venerdì 31 ottobre 2008

Andata dei sedicesimi di Copa del Rey: Athletic 2-0 Recreativo.


Capitan Gurpegi esulta dopo il gol di David Lopez (foto Eitb24).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Ocio, Ustaritz, Koikili; Susaeta, Gurpegui, Javi Martínez (75' Muñoz), David López (69' Del Olmo); Ion Vélez, Llorente (81' Iñigo Velez).
Recreativo de Huelva:
Roberto; Morris, Beto, Lamas, Poli; Camuñas, Barber, Javi Fuego (67' Jesús Vázquez), Akalé (63' Joselito); Marco Rubén (77' Pablo Oliveira), Ersen Martin.
Reti
: 32' Ion Vélez, 41' David López.
Arbitro: Teixeira Vitienes (Colegio Cántabro).
Note: espulso al 1' st Ersen Martin per gioco violento.

Vittoria e fischi. Anche nella serata in cui l'Athletic riesce finalmente ad ottenere un'affermazione, peraltro piuttosto netta, c'è di che essere poco soddisfatti e il pubblico reagisce facendo sentire chiaramente la propria disapprovazione al termine del match, chiaro sintomo che il credito accumulato l'anno scorso da questa squadra si è esaurito quasi del tutto, così come la pazienza dei tifosi. A scatenare la protesta del San Mamés non è stato tanto il risultato, un 2-0 abbastanza rassicurante in vista del ritorno (ma attenzione a non abbassare la guardia...), quanto l'atteggiamento dei Leoni nel secondo tempo, giocato tutto in superiorità numerica per l'espulsione dopo 30 secondi di Ersen Martin, reo di aver colpito con una gomitata Aitor Ocio, e nel quale i biancorossi invece di accelerare e chiudere i conti hanno tirato quasi i remi in barca. Un peccato, perché dopo lo scoppiettante finale della prima frazione era lecito attendersi qualcosa di meglio, anche alla luce dell'uomo in più per 45 minuti, ma al Recreativo è bastato chiudersi a riccio a difesa della propria area per non correre rischi, ed anzi sono stati gli uomini di Alcaraz a fare la voce grossa con alcuni contropiedi, in uno dei quali, all'80', Jesus Vazquez ha chiamato Iraizoz al grande intervento per sventare una rete che sarebbe stato disastroso incassare.
Caparros fa un po' di turnover ma non stravolge più di tanto il suo undici base: si rivede con piacere Koikili, epurato non si sa come mai dal tecnico dopo la strepitosa annata scorsa, e tornano a giocare dal primo minuto Ustaritz, Susaeta, Gurpegi, Ion Velez e Javi Martinez, recuperato dopo l'infortunio (solo una comparsata, invece, per Muñoz, Del Olmo e Iñigo Velez, e va detto che diventa difficile valutare i nuovi acquisti se giocano 20 minuti ogni 5 partite). L'inizio dell'Athletic è assai farraginoso, con i soliti problemi mostrati quando i Leoni sono costretti a fare la partita, e in pratica l'1-0 arriva alla prima vera conclusione in porta, al 32': centro di Iraola, come sempre uno dei migliori, stop e tiro vincente di Ion Velez, che non segnava dalla prima giornata di Liga. In chiusura di tempo David Lopez arrotonda il punteggio con una bella punizione dal limite, lasciando immaginare ben altra ripresa per una squadra apparsa più tonica e convinta nell'ultimo quarto d'ora. Il rosso a Ersen Martin sembra poter spalancare le porte ad una vittoria larga e definitiva, invece è il Recre a trarre maggiori benefici dalla propria inferiorità numerica, poiché gli uomini di Alcaraz si ammassano nella propria metà campo e per i Leoni è notte fonda. Nel secondo tempo, in pratica, i bilbaini non tirano mai in porta con pericolosità e nemmeno i cambi di Caparros, peraltro piuttosto ritardati, riescono a cambiare l'inerzia di una partita che i suoi giocatori sembrano accontentarsi di vincere 2-0, come se questo punteggio li riparasse da ogni tipo di sorpresa nel ritorno. Di qui i giustissimi fischi del pubblico, esasperato per 45' minuti di incomprensibile non-gioco e quasi beffato, come detto, da un contropiede andaluso a dieci minuti dal termine.
Speriamo che la vittoria possa servire a ritrovare quella convinzione che, pur vista a tratti col Barça e al Bernabeu, può venire solo quando arrivano anche i risultati; sabato sera arriva il Villarreal, clamorosamente sconfitto ieri sera per 5-0 dal Poli Ejido, squadra di Segunda, che quindi cercherà immediatamente di rifarsi. Segnalo in chiusura la prova incoraggiante di Gurpegi, ieri migliore in campo, che a parer mio serve come il pane alla causa biancorossa.

giovedì 30 ottobre 2008

Stasera Athletic-Recreativo.

