che uno schifo di giocatore del genere militi in Primera e sia addirittura titolare) pensa bene di infilare di testa Dani, realizzando il secondo autogol personale in stagione. 4-1 e partita virtualmente finita. L'inizio del secondo tempo è una pena, il Saragozza gioca al massacro e solo un paio d'interventi di Aranzubia evitano il cappotto. L'ingresso di Etxebe, però, restituisce un minimo di verve ai Leoni ed è proprio il Gallo a procurarsi il rigore trasformato nel 4-2 da Aduriz; nell'occasione i baschi reclamano e chiedono il rosso per Cesar, che viene solo ammonito dal pessimo Pino Zamorano. L'estemporaneo secondo gol riaccende una partita ormai spenta e il Saragozza, in notevole calo atletico, inizia a soffrire davvero. Al 78' Aduriz, immenso, svetta in area su corner di Iraola e fa 4-3. Mané si gioca la carta Llorente (metterlo prima, no?) e tutti si aspettano il forcing finale dell'Athletic, ma non accade più nulla fino al triplice fischio...così com'era iniziata, la veemente offensiva dei baschi si spegne, non essendo supportata da un gioco all'altezza e da un'ulteriore riserva di energie. Ennesima sconfitta in trasferta, dunque, e la situazione in classifica inizia a farsi quasi disperata.

venerdì 18 maggio 2007

Ricordi in bianco e nero.


In piedi Iribar, Carlos, Alexanco, Villar, Escalza, Lasa e Zaldua; accosciati Oñaederra, Madariaga, Dani, Irureta, Amorrortu, Gisasola, Churruca, Rojo I e Rojo II: l'Athletic che sfidò la Juventus.

30 anni fa, il 18 maggio del 1977, l'Athletic si aggiudicava la finale di ritorno della Coppa UEFA battendo per 2-1 la Juventus di Trapattoni. I gol di Irureta e Carlos, che andarono a ribaltare lo 0-1 firmato da Bettega con uno splendido colpo di testa, non bastarono però per aggiudicarsi il trofeo, che andò ai bianconeri in virtù dell'1-0 dell'andata siglato da Tardelli. L'impresa dei Leoni guidati da Koldo Agirre, tuttavia, ebbe dell'incredibile: portare la squadra di una regione a competere per una coppa europea resta una perla ancora oggi ineguagliata. Di seguito trovate il cammino dell'Athletic in quella straordinaria edizione di UEFA e la rosa dei grandissimi biancorossi che si guadagnarono la storia.

Trentaduesimi di finale

Budapest, 15/09/1976: Ujpest Dozsa-Athletic Club 1-0 (89' Dunai II)

Bilbao, 29/09/1976: Athletic Club-Ujpest 5-0 (13' e 45' Rojo I, 25', 30' e 53' Dani)

Sedicesimi di finale

Basilea, 20/10/1976: Basilea-Athletic Club 1-1 (1' Marti, 44' Madariaga)

Bilbao, 3/11/1976: Athletic Club-Basilea 3-1 (45' Villar, 61' Carlos, 66' Marti, 68' Carlos)

Ottavi di finale

Bilbao, 24/11/1976: Athletic Club-Milan 4-1 (25' Capello, 44' rig. e 81' Dani, 47' e 86' Carlos)

Milano, 8/12/1976: Milan-Athletic Club 3-1 (9' e 38' rig. Calloni, 15' Biasolo, 88' rig. Madariaga)

Quarti di finale


Bilbao, 2/3/1977: Athletic Club-Barcellona 2-1 (13' Asensi, 40' Churruca, 63' rig. Dani)

Barcellona, 16/3/1977: Barcellona-Athletic Club 2-2 (13' Irureta, 23' Cruiyff, 28' Irureta, 63' Cruiyff)

Semifinale

Molenbeek, 6/4/1977: RWD Molenbeek-Athletic Club 1-1 (25' Churruca, 88' Teugel)

Bilbao, 20/4/1977: Athletic Club-RWD Molenbeek 0-0

Finale

Torino, 4/5/1977: Juventus-Athletic Club 1-0 (15' Tardelli)

Bilbao, 18/5/1977: Athletic Club-Juventus 2-1 (6' Bettega, 11' Irureta, 77' Carlos)

La rosa dell'Athletic Club (tra parentesi presenze/reti):

Portieri: Iribar (11/0), Zaldua (1/0), Armenteros (0/0), Urrutia (0/0).

