sabato 31 maggio 2008

Il pagellone 2007/08: i difensori.

Amorebieta 7,5: eccezionale temporada quella di Nando, sia dal punto di vista del rendimento che da quello della maturazione tecnico-tattica. Reduce da un campionato difficile, caratterizzato da prestazione anonime se non negative, il centrale di Cantaura è stato assolutamente rivitalizzato da Caparros (allenatore che, come mi diceva giustamente Valentino di Calciospagnolo, ha un debole per i difensori grossi e rudi), bravo a recuperarlo e farlo maturare quando Nando sembrava sul punto di perdersi. Il fisico da granatiere lo rende dominatore sulle palle alte e nei contrasti, ma questo era già emerso nelle stagioni passate; il grande passo in avanti è stato compiuto lavorando su tre aspetti, la concentrazione, il miglioramento del senso della posizione e la limitazione degli interventi scomposti e violenti che ne avevano caratterizzato gli esordi. Amorebieta tende ancora a commettere troppi falli, tuttavia è sicuramente migliorato tantissimo dal punto di vista tattico, lascia pochi buchi, è attento allo sviluppo dell'azione avversaria ed è divenuto anche l'elemento del reparto arretrato da cui parte l'impostazione del gioco, in virtù del suo sinistro discreto che gli permette anche sventagliate di 50 metri. Soffre parecchio gli attaccanti piccoli e rapidi, per questo motivo la miglior coppia centrale, a parer mio, è quella che forma con Ustaritz, centrale molto veloce che sa disimpegnarsi bene sugli avversari dal baricentro basso. E' seguito da vicino dal Liverpool e da altre importanti società, ma noi speriamo che possa rimanere all'Athletic per molti anni a venire.

Iraola 7: alcuni detrattori (mi piacerebbe guardarli in faccia, questi Soloni della domenica pomeriggio) hanno criticato la stagione di Andoni, il più utilizzato da Caparros con i suoi oltre 3.000 minuti in Liga, contestandone la scarsa propositività offensiva di quest'anno, lui che è da sempre uno dei terzini di spinta migliori della Liga. Chiacchiere. Anche i muri, infatti, sanno che Jokin non ama i fludificanti (con lui Daniel Alves giocava ala destra) e che limita il compito dei difensori di fascia alla fase di contenimento, concedendo loro solo rare sgroppate quando si verificano determinate condizioni favorevoli (leggi: quando la fascia è scoperta per l'avanzamento del terzino avversario). Lo stesso Iraola ha detto in un'intervista di aver faticato non poco per apprendere tutte le indicazioni difensive del mister, anche perchè era abituato più a portare la palla in avanti con la sua falcata elegante e impetuosa che a preoccuparsi del diretto avversario. Spiace a tutti, me per primo, vedere Andoni costretto per larghi tratti della partita alla mera fase di contenimento, ma va detto che il numero 15 ha risposto più che positivamente alle sollecitazioni del tecnico e ha messo sul piatto un'altra stagione eccellente. Migliorato molto, come detto, in difesa, ha mostrato di non aver perso spunto e precisione nel cross le rare volte in cui aveva libertà di spinta; ha segnato un gol al Valencia e ha servito come sempre diversi assist ai compagni. Incomprensibile, a parer mio, la scelta di Aragones di non chiamarlo per l'Europeo, vista la penuria di terzini destri spagnoli di rilievo (non che mi dispiaccia, anzi, di sicuro a settembre sarà più in forma di altri!).

Aitor Ocio 7: passare da Sarriegi a Ocio è come fare le vacanze per 10 anni in Versilia e ritrovarsi d'improvviso ai Caraibi...un altro mondo. Il contributo del buon vecchio Aitor, cavallo di ritorno dopo la felice esperienza sevillista, si è visto non tanto nelle prestazioni personali, buone ma con qualche passaggio a vuoto, quanto nell'iniezione di esperienza e sicurezza che il centrale di Vitoria ha dato al reparto arretrato. Più che gli interventi e le chiusure, di lui quest'anno ricorderemo l'autorevolezza con cui ha comandato la difesa e gli urlacci che ha riservato ai compagni in occasione dei gol subiti, scene totalmente differenti rispetto alla rassegnazione che albergava davanti ad Aranzubia l'anno passato. Solido, fisicamente roccioso, forma con Amorebieta una coppia imponente che ha nella lentezza il suo tallone d'Achille. Si prospetta per lui un altro anno da chioccia, prima di lasciare il passo ai giovani.

