giovedì 24 dicembre 2009

Auguri a tutti!

Buon Natale a tutti i lettori del blog da me e dalla Peña Leones Italianos. Zorionak!

lunedì 21 dicembre 2009

15a giornata: Athletic 2-0 Osasuna.


Llorente esulta dopo aver siglato il gol del raddoppio (foto Athletic-club.net).

Athletic:
Iraizoz; Iraola, San José, Ustaritz, Castillo; Gurpegui, Orbaiz, Javi Martínez, Yeste (79' Muniain); Toquero (85' Gabilondo), Llorente (74' De Marcos).
Osasuna:
Ricardo; Azpilicueta, Sergio, Josetxo, Oier (82' Vadocz); Puñal, Nekounam (82' Calleja); Juanfran (60' Portillo), Masoud, Camuñas; Dady.
Reti: 1' Yeste, 12' Llorente.
Arbitro: Fernández Borbalán (Comité Andaluz).

Bastano 12 minuti all'Athletic per cancellare lo 0-3 di mercoledì in Coppa UEFA e regalare un sorriso ai propri tifosi prima della pausa natalizia. 12 minuti nei quali i biancorossi segnano due gol, gettano le basi per un primo tempo ad alto contenuto di spettacolarità e chiudono virtualmente un derby basco che, in pratica, dura meno di un giro di lancette. Osasuna troppo brutta per essere vera: presentatisi a Bilbao con molte assenze di rilievo, gli uomini di Camacho disputano una partita ai limiti della denuncia penale, tanto magra è la loro proposta offensiva e tanto scarsa la resistenza che oppongono ai più motivati cugini. Il gol subìto a freddo può essere un'attenuante, tuttavia non basta a giustificare una prestazione così scialba e deludente. Abbandonato il turnover europeo ben poco producente con il Werner, Caparros torna al suo 4-4-2 mascherato che prevede Gurpegi sulla destra e un fantasista sulla sinistra (stavolta tocca a Yeste); in attacco c'è Toquero con Llorente, mentre dietro squalifiche e infortuni obbligano Jokin a proporre l'inedita coppia di centrali San José-Ustaritz. 4-2-3-1 classico per l'Osasuna: senza Monreal, Delporte, Aranda e Pandiani il tecnico Camacho schiera Oier terzino sinistro, Camuñas esterno alto mancino e Dady unica punta. Non c'è neppure il tempo di osservare la disposizione tattica delle due squadre che l'Athletic passa in vantaggio: Iraola innesca Llorente sulla destra (questa è un'azione tipica del nuovo schema col trivote mascherato: Gurpegi stringe al centro, Andoni sale e una delle due punte si allarga), Nando supera con estrema facilità Josetxo e centra per Yeste, che insacca da meno di un metro a porta vuota. Passano poco più di dieci minuti e Iraola, ancora lui, imbecca da destra Llorente, tenuto spalle alla porta da Sergio; Nando controlla, si gira velocemente e conclude con un diagonale rasoterra di destro che batte Ricardo sul palo lontano. Gran gol del numero 9, fin qui più bomber di Coppa UEFA che di campionato. Nonostante il doppio vantaggio i bilbaini non diminuiscono la pressione, ma al contrario continuano a martellare la difesa dell'Osasuna con attacchi ficcanti e sempre pericolosi, condotti spesso e volentieri da uno Yeste in grandissimo spolvero; Llorente catalizza ogni pallone, Toquero è la solita trottola inarrestabile e gli inserimenti centrali di Javi Martinez e Gurpegi regalano alla manovra sbocchi inaspettati. Al termine della prima frazione i navarri devono ringraziare la loro buona stella se il punteggio è solo di 2-0, visto che in almeno tre occasioni nette (due volte con Gurpegi e una con Javi Martinez) l'Athletic sfiora il terzo gol. La ripresa è un lento scorrere di minuti verso il 90': l'Osasuna è l'emblema stesso dell'impotenza e non riesce mai a rendersi pericolosa dalle parti di Iraizoz, mentre i Leoni decidono di non spingere e si fanno vedere solo con un sinistro alto sulla traversa di Llorente. Il risultato del derby è dunque in linea col percorso che la squadra di Bilbao ha tenuto fino a questo momento, alternando vittorie con le squadre meno attrezzate a prestazioni meno convincenti con quelle di pari valore o superiori. Per il momento godiamoci il settimo posto ad un solo punto dalla zona UEFA, una posizione che in pochi (me compreso) avrebbero pronosticato a inizio stagione.

giovedì 17 dicembre 2009

Notizie del giorno.


