venerdì 30 gennaio 2009

Ritorno dei quarti di Copa del Rey: Sporting 1-2 Athletic.


L'incornata di David Lopez che vale il secondo gol bilbaino (foto Athletic-club.net).

Sporting: Sergio Sánchez, Sastre, Iván Hernández, Neru, José Ángel, Michel (52' Barral), Matabuena (45' Diego Camacho), Luis Morán (74' Omar), Carmelo, Diego Castro, Bilic.
Athletic Bilbao:
Iraizoz, Iraola, Aitor Ocio, Amorebieta, Koikili, David López (89' Gurpegui), Orbaiz, Javi Martínez, Gabilondo (46' Yeste), Ion Vélez (83' Toquero), Llorente.
Reti: 1' Carmelo, 41' Gabilondo, 51' David López.
Arbitro: González Vázquez (Comité Gallego).

Dopo quattro anni di attesa e delusioni, l'Athletic riesce finalmente a qualificarsi per le semifinali di quella che viene spesso definita la "sua" Coppa, visto che il trofeo dedicato al re di Spagna è finito per ben 24 volte nella bacheca del club bilbaino, anche se la federazione non riconosce il titolo del 1902 vinto con il nome di Club Vizcaya. Non è un risultato da poco, tutt'altro, visto che i Leoni negli ultimi 24 anni (da quando, cioè, disputarono la loro ultima finale, perdendo 2-1 contro l'Atletico Madrid) solo in altre quattro occasioni sono riusciti a raggiungere questo prestigioso traguardo, peraltro senza mai superare il turno. Particolarmente cocente è stata l'ultima semifinale, datata 2005, nella quale l'Athletic venne eliminato dal Betis ai rigori dopo che entrambe le partite si erano concluse 0-0; il ritorno a Bilbao fu una garaintensa e drammatica, segnata da un errore clamoroso di Ezquerro (colpo di testa da mezzo metro alto sulla traversa) e dai rigori sbagliati di Del Horno e ancora Ezquerro, proprio i due pezzi da novanta che a fine stagione avrebbero lasciato i biancorossi per Chelsea e Barcellona. Chissà come andrà a finire stavolta, ma l'importante è aver ottenuto una qualificazione che sicuramente darà ancor più fiducia ad una squadra sempre alla ricerca di un'identità ben definita.
Avendo giocato con la squadra B domenica, Caparros può schierare il suo undici migliore: Koikili e Gabilondo sono confermatissimi sulla sinistra, Susaeta fa spazio a David Lopez e c'è solo panchina per Yeste, che alcune voci vogliono vicino all'Olympiacos di Valverde a causa del rapporto non proprio idilliaco con Jokin. Rispetto alla gara di andata anche Manolo Preciado schiera i titolari, tra i quali spicca in particolare bomber Bilic come riferimento offensivo. Neppure il tempo di battere e per l'Athletic c'è subito una doccia gelata, gentilmenta offerta da Carmelo grazie a un destro secco dal limite che si insacca non senza responsabilità da parte di un Iraizoz poco reattivo, col pallone che si infila sotto il braccio proteso del portiere e gonfia la rete per la gioia dei tifosi asturiani (impresentabili come sempre con i loro coretti fascisti, "Franco, Franco" compreso. Della serie: i gemellaggi col Betis non arrivano per caso...). Il gol del vantaggio trovato dopo nemmeno un giro di lancette mette la partita in discesa per lo Sporting, ma i Leoni reagiscono bene, mantenendo il sangue freddo ed evitando di lanciarsi in avanti senza criterio alla ricerca del pari; i bilbaini, al contrario, lasciano che siano i padroni di casa a fare possesso palla e badano a tenere le distanze tra i reparti ed a pressare con intensità com'è abituale nel calcio di Caparros. In fase di impostazione gli zurigorri alternano la ricerca dello sfondamento sulle fasce alla palla lunga per Llorente, sempre pronto a spizzare per premiare l'inserimento di un compagno, mentre lo Sporting è meno diretto e cerca di più il palleggio sfiancante alla ricerca di un buco che, però, gli avversari non sembrano disposti a concedere. Ne viene fuori una bella partita, ben giocata da ambo le parti e ricca di occasioni, specie da parte basca: Koikili con un sinistro da fuori, Javi Martinez di testa (salvataggio di Carmelo a portiere battuto) e Ion Velez, bravo a rubare palla al limite ma pessimo nel calciare addosso a Sergio Sanchez, spaventano gli asturiani, peraltro graziati pochi minuti dopo il gol del vantaggio da David Lopez, incapace di mettere dentro da pochi passi un gran servizio di Llorente. Lo Sporting, pur creando meno palle gol, gioca spesso e volentieri nella trequarti avversaria alla ricerca della rete ammazza-partita, trovando però una difesa attenta e un Iraizoz sempre pronto ad uscire per fare suoi i numerosi palloni spediti in area dai biancorossi di Preciado. Al 41' la svolta del match: Amorebieta calcia lungo, Llorente fa da torre per l'inserimento di Gabilondo e il numero 11è bravissimo a prendere il tempo ai suoi due marcatori ed a scavalcare con un pallonetto delizioso Sergio Sanchez, rimasto a metà strada dopo un abbozzo di uscita. Oltre che esteticamente pregevole, quello di "Oso ondo" è un gol che equivale a una mazzata per il morale dello Sporting, che infatti rientra in campo ancora frastornato e viene punito dopo 6 minuti da Orbaiz: il navarro è bravissimo a rubare palla sulla trequarti ed a servire con un cross al millimetro David Lopez, che non spreca l'assist di superlusso del numero 16 e schiaccia in rete la palla dell'1-2. I padroni di casa perdono completamente la bussola e per l'Athletic non è difficile contenere e ripartire con pericolosità maggiore degli pur ammirevoli attacchi asturiani (clamoroso il palo colpito da Yeste su punizione a mezz'ora dal termine). E' proprio Yeste, subentrato a inizio ripresa all'acciaccato Gabilondo, il migliore nel secondo tempo per i Leoni: non spreca un pallone, perde tempo ad arte e conduce con grandissima classe alcune ripartenze da manuale; degna di nota, in particolar modo, una penetrazione dalla sinistra con tunnel al difensore e assist finale per Orbaiz, il cui tiro viene poi murato. Anche Velez si mette in luce grazia alla velocità con cui prende d'infilata la retroguardia asturiana e va anche vicino al gol con un bel tiro di prima intenzioe che sfiora la traversa. Lo Sporting, al contrario, perde via via lucidità e crea poco o nulla dalle parti di Iraizoz, chiamato in causa una sola volta in tutta la ripresa, e allo stesso modo anche la partita si sgonfia e procede quasi ineluttabile verso il fischio finale. L'1-2 finale forse non fa giustizia alla squadra di Preciado, come sempre molto offensiva e bella da vedere tra le mura amiche, ma rispecchia appieno la condotta di gara cinica e intelligente dell'Athletic, dimostratosi in netta crescita caratteriale rispetto alla prima parte della stagione. Appuntamento con la Coppa il 4 febbraio, fra meno di una settimana, per la gara di andata con il Siviglia.

martedì 27 gennaio 2009

20a giornata: Almeria 2-1 Athletic.