Ustaritz 6,5:
annata non facile per il difensore biscaglino, bravo comunque a conquistare un suo spazio partita dopo partita. Causa titolarità insindacabile della coppia Amorebieta-Ocio, ha avuto un inizio di stagione complicato, nel quale ha goduto di scarsa visibilità e di poche occasioni per emergere; senza abbattersi o lamentarsi, e lavorando anzi con tenacia e costanza, ha via via convinto Caparros che ne ha fatto il suo jolly difensivo prediletto, schierandolo centrale in assenza dei due inamovibili giganti e arrivando addirittura a proporlo quale primo ricambio di Iraola a destra. Veloce, molto bravo in marcatura e nell'uno contro uno, forma con Amorebieta un duo centrale che si completa a meraviglia, come dimostrato in più di un'occasione anche in questa temporada; paga forse un difetto di personalità, una mancanza di esperienza che non gli permette ancora di dirigere la difesa come fa Ocio, ma personalmente ritengo che debba essere Amorebieta il futuro interprete di questo ruolo e credo anche che Nando abbia acquisito quest'anno le competenze necessarie per sostenerlo. Spero dunque che il prossimo anno Usta sia il titolare, con Ocio a dare buoni consigli e a sostituire gli assenti quando si richieda.

Koikili 6,5: ecco un'altra grande rivelazione della stagione. Koikili Lertxundi, 27enne di Otxandio, ex campione di lotta greco-romana, una carriera calcistica tutta spesa sui campi di Tercera e Segunda B, viene preso dal Sestao in estate come rinforzo per il Bilbao Athletic. Caparros lo prova in un paio di amichevoli, si convince delle qualità del giocatore e lo promuove in prima squadra (Del Horno doveva ancora essere tesserato), facendolo esordire in Primera nel derby con l'Osasuna. La seconda giornata, al Camp Nou, è un vero incubo per Koi, ridicolizzato più volte da Messi ed espulso nel finale. Sembra la fine della bella avventura del piccolo terzino sinistro, e invece la forma scandalosa con cui Del Horno si ripresenta a Bilbao concede una nuova occasione a Koikili, che stavolta la sfrutta in pieno e si piazza stabilmente nell'undici titolare dei Leoni. Il gioco di Caparros sembra fatto apposta per esaltare le qualità di lottatore di questo laterale tascabile (1,68x67), rognoso in marcatura, sempre attento e anche difficile da superare a causa del baricentro basso e dell'espolosività nel breve; discreto quando spinge, è dotato di un sinistro pulito, che gli permette di segnare anche una rete. Nel finale accusa una certa stanchezza, che fa recuperare terreno a Del Horno e ne appanna le prestazioni, senza inficiare comunque la valutazione positiva della stagione nella sua interezza, la prima da professionista. La favola è divenuta realtà, complimenti!