Difensori:
Escalza (12/0), Lasa (10/0), Gisasola (9/0), Madariaga (5/2), Astrain (4/0), Goikoetxea (4/0), Alexanco (3/0)

Centrocampisti:
Irureta (11/3), Villar (11/1), Amorrortu (11/0), Garay (7/0), Oñaedarrea (6/0), Rojo II (5/0), Martín (0/0).

Attaccanti:
Rojo I (12/2), Dani (10/6), Carlos (8/5), Churruca (6/2), Bengoetxea (1/0), Sarabia (0/0).

Alcune immagini della finale.


Il gol dell'1-1 di Irureta.


Carlos, l'autore dell'illusorio 2-1, qui al tiro.



Gentile su Dani, Txetxu Rojo osserva.



La gioia della Juve a fine match, ma l'Athletic ha perso a testa altissima.

giovedì 17 maggio 2007

Due buone notizie.

Svolta positiva per la vicenda Gurpegi: il centrocampista dell'Athletic ha infatti ricevuto il supporto della AFE, l'associazione dei calciatori spagnoli, che all'unanimità ha deciso di inoltrare alla federazione una richiesta di indulto per lui. Come saprete, Carlos sta scontando una squalifica di due anni per doping che, al di là dei moltissimi dubbi sull'effettiva colpevolezza dell'atleta, resta del tutto sproporzionata rispetto alle sanzioni che generalmente vengono comminate ai giocatori beccati positivi al nandrolone (di solito, pochi mesi bastano per tornare in campo). L'entrata in vigore di una nuova legge sul doping, sbandierata col proclama di "Tolleranza Zero", ha portato i colleghi di Gurpegi a richiere l'annullamento del restante anno di squalifica, visto che la sua condanna è stata stabilita seguendo i dettami della vecchia legge. Non sarebbe un pieno riconoscimento di innocenza, che Gurpegi e club chiedono da anni, ma almeno il nostro amatissimo Carlos potrebbe tornare in campo. Non è poco, per un ragazzo perseguitato e additato da anni come "drogato" da tutte le peggiori tifoserie di Spagna.

Roberto Martinez "Tiko" ha ricevuto il via libera dai medici e torna a disposizione di Mané per questo infuocato finale di stagione. Il centrocampista navarro si ruppe i legamenti del ginocchio in occasione dell'amichevole tra la selezione catalana e quella basca ed ha così saltato 7 mesi di campionato, in pratica tutta la stagione. E il numero 7 sarebbe servito, eccome, considerata la mancanza cronica di centrocampisti centrali che ha afflitto quest'anno l'Athletic. Difficile pensare che il tencico bilbaino lo utilizzerà da titolare, visto che lo stato di forma del giocatore non può essere ottimale, ma a partita in corso il nostro Tiko potrebbe rivelarsi molto utile, specie se tornerà ad esplodere uno dei suoi memorabili tiri da fuori, conosciuti in Spagna come tikotazos. Bentornato!

mercoledì 16 maggio 2007

34a giornata: Athletic 1-1 Deportivo.

Athletic: Aranzubia; Expósito, Prieto, Sarriegi, Javi González; Iraola, Murillo, Javi Martínez, Gabilondo (76' Llorente); Etxeberria (63' Yeste), Urzaiz.
Deportivo: Aouate; Coloccini, Lopo, Andrade, Capdevila; Sergio, De Guzmán (73' Pablo Álvarez); Estoyanoff (46' Bodipo), Juan Rodríguez, Riki (80' Filipe); Arizmendi.
Reti: 57' Murillo, 62' Riki.
Arbitro: Pérez Burrull (Colegio cantabro).
Note: espulsi Capdevila (D) al 78' e Sarriegi (A) al 93', entrambi per doppia ammonizione.