L'esultanza di Koi dopo il gol di Del Olmo, che comunque non servirà (foto Athletic-club.net).

UD Almería: Diego Alves; Bruno, Carlos García, Chico, Mané; Juanito, Iriney (88' Juanito); Juanma Ortiz (90' Corona), Kalu Uche, Crusat (63' Piatti); Negredo.
Athletic Club: Iraizoz; Balenziaga (55' Orbaiz), Etxeita, Ustaritz, Koikili; Susaeta (57' David López), Gurpegi, Yeste, Del Olmo; Toquero, Etxeberria (75' Iñigo Vélez).
Reti: 25' Juanma Ortiz, 39' Kalu Uche, 65 Del Olmo.
Arbitro: Mateu Lahoz (Colegio valenciano).

Quando un allenatore decide di affrontare una partita rinunciando a 6 titolari, dovendo peraltro fare a meno di altri due inamovibili per squalifica, si capisce subito che abbia per quel match la stessa considerazione che nutrirebbe se si trattasse di un'amichevole infrasettimanale, e dunque la visione della partita risulta quasi pleonastica. Non ci voleva certo un genio per prevedere vita facile per l'Almeria, trovatasi a giocare contro una squadra assolutamente sperimentale, piena di soluzioni di emergenza se non addirittura fantasiose, quali Balenziaga terzino destro, Yeste mediano ed Etxebe centravanti con Toquero in appoggio; puntuale come il thè delle cinque a Londra, infatti, è giunta la vittoria degli andalusi, un successo ampiamente meritato per quanto visto in campo (o meglio, per quanto non visto da parte dell'Athletic).
Una cronaca dettagliata del match sarebbe più che altro ingenerosa per i Leoni, incapaci di creare una sola occasione nel primo tempo e di poco migliori nella ripresa. Una squadra disunita, palesemente senza senso e con troppi giocatori non abituati a giocare insieme o addirittura apparsi fuori forma poteva davvero poco contro una formazione non trascendentale, certo, ma sicuramente organizzata come quella almeriense, peraltro rigenerata dalla cura-Sanchez (non ci voleva molto, in realtà, visto l'ottimo organico degli andalusi). Messi alla frusta fin dalle prime battute, i bilbaini hanno resistito per 25', quindi sono stati abbattuti da Juanma Ortiz, bravo a capitalizzare la respinta della traversa su bolide da fuori di Iriney. Il raddoppio in chiusura di Uche ha sancito il nettissimo dominio dell'Almeria nella prima frazione, durante la quale solo l'imprecisione di Negredo e le parate di Iraizoz hanno impedito che il punteggio assumesse una dimensione più ampia. La ripresa si è aperta col primo tiro in porta dell'Athletic (strepitoso Diego Alves sulla conclusione ravvicinata di Del Olmo) e con una generale sensazione di maggior sensatezza nella disposizione in campo dei baschi, ridisegnati da Caparros con l'ingresso di Orbaiz, lo spostamento sulla destra della difesa di Gurpegi e l'inserimento di David Lopez per uno spaesato Susaeta. Il primo gol di Del Olmo nella Liga, giunto a coronamento di una prova positiva per l'ex Eibar, ha riacceso le speranze zurigorri, tuttavia l'Almeria ha avuto buon gioco nel controllare gli attacchi confusi e privi di razionalità dei Leoni, apparsi incapaci di ovviare all'assenza del loro punto di riferimento offensivo abituale, Fernando Llorente. Inadatto Toquero, fisicamente limitato Etxebe e improponibile Iñigo, in pratica stagionato a causa delle continue panchine cui è stato costretto, nessuno è riuscito a svolgere il compito di boa in avanti e agli uomini di Jokin non è rimasto che affidarsi ai palloni buttati a casaccio dalla trequarti dentro l'area avversaria, una situazione nella quale per chi difende raramente c'è da soffrire. Non è successo più nulla, infatti, e l'Almeria ha così ottenuto un'altra vittoria importante per raggiungere la quota salvezza. Dopo 10 risultati utili consecutivi, tra campionato e coppa, si è invece interrotta la serie positiva dell'Athletic, anche se sarebbe più corretto parlare di Athletic 2 vista la formazione con cui il mister di Utrera ha deciso di affrontare questa partita, che altrimenti sarebbe stata sicuramente alla portata dei suoi. Tre punti (o uno, almeno) sacrificati sull'altare del ritorno di Copa del Rey contro lo Sporting, in programma fra due giorni. Tre punti che avrebbero avvicinato i Leoni alla zona UEFA che, in caso di vittoria allo stadio "Juegos Mediterraneos", disterebbe adesso solo tre lunghezze. Capisco il desiderio di Caparros di affrontare con la formazione titolare riposata l'impegno chiave della stagione, ma aspetto il risultato di mercoledì per decidere se gettare al vento la gara di ieri sia stata una scelta saggia o un beffardo suicidio sportivo.

sabato 24 gennaio 2009

Andata dei quarti di Copa del Rey: Athletic 0-0 Sporting.


Il rigore calciato da Llorente se ne va oltre il palo alla sinistra del portiere (foto Athcletic-club.net).

Athletic Club Bilbao: Iraizoz; Iraola, Ocio, Amorebieta, Koikili; Susaeta (58' Etxeberria), Orbaiz, Javi Martínez (76' Gurpegui), Gabilondo (46' David Lóp ez); Ion Vélez, Llorente.
Real Sporting de Gijón: Sergio Sánchez; Sastre, Neru, Iván Hernández, José Angel; Diego Camacho, Michel; Omar (77' Pedro), Lora (69' Kike Mateo), Diego Castro (86' Raúl Cámara); Barral.
Arbitro: Medina Cantalejo (Colegio andaluz).

Non è stata la partita che speravamo, poco ma sicuro. Un Athletic dimesso, che è sembato quasi frenato psicologicamente, non è infatti mai riuscito a imporre il proprio ritmo e il proprio gioco ad uno Sporting che ha invece fornito un'ottima prova, anche in virtù della presenza nella formazione di molte riserve. La scelta di Manolo Preciado non è stata condivisa da Caparros, il quale ha schierato i titolari senza però ricavarne granché; sono stati anzi parecchi i giocatori piuttosto sottotono e non è peregrino immaginare che molti di loro, di fronte al primo match veramente ricco di aspettative in carriera, siano scesi in campo un po' bloccati. E' difficile spiegare in altro modo i 90 minuti senza mordente, con pochissime idee (è purtroppo riapparso il monoschema "palla a Llorente e speriamo bene") e in cui i biancorossi non sono quasi mai riusciti a spaventare Sergio Sanchez, subendo al contrario l'azione degli asturiani che più volte hanno chiamato Iraizoz ad intervenire, soprattutto nella prima frazione. Confermando l'impressione che non fosse serata, l'Athletic è anche riuscito a sprecare un rigore con Llorente, un penalty peraltro regalato senza mezzi termini da Medina Cantalejo, che ha visto gli estremi per la massima punizione laddove c'era al massimo una mezza spinta assolutamente veniale; il numero 9 ha però spento sul nascere le polemiche (già si sentivano i soliti discorsi su Villar) spedendo il pallone fuori e coronando così una prestazione altamente insufficiente. Il rigore sbagliato da Nando ha ulteriormente inibito i bilbaini, salvati più volte dal loro portiere in chiusura di tempo. Nella ripresa lo Sporting è calato e i Leoni hanno leggermente alzato il baricentro, senza che questo riuscisse comunque a produrre delle serie occasioni da gol. Lo 0-0 iniziale non si è mai schiodato e forse, in fondo, il risultato è una delle pochissime cose da salvare di questa pallida esibizione dei biancorossi. Non prendere gol in casa, soprattutto quando si è inferiori all'avversario, è già qualcosa, anche se personalmente temo molto lo Sporting versione-Molinon, squadra che segna molto e che vince spesso tra le mura amiche. Appuntamento a mercoledì, dunque, per la partita pià importante della stagione, almeno fin qui.

lunedì 19 gennaio 2009

19a giornata: Athletic 3-2 Valencia.