Inizia oggi alle 21 la nuova avventura dell'Athletic in Copa del Rey, quella che un tempo era la "nostra" coppa ma che non vinciamo dall'ormai lontanissimo 1984. L'ultima finale arrivò l'anno dopo (sconfitta per 2-1 contro l'Atletico Madrid) e da allora è il buio, visto che i Leoni sono riusciti ad arrivare alle semifinali solo due volte negli ultimi 23 anni: nel 2001/02 caddero contro il Real Madrid di Zidane, mentre nel 2004/05 dovetti assistere alla più grande delusione sportiva da quando seguo i biancorossi, l'eliminazione ai rigori contro il Betis in una doppia sfida quasi dominata. Stasera si riparte dal San Mamés per l'andata dei sedicesimi, avversario quel Recreativo di Huelva che sta ben figurando da quando Alcaraz si è seduto sulla sua panchina, e la speranza è quella di poter cancellare il bruttissimo inizio di Liga con una prestazione convincente. La lista dei convocati da Caparros è la seguente: Iraizoz, Armando; Koikili, Ustaritz, Iraola, Ocio, Casas; Del Olmo, David López, Susaeta, Gurpegi, Muñoz, Javi Martinez; Llorente, Iñigo Vélez, Ion Velez. Restano a riposarsi Yeste, Orbaiz, Balenziaga ed Etxeberria, mentre non sono stati chiamati giocatori dal Bilbao Athletic. A tal proposito, segnalo che Ismael Lopez si è allenato per diversi giorni con la prima squadra e sembrava addirittura che potesse esordire al Bernabeu; Jokin non lo ha chiamato, però, e sinceramente speravo di vederlo almeno in Coppa. Spero che il suo approdo nella formazione maggiore sia solo questione di tempo, perché mi sembra evidente che ci serva come il pane un attaccante degno di questo nome.

martedì 28 ottobre 2008

8a giornata: Real Madrid 3-2 Athletic.


Fernando Llorente: ieri per lui una partita da protagonista, anche se senza gol (foto Eitb24).

Real Madrid: Iker Casillas; Míchel Salgado, Pepe, Heinze, Marcelo; Sneijder (77' Diarra), Gago, Van der Vaart (58' Guti); Robben, Higuaín, Raúl (88' Saviola).
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Aitor Ocio, Amorebieta, Balenziaga; David López, Orbaiz, Yeste (79' Susaeta), Gabilondo (77' Casas); Etxeberría (56' Garmendia), Llorente.
Reti: 13' Sneijder, 29' Higuaín, 34' Etxeberría, 44' Iraola (rig.), 58' Higuaín.
Arbitro: Alvarez Izquierdo (colegio catalán).
Note: espulso al 76' Amorebieta (A) per gioco violento.