Jon Aurtenetxe (foto Athletic-club.net).

Il giorno dei cachorros? Questa sera contro il Werder Brema probabilmente assisteremo a ben due debutti in prima squadra: a Jonas Ramalho, spedito in tribuna all'ultimo minuto a Saragozza, potrebbe infatti aggiungersi il 17enne Jon Aurtenetxe, visto di recente ai Mondiali under-17. In realtà, dovrebbe essere quest'ultimo ad avere maggiori possibilità di partire titolare, vista la contemporanea assenza degli infortunati Koikili e Castillo. Aurtenetxe è uno dei prodotti del vivaio su cui si concentrano maggiormente le attenzioni dei tecnici biancorossi; centrale o laterale sinistro, è un giocatore regolare, concentrato ma ancora poco propositivo quando si spinge in avanti. A molti tifosi biancorossi non piace l'idea che Caparros faccia giocare questi giovanissimi, specie contro una squadra come il Werder, mentre io trovo che sia un ottimo modo per responsabilizzarli, farli crescere e renderli pronti per un futuro ingresso in prima squadra.

Sono numerose le assenze in casa bilbaina, tanto che sembra difficile ottenere quel 2-0 che darebbe all'Athletic il primo posto nel girone. Caparros, sicuro della qualificazione ai trentaduesimi, giustamente punta a recuperare gli infortunati per il campionato e farà dunque a meno di Llorente, Iraola e Gurpegi, tre pedine fondamentali del suo 11 titolare. Detto di Aurtenetxe per sostituire i terzini sinistri Castillo e Koikili, è probabile che Etxeita prenda il posto di Andoni a destra, con Iñigo Perez al fianco di Javi Martinez e Diaz de Cerio a fare coppia con Toquero in attacco.

Ecco i convocati per la partita di stasera (San Mamés, ore 21): Iraizoz, Armando; Amorebieta, Etxeita, San José, Ramalho, Aurtenetxe; David López, Yeste, Gabilondo, Susaeta, Javi Martínez, De Marcos, Iñigo Pérez; Toquero, Etxeberria, De Cerio, Muniain.

lunedì 14 dicembre 2009

14a giornata: Saragozza 1-2 Athletic.


I giocatori del Saragozza devono ricorrere alle maniere forti contro Susaeta, imprendibile come nelle giornate migliori (foto Athletic-club.net).

Real Zaragoza: López Vallejo; Diogo, Pavón, Ayala, Paredes; Pennant (68' Ewerthon), Gabi (46' Ander Herrera), Ponzio, Jorge López; Lafita; Arizmendi.
Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, San José, Amorebieta, Castillo (46' Etxeita); Javi Martínez; Gurpegui, Orbaiz, Susaeta; Toquero (83' Gabilondo), Llorente (59' Muniain).
Reti:
60' San José, 81' Susaeta, 91' Diogo.
Arbitro:
Velasco Carballo (Colegio Madrileño).