Javi Martinez, migliore in campo, lotta con Manuel Fernandes (foto Eitb24).

Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, Ocio, Ustaritz, Koikili; David López, Javi Martínez, Orbaiz (75' Yeste), Gabilondo (70' Balenziaga); Ion Vélez (65' Toquero), Llorente.
Valencia: Renan (41' Guaita); Angulo, Maduro, Marchena, Moretti; Joaquín (75' Vicente), Albelda, Fernandes, Mata; Morientes, Villa (66' Michel).
Reti: 2' Villa, 18' Gabilondo, 30' Morientes, 41' Javi Martínez, 92' Llorente (rig.).
Arbitro: Megía Dávila (Colegio Madrileño).
Note: espulso al 91' Manuel Fernandes (V) per doppia ammonizione.

90° minuto di Athletic-Valencia: c’è una mischia in area ché, la palla arriva a Javi Martinez che dribbla un avversario e conclude, trovando la risposta del portiere, ma l’arbitro segnala il rigore per una netta trattenuta di Manuel Fernandes sul navarro.Sul dischetto si presenta Llorenta: destro angolatissimo, Guaita intuisce ma non può arrivarci. E’ il gol del 3-2 che completa la splendida rimonta dei Leoni e sancisce, forse in modo definitivo, la presa di coscienza della squadra di Caparros, finalmente consapevole dei propri mezzi e capace di sfruttarli al 100%.
Non poteva che concludersi con questo finale thrilling una partita bellissima, senza dubbio una delle migliori viste fin qui nella Liga: match teso, sempre in bilico, ricco di occasioni da rete ed emozionante fino all’ultimo secondo. Entrambe le squadre avrebbero potuto vincere e, soprattutto, sia Athletic che Valencia ci hanno provato sempre e comunque, dando mostra di non accontentarsi del pareggio e giocando a viso aperto come raramente accade; il 2-2 sarebbe stato di certo il risultato più giusto per quanto visto in campo, ma non saremo certo noi athleticzales a lamentarci di questa vittoria in zona Cesarini che corona un finale di girone d’andata davvero esaltante per i colori biancorossi.
Ci sono novità nell’undici di Caparros, che conferma l’asse mancino Koikili-Gabilondo apparso in gran forma contro l’Osasuna, ritrova David Lopez (con Susaeta che resta a casa a smaltire i colpi presi nel derby di Copa) e lascia fuori Yeste, al rientro tra i convocati dopo l’infortunio che lo ha tenuto fuori nelle ultime uscite della squadra; c’è Ustaritz e non Etxeita al posto di Amorebieta, che ha raggiunto quota 5 cartellini gialli, mentre Iraizoz recupera dall'influenza accusata in settimana ed è al suo posto tra i pali. Unai Emery, dal canto suo, ha grossi problemi di formazione e deve rinunciare a Baraja e Miguel, squalificati, all’infortunato Albiol e soprattutto a David Silva, out a causa di un problema fisico; l’ex allenatore dell’Almeria, a corto di cambi, piazza Maduro in difesa, si inventa Angulo terzino destro di spinta ed inserisce dal 1’ Morientes, ma il suo non è un 4-4-2 puro: l’ex merengue, infatti, gioca da trequartista dietro Villa, nella posizione già ricoperta nel Monaco di Deshamps, e sfrutta la sua esperienza per inserirsi negli spazi che i movimenti dell’asturiano creano nella difesa di casa. L’inizio vede un Athletic arrembante e già al cross pericoloso con David Lopez dopo pochi secondi, tuttavia è il Valencia a colpire al primo affondo al secondo minuto di gioco: Mata serve Villa con un pallone delizioso tra i due centrali, Ustaritz legge con colpevole ritardo il taglio del “Guaje” alle sue spalle e manca il pallone in scivolata, cosicché per il numero 7 è un gioco da ragazzi battere con un preciso piatto destro Iraizoz in uscita. Il vantaggio immediato regala sicurezza agli uomini di Emery, che controllano decisamente il possesso palla nel tentativo di addormentare la gara e magari colpire per la seconda volta grazie alla straordinaria qualità del loro reparto offensivo; i Leoni, però, non stanno a guardare, coprono bene gli spazi e iniziano a macinare quel gioco rapido e verticale che hanno mostrato di prediligere nelle ultime giornate. L’elemento di maggior discontinuità col recente passato (leggasi le prime, disastrose, 12 partite di campionato) è dato senza dubbio dalla ricerca costante della superiorità numerica sulle fasce, ed è attraverso la corsia di destra che i baschi premono con maggior insistenza, anche se le sponde e i tocchi di Llorente restano un’opzione fondamentale per i compagni. Il Valencia, sornione, tiene palla, aspetta l’Athletic e prova a far male in contropiede, come succede al 15’ quando Mata lancia Villa, che brucia sullo scatto Ocio e scavalca Iraizoz con un pallonetto delizioso ma alto di un metro sopra la traversa. Passato il pericolo, ecco che i biancorossi pareggiano nel ribaltamento di fronte successivo: David Lopez è la mente, grazie alla sua efficace azione sulla destra e al cross perfetto che Moretti non riesce ad evitare, Gabilondo è il braccio, o meglio la testa, visto che è proprio con un cabezazo che supera Renan dopo un superbo stacco a centro area; da applausi sia la rifinitura del riojano che il movimento di Igor, bravo a tagliare da sinistra, passare davanti ad un difensore e superare di prepotenza Marchena. Dopo il pareggio dei padroni di casa il leit-motiv dell’incontro non cambia, col Valencia sempre superiore nel mantenimento del pallone e l’Athletic totalmente votato ad un gioco senza fronzoli e molto diretto, quasi in vecchio stile britannico come poi è nel DNA della squadra biancorossa, da sempre la meno “spagnola”, per il modo di intendere il calcio, di tutte le grandi della Liga. La partita resta pertanto molto godibile, a tratti anche spettacolare per come le due formazioni si affrontano senza fare troppo calcoli, e le occasioni fioccano. Al 26’ Iraizoz salva i bilbaini con una parata strepitosa su un calcio di punizione di Manuel Fernandes deviato dalla barriera, ma tre minuti più tardi non può fare nulla per opporsi al tocco da due passi di Morientes che vale il 2-1 per i ché. L’azione che porta la gol del “Moro” è splendida e si sviluppa sulla destra, con Joaquin che prende palla e, muovendosi verso il centro, attira fuori dalla sua zona Koikili; quando l’andaluso serve Villa, il “Guaje” ha dunque lo spazio per spostarsi verso sinistra ed è Ustaritz che deve seguirlo, aprendo lo spazio per il taglio di Morientes: l’assist del numero 7 è perfetto e altrettanto impeccabile è lo smarcamento dell’ex centravanti del Real, il cui tocco ravvicinato scuote la porta basca per la seconda volta. Questo Athletic, però, è una squadra totalmente trasformata rispetto all’undici pauroso e senza “garra” delle prime giornate, e un gol avversario non viene più subìto come se fosse una tragedia insormontabile. No, questo Athletic è diverso, questo Athletic si rimbocca le maniche e ricomincia a giocare come se nulla fosse accaduto, sfiorando il pari con un colpo di testa di Javi Martinez al 33’ su punizione dalla destra di Gabilondo; sono le prove generali del gol per il navarro, che al 41’, ancora di testa e ancora sfruttando un