Partiamo dalla buona notizia: con la partita di ieri è finito l'Ottobre Terribile dell'Athletic, a cui adesso manca solo il match col Villarreal per chiudere la serie di quattro scontri di fila con le migliori squadre della Liga. Scherzi a parte, è passata una settimana dalla sconfitta col Barcellona ma la sensazione di amaro in bocca è rimasta la stessa, anzi, forse è addirittura maggiore... Alzi la mano chi, dopo il 2-2, non ha pensato di poter uscire con almeno un punto dal Bernabeu, e va detto che i Leoni ci sono andati davvero vicini. Purtroppo, quando si commettono errori dilettanteschi di fronte a squadre come il Madrid si viene subito puniti, e così un giusto pareggio si trasforma in un'immeritata sconfitta. Che partita, però: ribaltamenti di fronte continui, pali e traverse, un gol annullato, un rigore dubbio concesso e un altro netto non fischiato, botte, confronti verbali e non, temperatura caldissima sulle tribune, insomma un vero e proprio "partidazo" come si confà ad un classico quale Real-Athletic.
Caparros conferma la formazione che ha ben figurato contro i blaugrana, con l'unica eccezione di Etxeberria, apparso in buona forma in settimana, al posto di Garmendia; il turnover madridista riguarda invece solo Sergio Ramos, sostituito dal redivivo Salgado, mentre la squalifica di Van Nistelrooy permette a Schuster di rinviare per una domenica ancora il momento in cui dovrà scegliere uno tra Higuain e Raul, anche se l'avvio di campionato dell'argentino è stato altra cosa rispetto alla scialba partenza del capitano merengue. Non appena Alvarez Izquierdo fischia l'inizio, si capisce subito che sarà una partita bella e combattuta: nei primi 10 minuti, infatti, si registrano un tiro fuori di poco di Sneijder, un miracolo difensivo di Salgado, che anticipa il colpo di testa di Gabilondo a Casillas battuto, e un gol ingiustamente annullato a Higuain per fuorigioco inesistente. L'alternarsi di occasioni da rete rispecchia il buon approccio al match dell'Athletic, che non si limita a difendere passivamente nella propria trequarti ma pare offrire la sua versione migliore, quella per intendersi del pressing alto e delle ripartenze veloci, tanto che intorno al 10' è evidente a tutti come siano i biancorossi a tenere in mano le redini del gioco. Quando si hanno in squadra fuoriclasse veri, però, l'inerzia di una partita può cambiare nel giro di pochi istanti, cosa che puntualmente accade al 13': sull'inserimento di Sneijder la difesa sbaglia il fuorigioco, l'olandese se ne va e scarica in porta una sassata di sinistro che non lascia scampo a Iraizoz. I baschi potrebbero subito riportarsi sul pari con un cabezazo di Llorente su azione d'angolo, ma là dove non può arrivare Casillas è appostato Marcelo che salva sulla linea e si guadagna la pagnotta. Paradossalmente, il buon Athletic visto fin qui al Bernabeu si spegne su questa occasionissima e torna a palesare i limiti osservati nel secondo tempo col Barça: squadra lunga, punte isolate e visibile arretramento degli undici a difesa della propria area, con conseguente perdita dei metri di campo fin lì conquistati; il Madrid sale di tono e sfiora più volte il 2-0 (clamoroso il palo del solito Sneijder al 18'), ottenendolo infine al 28' con un'azione da pazzi: palla per Van der Vaart, tacco spalle alla porta verso Raul, il capitano lascia scorrere facendo sbandare i centrali e Higuain si trova davanti lo spazio per il tiro, concludendo di prima intenzione con una rasoiata che ancora una volta lascia Gorka di sasso. Tutto lascia pensare che il gol del Pipita sia l'epitaffio sulla tomba zurigorri, invece i Leoni tirano fuori quella reazione d'orgoglio che da tempo i tifosi andavano chiedendo e rispondono subito al raddoppio delle merengues accorciando le distanze al 34'. L'azione si sviluppa sulla destra, con Etxebe che prende palla e chiede l'uno-due a Yeste: il passaggio è leggermente lungo ma il numero 10 fa il miracolo e con un tocco in spaccata serve di precisione il Gallo, bravo ad aspettare che Casillas battezzi il primo palo per superarlo con un bel diagonale. Il gol, anche se giunto in modo casuale più che a seguito di un'offensiva ragionata, ha il potere di rianimare i biancorossi e il finale di tempo sembra l'assedio di Fort Apache, coi blancos ad interpretare il ruolo dei poveri soldati e i bilbaini nei panni degli indiani assetati di sangue yankee. La pressione dell'Athletic non si concretizza però in evidenti occasioni da rete e per arrivare al pareggio serve un'ingenuità di Heinze, che colpisce con una manata al volto Llorente in piena area: il fallo è lieve ma abbastanza evidente e l'arbitro fischia un rigore certamente rigoroso che, a parer mio, poteva starci. Iraola va sul dischetto e con grande freddezza trasforma spiazzando Casillas. Il Real, ferito, si incattivisce e sembra cercare la rissa, l'Athletic non ci sta ad incassare a testa bassa e gli ultimi minuti del primo tempo vedono un susseguirsi di falli più o meno gravi, il più brutto dei quali viene commesso da Marcelo, che si meriterebbe il rosso per un'entrata assassina su Etxeberria ma viene graziato da Alvarez Izquierdo; si va al riposo sul 2-2, con la sensazione che il Madrid avesse perso la bussola e che l'intervallo sia arrivato pertanto a fagiolo. Calmatasi negli spogliatoi, la squadra di Schuster rientra in campo con il piglio del club di rango e nel giro di un paio di minuti coglie ben due traverse, prima con Higuain (gran destro da fuori area) e subito dopo con Heinze, che approfitta di un controllo difettoso in area di Yeste per scaricare una botta tremenda che quasi spacca il legno della porta di Iraizoz. Caparros fiuta il pericolo e fa un cambio intelligente: fuori Etxebe, piuttosto provato, e dentro Garmendia col compito di fare da raccordo tra Llorente e il resto della squadra e di creare pericoli alla difesa grazie alla sua velocità. La mossa sembra azzeccata se è vero che Joseba tocca il primo pallone e quasi manda in gol Gabilondo, che irrompe sul buon cross rasoterra del numero 8, anticipa il suo marcatore ma spedisce a lato. Proprio quando l'Athletic dà l'impressione di aver superato il momento critico e di poter tenere a bada le sfuriate merengues, l'errore dilettantesco di cui parlavo in apertura si materializza sotto forma di una palla persa stupidamente a centrocampo da Yeste e recuperata da Gago, la cui verticalizzazione immediata trova scoperta la difesa biancorossa e premia la cavalcata di Higuain, bravo a restare freddo davanti ad Iraizoz e a batterlo con un preciso piatto destro. Ottenuto il vantaggio in contropiede (!), il Real tiene alta la concentrazione e bada soprattutto a non scoprirsi, senza rilassarsi come dopo il 2-0, e per i Leoni diventa difficile creare qualcosa dalle parti di Casillas. Al 76', poi, Amorebieta si guadagna l'ennesima espulsione idiota della sua pur breve carriera provando ad azzoppare Higuain con un'entrataccia da dietro, peraltro sulla linea di centrocampo, e Jokin pensa bene di inserire il terzino Casas (no comment) per l'ala Gabilondo, puntando forse a difendere la sconfitta di misura, chissà... Dopo che Higuain sfiora la tripletta con un colpo di testa fuori di un niente, però, l'Athletic dà un ultimo colpo di coda e per poco non pareggia: all'84', infatti, Llorente prende palla sulla trequarti, supera Pepe e dai 25 metri lascia partire un bolide che sbatte sul palo con Casillas vanamente proteso in tuffo. Un minuto dopo è ancora Nando a portare scompiglio in area merengue, il solito Pepe lo sbatte a terra con una spallata plateale ma stavolta l'arbitro non fischia, nonostante questo rigore fosse assai più evidente di quello decretato nel primo tempo. La vittoria va dunque al Madrid, ai Leoni restano gli effimeri complimenti degli addetti ai lavori e un ben più concreto, e pericolosissimo, penultimo posto in classifica. Peccato che i biancorossi non abbiano giocato sempre così, finora, perché quei 5 punti in classifica sarebbero sicuramente molti di più.

