mercoledì 28 ottobre 2009

Grazie merdengues!

Meno male ci siete voi Galacticos (!) a tirarci un po' su di morale...



PS Alcorcon?!? Giusto a Football Manager l'avevo sentito nominare...

martedì 27 ottobre 2009

8a giornata: Getafe 2-0 Athletic.


Gurpegi esce dal campo dopo l'espulsione (foto Athletic-club.net).

Getafe: Ustari; Cortés, Mario, "Cata" Díaz, Mané; Boateng, Celestini (58' Gavilán); Pedro León, Parejo (75' Casquero), Manu (58' Albín); Soldado.
Athletic: Iraizoz; Iraola, Amorebieta, Ustaritz, Castillo; Susaeta, Javi Martínez, Gurpegui, Gabilondo (63' Ion Vélez); Toquero, Llorente (76' Koikili).
Reti: 60' Soldado, 70' Parejo (rig.).
Arbitro: Undiano Mallenco (Comité Navarro).
Note: espulsi al 41' Gurpegui (A) per doppia ammonizione e all'88' Ustaritz (A) per fallo da ultimo uomo.

Così non va, signori miei, proprio non ci siamo. L'Athletic ha rimediato l'ennesima sconfitta in campionato contro un rivale abbordabile e ha cancellato in 90' le sensazioni positive trasmesse a tutto l'ambiente dalla vittoria, sofferta e importantissima, contro il Nacional da Madeira in UEFA. Non è tanto il risultato a destare le maggiori preoccupazioni, quanto il modo in cui è maturato il 2-0 per il Getafe: la squadra non solo è stata distratta in difesa e nulla in attacco, come ultimamente accade spesso, ma ha anche mostrato un nervosismo e una mancanza di concentrazione davvero preoccupanti. Per rendere l'idea dello spettacolo penoso offerto dai Leoni sul terreno di gioco, cito testualmente quanto scritto dal giornalista di Marca Tomas Campos: "Es difícil saber a qué juegan los rojiblancos. Defienden mal y atacan a trompicones. Así pasa que la primera adversidad se convierte en un 'ochomil' inexpugnable". Credo non necessiti di traduzione. La metafora dell' "ottomila inespugnabile" di cui parla Campos è quanto mai azzeccata, poiché rende benissimo l'idea di una formazione allo sbando, senza idee e mal diretta, che alla prima difficoltà non è più in grado di rimanere aggrappata alla partita; nel caso di domenica, tale difficoltà è stata l'espulsione evitabilissima di Gurpegi, che ha visto il secondo giallo per aver trattenuto per la maglia Soldado, che gli aveva soffiato il pallone a centrocampo. Un fallo istintivo, fatto ovviamente senza pensare alle conseguenze, che ha pesato in maniera evidente sull'andamento della gara, eppure non sarebbe giusto dare tutte le colpe a Carlos: una squadra tosta, organizzata e dotata di carattere non alza bandiera bianca se si trova a giocare 10 contro 11, mentre l'Athletic nel secondo tempo si è arreso praticamente senza combattere. Nella prima frazione, nonostante un gioco orribile, in un paio di occasioni i biancorossi avevano spaventato Ustari con Llorente (grande azione, tre uomini saltati e sinistro fuori) e una punizione di Susaeta, ma nella ripresa non ha tirato in porta. Una vergogna, punto e basta, nient'affatto mitigata dalla buonissima gara di Iraizoz, che ha limitato il passivo con alcuni grandi interventi, senza i quali staremmo parlando di una meritata goleada degli azulones. Difficile trovare qualcuno oltre a Gorka in grado di salvarsi nel pastrocchio del Coliseum Alfonso Pérez. Ustaritz ha l'attenuante di giocare poco, ma se continua a farsi trovare impreparato quando viene chiamato in causa non ritroverà mai il posto: attualmente è l'ombra dell'ottimo difensore lanciato in prima squadra da Clemente e il fallo da espulsione commesso a due minuti dalla fine, a partita quindi già chiusa, testimonia del suo momento alquanto confuso. Amorebieta continua a non convincere per nulla, mentre Castillo dovrebbe aver finito il periodo di ambientamento ma per ora è sempre non pervenuto. Per Toquero e Llorente c'è l'alibi, fondatissimo, dell'isolamento totale nel quale sono lasciati, e se per segnare c'è bisogno che Nando scarti sempre tre avversari non c'è da stare tranquilli. Gurpegi e Javi Martinez offrono molto in termini di dinamismo, copertura e inserimenti, ma non sono centrocampisti adatti per l'impostazione, e si vede; restano le fasce, ma non è pensabile delegare tutti i compiti creativi al pur ottimo Susaeta di questo inizio di stagione (Gabilondo è il solito soldatino, urge de Marcos). Devo dire che, come al solito, anche Caparros ci mette del suo: vero che al 76' il sipario era calato, tuttavia il cambio dell'infortunato Llorente con Koikili mi lascia più che perplesso.
Insomma, citando Flaiano "la situazione è grave ma non è seria". Questo perché mi sembra che in molti (dirigenza, giornalisti e anche tifosi) siano in altre faccende affaccendati e non diano peso alla terribile serie di risultati in cui la squadra ultimamente è incappata. Sarà che io ho sempre in mente il Celta di qualche anno fa, splendido in Champion's e retrocesso in Liga, ma i discorsi del tipo "ci sono almeno 3-4 squadre improponibili (leggasi: già retrocesse)" lasciano il tempo che trovano. Io mi chiedo seriamente cosa debba fare Caparros per essere esonerato: il gioco è penoso, i risultati negativi, molti giocatori sono involuti eppure tutto tace. Speriamo che qualcuno si accorga di ciò che abbiamo davanti agli occhi prima che sia troppo tardi.