Del Horno 5: il grande bocciato della temporada biancorossa è proprio lui, il figliol prodigo, l'uomo tornato da Valencia tra squilli di fanfare e che ha fatto la fine dei pifferi di montagna, che vennero per suonare e furono suonati. La sua parabola è l'esatto contrario di quella di Koikili: dall'Athletic al Chelsea, dal Chelsea al Valencia e ancora nel Botxo, per tentare di ridare slancio ad una carriera impantanatasi tra le secche di comportamenti poco professionali fuori dal campo e di un grave infortuno rimediato nelle fila levantine. Purtroppo per lui, e anche per noi, le serate sono rimaste sui livelli di quelle londinesi, mentre le prestazioni sul terreno di gioco non hanno neppure avvicinato il livello dell'era-Valverde, quando Asier stantuffava senza sosta sulla fascia e realizzava anche diversi gol con i suoi proverbiali colpi di testa su punizione di Yeste. Lento, imbolsito, senza nerbo e anche con poca voglia di lottare, Del Horno si è visto (meritatamente) scavalcare nelle gerarchie di Caparros da un ex terzino di Segunda B e non è riuscito a reagire, dando segnali di ripresa solo a metà del girone di ritorno; sul più bello, però, si è fatto male e ha detto addio al finale di stagione, convincendo la giunta e Jokin a non riscattarlo dal prestito. Una conclusione ingloriosa, la Nemesi perfetta per chi accettò di lasciare Bilbao a caccia di sterline inglesi e ha finito per perdersi per strada. Se il Del Horno futuro sarà come quello di quest'anno, non lo rimpiangeremo.

Exposito, Luis Prieto, Murillo, Zubiaurre s.v.: la scelta di Caparros di puntare su pochi uomini li ha penalizzati e nessuno di loro è arrivato ad avere 10 presenze (peraltro hanno quasi sempre giocato partendo dalla panchina). Dispiace per Luis Prieto, centrale discreto e persona squisita, mentre Exposito e Murillo li ho sempre ritenuti più che scarsi e sono stato ben felice di non vederli in campo. Rebus Zubiaurre: tutti sanno la vicenda in cui l'Athletic si è impelegato per prenderlo, possibile che il suo valore sia stato abbattutto in due anni di panchina e tribuna e non sia stato fatto nulla per inserirlo tra i titolari?

martedì 27 maggio 2008

Il pagellone 2007/08: i portieri.

Iraizoz 7+: nonostante il grave infortunio che l'ha tolto dai giochi alla fine del girone d'andata, Gorka è stato senza dubbio uno dei grandi protagonisti della stagione biancorossa e uno dei principali fautori del ritorno della difesa a delle prestazioni convincenti. Il portiere navarro, cresciuto nella cantera bilbaina ma esploso nella Barcellona espanyolista, ha tenuto in piedi la baracca nella prima parte della temporada, balbettante per risultati e gioco di squadra, e in generale ha infuso nell'ambiente un'impressione di sicurezza che latitava da un paio di stagioni. Dotato di un grande fisico, Iraizoz ha uno stile non proprio ortodosso ma molto efficace, riflessi felini, straordinaria reattività e una grande abilità negli uno contro uno, tuttavia le qualità che lo fanno preferire all'Aranzubia attuale sono senza dubbio l'efficacia nelle uscite alte e la capacità di dirigere senza incertezze il reparto arretrato, due aspetti che lo rendono vero e proprio padrone della sua area. Tutto ciò, a parer mio, giustifica appieno il voto alto che gli ho attribuito nonostante le poche partite giocate in campionato, 13, nelle quali ha peraltro incassato solo 14 gol, poco più di uno a incontro. Peccato averlo perso proprio sul più bello a causa dell'affrettato rientro deciso dallo staff medico dopo un primo infortunio rimediato in Coppa del Re, fatto che ha causato il secondo e ben più grave stop che lo ha tenuto fuori per sei mesi. Lo aspettiamo a settembre, fiduciosi di ritrovare il solito "gatto" del 2007.