Nel contesto di una Liga francamente povera di contenuti tecnici di rilievo, per affermarsi contro le squadre della parte destra della classifica basta il minimo sindacale, ovvero difesa attenta, copertura degli spazi a centrocampo e qualche giocatore di qualità in grado di fare la differenza nella trequarti avversaria. La dimostrazione pratica di questo assunto l'ha data ieri l'Athletic sul campo del Saragozza, squadra partita per fare bene dopo l'immediato ritorno in Primera ma subito ripiombata nell'incubo della lotta per non retrocedere. Un pacchetto arretrato concentrato, una mediana solida (Gurpegi finta ala destra è la vera mossa vincente di Caparros) e le invenzioni del duo Muniain-Susaeta, tecnica e velocità al servizio della squadra: scacco matto in tre mosse agli uomini di Marcelino, peraltro licenziato al termine della gara. La chiave della vittoria biancorossa è tutta qui e spiega anche la bruttezza di una partita che per un'ora è stata letteralmente inguardabile.
Caparros conferma il 4-4-2 "mascherato" che sta facendo le fortune dell'Athletic, specie nelle trasferte in cui bisogna coprirsi; il ruolo di Gurpegi, metà esterno metà centrale, merita una spiegazione approfondita che cercherò di dare con un post apposito nei prossimi giorni. La formazione è quella titolare, con San José al posto di Ustaritz e la coppia offensiva Toquero-Llorente, entrambi acciaccati ma proposti in campo dall'utrerano (De Cerio non è nemmeno convocato). Nel Saragozza non è titolare Herrera, in estate vicinissimo ai Leoni, mentre si rivede Carlos Diogo, fuori da quasi due anni a causa di un infortunio ai legamenti. L'inizio è col botto: punizione di Orbaiz dopo un minuto di gioco, Gurpegi si inserisce sul primo palo e insacca di testa. Carlos esulta, l'arbitro però annulla giustamente per fuorigioco. Le emozioni in pratica si esauriscono qui: il Saragozza non sfonda mai nonostante il prolungato possesso palla, mentre l'Athletic si limita a difendersi con ordine. Gli uomini di Marcelino devono vincere e provano a fare la partita, tuttavia in avanti sono prevedibili; il 4-4-1-1 dell'ex tecnico del Racing Santander è statico e manca di profondità, perché non c'è movimento senza palla, mancano gli inserimenti dei centrocampisti e la manovra è costretta a seguire direttrici lineari e ripetitive, diventando in tal modo facile preda delle letture difensive dei baschi. Arizmendi, poi, è improponibile come punta unica, perché non attacca lo spazio e non è mai presente in zona gol. Ci prova solo Lafita, ma è evidente che un esterno di centrocampo adattato a mezzapunta non sia il massimo della vita per una squadra che si trova a fronteggiare un bunker composto da tre mediani e quattro difensori. Dall'altro lato i Leoni, ottimi in difesa, sono inesistenti in fase offensiva, con Llorente che non la vede mai e Toquero che corre sempre a vuoto. Serve un episodio per creare l'unica palla gol aragonese del primo tempo: Iraizoz buca un'uscita e in area bilbaina si accende una mischia furibonda, con tre conclusioni avversarie murate alternativamente dal portiere e dai difensori. La ripresa segue la falsariga del primo tempo fino al minuto numero 59, quando fa il suo ingresso sul terreno di gioco Muniain. A Iker serve meno di un minuto per prendere palla in area dopo una respinta di Lopez Vallejo, disorientare il proprio marcatore con una finta di corpo e servire col mancino una palla irresistibile per San José, che stacca imperiosamente e infila l'incrocio alla sinistra del portiere. Terza partita da titolare e secondo gol per il ventenne Mikel, tenuto misteriosamente in naftalina per quattro mesi da Caparros e ripropostosi adesso con grande autorità; il centrale di proprietà del Liverpool è preciso in difesa e sa fare male quando si porta in avanti, pertanto un eventuale riscatto a fine stagione mi sembrerebbe alquanto opportuno. Marcelino decide di osare e inserisce Ewerthon per Pennant, spostando Arizmendi sulla destra e avanzando il raggio d'azione del subentrato Herrera; l'unico risultato che ottiene, tuttavia, è di spezzare in due tronconi la sua squadra e di esporla ai contropiedi dell'Athletic. La logica conclusione arriva all'81', su una palla recuperata da San José e servita a Muniain, che conduce un contropiede da manuale: 40 metri palla al piede con Susaeta a sinistra e Toquero a destra, occhiata verso Gaizka a spiazzare la difesa e assist per Markel, che conclude di sinistro e segna il 2-0 che chiude la partita (il gol di Diogo al 91' serve solo per le statistiche).
L'Athletic espugna dunque Saragozza, inanella la quarta vittoria esterna consecutiva e si riavvicina alla zona UEFA, traguardo per il quale, a questo punto, sarà obbligatorio lottare fino al termine del campionato.

venerdì 11 dicembre 2009

Notizie del giorno: speciale Ramalho.


Jonas Ramalho Chimeno (foto Marca).

E' basco, è nero, ha 16 anni e mezzo e da ieri fa ufficialmente parte della prima squadra dell'Athletic. Sto parlando di Jonas Ramalho Chimeno (Barakaldo, 10/06/1993), difensore centrale o laterale destro, che in due giorni è passato dallo status di grande promessa delle giovanili biancorosse a quello di prossimo esordiente con i "grandi". E' successo tutto molto rapidamente: prima la società ha annunciato di aver inserito il ragazzo nella lista B di UEFA (per intendersi, quella dove si trovano i giovani), quindi Caparros lo ha convocato stamattina per la partita di domani a Saragozza. Con Ustaritz ancora fuori e Iraola costretto agli straordinari per l'assenza del suo unico sostituto naturale, Zubiaurre, ci sono forti possibilità che Ramalho possa fare il suo esordio ufficiale con la maglia dei Leoni, dopo che nel febbraio 2008 ebbe l'onore di diventare il più giovane di sempre ad esordire con la prima squadra durante un'amichevole infrasettimanale contro l'Amorebieta (in quell'occasione scrissi un post ad hoc). Se dovesse entrare in campo alla Romareda, Jonas batterebbe il fresco record di Muniain e diventerebbe inoltre il primo giocatore di colore della storia dell'Athletic: uno schiaffo in faccia alle tifoserie fasciste che, come abbiamo visto a Vienna, vedono i biancorossi come fumo negli occhi (un basco nero dev'essere il massimo per un Ultrasur o per gentaglia del genere!), nonché a tutti coloro che accusano da sempre la società bilbaina di portare avanti una politica razzista. Ramalho, padre angolano e madre basca, è pronto a dimostrare a tutto il mondo che la tradizione secolare dell'Athletic si integra benissimo con la multiculturalità della società contemporanea. In bocca al lupo, Jonas!