calcio piazzato (stavolta di David Lopez), supera il debuttante Guaita, portierino della cantera valenciana appena entrato per sostituire l’infortunato Renan. All’intervallo il punteggio è dunque di 2-2 e la ripresa si preannuncia scoppiettante come non mai. Caparros ed Emery non cambiano nulla e neppure la partita si discosta dai binari seguiti nel primo tempo, giacché le due squadre non abbassano il ritmo e continuano anzi ad attaccare senza risparmiarsi. Il Valencia sfiora un altro vantaggio immediato al 47’, solo che tra Joaquin e il 3-2 si mette in mezzo una malevola (o benedetta, a seconda dei punti di vista) traversa; gli ospiti si fanno comunque preferire nella fase iniziale della seconda frazione, nella quale chiudono i biancorossi nella loro metà campo e gli impediscono di ripartire con pericolosità. Al 56’ i ché vanno ad un soffio dal gol con un’altra azione eccezionale: palla dentro per Morientes, tocco volante a smarcare Mata e conclusione a botta sicura dell’esterno sinistro, che manda però clamorosamente alto il pallone davanti ad un Iraizoz ormai rassegnato al peggio. Il brivido di paura provato dai tifosi dei Leoni forse attraversa anche i giocatori, che sembrano svegliarsi dal torpore dei primi 10 minuti ed alzano il baricentro, riprendendo le loro scorrerie sulle fasce e tornando a cercare il gol con numerosi cross a servire le punte; un traversone di Iraola, sempre tra i migliori, pesca Llorente solo a centro area per il gol del sorpasso, tuttavia l’arbitro annulla per un fuorigioco quantomeno dubbio. I bilbaini salgono di tono e al 64’ Javi Martinez chiama Guaita alla grande parata con una potente conclusione da fuori, quindi Llorente viene servito dal cross di uno scatenato David Lopez ma conclude debolmente tra le braccia del portiere. Gli allenatori, intanto, cominciano a muovere le loro pedine di riserva: Caparros manda in campo il portafortuna Toquero (da quando è arrivato l’Athletic non ha mai perso) per Velez, più convincente del solito, mentre Emery toglie a sorpresa Villa per dare spazio ad un altro canterano, Michel. La partita entra negli ultimi 20 minuti e le squadre sembrano stanche, tanto che l’intensità di gioco, fin qui a livelli oltremodo alti, cala sensibilmente e i ribaltamenti di fronte cominciano a diradarsi. Jokin decide di provare Balenziaga in posizione avanzata e lo inserisce al posto di Gabilondo, mandando poi in campo Yeste in luogo di un lucido Orbaiz; Unai Emery risponde giocandosi la carta in grado di fargli vincere tutto il piatto, Vicente, che sostituisce lo stremato Joaquin. I cambi restituiscono nuova linfa al match e i 10 minuti finali tornano a mostrare un ritmo quasi frenetico. All’82’ David Lopez coglie il palo, ma non c’è nemmeno il tempo per imprecare perché Ocio salva capra e cavoli con un anticipo straordinario su Morientes, imbeccato solo a centro area da Vicente. Quando la partita sembra ormai destinata a finire in parità, ecco giungere l’episodio descritto in apertura a regalare ai Leoni una vittoria eccezionale, giunta grazie ad una prestazione dal sapore antico, che ha ricordato agli spettatori i fasti dell’era Valverde. Certo, questa squadra non offre lo spettacolo puro che regalava il 4-2-3-1 di Txingurri, ma la mentalità vincente e lottatrice sembra essere tornata quella dei tempi migliori e anche il gioco di Caparros pare essere stato pienamente compreso dai suoi uomini. Quello predicato da Jokin è un calcio rapido, fatto di transizioni immediate e poco elaborate, di raddoppi costanti sulle fasce, cross e ricerca del riferimento offensivo principale, ovviamente Fernando Llorente; uno stile che, combinato con la ritrovata solidità difensiva, fa intravedere delle potenzialità per i biancorossi come da anni non succedeva dalle parti del San Mamés. Nessuno può sapere dove ci condurrà questo sistema di gioco, ma almeno adesso un progetto c’è.
I migliori e i peggiori nell’Athletic: vorrei cominciare spezzando una lancia in favore di Joaquin Caparros, che qualche mese fa avrei visto molto volentieri lontano dalla nostra panchina, non tanto per motivi tecnici, sia chiaro, quanto perché ritenevo che avesse perso il controllo dello spogliatoio. Adesso sono ben felice di ricredermi, anche perché l’utrerano mi è sempre piaciuto ed ho pensato fin dal momento della sua presentazione che fosse l’uomo migliore per portarci fuori dalle secche in cui siamo stati intrappolati negli anni passati. I frutti del suo lavoro ora sono ben visibili e anche le sue scelte di formazione mi paiono più coerenti, nonostante certe critiche che ancora potrei muovergli; va dato atto a Jokin di un grande carattere e di una fede strenua nelle proprie idee, caratteristiche proprie dei grandi uomini prima che dei grandi allenatori. Complimenti a lui, se li merita tutti dopo una vittoria così. Tornando a parlare di giocatori, impossibile non eleggere Javi Martinez man of the match: un gol fatto, due sfiorati, il rigore procurato e una presenza in mezzo al campo propria più di un veterano che di un ventenne; divora chilometri come se nulla fosse, passa dalla fase difensiva a quella offensiva con una rapidità straordinaria e non si intimorisce davanti al carisma di Albelda e alla grande prestazione di Fernandes. Mostruoso. David Lopez gioca forse la sua miglior partita in maglia biancorossa, servendo due assist, sfornando molti altri cross e, più in generale, facendo ciò che deve fare un’ala, ovvero cercare l’uno contro uno e assicurare alla sua squadra la superiorità numerica sugli esterni. Un bravo al riojano e uno anche a Gabilondo, al secondo gol consecutivo in quattro giorni: “Oso ondo” deve essere ispirato dalle maglie del Valencia, tra l’altro, visto che proprio contro i ché aveva segnato un meraviglioso gol di tacco un paio di stagioni fa. Un altro che ce l’ha coi valenciani è Llorente, autore di quattro reti ai bianconeri lo scorso anno e ripetutosi anche stavolta; bella prova quella di Nando, in linea con gli enormi progressi mostrati nella Liga in corso, e ottimo segnale di maturità e fiducia nei propri mezzi l’esecuzione del penalty allo scadere. Molto bene Koikili e Iraola sugli esterni, Velez è più in palla del solito (sfiora anche il gol nel primo tempo con un gran diagonale mancino) e pure Orbaiz gioca una partita sugli standard eccellenti di qualche campionato fa.
E’ brutto inserirlo tra i peggiori dopo una vittoria come questa, anche perché era sicuramente arrugginito dopo la lunga assenza per infortunio, tuttavia Ustaritz ci mette del suo in occasione di entrambi i gol del Valencia: sulla rete di Villa è in ritardo, mentre nell’azione del 2-1 si fa passare sotto le gambe il cross del “Guaje” per Morientes. Il suo livello non è certo quello mostrato nel primo tempo e infatti nella ripresa gioca molto meglio, per questo lo attendiamo fiduciosi già a partire dalla prossima gara contro lo Sporting.