Ha l'amarissimo sapore dell'occasione persa questo 1-1 tra Athletic e Deportivo. Non c'è altro modo per definire una partita che metteva nelle mani dei Leoni un match-point per la salvezza e che invece, al fischio finale, lascia i biancorossi in una situazione di classifica tremendamente pericolosa. Al momento di scendere in campo tutti sapevano che questo Athletic-Depor avrebbe potuto replicare (a campi invertiti) quello dello scorso anno, incontro vinto dai baschi che si guadagnarono al Riazor una sudatissima permanenza in Primera; le premesse c'erano tutte: galiziani sterili e senza nulla da chiedere al campionato, bilbaini motivati da una settimana di dichiarazioni importanti, scontro diretto tra Celta e Levante, le due rivali dell'Athletic nella lotta per evitare il terzultimo posto. E invece...ma andiamo alla cronaca.
Mané, consapevole di avere una mano con cui sbancare il piatto, si gioca le due punte, rinunciando però ad Aduriz cui preferisce Etxebe, con il conseguente spostamento di Iraola sull'out destro; con Yeste a mezzo servizio fino al termine della temporada (è stato deciso di non operarlo per la pubalgia, se ne riparla a Liga finita), giocano come centrali Murillo e Javi Martinez, la cui forma attuale lo fa sembrare solo lontano parente del ciclone di qualche tempo fa. Il primo tempo dei biancorossi, nonostante le buone intenzioni, non si discosta per nulla dallo standard di assoluta mediocrità di questa stagione. La manovra è come al solito lenta e prevedibile, i reparti sono troppo distanti tra loro e le punte, isolate e mal rifornite, non si vedono mai. Finisce così che il Depor, pur attaccando con scarsissima convinzione, crei un paio di palle gol interessanti, prima con Juan Rodríguez (colpo di testa fuori di poco) e quindi con Riki, il cui cabezazo da un metro viene respinto dal palo. Per rendersi pericoloso l'Athletic non può far altro che buttare palloni in avanti e sperare in un miracolo dei suoi santi protettori; al 36', San Joseba doma un lancio nell'area galiziana e lo serve di prima a Sant'Andoni, la cui volee di destro viene toccata dal bravo Aouate in corner. Tutto qui per i primi 45 minuti. Nell'intervallo Mané, oltre a comunicare il doppio vantaggio del Levante a Vigo, probabilmente si incazza come una belva per la partita indecente giocata fin lì dai suoi, e per lo meno l'Athletic rientra in campo più convinto. Il corner di Iraola al 57' è un invito irrinunciabile per Murillo, che segna di testa il suo primo gol in Primera dopo quasi 130 gare (che dire, un bomber). Visto il nome del marcatore la vittoria sembra certa, invece Aranzubia pensa bene di movimentare ancora un po' le ultime giornate di Liga e si fa infilare da una punizione non proprio irresistibile di Riki, alimentando la voglia di Gorka Iraizoz che si respira da un po' di tempo a Bilbao. Sarebbe comunque ingiusto scaricare la colpa sul portiere, visto che l'Athletic non fa nulla per segnare il 2-1, giocando in modo scandaloso per una squadra che deve salvarsi, e non parlo dell'aspetto tecnico-tattico (questo passa il convento), bensì dal punto di vista della voglia di vincere, della rabbia agonistica e dell'orgoglio, totalmente assenti. Nemmeno l'inferiorità numerica del Depor, causata dall'espulsione di Capdevila, riesce a scatenare un'offensiva doverosa, e il colpo di testa finale di Urzaiz sventato alla grandissima da Aouate è troppo poco per potersi aggrappare a recriminazioni del tutto fuori luogo. Una squadra sull'orlo del baratro non dovrebbe giocare col fioretto, che peraltro i 3/4 delle rosa dell'Athletic non sanno usare, ma dovrebbe riversare sul terreno di gioco tutto il furore di cui è capace. Aver pareggiato, dopo essere andati in vantaggio senza merito alcuno, contro una squadra senza motivazioni è una mancanza di rispetto verso quegli splendidi 39.000 che ieri affollavano il San Mamés, nonché verso tutti coloro che soffrono per questi colori. Se riusciremo a salvarci, questa riflessione non dovrà mancare nell'agenda del prossimo presidente.

mercoledì 9 maggio 2007

33a giornata: Recreativo 0-0 Athletic.