Le pagelle dell'Athletic.
Iraizoz 6:
incassa 3 gol ma può farci poco, anzi nulla. Per il resto compie il suo dovere, guida bene la difesa e soprattutto infonde sicurezza ai compagni, dote non da poco per un portiere. Brutta serata, ma non ha colpe.
Iraola 7: che sia uno dei migliori non è una novità, visto che occupa stabilmente le prime posizioni delle classifiche di rendimento da quando ha esordito nella Liga. Anche contro il Real è sempre puntuale nelle chiusure e preciso in impostazione, un po' limitato nelle discese dalle consegne tattiche ma sempre presente in fase di appoggio, e il gol arriva a coronamento dell'ennesima bella prestazione. In nazionale è arrivato con 5 anni di ritardo, altroché.
Aitor Ocio 6: la vecchia volpe comanda il reparto con il solito carisma ed è uno degli ultimi ad arrendersi. Quando c'è da randellare non si tira mai indietro, però lo fa con intelligenza, senza essere plateale, e per gli attaccanti del Madrid è comunque difficile superarlo.
Amorebieta 4: peggiore in campo contro il Barça, peggiore in campo al Bernabeu. Lento e impacciato com'è sembra assolutamente fuori forma, un cugino di quinto grado del centrale esplosivo ammirato l'anno scorso, ed ha notevoli problemi nel trovare la posizione; rispetto alla passata stagione ha perso brillantezza, però non ha lasciato a casa quelle maledette entrate spaccagambe che sovente gli costano un giallo o, nel peggiore dei casi, un rosso diretto. Ieri s'è beccato il cartellino più grave, giustamente: un fallo del genere, per di più a centrocampo, più che di rudezza è sinonimo di scarsa intelligenza.
Balenziaga 5,5: non paga dazio all'emozione dell'esordio su un campo mitico come quello del Real. Si fa notare poco, tuttavia tiene la posizione al meglio delle proprie possibilità e si fa apprezzare per la spinta, generosa anche se un po' discontinua. La fascia sinistra non avrà il Del Horno dei tempi d'oro, ma un terzino sinistro degno di questo nome sì. Purtroppo è lui a non salire in occasione della rete di Sneijder, pecca non da poco che gli vale mezzo voto in meno.
David Lopez 5: più che anonimo, corricchia senza costrutto sulla destra e si limita a mettere dentro un paio di punizioni interessanti. Poco, troppo poco per chi si fregia del pesante titolo di "ala", un ruolo per cui si dovrebbero almeno avere una buona velocità di base e quel minimo di imprevedibilità richiesta per saltare l'uomo. Il giocatore che corrisponde a questo identikit l'Athletic ce l'ha, peccato che si chiami Susaeta e ieri fosse in panchina...
Orbaiz 5,5: saranno i due infortuni consecutivi a entrambe le ginocchia, sarà la preparazione estiva che ancora pesa, sarà quel che sarà, però anche lui soffre del "complesso del cugino di Amorebieta": impossibile che l'imbolsito mediano visto ieri sia proprio Don Pablo, che nel passato ci aveva abituato ad una regia con pochi eguali nella Liga. Anche ieri, invece, non è andato oltre i soliti tocchettini orizzontali, mentre Gurpegi in panchina non aspettava altro che poter entrare.
Yeste 5,5: più propositivo del collega, ha il merito non da poco di servire a Etxeberria il pallone dell'1-2 con un grandissimo numero. Soffre un po' in fase di ripiegamento, cosa che suggerirebbe un suo impiego in coppia con un mediano di contenimento più che con un regista alla Orbaiz, e nel secondo tempo perde visibilmente lucidità e inizia a commettere errori non da lui. Prima sbaglia uno stop in area e serve ad Heinze un pallone d'oro, quindi prova un inutile tocco a superare Gago nel cerchio di centrocampo, si fa soffiare il pallone e fa prendere alla squadra il letale contropiede del 3-2. Peccato (dal 79' Susaeta s.v.).
Gabilondo 6: solito discorso con Igor, generoso e bravo a dare una mano in difesa quanto si vuole, ma tremendamente deficitario se c'è da distendersi e fare male all'avversario. E' in pratica un terzino aggiunto e infatti Caparros lo schiera volentieri contro squadre dal grande potenziale offensivo come il Real, però ne paga tutto lo scotto in fase di spinta. Per lo meno gioca sempre con il coltello tra i denti e dà sempre il 110% (dal 77' Casas s.v.).
Etxeberria 6,5: il gol e poco altro, ma la sua rete pesa moltissimo e riaccende una partita che sembrava già finita. Tonico per un tempo, finisce ben presto la benzina e Caparros lo richiama a inizio ripresa. Un ritorno positivo (dal 56' Garmendia 6: entra e fa subito una grande azione, terminata con un assist che Gabilondo non riesce a concretizzare. La sua velocità crea diversi imbarazzi alla retroguardia madridista, peccato che il gol di Higuain tagli un po' le gambe all'Athletic e lo privi di rifornimenti decenti).
Llorente 7: trema ancora il palo che colpisce a fine gara dopo una grande azione personale, un legno che priva l'Athletic del pareggio e Nando di un (euro)gol che avrebbe strameritato. Lotta come sempre da solo nella morsa dei centrali merengues, costretto per larghi tratti del match a giocare spalle alla porta, e in 90' mette insieme un rigore procurato, uno grosso come una casa negato, una rete fatta salvata sulla linea da Marcelo e, appunto, il palo. Non male, proprio no. Se solo ricevesse qualche pallone giocabile in più, avrebbe ben più di un gol segnato all'attivo.

mercoledì 22 ottobre 2008

I Leones su "la Repubblica"!

Perdonate l'autoreferenzialità, ma oggi l'edizione online de "la Repubblica" pubblica un articolo sui tifosi italiani delle squadre straniere e, meraviglia, cita anche noi Leones Italianos! Non potevo non scriverlo, visto cha la cosa riempie di gioia tutti coloro i quali hanno visto crescere la Peña (e io sono tra questi), trasformatasi in pochi anni da un fan club di pochi amici ad un punto di riferimento importante nel panorama dei tifosi zurigorri. L'articolo si trova qui ed è anche corredato da alcune foto, tra cui spiccano due della nostra Peña. Che altro aggiungere? Aupa Athletic y gora Leones Italianos!

martedì 21 ottobre 2008

7a giornata: Athletic 0-1 Barcellona.

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Aitor Ocio, Amorebieta, Balenziaga; David López, Orbaiz (77' Gurpegui), Yeste, Gabilondo (75' Ion Vélez); Garmendia (61' Susaeta); Llorente.
Barcelona:
Victor Valdes; Alves, Márquez (65' Puyol), Piqué, Abidal; Victor Sánchez, Yaya Touré, Keita (32' Busquets); Iniesta, Eto'o, Henry (79' Hleb).
Reti: 63' Eto'o.
Arbitro: Undiano Mallenco (Colegio Navarro).