martedì 20 ottobre 2009

7a giornata: Athletic 1-2 Sporting.


Gioia asturiana mentre Toquero se ne va a testa bassa (foto Athletic-club.net).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Etxeita, Amorebieta, Koikili (81' Gabilondo); Susaeta (81' Etxeberria), Javi Martínez, Gurpegui (62' Orbaiz), De Marcos; Toquero, Llorente.
Real Sporting de Gijón: Juan Pablo; Lora, Gregory, Botía, Canella; Michel, Rivera; Luis Morán (74' Carmelo), De las Cuevas (83' Iván Hernández), Diego Castro; Barral (67' Bilic).
Reti: 65' e 77' De las Cuevas, 82' Toquero.
Arbitro: González Vázquez (Colegio gallego).

Correva la stagione 1990/1991 quando una doppietta di Luis Enrique aveva regalato allo Sporting l'ultima vittoria tra le mura del San Mamés, e un'altra doppietta, stavolta di De las Cuevas, ha affondato l'Athletic ancora una volta. Indifendibile la squadra di Caparros: con una difesa svagata e un attacco incapace di pungere si va poco lontano, e personalmente trovo che da salvare ci sia solo la buona prestazione delle due ali, Susaeta e de Marcos, e la prova tutta sostanza di Gurpegi, che sta tornando partita dopo partita il mastino di prima della squalifica. Male invece i due centrali, specie Amorebieta: con Ustaritz spesso infortunato e Ocio che ne avrà per almeno due mesi, la situazione dietro non è rosea (ma San Josè? Qualcuno potrebbe spiegare il motivo per cui è stato preso, visto che non gioca mai?). In tanti speravano che la pausa servisse a ricaricare le pile per riuscire a riprendere il filotto di vittorie interrottosi a Tenerife, ma la gara di domenica ha confermato quanto molti altri, me compreso, sospettavano: la partenza a razzo è stata un evento puramente casuale, determinato da una condizione fisica migliore della concorrenza e dalla caratura delle squadre incontrate all'inizio (l'unica davvero buona, il Villarreal, è in crisi nerissima). E d'altra parte era quasi impossibile pensare che i Leoni avessero imboccato la strada giusta: apprezzo sempre gli ottimisti, ma dopo due anni e mezzo di Caparros credo che solo gli ingenui possano realmente pensare che la squadra, con questa guida tecnica, possa ambire a qualcosa in più di una salvezza.
Poco da dire sulla partita: dopo un quarto d'ora molto buono dello Sporting, l'Athletic prende le misure agli avversari e inizia a portare i suoi attacchi sulle fasce, dove un ottimo Susaeta e un de Marcos molto pimpante mettono in difficoltà i difensori asturiani, tuttavia le occasioni da gol non arrivano. Insomma: battaglia a centrocampo, alcune azioni individuali ma pochissimo lavoro per entrambi i portieri. Con un Llorente spesso più lontano dalla porta di Toquero, tocca a Gaizka spaventare Juan Pablo nel primo tempo: colpo di testa al 31' e palla fuori di poco. Nel secondo tempo gli ospiti, lodevoli per concentrazione, spirito battagliero e disposizione in campo, passano in vantaggio con una bella punizione di De las Cuevas, giovane interessante di proprietà dell'Atletico; l'esecuzione del giocatore è ottima (palla forte piazzata sotto l'incrocio), Iraizoz però ci mette del suo facendosi uccellare sul proprio palo. Reazioni biancorosse? In concreto poco o nulla, ma dello sbilanciamento in avanti dei baschi approfitta al 77' lo Sporting: contropiede perfetto degli asturiani, assist di Carmelo (favorito dal temporeggiamento troppo prolungato di Amorebieta) e piattone vincente ancora di De las Cuevas. Caparros butta dentro Gabilondo ed Etxeberria per Koikili e Susaeta, fin lì tra i migliori (come del resto Gurpegi, sostituito non si sa per quale motivo dopo un'ora di gioco), e dopo un minuto proprio "Oso ondo" pesca Toquero che insacca l'1-2. E' comunque troppo tardi per un Athletic che merita assolutamente la sconfitta di fronte a un rivale molto più motivato e propositivo, nonostante una cifra tecnica non proprio di primo piano.
Per evitarvi la solita litania ho deciso di auto-censurarmi e di non scrivere una parola sul gioco (?) espresso domenica sera, limitando la mia riflessione ad un solo pensiero: con tre fronti aperti (Liga, Copa del Rey, UEFA) e questo livello di prestazioni, sarà meglio pensare a salvarsi prima di fare grandi progetti.

mercoledì 7 ottobre 2009

Iker Muniain Goñi.