Armando 7: il nonno volante, 37 primavere sulle spalle, è stato una delle grandi sorprese della temporada biancorossa. Arrivato dal Cadice a gennaio per sostituire Iraizoz e fare da dodicesimo ad Aranzubia (il giovanissimo Raul, all'inizio scelto per questo ruolo, era stato giudicato troppo acerbo da Caparros), ha scalato immediatamente le gerarchie iniziali e si è trovato ad esordire dopo appena quattro allenamenti con la prima squadra, lui che, appena arrivato, aveva dichiarato di sperare di giocare almeno una volta con la maglia dei Leoni. Da sogno a realtà in meno di una settimana. Che il portiere di Sopelana fosse un tipo baciato da madama Fortuna si è capito anche più avanti, quando una statistica ha rilevato che, nelle prime 10 partite di Liga con lui in porta, gli avversari avevano colpito per ben 9 volte i legni! Dopo il brutto episodio della bottigliata contro il Betis, però, Armando è ridisceso sulla Terra e, complice il calo finale della squadra, ha concluso con uno score di 21 reti subite in 16 partite, numeri comunque più che rispettabili per un quasi esordiente in Primera. Piccolo di statura (è alto 1 metro e 80, poco per un portiere), stilisticamente è ancor meno ortodosso di Iraizoz: tra i pali è elettrico, nervoso, balza in continuazione a destra e a sinista per sopperire alla scarsa copertura che fornisce alla porta, tuttavia è agilissimo e sembra una molla, capace com'è di andare a terra, rialzarsi, tuffarsi e via così, di continuo. Inoltre è dotato di un grande carisma, vedere per credere gli show da "tarantolato" che più di una volta ha offerto per motivare i compagni. Si è guadagnato sul campo il prolungamento di un anno del contratto che verrà ufficializzato a giorni, complimenti.

Aranzubia 5: se ne andrà, Dani, anzi se n'è già andato, visto che il suo contratto in scadenza a giugno non è stato rinnovato e che la Giunta ha appena provveduto a salutarlo ufficialmente con una cerimonia nella sede di Ibaigane. La sua ultima stagione con la maglia dell'Athletic è stata triste, quasi rassegnata, piena di rimpianti per questo portiere le cui qualità ne facevano presagire un lungo futuro nel club biancorosso. Personalmente, resto convinto che Aranzubia, fatta salva l'atavica insicurezza nelle uscite alte, abbia le doti tecniche per essere tra i primi 3-4 portieri della Liga (e fino al 2005 lo era, come dimostra la sua convocazione per Euro 2004); il problema è che a Bilbao ha perso una cosa fondamentale per un estremo difensore fragile e umorale quale lui è: la fiducia. La fiducia dei tifosi, la fiducia della società e anche la fiducia dei compagni, assai poco reattivi nel difenderlo quando ha perso il posto a favore del neo-acquisto Armando. La Bizkaia per lui è ormai terra bruciata e poco importano, agli occhi dei suoi critici attuali, le grandi prove nel biennio Valverde o le parate salvezza nelle ultime due sciagurate stagioni: Dani è ritenuto dalla maggioranza un portiere poco affiabile e purtroppo, al netto di questa sua annata, lo è diventato. Gli servono nuovi stimoli e un ambiente nel quale ripartire tranquillo, ha bisogno insomma della classica ventata di aria fresca per tornare a rendere al meglio. In questo 2007/08 si ricordano di lui più errori (2-2 col Depor causato da un'uscita incerta, 0-1 col Madrid con tiro centralissimo di Van Nistelrooy) che belle parate, dunque giriamo pagina e salutiamolo con gli onori che merita chi ha difeso la nostra porta per tanti anni, con alti e bassi ma sempre con grande umiltà e dedizione. Lo dico da sincero ammiratore di Aranzubia: mi dispiace moltissimo, peccato che sia finita così.

venerdì 23 maggio 2008

Si apre il mercato: preso Toquero.