Dà fastidio, e molto, perdere come è successo col Barcellona. Paradossalmente, preferisco una sconfitta come quella di Siviglia, un 4-0 sopra il quale è impossibile recriminare, rispetto allo 0-1 maturato ieri al San Mamés, figlio di una gara giocata pressoché alla pari (cosa quasi impossibile da pensare, alla vigilia) e che lascia un notevole amaro in bocca per ciò che poteva essere e non è stato, per il poco coraggio delle scelte di Caparros e per la sensazione di scarsissima pericolosità che i biancorossi trasmettono anche quando tengono bene il campo. Un difetto, questo, che si palesa con sempre più preoccupante evidenza e che sta assumendo i contorni di un peccato capitale.
Jokin scioglie l'ultimo dubbio della vigilia solo al momento di consegnare le formazioni: c'è Garmendia dietro Llorente, solo panchina per Susaeta, che paga il buon momento di forma di David Lopez e la voglia di coprirsi a sinistra, la fascia difensivamente più debole, con Gabilondo in aiuto di Balenziaga; a centrocampo giostra il doble pivote Orbaiz-Yeste, che come recitava il vecchio adagio "vuol dire qualità", per il resto tutto come da programma. Muovo subito un primo appunto al tecnico di Utrera: perché lasciare fuori Markel? In una partita come questa, dove ovviamente l'Athletic cercherà di pressare alto e di sfruttare le spizzate di Nando, uno con la sua velocità non può che creare problemi alla retroguardia blaugrana... Da parte sua, Guardiola applica un robusto turnover,dovendosi anche misurare con infortuni e rientri dal Sudamerica, dunque via Xavi, Gudjohnsen, Messi e Puyol e dentro Piqué, Henry e il canterano Victor Sanchez, ennesimo prodotto del vivaio che il Pep lancia in prima squadra. Partono bene i bilbaini e dopo 3' Valdes è già chiamato ad un intervento difficile da una punizione liftata di David Lopez, forse un po' lenta ma comunque insidiosa quanto basta per richiedere il volo del numero 1 catalano. Risponde al 9' il Barça e lo fa ovviamente con Eto'o, bravo a saltare al limite un Amorebieta versione Bell'addormentato e ad impegnare Iraizoz, che deve imitare il collega per togliere dall'angolo la conclusione del camerunense. Sembra l'inizio di un match scoppiettante, tuttavia la partita si adagia ben presto sui canoni di uno sterile possesso palla degli ospiti, che si sviluppa spesso bel lontano dalla trequarti dell'Athletic, e di un atteggiamento aggressivo dei Leoni, pressing alto e contropiede, che non produce però riscontri effettivi in zona gol. Sicuramente soffrono poco i biancorossi, anche perché la squadra di Guardiola rumina calcio in modo del tutto inoffensivo, ma è anche vero che non riescono a rendersi pericolosi dalle parti di Valdes, eccezion fatta per un altro piazzato, stavolta di Yeste, su cui il buon Victor compie un vero e proprio miracolo andando a togliere la palla dall'incrocio dei pali alla sua destra. Al 38' c'è un'occasione anche per Garmendia, invero pimpante alla sua prima da titolare: cross di Gabilondo, palla sporcata dalla difesa e conclusione di prima che si perde in curva. Poca roba sulla sponda catalana: Iniesta a destra sembra un pesce fuor d'acqua (anche se un suo tiro al 21' sibila di poco sopra la traversa), Henry non si rende mai pericoloso e in generale la manovra blaugrana appare lenta e troppo macchinosa per creare grattacapi a una difesa ben messa in campo come quella bilbaina. Eto'o, l'unico davvero in palla, ci prova di testa in chiusura di tempo, ma Iraizoz fa buona guardia. Si chiude qui la prima frazione e, nonostante un possesso palla nettamente catalano, è l'Athletic ad aver lasciato l'impressione migliore e ad aver fatto di più per meritare il vantaggio. Come tante volte è accaduto lo scorso anno (e come speravamo non dovesse più succedere), però, la ripresa vede i Leoni arretrare il baricentro, smettere di aggredire i portatori di palla avversari fin dalla loro metà campo e ammassarsi un po' alla rinfusa davanti alla propria area, con la logica conseguenza che Llorente viene a trovarsi lontanissimo dal resto della squadra e che il Barça, pur non facendo granché, finisce per guadagnare metri. Questa situazione favorisce ovviamente i solisti blaugrana ed è proprio da un'azione personale di Henry che nasce il vantaggio degli uomini di Guardiola: il francese salta due avversari e serve Eto'o, bravo ad anticipare un Amorebieta poco convincente e ad infilare Iraizoz con una sassata mancina realmente imparabile. A questo punto appare evidente che l'Athletic abbia le stesse probabilità di ribaltare il match di quante ne ha Ion Velez di vincere il Pallone d'Oro, visto che la stanchezza comincia a farsi sentire e si somma alle ormai ataviche difficoltà nel creare gioco e nel tirare in porta. Il calo di Yeste, unico decente in fase di impostazione, non riesce ad essere compensato dagli ingressi di Susaeta, Velez e Gurpegi e al Barcellona basta difendersi con ordine per non correre rischi di alcun genere; sono anzi gli ospiti, guidati da un Iniesta che a sinistra torna sublime, a farsi vedere più volte in contropiede e a sfiorare il raddoppio con Eto'o, che si mangia un gol fatto sprecando un assist al bacio proprio di Iniesta. Al fischio finale i Leoni chiudono senza aver mai tirato in porta in tutto il secondo tempo, un record difficilmente peggiorabile. Che altro aggiungere? I problemi sono quelli noti e ormai mi sono stancato di ripeterli quasi ogni domenica; certo che è davvero impensabile poter vincere se il nostro centravanti non riesce a ricevere un solo pallone pulito in 90 minuti. Caparros potrebbe poi mostrare anche maggior coraggio, soprattutto quando si trova a fronteggiare un Barcellona rimaneggiato e parso quasi inoffensivo nella prima frazione: era davvero così peregrino avanzare Yeste e azzardare prima le due punte? Ai posteri l'ardua sentenza, a noi tifosi il compito di non crollare in vista della trasferta di domenica al Bernabeu.
I migliori e i peggiori nell'Athletic: positiva, come detto, la prima da titolare di Garmendia, e non è un caso che i biancorossi siano pericolosi più o meno finché lui resta in campo; Joseba è dotato di tecnica e velocità, due caratteristiche che lo rendono perfetto per la tattica di Caparros, e mostra di intendersi molto bene con Llorente come ai tempi del Baskonia. In posizione di centrocamposta centrale puro, Yeste ha alternato prestazioni molto buone a prove poco soddisfacenti: la partita contro il Barça appartiene al primo gruppo, vista la capacità di creare gioco che sembra appartenere soltanto a lui nell'undici bilbaino. Aitor Ocio piace per come guida il reparto difensivo lungo tutto l'arco del match, Iraizoz risponde sempre presente ed è costretto ad arrendersi solo ad un tiro da pochi metri di distanza.
Amorebieta peggiore in campo: lento, spesso fuori posizione, entra duro solo a centrocampo (ammonizione evitabilissima quella presa su Busquets) e si lascia invece saltare facilmente al limite dell'area; assolutamente da dimenticare, poi, l'intervento goffo con cui non chiude il lancio di Henry, facendosi anticipare da Eto'o che se ne va e segna il gol partita. Sottotono gli esterni offensivi bilbaini, con Gabilondo che ripiega troppo per poter incidere in avanti e David Lopez che si segnala solo sui calci da fermo. Orbaiz lento e nullo in fase di regia, dove apre e lancia davvero col contagocce e per il resto si limita al compitino, appoggiando sugli esterni senza dare mai profondità. Avrei voluto vedere Susaeta in campo dal primo minuto, ma va detto che l'ingresso di Markel a mezz'ora dal termine non lascia tracce visibili sull'andamento della partita.