Ritorno degli ottavi di Copa del Rey: Athletic 2-0 Osasuna.


L'esultanza di Gabilondo dopo l'1-0 (foto Athletic-club.net).

Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, Ocio, Amorebieta, Koikili; Susaeta, Orbaiz, Javi Martínez (46' Gurpegui), Gabilondo; Ion Vélez (65' Toquero), Llorente (79' Etxeberria).
Club Atlético Osasuna: Ricardo; Javier Flaño, Cruchaga, Josetxo, Oier; Vadocz, Nekounam (58' Delporte); Masoud (46' Pandiani), Sunny, Jokin (71' Héctor Font); Portillo.
Reti: 5' Gabilondo, 17' Ion Vélez.
Arbitro: Fernández Borbalán (Colegio Andaluz).
Note: espulso al 90' Delporte (O) per gioco violento.

E' bastato un tempo ai Leoni per chiudere partita e discorso qualificazione: poca cosa l'Osasuna di Camacho, specie quando il suo tecnico decide di mandare in campo le seconde linee (una scelta forse giusta, visto che i navarri rischiano fortemente di retrocedere e non possono permettersi di sprecare troppe energie) e di schierare la squadra con un'unica punta, peraltro atipica come Portillo. L'Athletic, praticamente in formazione tipo, ha forzato il ritmo fin dal primo minuto ed ha trovato un gol importante dopo 4', grazie ad una prodezza di Gabilondo (stop di coscia, sinistro a giro dopo un rimbalzo e palla quasi sotto l'incrocio), giocatore che, come sottolineavo qualche giorno fa in un commento, ha un gioco tremendamente monocorde ma non esente da qualche sprazzo di grandissima classe. Il gol di Velez al 17', propiziato da una decisiva deviazione di Josetxo, ha messo una pietra tombale sulle speranze dei rojillos, che hanno avuto un'opportunità di riaprire il match su rigore nella ripresa (fallo inesistente su Portillo) ma l'hanno sprecata con lo stesso numero 9, che si è fatto ipnotizzare da Iraizoz e gli ha calciato debolmente tra le braccia. Athletic quindi ai quarti per il secondo anno di fila: l'anno scorso i bilbaini caddero sfortunatamente con il Racing, stavolta si troveranno di fronte un avversario alla loro portata come lo Sporting Gijon. Andata il 22 gennaio al San Mamés, ritorno una settimana dopo al Molinon.

mercoledì 14 gennaio 2009

Casas al Cordoba.

Seconda operazione invernale di mercato per l'Athletic dopo il rientro di Toquero dall'Eibar, ma stavolta si tratta di un movimento in uscita: il terzino sinistro Casas, 79 presenza totali con la maglia biancorossa, giocherà infatti fino al termine della stagione in prestito al Cordoba, squadra che milita nei bassifondi della Segunda Division. Scelta logica, direi, visto che l'esterno di Sopelana è chiuso da Balenziaga e Koikili e ha giocato solo due partite finora. Non scordiamoci però che Javi un'opportunità l'ha avuta, visto che, tra la sorpresa di tutti, alla prima di campionato contro l'Almeria c'era lui in campo dall'inizio, tuttavia la sua chance se l'è giocata assai male (il secondo gol degli ospiti nacqua da un suo retropassaggio sciagurato) e con l'arrivo di Balenziaga è finito direttamente in tribuna. Chi legge questo blog sa cosa penso di Casas, che ho sempre ritenuto oltremodo scarso e inadatto a un torneo difficile e tecnicamente di altissimo livello come la Liga; credo che scendere di categoria non possa che fargli bene, anche perché al Cordoba dovrebbe giocare mentre a Bilbao avrebbe seriamente rischiato di stare ai margini fino a giugno. In bocca al lupo a Javi per la sua nuova avventura, mentre noi tifosi possiamo rallegrarci al pensiero che sono finiti i tempi in cui elementi come Casas giocavano titolari nel nostro Athletic.

Aggiornamento del 15/01: il terzo portiere Iñaki Lafuente, mai utilizzato fin qui da Caparros, è stato ceduto in prestito fino al termine della stagione allo Sporting Gijon, squadra alla quale serviva un ricambio per sostituire Cuellar, infortunatosi gravemente nei giorni scorsi. L'Athletic ha inserito nell'accordo una clausola per cui Lafuente non potrà giocare contro i Leoni.

martedì 13 gennaio 2009

18a giornata: Atletico 2-3 Athletic.


Il gigante Amorebieta festeggia il minuscolo Koikili dopo il gol dell'1-1 (foto Athletic-club.net).

Atlético de Madrid: Leo Franco; Seitaridis (46' Pernía), Ujfalusi, Domínguez (59' Banega), Antonio López; Camacho; Maxi Rodríguez (70' Sinama Pongolle), Maniche, Simao; Forlán, Agüero.
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Aitor Ocio, Amorebieta, Koikili; Susaeta (77' Etxeberría), Orbaiz, Javi Martínez, David López (61' Gabilondo); Ion Vélez (68' Toquero), Llorente.
Reti:
15' Antonio López, 45' Koikili, 49' Domínguez (ag), 65' Llorente, 91' Forlán.
Arbitro: César Muñiz Fernández (C. Asturiano).
Note: espulso al 71' Maniche (AM) per gioco violento.