Recreativo de Huelva: López Vallejo, Merino, Pablo Amo, Mario, Poli, Juanma (61' Rosu), Jesús Vázquez (69' Javi Guerrero), Barber, Santi Cazorla, Uche, Sinama Pongolle.
Athletic Bilbao: Aranzubia, Expósito, Luis Prieto, Sarriegi, Amorebieta, Iraola (85' Yeste), Javi Martínez, Murillo, Gabilondo, Aduriz (75' Llorente), Urzaiz (59' Ustaritz).
Arbitro: Rubinos Pérez (comité madrileño).
Note: espulso Amorebieta (A) al 67' per fallo da tergo.

Verrà un giorno in cui vedremo giocare bene l'Athletic? La domanda sembrerebbe retorica, eppure sono praticamente due anni che non assistiamo ad un paio di buone partite in fila dei Leoni, imprigionati, dall'addio di Valverde in poi, in un intreccio perverso fatto di errori societari, pessimi movimenti di mercato ed equivoci tattici irrisolti. Certo, la situazione attuale impone di seguire la filosofia del "prima i punti, poi lo spettacolo", ed il pareggio di Huelva vale oro in tal senso, ma non si può tacere della figura barbina rimediata in Andalusia dai biancorossi. In pratica, gli uomini di Mané sono stati messi sotto per 90 minuti da quelli di Marcelino, che praticano un football aggressivo, veloce, piacevolissimo da vedere e tremendamente adatto a demolire la nostra difesa di belle statuine, che deve ringraziare San Dani Aranzubia e due traverse per essere rimasta inviolata. I Leoni hanno disputato un match imbarazzante: pochissima circolazione di palla, pressing inesistente, difesa bassa e schiacciata dalle folate del Recre, tutti elementi che hanno contribuito all'imbarazzante "score" della squadra, che parla di due occasioni da gol create contro le dieci (almeno) nitide dei padroni di casa. Un dato interessante alla luce delle due punte proposte da Mané, a rimarcare che non conta il numero degli attaccanti se non si hanno i giocatori in grado di rifornirli.
La cronaca è quanto di più umiliante si possa immaginare per i colori biancorossi: pronti via e Uche, smarcato da un tacco splendido di Sinama Pongolle, si fa respingere la conclusione da Aranzubia, bravo a distendere il piede e sventare. Passano pochi minuti e si invertono le parti: l'africano, definito il nuovo Eto'o, scappa sulla destra e centra per il compagno di reparto, che conclude a botta sicura ma si vede respingere la conclusione dalla faccia interna della traversa. In campo non c'è storia, il Recre domina nel possesso palla grazie a Juanma e Cazorla, molto ispirato, e trova sempre il movimento tra le maglie difensive di uno dei suoi due formidabili attaccanti; l'unico neo, per gli andalusi, è la mancanza di precisione nelle conclusioni, anche se i tentativi dalla distanza di Cazorla e Barber escono di un niente. Nel secondo tempo il copione non muta, ed ancora Aranzubia è provvidenziale a deviare in apertura un colpo di testa angolato di Uche. I padroni di casa non accennano a diminuire la loro pressione, tanto più che l'Athletic non riesce mai a ripartire in contropiede e Mané decide di non insistere oltre con le due punte, togliendo dunque Urzaiz per inserire lo stopper Ustaritz. I Leoni si fanno vedere per la prima volta con Murillo, che spedisce fuori di testa da buona posizione, ma è un fuoco di paglia perchè il Recre non molla la presa e i cambi di Marcelino restituiscono vigore alla manovra offensiva andalusa. Al 67', poi, Amorebieta si vede sventolare un rosso diretto per un innocuo sgambetto a centrocampo, un intervento inutile ma passibile più che altro di un'ammonizione. I padroni di casa hanno la vittoria a portata di mano e creano due ulteriori palle gol: prima Uche devia un cross di Rosu ma trova pronto Dani, quindi è lo stesso giocatore rumeno a concludere in porta con una splendida volee di sinistro, che batte l'incolpevole portiere basco ma impatta ancora una volta nella parte interna della traversa. Sfortuna massima per il Recre che rischia addirittura la beffa al 90': Yeste serve un pallone d'oro a Gabilondo nell'area avversaria, ma il sinistro del numero 11 se ne va alto di un metro sopra la porta di Lopez Vallejo. Giusto così, la vittoria sarebbe stata sinceramente assurda per un Athletic inguardabile, già troppo fortunato ad ottenere il punticino che gli permette di andare a +3 sul Celta terzultimo. Chiudo con una riflessione: inutile giocare con 2 punte se Yeste è costretto a rimanere in panchina per 85 minuti a causa della pubalgia (a proposito, oggi Fran è volato a Monaco di Baviera per vedere di risolvere questo problema, che lo tormenta ormai da molti mesi). Colgo l'occasione per ribadire che trovo incredibili le critiche al nostro numero 10, l'unico talento vero che abbiamo in rosa, il solo giocatore capace di creare occasioni dal nulla, di assistere i compagni e di inventarsi dei "pasos de la muerte" in spazi ristretti e con le difese altrui schierate. Quest'anno aveva iniziato alla grande e bisogna ringraziare lui per essere arrivati a dicembre con un po' di punti in cascina. Per il bene dei nostri colori, dobbiamo solo sperare che torni in forma il più presto possibile.