Il campionato è finito da pochi giorni, ma la dirigenza dell'Athletic non ha perso tempo e ha già messo a segno il primo colpo del mercato 2008: si tratta della mezzapunta Gaizka Toquero, vitoriano di 24 anni, preso a parametro zero dal Sestao River, squadra basca che milita in Segunda B ed ex formazione dell'attuale terzino sinistro biancorosso Koikili. Il nome del giocatore era stato accostato al club di Bilbao già a gennaio, su diretta segnalazione di Caparros che lo aveva visto un paio di volte dal vivo, tuttavia non se ne fece nulla perchè la giunta decise di lasciarlo maturare in tranquillità nella squadra neroverde. Toquero ha giocato un buon campionato ed è dunque stato acquistato adesso, peraltro pagando solo 12.000 euro come "diritto di formazione" a Sestao e Lemona, le due società satelliti dell'Athletic nelle quali il giocatore è cresciuto. Le buone prestazioni di Gaizka avevano suscitato anche l'interesse dell'Eibar, che tuttavia ha lasciato strada alla società biancorossa che, da parte sua, ha promesso ai guipuzcoani di girargli in prestito il giocatore nel caso in cui Caparros non lo ritenesse ancora adatto alla Primera Division. Personalmente non conosco per nulla le caratteristiche di Toquero e non l'ho mai visto giocare, tuttavia sul web ho reperito diversi articoli che parlano di lui come di un elemento molto interessante, fisicamente assai valido (non è rapido ma nemmeno lento, di testa sembrerebbe piuttosto forte) e con una buona tecnica di base; il suo ruolo è quello di trequartista dietro le punte, ma può essere impiegato anche sugli esterni o come attaccante d'appoggio al centravanti (nel Sestao, però, ha giocato pure da boa centrale). Non segna molto, come dimostrano i 5 gol realizzati quest'anno, e questo sembra essere il suo maggior difetto. Se son rose fioriranno, adesso sta a lui convincere Caparros durante il ritiro estivo. L'attaccamento alla maglia c'è (Gaizka ha dichiarato che per ogni giocatore euskaldun l'onore più grande è far parte dell'Athletic), io gli faccio un grande in bocca al lupo per il sogno che si appresta a vivere.

La scheda di Toquero:

Gaizka Toquero Pinedo

Gasteiz 9-8-1984

1.82 m-72 Kg

Ariznabarra juvenil 2001-02

Real Sociedad juvenil 2002-03

Alavés C (Tercera) 2003-05

Alavés B (Segunda B) 2005-06

Lemona (Segunda B) 2006-07

Sestao River (Segunda B) 2007-08

Joseba Del Olmo, ala sinistra dell'Eibar, è nel mirino dell'Athletic. Il giocatore biscaglino ha disputato un'ottima annata nelle fila rossoblù e, anche se la società si riserva di parlare con l'Athletic solo a campionato finito, i buoni rapporti intercorsi negli ultimi tempi tra i due club baschi fanno ben sperare. Per convincere la dirigenza eibarense, l'Athletic potrebbe fornire una contopartita tecnica composta da prestiti di giovani della squadra B, cosa apprezzabile visto che il club guipuzcoano milita in Segunda, campionato ideale per far maturare i talentini biancorossi.

Sul fronte delle cessioni, da rilevare le sicure partenze a parametro zero di Aranzubia ed Exposito, che ieri si è sfogato nell'ultima conferenza stampa da Leone per il trattamento a suo dire scorretto riservatogli da Caparros. Si discute anche dei possibili addii di Luis Prieto (richiesto da Clemente per il suo Murcia), Murillo, Tiko e Cuellar, e senza dubbio almeno un paio di questi elementi se ne andranno visto il pochissimo spazio concesso loro dal tecnico di Utrera. Da rilevare, infine, che l'Athletic non ha esercitato l'opzione di acquisto per 3 milioni che aveva su Asier Del Horno, che dunque torna mestamente a Valencia dopo un'annata caratterizzata più da ombre che da luci.

giovedì 22 maggio 2008

I verdetti della Liga.

Real Madrid campione di Spagna, Villarreal in Champion's, Barcellona e Atletico Madrid ai preliminari. Si qualificano alla Coppa UEFA Siviglia, Racing e Valencia (quest'ultimo in quanto vincitore della Copa del Rey). La piazza Intertoto è del Deportivo. Retrocedono Levante, Murcia e Saragozza, battuto 4-2 dal Maiorca al Son Moix e precipitato in Segunda nella stagione che doveva definirne la consacrazione tra le migliori squadre della Liga. Proprio il bomber dei maiorchini, Guiza, si laurea pichichi con 27 reti, seguito da Luis Fabiano con 24 e da Aguero con 19. Il Trofeo Zamora al miglior portiere va a Iker Casillas (32 reti subite in 36 gare, media di 0,89 gol incassati a partita), alle cui spalle si piazzano Toño del Racing e Valdes del Barcellona.