lunedì 13 ottobre 2008

La riunione dei Leones a Bologna.

Quest'anno, ahi de mi, non c'ero e il video che posto di seguito non fa che aumentare i miei rimpianti. Un caloroso saluto a tutti i ragazzi e un grazie ad Emiliano che ha realizzato e montato il superbo filmato. Da gustarsi tutta, in particolare, l'ultima parte, nella quale i soci fanno vedere che tipo di maglietta preferiscono... Aupa Leones eta beti gora Athletic!



venerdì 10 ottobre 2008

venerdì, 10 ottobre 2008

Un nuovo articolo di AupaAthletic.net.

Torno a pubblicare un articolo della nostra fanzine online che spiega molto bene il senso della votazione di due giorni fa e della nuova bocciatura di Macua. L'autore è ovviamente Simone Bertelegni, al solito impareggiabile nel descrivere i retroscena societari e assai lucido nella sua analisi. Buona lettura!

MACUA ATTENTO ALLE IDI DI OTTOBRE
di SIMONE BERTELEGNIUn anno fa, giorno più, giorno meno, su questo stesso sito parlavo del NO dei soci delegati al bilancio preventivo, in pratica alla «Finanziaria», redatto da F. García Macua e dalla sua cricca. Scrivevo con un pizzico di incertezza che «mi sembrava» fosse la prima volta che l’assemblea dei soci sbatteva la porta in faccia ai conti della dirigenza. Tuttora non sono sicuro che fosse la prima volta, ma sono certo che mai nessun presidente dell’Athletic è stato «bocciato in economia» per due anni consecutivi. Macua ce l’ha fatta.
Nottata dell’8 ottobre (alla faccia del numero fortunato cinese, a Macua ottobre porta una sfiga bestiale): si riunisce l’assemblea dei soci delegati dell’Athletic per votare su tre questioni: approvazione del bilancio 2007-08, approvazione del bilancio preventivo 2008-09, riforma dello Statuto del club. Tre temi delicati, e che tuttavia una volta di più il CdA del club ha trattato in maniera sprezzante (l’arroganza mi sembra il tratto distintivo di questa dirigenza): prima, non cedendo la parola ai soci dopo ciascun punto dell’OdG, ma solo dopo averli esposti tutti e tre; secondo, incentrando quasi tutta l’assemblea sul punto 3, come se il punto 2 (che in fondo comprende anche la questione pubblicità) non fosse «caldo»; terzo, lanciando una specie di avvertimento mafioso del tipo «votate tre sì, è una proposta che non si può rifiutare».
Il risultato è eloquente: approvato il punto uno, bocciati il due (54,16% di no) e il tre (57,65% di no); un socio ha anche minacciato di impugnare davanti a un tribunale l’assemblea perché la parola ai soci è stata concessa in maniera difforme da quanto previsto dallo Statuto. L’Athletic ha chiuso il 2007-08 con un attivo di «ben» 33mila euro, ma il budget per la stagione in corso è da rivedere.
In parte è una vittoria del fronte del NO alla pubblicità. Ma non sentiamoci «troppo forti». Il no al punto 2 ha tante spiegazioni. È il frutto della somma delle volontà di:
- chi non vuole assolutamente la pubblicità;
- chi ritiene 2 milioni di euro annui una cifra ridicola e offensiva;
- chi non accetta un aumento della quota societaria annua che sfiora il 6%.
Questi ultimi sono da capire: l’anno scorso hanno sopportato un +15% circa ed erano stati convinti che con l’arrivo della pubblicità l’aumento sarebbe stato entro i limiti dell’inflazione (4% circa).
Insomma, Macua li ha un po’ presi per i fondelli, ma meno male che se ne sono accorti.Non ne ho le prove, ma forse ha pesato sulla votazione anche una notizia diffusa in settimana. Finalmente il CdA ha varato un piano e il nuovo organigramma del settore giovanile. In campagna elettorale, Macua aveva annunciato di averlo già pronto e che Lezama sarebbe stato affidato alla supervisione di un tecnico di fama internazionale. Be’, per essere già pronto c’è voluto più di un anno, e grossi nomi non se ne sono visti. Può darsi che qualcuno abbia voluto sottolineare la falsità della promessa elettorale votando no anche su questioni non inerenti.
I soci delegati hanno anche bocciato la proposta di riforma dello Statuto, su cui non so molto e perciò preferisco tacere. Mi sembra che al vaglio dei soci ci fosse la possibilità di una sostituzione dei «compromisarios» con un certo numero di soci estratti a sorte tra tutti quelli esistenti. Dirò solo una cosetta a favore della gestione Macua: non mi dispiace la riforma della Fondazione Athletic. In pratica, quest’ultima in precedenza riceveva fondi dall’Athletic; ora è essa a ricevere tutte le entrate al posto del club, per poi restituire a quest’ultimo il necessario. Il tal modo, trattandosi di una fondazione, gli investitori possono essere più ingolositi dall’Athletic, perché per ogni soldo che gli versano via Fondazione devono al Fisco molto meno che se lo facessero direttamente al club. E che l’Athletic abbia bisogno di soldi è innegabile. La cosa dimostra che se questo CdA si spreme un po’ le meningi, qualche idea innocua la trova. Ora che succederà? Fossi in Macua mi dimetterei. Ma gli interessi di cui lui è solo la parte visibile non possono permettersi di perdere il seggio presidenziale. Macua convocherà un’assemblea straordinaria, abbasserà di uno 0 virgola l’aumento delle quote e convincerà la maggioranza a votare sì perché altrimenti il club non avrà una politica economica per la stagione in corso. E la paura ricompatterà l’assemblea.