martedì 8 maggio 2007

Txapeldunak!

Complimenti alle Leonesse allenate da Juaristi, laureatesi ieri Campionesse di Spagna per la quarta volta in cinque anni. 30.000 persone hanno assistito al San Mamés al pareggio con il Torrejon che, unito alla sconfitta delle rivali dell'Espanyol in casa col Rayo Vallecano, ha consegnato alle biancorosse un titolo strameritato. Personalmente non amo il calcio femminile, che ritengo essere un altro sport rispetto al calcio degli uomini, tuttavia non posso non applaudire la straordinaria impresa delle nostre ragazze. Brave!

sabato 5 maggio 2007

David Lopez all'Athletic?


Il giocatore riojano in azione nella partita di Coppa UEFA tra Osasuna e Lens.

Notizia-bomba (vabbè, si fa per dire...) su As di oggi: David Lopez, talentuoso esterno di centrocampo dell'Osasuna, non rinnoverà il contratto in scadenza a giugno e sarà così acquistabile a parametro zero. Il centrocampista di Logroño avrebbe rivelato la sua predilezione per l'Athletic, nonostante alcune squadre importanti, su tutte il Valencia, siano in pressing su di lui fin dall'anno scorso, nel quale il numero 16 dei navarri si è rivelato al grande pubblico giocando da titolare nella squadra giunta al quarto posto nella Liga. David Lopez Moreno è un centrocampista di 25 anni in grado di giocare indifferentemente sulle due fasce, anche se il suo piede di riferimento è il destro; dotato tecnicamente, trova la porta con continuità ed esprime un football di sostanza, lineare ed efficace, senza tuttavia risultare monocorde e riuscendo a dare un discreto apporto alla sviluppo dell'azione offensiva. Nonostante la giovane età, vanta una discreta esperienza in Primera e quest'anno è stato uno dei protagonisti dell'eccezionale cavalcata dei navarri in Coppa UEFA, conclusasi ieri sera con la sconfitta per 2-0 a Siviglia (a proposito: complimenti agli andalusi, alla loro seconda finale in due anni, e anche all'Espanyol di Valverde, che ha eliminato con grande autorevolezza il Werder). Personalmente ho visto giocare David Lopez diverse volte quest'anno, sia in Europa che in Liga, e pur non rimanendo impressionato ne ho apprezzato la facilità di tocco e l'apporto sempre sopra la sufficienza che sa dare alla squadra. Non ci ho mai pensato in chiave Athletic, se devo essere sincero, ma questa notizia che ho letto mi ha fatto riflettere e devo dire che non sarei affatto dispiaciuto di un suo acquisto, visto che Etxebe a destra ha raggiunto una certa età e che Gabilondo a sinistra è quanto di più banale una squadra possa schierare. Invito tutti a prendere con le molle le "bombe" di mercato di As, giornale notoriamente cazzaro, ma in cuor mio spero di vedere il buon David con la nostra casacca il prossimo anno.

venerdì 4 maggio 2007

Quale futuro?