(foto Athletic-club.net)


Innanzi tutto mi scuso per la mancata copertura della partita con il Valladolid: attualmente ho diversi problemi di connessione e di tempo, ma cercherò di tornare ai soliti ritmi alla ripresa del campionato. Il 2-2 in casa dei pucelani, che ha messo fine ad un'emorragia fatta di tre sconfitte consecutive, è stata una gara pazza: tre espulsi (tra cui Ustaritz), la paura per il colpo in testa preso da Llorente, ribaltamenti del punteggio, bei gol e, dulcis in fundo, la rete del pareggio di Muniain, che lo rende il più giovane marcatore nella storia della Liga. Detto che Nando adesso sta bene ed è tornato a casa dopo un paio di giorni d'osservazione, mi sembra doveroso dedicare un intero post a Iker, che ho finalmente potuto seguire a sufficienza per poterne tracciare un breve profilo.

Nato a Iruñea-Pamplona (Nafarroa) il 19/12/1992. Seconda punta o trequartista di fascia, 1,69 m per 63 kg, è il miglior prodotto della cantera biancorossa degli ultimi anni e uno degli under 20 più promettenti del mondo. Baricentro basso, agilità impressionante e tecnica eccellente rappresentano il biglietto da visita di questo navarro quasi diciassettenne, che sta bruciando ogni tappa possibile e immaginabile all'interno del calcio spagnolo. Ciò che più impressiona di Muniain non è tanto la rapidità nel gioco di gambe, il dribbling secco o la fantasia che pure possiede in abbondanza, quanto la sfrontatezza con cui scende in campo e l'assoluta consapevolezza dei propri mezzi che ad ogni incontro dimostra di avere; Iker non è un giocatore timido, tutt'altro: già adesso non si nasconde mai e si prende anzi le sue responsabilità senza problemi. Un giocatore di grande personalità, dunque, più simile in questo all'Etxeberria degli esordi (il soprannome Gallo affibbiato a Etxebe non è casuale) che al primo Llorente, anche se il navarro non si è ancora dovuto confrontare con gli inevitabili problemi che sorgeranno nel suo cammino verso la piena maturazione. Un cammino che, tra le altre cose, dovrà anche portarlo a rafforzare un fisico per adesso fin troppo leggero, che potrebbe creargli dei problemi notevoli ora che gli avversari hanno imparato a conoscerlo. Da migliorare anche la bassa capacità di finalizzazione e la poca freddezza davanti al portiere, difetti che nelle categorie giovanili ne hanno limitato lo score nonostante le enormi qualità. Cresciuto nel Txantrea di Pamplona, Muniain viene subito notato dagli osservatori dell'Athletic anche grazie alla parentela con i fratelli Goñi, già portati a Lezama e di cui Iker è cugino; nel 2005 si trasferisce a Bilbao e inizia la scalata che, nel giro di 4 anni, lo porta a militare in tutte le formazioni giovanili biancorosse, per poi approdare in prima squadra all'inizio della stagione attuale su indicazione di Caparros, che lo seguiva da tempo. La partita contro lo Young Boys, datata 30 luglio 2009, lo rende il giocatore più giovane ad aver indossato in gare ufficiali la maglia dei Leoni, mentre il gol segnato al ritorno con gli svizzeri lo consacra come il più giovane marcatore della storia del club. Ma i record non finiscono qui: il 30 agosto Muniain diventa il più giovane esordiente biancorosso in campionato (Athletic-Espanyol), e con il gol di domenica al Valladolid diviene il più giovane marcatore della storia della Liga, superando alcuni carneadi ma anche giocatori come Raul e Bojan. Dati impressionanti che, nonostante la stupidità insita nel fare paragoni (specie a nemmeno 17 anni), hanno fatto accostare il suo nome addirittura a quello di Leo Messi. Aldilà delle trombonate, siamo certamente di fronte a un giocatore con caratteristiche da potenziale fuoriclasse, del quale (lasciatemi peccare di immodestia) su questo blog si parla da tempo, mentre molti "esperti" che lo hanno scoperto da un paio di giorni al massimo già si lanciano in lodi sperticate e grandi analisi del suo gioco, scritte in base a cosa non si sa. Se continua così, il futuro è suo.