Macua bocciato: il nemico non passa!

Votaciones definitivas de la Asamblea de Compromisarios 08-10-2008

1. Balance del año anterior. APROBADOS. Sí 324, no 260, en blanco 8 y 7 nulos.

2. Presupuestos: RECHAZADOS. 259 sí, 325 no, 9 en blanco y 7 nulos.

3. Reforma de los estatutos: RECHAZADOS. 219 sí, 343 no, 21 en blanco, y nulos 12.

In generale, i soci compromissari hanno rifiutato le proposte di Macua per la gestione del nuovo anno e la sua riforma della Statuto, dopo le bastoste dello scorso anno il presidente incassa altri due rifiuti che lo portano sul baratro delle dimissioni. Lo spazio di manovra della JD è molto limitato, la maggiornaza è contro di lui...attendiamo novità!!!

Come disse il saggio, attendiamo in riva al fiume, aspettando che la corrente porti a valle il cadavere (figurato, s'intende) del nostro nemico. MACUA DIMISION!

martedì 7 ottobre 2008

6a giornata: Sevilla 4-0 Athletic.

Sevilla FC: Palop; Konko, Squillaci, Escudé, Fernando Navarro; Maresca, Romaric (57' Duscher); Jesús Navas, Renato (77' Chevantón), Diego Capel (62' Adriano); Kanouté.
Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, Aitor Ocio, Amorebieta, Balenziaga; David López, Orbaiz, Javi Martínez (61' Garmendia), Gabilondo (46' Susaeta); Yeste; Llorente (54' Ion Vélez).
Reti:
26' Kanouté, 40' Renato, 76' Adriano, 81' Chevantón.
Arbitro:
Rodríguez Santiago (colegio Cast. Leonés).