Il doppio 4-1 rimediato contro Siviglia e Real Madrid ha mostrato chiaramente l'attuale impotenza dell'Athletic nei confronti delle squadre di rango, una situazione francamente impensabile solo due anni fa, quando la squadra di Valverde si permetteva il lusso di vittorie importanti (indimenticabili quelle contro le merengues) ed era un osso duro per tutti, specialmente al San Mamés. Adesso, per dirla con tutta sincerità, facciamo ridere. Qual è la causa dell'attuale, disastroso stato delle cose suelle rive del Nervion? La partenza simultanea dei due cardini della fascia sinistra, il terzino Del Horno ed il trequartista Ezquerro, ha lasciato scoperta un'intera zona del campo e il club non ha saputo coprire quella falla, investendo prima in canterani inadeguati (Casas, la meteora Angulo) per poi tentare di rimediare con un acquisto piuttosto anonimo (Gabilondo). La difesa, poi, è la solita croce e rappresenta un problema che negli ultimi anni sta perseguitando l'Athletic senza pietà; ciò è dovuto sia all'oggettiva assenza di giocatori di rilievo (il miglior centrale basco è in assoluto Aitor Ocio, non certo un Puyol o un Terry), sia ad un atteggiamento tattico della squadra spesso poco adeguato nella fase di non possesso: poco pressing, troppa distanza tra i reparti e difesa lasciata spesso in balia di sè stessa. L'assenza di Gurpegi si sta facendo sentire in tal senso, visto che il navarro fa del dinamismo e della pressione sui portatori di palla avversari le chiavi principali del suo gioco; la sua squalifica ha comportato un evidente squilibrio nel centrocampo dell'Athletic, impossibile da compensare per un mediocre come Murillo e aggravato ulteriormente dalle perdite per infortunio di Orbaiz e Tiko.
Un altro nodo da sciogliere riguarda il reparto offensivo, che l'anno scorso mostrò le corde e in questa stagione sta facendo, se possibile, ancora peggio. Il dilemma più grande riguarda Nando Llorente: bufala o potenziale campione? Finora il ragazzo ha fatto ben poco, ma è indubbio che non possa lasciare il segno se viene schierato solo 10 minuti a partita (non gioca titolare da un anno esatto). La scorsa temporada l'Athletic si salvò soprattutto grazie ai gol di Aduriz, un contropiedista nato che si adattava a meraviglia allo schema catenacciaro di Clemente, ma che non è in grado di giocare da boa in un 4-2-3-1 basato, come attualmente succede, sul lancio dalle retrovie o comunque sui cross dalle fasce. Non a casa Isma Urzaiz, specialista in questo tipo di gioco, un anno fa stava ai margini mentre adesso è uno degli uomini-chiave per la salvezza, insieme a Yeste e all'altro semipensionato Etxeberria. Quello dell'età è un altro bel problema per i bilbaini, che hanno una rosa giovane e inesperta ma al contempo contano ancora moltissimo, come detto, su alcuni senatori, lasciando presagire foschi scenari quando i vecchi della squadra saranno giocoforza costretti al ritiro.