Ecco i convocati di Caparros per la partita di domani (ore 18) a Saragozza: Iraizoz, Armando; Amorebieta, Etxeita, San José, Iraola, Castillo, Ramalho; David López, Gabilondo, Susaeta, Orbaiz, Gurpegi, Javi Martínez, Iñigo Pérez; Llorente, Etxeberria, Toquero, Muniain.

Interessante l'intervista di Marca ad Ander Herrera, centrocampista del Saragozza che in estate è stato davvero a un passo dall'Athletic. Secondo quanto detto da Herrera (nato a Bilbao ma vissuto da sempre a Saragozza, da qui il forte legame col club aragonese), il suo presente è la squadra allenata da Marcelino ma nel futuro potrebbero esserci i Leoni. Personalmente lo spero, viste le qualità del ventenne Ander e le carenze della rosa biancorossa nel ruolo di regista (ad oggi il solo Orbaiz è in grado di dettare i tempi a centrocampo).

martedì 8 dicembre 2009

13a giornata: Athletic 1-2 Valencia.



Athletic Club: Iraizoz; Iraola, San José, Amorebieta, Koikili; David López, Orbaiz (63' Iturraspe), Javi Martínez, Yeste; Susaeta (49' Muniain), Llorente (30' De Marcos).
Valencia CF:
César; Bruno, Navarro, Dealbert (84' Baraja), Mathieu; Joaquín (79' Zigic), Albelda, Marchena, Pablo Hernández; Mata, Villa (88' Miguel).
Reti:
57' Muniain, 61' Villa, 83' Mathieu.
Arbitro:
Rubinos Pérez (Colegio madrileño).
Note: espulso al 74' Koikili (A) per doppia ammonizione.

I soliti problemi di connessione, che dovrebbero cessare durante questa settimana, mi hanno impedito di vedere la partita. Match strano, a quanto leggo, nel quale nessuna delle due squadre è riuscita a imporsi in modo chiaro: il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, dunque, ma l'Athletic ha pagato due incertezze di Iraizoz (la seconda, più che incertezza, è una papera vera e propria) e il rigore fallito quasi al 90' da David Lopez, sfortunato a cogliere il palo. La nota più positiva è stata rappresentata senza dubbio da Iker Muniain, che ha festeggiato il rinnovo del contratto con un gol da opportunista (notate come prende posizione prima che gli arrivi il pallone, riuscendo ad imporsi su un avversario alto il doppio di lui...) e alcune giocate da applausi. Tirando le somme, il risultato lascia l'amaro in bocca: poteva essere l'occasione per dare continuità alla buona prestazione contro il Barcellona, invece è arrivata una nuova sconfitta, anche se immeritata, contro una squadra di alta classifica. Finché i Leoni non riusciranno a ottenere qualche risultato positivo contro le migliori delle classe, sarà difficile compiere il salto di qualità definitivo ed arrivare a lottare per un posto europeo.

mercoledì 2 dicembre 2009

Notizie del giorno.


Iker Muniain (foto Athletic-club.net).

La notizia che in molti aspettavano è arrivata: Iker Muniain ha rinnovato il suo contratto con l'Athletic e sarà biancorosso fino al 2015. La clausola di rescissione, aspetto assolutamente di primo piano considerata la qualità del giocatore, oscillerà tra i 36 e i 45 milioni di euro in funzione del raggiungimento di determinati obiettivi sportivi. Mi sembra che questo rinnovo dimostri l'attaccamento alla maglia di Muniain e la sua fiducia nelle potenzialità della squadra; le sirene erano molte, lui però ha deciso di rimanere a Bilbao. Cose che fanno sentire sempre orgogliosi di tifare Athletic.