38a e ultima giornata: Sevilla 4-1 Athletic.

Sevilla: De Sanctis; Crespo, Mosquera, David Prieto, Dragutinovic; Jesús Navas, Poulsen (67' Maresca), Renato (75' Keita), Adriano (61' Diego Capel); Kanouté, Koné.
Athletic Bilbao: Armando; Gurpegi, Aitor Ocio, Amorebieta, Koikili (46' Ustaritz); Urko Arroyo (46' Iraola), Javi Martínez, Garmendia, Gabilondo; Aduriz, Llorente (61' Etxeberría).
Reti: 3' Aduriz (rig.), 40' Kanouté, 78' Keita, 80' Kanouté, 85' Jesús Navas.
Arbitro: Muñíz Fernández (Colegio Asturiano).

Finisce con una punizione troppo severa la Liga 2007/2008 dell'Athletic, un campionato che, come da previsioni dirigenziali, ha rappresentato la doverosa fase di transizione dai disastri dell'ultimo biennio ad una dimensione più consona al prestigio e alla storia del club. A Caparros si chiedeva di ridare stabilità all'ambiente, di far maturare i giovani più promettenti e di cogliere almeno qualche successo di prestigio, dunque si può dire che il tecnico di Utrera abbia portato a termine il suo compito (parlerò più diffusamente di ciò nel post riassuntivo della stagione); peccato per la batosta di Siviglia, sconfitta che lascia i Leoni a due punti di distanza dall'Intertoto, appannaggio di un Depor rinato grazie all'intuizione di Lotina di schierarlo con un solido 4-5-1. Personalmente non sono nemmeno troppo insoddisfatto, poiché ritengo l'Intertoto una competizione mal congegnata e buona soprattutto a lasciare i giocatori senza fiato a marzo; l'unica soluzione percorribile sarebbe stata quella di farlo disputare ai cachorros del Bilbao Athletic, ma se il risultato finale dev'essere quello di un paio di anni fa (eliminazione al primo turno con il Cluj, misconosciuta squadra romena) tanto vale non parteciparvi neanche.
A Siviglia l'Athletic iniziato col piglio giusto, passando in vantaggio dopo 3 minuti grazie ad un rigore di Aduriz concesso per atterramento di Llorente. La traversa di Gurpegi al 6' sembra il viatico per un'altra trasferta da ricordare, anche perché il Siviglia è una delle pochissime squadre della Liga a giocare senza obiettivi l'ultima di campionato, e i baschi possono così lasciare uno sterile possesso palla ai padroni di casa e limitarsi a chiudere con perizia ogni spazio nella loro trequarti. Al Pizjuan succede dunque poco e nulla, mentre al 35' il Villarreal passa in vantaggio al Riazor e i Leoni si trovano virtualmente in Europa. Paradossalmente, la rete del Submarino amarillo sembra svegliare il Siviglia, che al 39' sfiora il pari con Mosquera per poi centrarlo un minuto più tardi con Kanouté. Caparros si gioca all'intervallo due sostituzioni, togliendo tra l'altro il giovane Urko Arroyo, promettente esterno offensivo del Bilbao Athletic fatto esordire in Primera due anni fa da Javier Clemente. La mossa sembra pagare, i biancorossi spingono e avrebbero pure la palla del vantaggio, peccato però che Gabilondo la sprechi mancando un gol fatto a porta vuota...è il segno che gli dei del calcio hanno deciso di tenerci fuori dall'Europa, impressione che diviene certezza al 75', dopo una parte centrale di ripresa quasi sonnolenta, quando Keita batte Armando con una punizione imparabile. L'Athletic si disunisce, si getta in avanti alla ricerca del pari e puntualmente viene castigato da Kanouté e Jesus Navas per un 4-1 davvero esagerato per quello che si è visto in campo. Resta l'amaro in bocca a causa della sconfitta del Depor, ma, come detto, è una sensazione passeggera: quel che conta è essere tornati a lottare per qualcosa di più della salvezza all'ultima giornata, come successe un anno orsono nella terrificante (per noi tifosi) partita contro il Levante. Aupa Athletic!

giovedì 8 maggio 2008

36a giornata: Murcia 1-2 Athletic.