A tutto ciò, credo che vada aggiunta una certa confusione che sta caratterizzando gli ultimi tempi della gestione Mané. Vedere in campo Sarriegi e sapere in panchina Luis Prieto e Ustaritz, di gran lunga il miglior difensore in rosa nonchè uomo decisivo l'anno scorso, fa restare sinceramente basiti, così come è inspiegabile il non utilizzo di Dañobeitia. Giovane di ottime speranze, portato in prima squadra da Clemente, è un brevilineo rapidissimo negli spazi stretti, dotato di un dribbling secco e di quell'imprevedibilità essenziale per un giocatore di fascia che ne fanno un esterno molto migliore di Gabilondo, classico soldatino che avanza sempre con lo stesso passo e gioca senza un briciolo di fantasia; per quale motivo Daño faccia panchina all'ex realista è un mistero che sembra non avere soluzione. Anche alcune mosse tattiche (Ustaritz mediano, Aduriz puntero, Javi Martinez che si è fatto praticamente tutte le zone del centrocampo) sono sembrate leggermente caotiche, e nonostante la buona impressione che il baffuto mister mi ha generalmente fatto, ritengo che il prossimo anno la dirigenza dovrebbe puntare su un altro tecnico (Mendilibar, Clemente ma soprattutto Irureta).
Per rinforzare i punti deboli che ho citato finora serve senza dubbio un mercato all'altezza, come non si vede a Bilbao da diverso tempo, e la probabile retrocessione della Real Sociedad concede all'Athletic un'occasione assolutamente da non perdere per acquistare diversi giocatori interessanti. Tre pezzi pregiati dei donostiarri, infatti, sono in scadenza a giugno e non rinnoveranno in caso di discesa in Segunda: Aranburu, ottimo centrocampista tuttofare (può giocare da mediano d'impostazione, da esterno destro e da trequartista centrale), Garrido, onesto terzino sinistro che ci servirebbe come il pane, e Xabi Prieto, trequartista di grande talento ma tremendamente incostante e con pochissima personalità. Per il resto, le strepitose prestazioni di Gorka Iraizoz in Coppa UEFA fanno nascere più di un pensierino sul portiere dell'Espanyol, vista l'impresentabilità di Lafuente e l'attuale incostanza di Aranzubia, mentre per la difesa il sogno risponde sempre al nome di Aitor Ocio, imprescindibile per restituire dignità ad un reparto che somiglia sempre più ad una barzelletta. Il problema delle punte sembra infine di difficile soluzione, perchè il sebatoio basco scarseggia non poco per quanto riguarda il parco attaccanti, nel quale spicca il solo Joseba Llorente, "pichichi" della Segunda Division con 17 reti. El Matador, come lo chiamano i tifosi del Valladolid, si è trasformato negli anni da seconda punta di movimento a centravanti d'area di rigore, sviluppandosi nel fisico e nelle capacità acrobatiche, tuttavia non ha mai giocato da titolare in Primera e rappresenta una notevole incognita. Dopo di lui, il vuoto o poco più: Diaz de Cerio è un onesto mestierante; Agirretxe ha fatto faville nella Real B ma nel Castellon, squadra di Segunda dov'è in prestito da gennaio, non gioca da un mese e mezzo, e comunque ha solo 20 anni; di Oskitz, campione del mondo under 19 e grandissima promessa del calcio basco, si sono perse le tracce in Segunda B, la serie C spagnola. Insomma, le incognite sono molte, senza contare che tutto dipende dal raggiungimento o meno della salvezza. Se penso che tre anni fa l'Athletic era in UEFA, mi viene da piangere...