La partita perfetta. I Leoni ci hanno fatto attendere 18 giornate, in pratica tutto il girone di andata, però alla fine hanno ripagato noi tifosi con una prestazione da incorniciare, frutto di caparbietà, convinzione nei propri mezzi e di grande applicazione tattica. La differenza fra la squadra vista al Calderon e la formazione timida e impacciata di qualche tempo fa è tutta nella testa, perché il gioco è quello scarno di sempre, e d'altra parte non è certo da Caparros che bisogna aspettarsi lo spettacolo; sono i calciatori ad essere cambiati, o meglio lo è la loro mentalità e la fiducia nelle proprie capacità, che hanno fatto tornare la difesa a livelli altissimi di rendimento e hanno dato grande solidità ad una manovra che ora è rapida, essenziale e molto efficace.
Caparros recupera Orbaiz, toccato duro domenica scorsa contro l'Espanyol, ma deve rinunciare a Yeste, infortunato, e allo squalificato Balenziaga, al posto del quale gioca il redivivo Koikili; problemi di poco conto rispetto a quelli di Aguirre, costretto a fare a meno di mezza difesa (Perea e Heitinga) e del mediano Assunçao, sostituiti rispettivamente da Seitaridis e dai due canterani Dominguez e Camacho. La partita inizia in ritardo a causa di un fitto lancio di...palle di neve verso Iraizoz, bersagliato dai beceri del Frente Atletico con un bombardamento prima quasi divertente, ma che in seguito diventa stupido e puerile e che costringerà l'arbitro ad una breve sospensione del match dopo 6'. Nei primi minuti i padroni di casa sembrano più in palla, tuttavia l'Athletic non tarda a prendere le misure ai madrileni e ben presto li allontana visibilmente dalla propria area, iniziando anche a premere dalle parti di Leo Franco con insistenza sempre maggiore; il gioco biancorosso è molto lineare, fatto com'è di pressing, transizioni rapide e gioco sulle fasce, ma tanto basta per palesare i limiti di un Atletico molle e senza nerbo. Il gol dei colchoneros al 15' è pertanto piuttosto sorprendente, anche se la sua dinamica spiega bene il contesto di casualità dal quale matura: Simao batte un corner corto verso Antonio Lopez, il terzino libera il suo sinistro e trova un alleato inaspettato nella schiena di Ion Velez, che alza la traiettoria del pallone e lo indirizza imparabilmente sotto il "sette" alla destra di Gorka. Invece di demoralizzare i baschi e caricare gli uomini di Aguirre, il gol ha paradossalmente l'effetto opposto ed il resto del tempo è un monologo bilbaino, intervallato da qualche sporadico contropiede che sempre si infrange sull'ottima barriera formata da Ocio e Amorebieta. L'Athletic, guidato da un Javi Martinez sontuoso, prende decisamente il comando delle operazioni e mette alla frusta la retroguardia avversaria, dalla quale si levano spaventosi scricchiolii: Ujfalusi non appare in giornata e Dominguez semplicemente non riesce a contenere Llorente, come dimostra lo stesso numero 9 al 20' superando di puro fisico il canterano dell'Atletico e costringendo Leo Franco a salvarsi in corner. Dopo che Koikili sfiora il gol con una botta mancina davvero pregevole, al 23', i Leoni costruiscono un'altra palla gol a 10' dal termine: Ujfalusi, in anticipo su Velez, scivola consegnando il pallone al navarro, che alza la testa e serve in mezzo Llorente, ma il biondo centravanti, solo sul dischetto del rigore, buca clamorosamente col sinistro e spreca così un'opportunità ghiottissima. Gli uomini di Caparros continuano in ogni caso a giocare in modo costante nella trequarti avversaria e il pubblico inizia a spazientirsi; i fischi del Calderon diventano poi un boato di disapprovazioni quando Koikili, proprio in chiusura, lascia partire un gran rasoterra da 30 metri e realizza sul palo del portiere, cogliendo impreparato un Leo Franco non all'altezza della situazione. Il pareggio è una mazzata tremenda per il morale dell'Atletico e a poco serve il cambio di Pernia per Seitaridis; dopo una fiammata iniziale di Aguero (steso in area da Amorebieta, il penalty ci stava tutto), infatti, i colchoneros crollano al 49' a causa di un'altra gravissima amnesia difensiva. Stavolta è Ujfalusi a combinare la frittata facendosi soffiare il pallone da Llorente, che poi è fortunato nel trovare la deviazione del disastroso Dominguez sul suo cross, un tocco decisivo che batte Leo Franco e regala il vantaggio all'Athletic. Il bello è che stavolta i bilbaini non si accontentano e non retrocedono, aiutati anche dall'atteggiamento inguardabile dei padroni di casa, e continuano anzi a creare palle gol in serie. Al 54' Ion Velez si vede annullare il 3-1 per fuorigioco, tuttavia la terza rete basca arriva puntuale 10 minuti dopo: il merito è tutto di Gabilondo, appena entrato, che salta con un tunnel Pernia e serve a Llorente una palla che chiede solo di essere messa dentro. L'Atletico perde la testa e mentre dalle gradinate si leva il coro "Aguirre vete ya", Maniche non trova di meglio che rifilare un calcio volante all'ottimo Orbaiz, colpendolo praticamente sulla gola: l'arbitro non apprezza il gesto da karateka del portoghese e lo espelle. Aguero prova ad imitare il compagno con un pestone in puro stile argentino a Javi Martinez, peraltro già a terra, ma per sua fortuna l'arbitro non lo vede e così il Kun fa in tempo a servire uno splendido assist a Forlan per il 3-2. Peccato che il tempo sia già scaduto e che il gol dell'uruguagio serva solo ad aumentare il rammarico in casa madrilena, mentre i Leoni possono festeggiare la seconda impresa consecutiva al Calderon dopo il bellissimo 2-1 della scorsa stagione. Che dire, c'è poco da aggiungere dopo una prestazione del genere: tonico, compatto, concentrato in difesa e pungente in avanti, questo Athletic è piaciuto moltissimo ed è sicuramente la versione più vicina a quello ammirato nello splendido girone di ritorno dell'anno scorso. E' difficile capire il motivo per cui i biancorossi abbiano stentato così tanto a ritrovarsi, ma l'importante è che adesso non abbassino mai la loro concentrazione e continuino a giocare così. La zona UEFA dista sette lunghezze, quella retrocessione è a otto punti di distanza, ma la grande occasione è mercoledì prossimo: Athletic-Osasuna, ritorno degli ottavi di Coppa del Re. Con un Athletic così, siamo autorizzati a sognare.

sabato 10 gennaio 2009

Andata degli ottavi di Copa del Rey: Osasuna 1-1 Athletic.


Ion Velez marcato stretto da Javier Flaño (foto Eitb24).

Osasuna: Ricardo; Javier Flaño, Sergio, Josetxo, Monreal; Vadocz, Nekounam; Juanfran (65' Delporte), Ezquerro (65' Pandiani), Masoud; Portillo (86' Sunny).
Athletic: Iraizoz; Iraola, Aitor Ocio (74' Etxeita), Amorebieta, Balenziaga; Susaeta, Gurpegui (67' Orbaiz), Javi Martínez, Gabilondo; Ion Vélez (54' Toquero), Llorente.
Reti: 82' Pandiani, 92' Llorente.
Arbitro: Álvarez Izquierdo (Comité Catalán).