Real Murcia: Carini; De Coz, Ochoa, Marañón (46' Cuadrado), Peña; Richi, De Lucas, Goitom (67' Baiano), Aquino; Íñigo (63' Abel), Iván Alonso.
Athletic:
Armando; Iraola, Luis Prieto, Amorebieta, Del Horno; Gurpegi, Javi Martínez (46' Yeste), Cuéllar (62' Gabilondo), David López (69' Garmendia); Aduriz, Llorente.
Reti: 18' Iván Alonso, 30' Llorente, 82' Gabilondo.
Arbitro: Lizondo Cortés (Colegio Valenciano).

Il massimo risultato con il minimo sforzo. L'Athletic si riprende a Murcia i punti immeritatamente persi con Real Madrid e Maiorca, e lo fa al termine di un match dominato sotto tutti i punti di vista dai padroni di casa, già matematicamente retrocessi ma decisi a non regalare nulla ai baschi. Gli uomini allenati da Javier Clemente, indimenticabile vecchia gloria dei Leoni, mettono sul terreno di gioco quell'impegno e quella determinazione che sembrano invece latitare tra i biancorossi, a cui l'innesto di alcune seconde linee (Luis Prieto e Cuellar su tutti) provoca più scompensi che benefici. Non a caso, è il Murcia a passare in vantaggio al 18' grazie ad Ivan Alonso, senza dubbio una delle poche note liete del campionato dei rossi, che stoppa a centro area un tiro senza pretese di De Lucas, supera di slancio un Prieto poco reattivo e insacca alle spalle di Armando. L'Athletic di nero vestito, fin lì inesistente, gioca il suo miglior spezzone di partita proprio dopo il vantaggio dei padroni di casa, generosi quanto si vuole ma terribilmente vulnerabili davanti a Carini; non a caso, ai bilbaini basta aumentare un po' la pressione sui portatori di palla avversari e la velocità di gioco per mettere in seria difficoltà la retroguardia murciana, perforata alla prima azione vera da Aduriz, la cui rete viene però annullata per un tocco di braccio che al replay sembra più un controllo di spalla. L'appuntamento col pareggio è comunque solo rimandato, visto che al 30' David Lopez pennella una buona punizione da sinistra, Aduriz fa da sponda a centro area e Llorente irrompe tra le statue di cera della difesa del Murcia, toccando di sinistro e depositando la sfera nella porta di Carini. Si dice che la vendetta è un piatto che va consumato freddo e sicuramente Nando si è attenuto a questo vecchio adagio, togliendosi la soddisfazione di segnare davanti all'allenatore che, due anni orsono, lo aveva praticamente ostracizzato dopo la sfolgorante stagione d'esordio sotto Valverde.
La ripresa dimostra che il Murcia non ci sta a perdere e in breve si assiste ad un vero e proprio monologo dei padroni di casa, che spingono con convinzione, giocano stabilmente nella trequarti dell'Athletic e non trovano il gol del vantaggio solo grazie ad alcuni buoni interventi di Armando, che in particolare si supera deviando in corner una punizione di De Lucas destinata quasi all'incrocio dei pali. Che non sia la giornata giusta per i murciani lo dimostrano non solo due conclusioni di Ivan Alonso che sfiorano il palo e un altro miracolo di Armando su colpo di testa di Baiano, ma soprattutto il gol del 2-1 per i baschi, siglato in pratica al primo tiro in porta dei Leoni nel secondo tempo. E' il minuto 82 quando Yeste batte una punizione dai 30 metri e cerca il secondo palo dove sbuca Llorente, che ringrazia ancora una volta le belle statuine della difesa di casa e tocca in mezzo per il liberissimo Gabilondo, a cui non par vero di dover solo accompagnare la palla in rete per siglare il vantaggio. Dopo una buona occasione sprecata da Aduriz, Baiano avrebbe in chiusura il pallone del pari, regalatogli da un incomprensibile colpo di testa verso il centro dell'area di Del Horno, ma il brasiliano non ha fatto i conti con Armando, bravo a salvare di piede la conclusione da due passi dell'attaccante del Murcia.
L'Athletic conquista così i tre punti che gli servivano per raggiungere la salvezza matematica e adesso può affrontare con relativa tranquillità le ultime due gare di campionato contro Racing e Sevilla; l'Intertoto resta a tre punti, ma ciò che conta è aver ottenuto la permanenza in Primera con un discreto anticipo e aver gettato le basi per un futuro che sembra assai più roseo di quanto non lo siano state le ultime stagioni.