mercoledì 2 maggio 2007

32a giornata: Athletic 1-4 Real Madrid.

Athletic Club: Aranzubia; Expósito, Sarriegi, Amorebieta, Javi González; Iraola (70' Llorente), Murillo; Etxeberria (52' Urzaiz), Javi Martínez, Gabilondo (52' Yeste); Aduriz.
Real Madrid: Casillas; Cicinho, Cannavaro, Sergio Ramos, Torres; Diarra, Emerson; Beckham, Raúl (87' Reyes), Robinho (76' Guti); Van Nistelrooy (65' Higuaín).
Reti: 14' Sergio Ramos, 34' e 49' Van Nistelrooy, 80' Llorente, 83' Guti.
Arbitro: Muñiz Fernandez (Colegio Asturiano).

Fa male, malissimo, perdere con questo punteggio contro il "nemico" storico, il Real. Il dolore diventa quasi insostenibile se si considera che Athletic e merengues hanno giocato alla pari fino al 3-0, anzi, a dirla tutta sono stati i biancorossi a farsi preferire; l'unica differenza l'ha fatta la capacità del Madrid di concretizzare ogni occasione, mentre i Leoni hanno palesato un'incredibile leggerezza sotto porta che li ha portati a fallire palle-gol in serie. La solita banda del buco in difesa, poi, ha completato l'opera, guidata dal sempre inguardabile Sarriegi (Amorebieta entra spesso come il peggior Materazzi, ma almeno l'uomo qualche volta lo tiene); vedere per credere i primi due gol dei blancos, con Ramos e Van Nistelrooy, non propriamente Gianni e Pinotto, lasciati liberissimi di colpire di testa all'interno dell'area piccola...roba da tribuna immediata. E pensare che la partita non inizia male per l'Athletic: guidata da un Etxeberria in gran forma, la squadra pratica un bel pressing alto, mette in mostra una buona corsa e supera gli avversari nel possesso palla, prendendo in mano senza troppi problemi le redini del gioco. Nei primi 10 minuti Aduriz si trova per ben due volte davanti a Casillas, sbagliando lo stop nella prima occasione e venendo fermato per un fuorigioco inesistente nella seconda (bellissima l'azione di Etxebe, conclusa con un assist di esterno destro davvero perfetto). Le cose sembrano mettersi bene per i padroni di casa, ma il Real decide di mettere subito le cose in chiaro e passa in vantaggio alla sua prima vera azione del match: solito cross tagliatissimo di Beckham, Sergio Ramos viene dimenticato in area e non ha difficoltà a insaccare di testa, indisturbato, scatenando la rabbia di un esterrefatto Aranzubia verso i proprio difensori. La reazione dell'Athletic c'è ed è veemente, purtroppo la mira difetta sia al Gallo, che spedisce fuori un diagonale di sinistro, sia, soprattutto, ad Iraola, il cui destro sul primo palo, a lato di un metro, getta al vento la più ghiotta occasione creata dai biancorossi nel primo tempo. La sfuriata dei Leoni, purtroppo, si esaurisce presto, anche perchè Javi Martinez non è in condizione, Murillo ha una giornata da incubo e Iraola non può cantare e portare la croce; il risultato è che la squadra si sfilaccia, le distanze tra i reparti si allungano e il centrocampo non riesce a fare filtro e a pressare come nella prima mezz'ora. Logico quindi che il Real, trovando ampi spazi nella trequarti offensiva, riesca a rendersi pericoloso grazie a qualcuno dei suoi eccezionali solisti; con Robinho e Raul fuori dal match, tocca ad un ottimo Beckham guidare l'offensiva merengue, che trova in Van Nistelrooy il solito terminale implacabile. Prima è l'inglese a sforare il 2-0 con un colpo di testa stoppato da Aranzubia, poi la palla per il cabezazo tocca al liberissimo Ruud che, ben imbeccato da Cicinho, non si fa pregare e mette in porta il 2-0 della sicurezza. La doppietta dell'olandese ad inizio ripresa chiude definitivamente il match e a nulla servono i cambi tardivi di Mané; l'ingresso di Urzaiz, paradossalmente, ha l'effetto di peggiorare il gioco dei Leoni, che abbandonano la palla a terra per prodursi in una sfibrante serie di lanci lunghi per Isma, schema usurato a cui si dovrebbe cercare un'alternativa a tutti i costi. Il gol di Llorente serve solo per le statistiche, mentre il sigillo finale di Guti è ottimo per deliziare i palati fini (tocco sotto meraviglioso a chiudere uno splendido contropiede) e umilia oltre i suoi demeriti oggettivi un Athletic capace di tenere testa al Real e di giocare spesso meglio della Capello's band. I complimenti finali del mister italiano, secondo il quale il 4-1 non rispecchia ciò che si è visto sul terreno di gioco, non ripagano i baschi di una partita buttata via per la totale insipienza nelle due fasi, sia quella difensiva che quella offensiva; a parer mio, infine, Mané ha dimostrato di non avere le idee chiarissime, effettuando scelte di uomini francamente inspiegabili. Tratterò nei prossimi giorni questo punto in modo più approfondito.