Un derby brutto per un pareggio che, tutto sommato, tanto male non è. L'Athletic ha ottenuto ciò che voleva, un gol fuori casa per poter gestire il ritorno tra le mura amiche del San Mamés, e lo ha fatto con una conduzione di gara oculata, tesa più al risparmio delle energie in vista di domenica (c'è l'Atletico da affrontare al Calderon) che al tentativo di fare la partita, un'opzione alla portata dei Leoni vista la pochezza attuale della compagine navarra. Viene da chiedersi il motivo per il quale Caparros continui ad insistere sempre e comunque su un lotto di 15 giocatori e ignori palesemente altri elementi fin qui mai visti: Armando, Koikili (che comunque giocherà in Liga per la squalifica di Balenziaga), Muñoz, Del Olmo e Iñigo Velez sono così impresentabili da non meritare nemmeno pochi minuti in Coppa? E che dire di Iturraspe, praticamente sparito dal giro della prima squadra, e di Isma Lopez, annunciato ogni volta a un passo dall'esordio eppure sempre coi cachorros? Capisco che Jokin voglia andare avanti nella competizione di cui l'Athletic è primatista di vittorie, eppure non vedo il motivo di sfiancare i titolari sul campo semi-ghiacciato del Reyno de Navarra, contro una squadra scarsa e piena di picchiatori, proprio alla vigilia di una sfida sentita come quella di domenica. Se la situazione è questa, credo che alcuni elementi della rosa saranno ceduti, adesso oppure a giugno (si parla di uno scambio Del Olmo+Iñigo per la stellina dell'Alaves Oscar de Marcos), ma l'ostracismo di Caparros verso determinati giocatori dovrebbe far riflettere a lungo sulla distanza che attualmente intercorre tra la guida tecnica e la dirigenza della squadra biancorossa.
Tornando al match di ieri, c'è ben poco da dire: non aiutate dal terreno di gioco, le due formazioni hanno dato vita a un derby fiacco, povero di contenuti tecnici ma assai ricco di eccessivo agonismo e di falli più o meno violenti, molti dei quali di marca navarra. Dopo un primo tempo praticamente senza occasioni da gol (da segnalare solo un clamoroso fallo da rigore di Sergio ai danni di Susaeta e un tiro da distanza ravvicinata di Nekounam), nella ripresa l'Osasuna ha alzato il ritmo e, complice l'uscita di Gurpegi per un Orbaiz claudicante, ha preso possesso del centrocampo ed ha creato alcune azioni pericolose, sfociate nel gol di Pandiani all'82; molto bravo nell'occasione El Rifle, un cobra che in area di rigore è sempre prontissimo a scattare e mordere, che ha realizzato deviando la sponda di un compagno con un tocco furbo di esterno sinistro, effettuato dando le spalle alla porta. Sembrava fatta per i padroni di casa, ma proprio all'ultimo secondo Iraola, che aveva fallito a inizio secondo tempo un'occasione clamorosa, ha centrato in area dalla destra e Llorente ha insaccato dopo la respinta di Ricardo su una prima conclusione di Toquero, attaccante dalle movenze poco aggraziate e tuttavia piuttosto efficace negli ultimi metri. Risultato finale di 1-1 e tra una settimana all'Athletic basterà un pareggio a reti inviolate per qualificarsi. Da segnalare la bella prestazione di Susaeta, brillante e volitivo, ancora una volta il migliore tra i biancorossi.

martedì 6 gennaio 2009

17a giornata: Athletic 1-1 Espanyol.


L'esultanza dei Leoni dopo il gol del pareggio di Iraola (foto Athletic-club.net).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Ocio, Amorebieta, Balenziaga; Susaeta, Orbaiz (79' Gurpegui), Javi Martínez, Yeste (55' Etxeberria); Ion Vélez (62' Toquero), Llorente.
RCD Espanyol: Kameni; Sergio Sánchez, Jarque, Pareja, Chica; Moisés Hurtado, Ángel; Rufete, Coro (69' Callejón), Nené (83' Román Martínez); Luis García.
Reti: 37' Moisés Hurtado, 81' Iraola.
Arbitro: Paradas Romero (Colegio andaluz).