Comincia nel peggiore dei modi il poker di partite ai confini del possibile che attende l'Athletic tra ottobre e inizio novembre: 4 pere al Sanchez Pizjuan e tutti a casa, a riflettere sugli errori commessi e ad osservare una classifica che comincia a farsi preoccupante. Ancora una volta non può non essere sottolineata l'assoluta mancanza di pericolosità dell'attacco bilbaino, nonostante Caparros abbia schierato finalmente Yeste in posizione di trequartista dietro Llorente; oltre a ciò, tuttavia, risalta negativamente anche la prestazione orribile del reparto arretrato biancorosso, che finora non ha confermato l'ottimo standard mostrato l'anno scorso: quattro gol tutti insieme i Leoni li avevano subiti una sola volta nel passato campionato, peraltro proprio a Siviglia all'ultima giornata, mantenendosi poi su una media dignitosissima di poco più di una rete incassata a partita, mentre nelle prime giornate della nuova Liga hanno già concesso molto più del dovuto. Un aspetto, questo, su cui lo staff tecnico dovrà soffermarsi con attenzione, perché il decimo posto della stagione 2007/2008 è stato conquistato più con la solidità del reparto arretrato che con i numeri dell'attacco e dunque la squadra non può permettersi amnesie difensive come quelle di ieri.
Joaquin Caparros torna a Siviglia, dove ha senza dubbio raggiunto il punto più alto della sua carriera di allenatore, deciso ad interrompere la serie di 10 partite utili consecutive degli andalusi e a dare una delusione a Manolo Jimenez, suo secondo a Villarreal diversi anni fa, tecnico capace ma non troppo amato dal pubblico sevillista; per fare ciò Jokin ha in mente un piano semplice e chiaro: bloccare le fasce, piazzare un uomo tra le linee per disturbare il doble pivote Maresca-Romaric e giocare in contropiede sfruttando il pressing feroce garantito da Javi Martinez nel mezzo. Si spiegano così le scelte di Gabilondo, più difensivo, in luogo di Susaeta per contrastare Jesus Navas e di Yeste schierato, come detto, da guastatore con libertà di movimento sulla trequarti dei padroni di casa. L'idea di Jokin è buona e funziona per i primi 25', durante i quali l'Athletic si difende con ordine, rischia solo su un colpo di testa di Renato da azione d'angolo, sventato da Iraizoz con un bellissimo riflesso, e pur senza essere incisivo davanti riesce comunque a controllare la partita. Quando sembra che le cose stiano andando bene, ecco che arriva un errore da dilettanti a rompere le uova nel paniere: al 26' Balenziaga, fin lì molto attento nella marcatura di Navas, si addormenta al limite dell'area e si fa soffiare la sfera dall'esterno destro del Siviglia, che gli sbuca alle spalle, gli ruba il pallone e serve a Kanouté un assist impossibile da sbagliare. Andalusi in vantaggio con pochi meriti, baschi che entrano in un tunnel nerissimo da cui usciranno solo al fischio finale. I biancorossi si fanno vedere al 37' con il loro primo tiro in porta, opera di un volenteroso Gabilondo, tuttavia l'inerzia del match è saldamente nelle mani degli uomini di Jimenez, padroni assoluti del centrocampo, e il raddoppio cala come una scure sugli eventuali propositi di rimonta dei Leoni: Navas ubriaca di finte Balenziaga, lo salta e centra per Renato, la cui incornata da due passi non lascia scampo a Iraizoz. 2-0 al 40', la tattica caparrossiana tramonta definitivamente e per il Siviglia diventa tutto facile, visto che l'Athletic è per forza di cose costretto ad attaccare alla ricerca del gol che riaprirebbe il confronto e lascia pertanto i fianchi scoperti al contropiede andaluso. Il secondo tempo diventa così il gioco del gatto col topo, e non occorre sottolineare a chi tocchi la parte del vorace felino... Caparros opera due sostituzioni, una logica (Susaeta per Gabilondo) e un'altra poco comprensibile (Velez per Llorente, quando io avrei tolto un centrocampista per provare le due punte), ma esclusa una grande occasione per Ion, che supera in dribbling Palop e si vede deviare in corner da Navarro il seguente tiro a botta sicura, i Leoni continuano a creare poco e a palesare grandissime difficoltà quando si trovano ad attaccare una difesa schierata. Al 60' ci si mette anche la sfortuna, sotto forma di un contrasto a centrocampo nel quale Javi Martinez ha la peggio ed è costretto a lasciare il posto a Garmendia (si parla di un mese di stop per il navarro), tuttavia l'imbarazzante dominio mostrato nell'ultima mezz'ora dal Siviglia c'entra poco con la malasorte; i bilbaini semplicemente non esistono ed elencare la palle-gol create dagli andalusi dal 65' al 90' sarebbe solo frustrante. Le reti di Adriano, che finalizza al 76' uno contropiede da manuale del calcio (tre tocchi di prima, Renato-Kanouté-Maresca, palla filtrante, corsa irresistibile del brasiliano e gol), e di Chevanton all'81' sull'ennesima disattenzione difensiva dei baschi rendono più umiliante la sconfitta e ben rappresentano la disfatta totale della squadra di Caparros, scioltasi come neve al sole dopo il primo gol del Siviglia. Un atteggiamento arrendevole e così poco battagliero non si vedeva da tempo ed è un viatico tutt'altro che positivo in vista della prossima gara col Barcellona, una di quelle partite nelle quali “garra” ed orgoglio sono fondamentali per ottenere un risultato positivo, considerato l'enorme gap tecnico che esiste tra le due squadre. La settimana di pausa per gli impegni delle nazionali (a proposito, Iraola è stato ancora convocato da Del Bosque, complimenti ad Andoni) non poteva arrivare in un momento più opportuno.

sabato 4 ottobre 2008

Grazie, Joseba!

Non ho potuto postare subito la notizia a causa di un virus che mi ha bloccato per qualche giorno, dunque saprete ormai tutti, visto che ne hanno parlato diffusamente anche i giornali italiani, che Joseba Etxeberria ha prolungato il suo contratto anche per il prossimo anno e che, soprattutto, lo ha fatto gratis, intendendo omaggiare in tal modo la squadra dove gioca da 14 anni. Un gesto, quello del numero 17, che ha comprensibilmente colpito tutti coloro che non conoscono l'Athletic ed ignorano il legame profondo, quasi viscerale, che lega i giocatori alla maglia biancorossa. Etxebe ha 31 anni, gioca in Primera dal 1994 e ha deciso di ritirarsi al termine della prossima stagione (per lasciare spazio ai giovani, come ha detto lui stesso), non prima di aver superato quota 500 presenze ufficiali con i Leoni, traguardo storico che lo proietterà nell'elite delle grandissime bandiere del club basco. Rinunciare allo stipendio per un anno, in segno di riconoscenza per la squadra con cui ha passato praticamente tutta la sua vita sportiva, potrà sembrare strano a molti, ma di certo non stupisce chi ama l'Athletic e la sua unicità e ne apprezza lo spirito "antico" che lo fa svettare in mezzo al marciume del calcio moderno. Il Gallo ha dichiarato di non voler costituire un esempio per gli altri calciatori, ma solo di aver fatto ciò che si sentiva dentro; la giunta si è detta senza parole per la bellezza del gesto e ha ringraziato il calciatore per quanto fatto fin qui con il club. Mi unisco per una volta a Macua e co. e al capitano dico: Eskerrik Asko, Joseba!