35a giornata: Athletic 1-2 Mallorca.

Athletic Club: Armando; Iraola, Gurpegui, Amorebieta, Del Horno; Susaeta (74' Aduriz), Javi Martínez, Garmendia (64' Murillo), Gabilondo; Yeste (53' Etxeberria), Llorente.
RCD Mallorca: Moyá; Molinero, David Navarro, Nunes, Fernando Navarro; Arango, Basinas, Borja Valero, Varela (92' Gonzalo Castro); Webó (62' Ibagaza), Güiza (78' Ramis).
Reti: 2' Güiza, 8' Llorente, 70' Güiza.
Arbitro: Ayza Gómez (Comité valenciano).

Innanzi tutto, mi scuso per la prolungata assenza, dovuta a impegni lavorativi che fortunatamente (per il mio equilibrio mentale) termineranno il 27 maggio. Purtroppo non posso assicurare un aggiornamento decente del blog fino a quella data, e credetemi quando vi dico che l'assenza della cronaca dell'immeritata batosta del Bernabeu è stata dovuta solo agli impegni di cui sopra e non ad un maldestro tentativo di occultare l'amara realtà. Anche il pezzo di oggi sarà giocoforza più breve del solito, non arrabbiatevi e abbiate pietà ;-)!

L'Athletic dice addio al sogno UEFA e in pratica anche alla speranza dell'Intertoto, distante sì solo 3 punti ma che al momento vede in lotta altre tre squadre oltre a quella biancorossa. Il ritorno di Gurpegi alla Catedral è pertanto meno gioioso del previsto, così come lo era stato la scorsa settimana il rientro ufficiale contro il Real Madrid; come in occasione della partita con le merengues, anche davanti al Mallorca i Leoni non demeritano affatto e finiscono per lasciare per strada un punto che sarebbe stato prezioso.
Tutta colpa di Guiza, spietato finalizzatore nell'area piccola, giunto a quota 24 gol grazie alla doppietta rifilata ad Armando. Il primo gol maiorchino viene subito riequilibrato da un cabezazo di Llorente (10 reti stagionali per Nando, che finisce per la prima volta nella sua carriera in doppia cifra), ma non c'è nulla da fare dopo la seconda rete del bomber della squadra delle Baleari. A dire la verità, l'occasione per il pari l'Athletic l'avrebbe anche, al minuto 94, ma nè Garmendia nè Amorebieta riescono a battere Moyá da due passi e così arriva la seconda sconfitta di fila, non proprio ciò che i tifosi si aspettavano dopo il trionfo col Valencia. Stasera, nel turno infrasettimanale della Liga, i biancorossi saranno di scena sul campo del già retrocesso Murcia, a caccia di tre punti che potrebbero tenere la porta europea ancora aperta; con Ocio fuori e Ustaritz sempre alle prese con un infortunio muscolare, si profila una nuova partita da difensore centrale per Gurpegi, apparso fisicamente asciutto ma logicamente imballato nelle prime due uscite stagionali. Non sarebbe male vedere Carlos in mediana, magari con Luis Prieto titolare in difesa.