Aveva chiesto una vittoria per festeggiare l'Epifania, Caparros, ma dopo l'1-1 ottenuto negli ultimi minuti contro l'Espanyol il tecnico dei Leoni si è detto comunque soddisfatto per il modo in cui i suoi giocatori hanno tenuto il campo nella ripresa e sono giunti al pareggio senza smettere mai di crederci; opinione condivisibile, certo, ma l'aver salvato il punto non cancella il rimpianto per aver gettato al vento una vittoria che doveva essere conquistata, alla luce delle attuali condizioni in cui versa la seconda squadra di Barcellona, lontana anni luce dalle belle prestazioni dell'era Valverde.
L'Athletic, che viene da una serie di quattro risultati utili consecutivi e non perde in casa dal primo novembre, scende in campo secondo il classico 4-4-2 dell'utrerano con la sola assenza di David Lopez, squalificato e sostituito da Susaeta; la vera novità siede però in panchina e indossa il numero 2: si tratta dell'attaccante Gaizka Toquero, acquisto estivo parcheggiato all'Eibar e richiamato all'inizio del mercato invernale in virtù delle buone prestazioni fornite nella compagine armera. Nell'Espanyol di Mané, che torna da avversario al San Mamés dopo aver guidato i Leoni alla tribolatissima salvezza della stagione 2006/07, perdura l'assenza di Tamudo ma per il resto l'unidici è quello titolare; il centravanti e capitano viene sostituito da Luis Garcia al centro dell'attacco, mentre Coro si piazza alle sue spalle nella linea di trequartisti che comprende anche Nené a sinistra e Rufete a destra. L'avvio è tutto di marca biancorossa e sul terreno di gioco i baschi mostrano la faccia migliore della filosofia di gioco di Caparros: squadra corta, pressing asfissiante già dalla trequarti avversaria e ricerca continua di Llorente, divenuto ormai il punto di riferimento di ogni manovra offensiva; sulla destra brilla da subito Susaeta, pimpante e volitivo come sa essere nei giorni migliori. L'Athletic sfiora immediatamente il gol con Yeste, che al 1' sparacchia fuori un sinistro da buona posizione, poi va in gol con Llorente al 4' ma Romero annulla giustamente per un fallo di Nando su Sergio Sanchez. Lo schema del match è chiaro, i padroni di casa tengono in mano il pallino del gioco e gli ospiti si limitano ad occupare la loro metà campo anche con 8 o 9 giocatori per poi affidarsi alla velocità di Luis Garcia in contropiede, tuttavia la difesa dei Leoni è in grande spolvero e si muove con sincronismi perfetti: Ocio e Amorebieta accorciano a turno sul numero 10 dei "pericos" quando questi va incontro alla palla, i terzini coprono con diagonali puntuali e Iraizoz è sempre pronto ad uscire sui lanci lunghi dei biancoblu. Per una squadra come l'Espanyol, che fa poco movimento e in cui i centrocampisti restano bloccati nelle loro posizioni, trovare spazi in avanti è perciò molto difficile e l'unica opzione diventano ben presto le palle inattive; al 10' Nené, sempre delizioso tecnicamente, prova a sorprendere Gorka proprio su punizione, trovando però la pronta deviazione in angolo del portiere navarro. L'inerzia della gara resta comunque saldamente dalla parte dei Leoni, che col passare dei minuti si avvicinano sempre più al gol del vantaggio: al 15' Amorebieta sfiora la traversa con un colpo di testa in torsione, al 18' Llorente, solissimo al centro dell'area, spedisce clamorosamente fuori un cross al bacio di Iraola e al 21' Javi Martinez conclude sul palo dopo un'azione da urlo di Susaeta sulla linea di fondo. La rete è nell'aria e l'Espanyol sembra sul punto di crollare, ma dopo 20 minuti giocati con straordinaria intensità i biancorossi calano in modo visibile e mostrano la corda in precise zone del campo, laddove le scelte di Caparros continuano a non convincere: Yeste a sinistra è inutile, Orbaiz è statico e sotto ritmo e Ion Velez continua a confermare di non essere adeguato per la Primera. Gli ospiti, pur senza fare niente di strepitoso, salgono di tono e cominciano a mettere il naso fuori dalla loro metà campo, guidati da un Rufete che compensa la fisiologica perdita di velocità con una grande maturità tattica e da un Moises Hurtado in versione tuttofare in mezzo al campo. Al 32' Sergio Sanchez mette a referto il primo tiro su azione per gli uomini di Mané, concludendo di poco alto una bella azione corale sviluppatasi da sinistra a destra lungo tutto il fronte difensivo basco, quindi l'Espanyol va vicinissimo al gol con Nené, che si impadronisce di un pallone vagante in area e, pur defilato, incrocia benissimo, costringendo Iraizoz alla grande parata di piede. Sull'angolo seguente il patatrac è servito: Amorebieta si addormenta, Moises lo anticipa sul primo palo ed è poi bravissimo ad indirizzare il pallone tra Gorka e la traversa. Lo 0-1 tramortisce l'Athletic e stavolta sono gli ospiti a mancare il colpo del ko in un finale di tempo nel quale creano un altro paio di occasioni salvate alla grande da Iraizoz. La ripresa inizia con il medesimo undici per i bilbaini, tuttavia dopo 10' di niente Caparros toglie un ectoplasma di nome Yeste per inserire Etxeberria, piazzando il Gallo a destra e spostando Susaeta sulla sinistra; la mossa, inizialmente apparsami poco sensata (io avrei tolto Velez), è in realtà davvero ottima, poiché dota la manovra offensiva dei Leoni di un'altra fascia (con Fran in campo la sinistra non esisteva) e costringe i biancoblu ad allargare le proprie maglie difensive. Etxeberria, poi, gioca con grande intelligenza, senza cercare il fondo ma aprendo la strada alle incursioni di Iraola e in breve la pressione dell'Athletic torna ai livelli di inizio gara; i perici rinculano e praticamente spariscono dal match, limitandosi a sporadiche azioni di alleggerimento condotte quasi sempre da un ispiratissimo Nené. Caparros al 62' toglie anche Velez ed inserisce Toquero, al suo esordio nella Liga, cercando così un altro referente per i cross e le palle lunghe, visto che Llorente è raddoppiato in modo sistematico e non riesce a smarcarsi per ricevere palloni puliti. In questa fase del match emergono però i noti limiti dell'Athletic quando deve attaccare difese schierate: i biancorossi dominano e giocano costantemente nella metà campo altrui, i cross si susseguono e la pressione sulla retroguardia avversaria è continua, eppure dai loro sforzi i Leoni ricavano al massimo qualche mischia. L'unica palla gol di un certo calibro capita al 70' sulla testa di Toquero, imbeccato dall'ennesimo bel cross di Iraola, ma il cabezazo dell'ex attaccante del Sestao manca di potenza e finisce lemme lemme tra i guanti di Kameni. Sembra una dichiarazione di resa anticipata, sottolineata anche dal quasi raddoppio di Moises con un'azione d'angolo identica a quella del primo tempo (stavolta Amorebieta è attento e salva quasi sulla linea), e quando Orbaiz si infortuna al 78' ed è costretto a lasciare il campo in barella la metafora della sconfitta pare davvero completa. La garra con cui Gurpegi entra in campo e la forza che riversa sul terreno verde, però, danno una scossa anche ai compagni e l'Athletic si getta in avanti per un ultimo assalto. All'81' Susaeta batte un corner da sinistra, Javi Martinez fa suo il rilancio e rimette in mezzo, dove Kameni manca la presa e i difensori rinviano corto: Toquero, senza paura di prendersi una scarpata nel volto, entra sul pallone di testa e lo ributta a centro area, Iraola controlla col petto e subito dopo si esibisce in una rovesciata strepitosa, spedendo la palla in rete alla sinistra dell'incolpevole portiere camerunense. Una perfetta "cilena", come dicono in Spagna. Il pareggio esalta i bilbaini e gli ultimi minuti sono un assedio alla porta espanyolista, con Kameni chiamato ad un intervento non facile dal rasoterra di uno scatenato Iraola. Il risultato comunque non cambia più e i Leoni possono iniziare l'anno nuovo con un pareggio buono per proseguire la striscia di risultati positivi; certo, contro un Espanyol così dimesso si poteva e doveva ottenere la vittoria, ma vista l'atavica incapacità dei biancorossi di attaccare squadre che pensano solo a difendersi (e, come logica conseguenza, di rimontare uno svantaggio) anche il punto non è da buttare via. Sicuramente questo 1-1 ottenuto nei minuti finali darà lo slancio necessario ai giocatori per affrontare al meglio la gara di andata di Coppa contro l'Osasuna, in programma l'8 gennaio a Pamplona.
I migliori e i peggiori nell'Athletic: prestazione di grandissimo spessore per Markel Susaeta, tornato il folletto imprendibile dello scorso anno. A destra come a sinistra, il 21enne di Eibar punta sovente l'uomo, cercando e trovando la superiorità numerica fondamentale sulla fascia, mette dentro cross al bacio e dà sempre un'opzione di passaggio ai compagni, smarcandosi tra le linee, andando incontro al pallone o allargandosi per aprire la difesa avversaria; quando gioca così è uno spettacolo e marca la differenza che passa tra un anonimo cursore di fascia (David Lopez, Gabilondo) e un'ala nel vero senso del termine. Citazione d'obbligo per Iraola, che alla solita prova sostanziosa unisce una rete davvero bellissima (ed è già a quota 5 quest'anno, record personale eguagliato); Andoni è, ora come ora, uno dei migliori terzini destri d'Europa ed è assolutamente giustificato che alcune grandi squadre si stiano interessando a lui. Javi Martinez, maratoneta come suo costume, appoggia molto l'azione di attacco e si fa vedere più di una volta in inserimento, Ocio guida la difesa con grande sicurezza. Iraizoz passa una ripresa da spettatore non pagante, ma in chiusura di primo tempo è lui che tiene a galla l'Athletic con un paio di interventi di grande spessore.
Nelle fila dei peggiori si segnala il disastroso Yeste, che a sinistra non riesce proprio a incidere: lento, inconcludente e fuori dal gioco, o viene messo nel suo ruolo naturale oppure va lasciato fuori, perché sulla fascia non è né carne né pesce. Orbaiz è un altro titolare quasi per dogma, aldilà del fatto che sia fisicamente alla frutta e che non riesca a fornire quelle garanzie in regia come faceva prima dell'infortunio di due anni fa; stesso discorso (con motivazioni diverse) per Ion Velez, ultimamente negli undici più per la voglia di Caparros di giocare con le due punte che per le sue effettive qualità tecniche, invero assai povere. Llorente, marcatissimo, la vede poco, Amorebieta gioca discretamente ma si fa anticipare come un pollo da Moises in occasione del gol.