Fra due giorni i Leoni giocheranno a Vienna per la qualificazione al turno successivo di UEFA. Basta un pareggio per passare, anche se giocare speculando sul risultato spesso è controproducente, specie se dall'altra parte c'è una squadra che non ha nulla da perdere. Caparros sembra comunque intenzionato a fare un po' di turnover, giustamente. Questa la lista dei convocati: Iraizoz, Armando, Aitor Fernández; Ustaritz, Amorebieta, Iraola, Castillo, San José; Gurpegi, Yeste, Iturraspe, Orbaiz, Susaeta, Javi Martínez, Gabilondo, De Marcos; Llorente, Etxeberria, Díaz de Cerio, Muniain.

Ci sono problemi in attacco per Jokin: Toquero non ha recuperato per Vienna e Ion Veléz, che si è infortunato proprio ieri, ne avrà per almeno due mesi. L'occasione potrebbe essere propizia per l'impiego di Diaz de Cerio, fin qui sempre fermo ai box oppure non utilizzato dall'allenatore. Mi sbaglierò, ma comincio a credere che lui e San José siano i nuovi ostracizzati di Caparros, che ogni anno deve averne almeno un paio...

Contro l'Almeria Fran Yeste è diventato "centenario". Il fantasista di Basauri, croce e delizia dei biancorossi, ha festeggiato domenica la vittoria numero 100 con la camiseta zurigorri, un record di cui possono fregiarsi solo 37 giocatori in tutta la storia del club. Augurandogli di avvicinare sempre più il grandissimo Piru Gainza, irraggiungibile a quota 200, gli faccio i miei complimenti anche per il ritrovato "peso" che sta avendo in questo momento sulle sorti dell'Athletic.

Parla Javier Clemente e, come sempre accade in queste occasioni, non dice mai cose banali. "L'Athletic in questo momento non potrebbe vincere la Liga, però sta trovando un buon livello di prestazioni e sta prendendo confidenza nei propri mezzi. Spero che un giorno la squadra possa tornare a vincere qualcosa (Clemente è il tencico degli ultimi due campionati conquistati, ndr), ma per farlo bisogna essere migliori degli altri e in questo momento non lo siamo". Il Rubio ha detto la sua anche sulla partita di Natale della selezione basca, che anche quest'anno non si terrà per i noti problemi di denominazione (la Federazione ha scelto Euskadi, mentre i giocatori vogliono Euskal Herria. In realtà, stavolta si sono impuntati solo quelli della Real Sociedad, mentre gli altri avevano trovato accettabile il compromesso di Euskal Selekzioa): "Se alcuni giocatori non vogliono scendere in campo, che se ne convochino altri. La selezione rappresenta tutte le squadre basche, non solo quelle principali; se qualche giocatore di Primera non vuole partecipare, ci sono sempre quelli di Tercera. Forse non sarà la miglior selezione possibile, ma la sospensione della partita mi sembra una cosa peggiore".

martedì 1 dicembre 2009

12a giornata: Almeria 1-4 Athletic.


Il colpo di testa di Javi Martinez per l'1-0 dei Leoni (foto Athletic-club.net).

UD Almería: Diego Alves; Juanma Ortiz, Acasiete, Pellerano, Domingo Cisma (60' Ortiz Bernal); M''Bami (46' Corona), Bernardello; Piatti, Kalu Uche, Crusat; David Rodríguez (46' Goitom).
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Ustaritz, Amorebieta, Koikili; Gurpegi (65' David López), Orbaiz, Javi Martínez, Yeste (70' Castillo); Susaeta; Llorente (75' De Marcos).
Reti: 36' Javi Martínez, 40' Ustaritz, 58' Llorente, 76' De Marcos, 83' Uche (rig.).
Arbitro: González Vázquez (colegio gallego).

E' stato un Athletic tra i più convincenti della stagione quello che si è imposto con un rotondo 4-1 in casa dell'Almeria, dove i Leoni non erano mai riusciti a vincere. Risultato assolutamente veritiero e proporzionato rispetto a quanto visto sul terreno di gioco, con i padroni di casa ad esprimere un livello di gioco infimo, nonostante alcune individualità più che discrete, ed i baschi concentratissimi e bravi a sfruttare al meglio le disattenzioni avversarie in occasione dei calci da fermo. Questo blog è da tempo tutt'altro che tenero con Caparros, ma non ho assolutamente problemi a fare i miei complimenti all'allenatore: la squadra vista ieri è solida e rognosa da affrontare, e la posizione in classifica dei biancorossi autorizza sogni proibitissimi. Devo però aggiungere che l'attuale piazzamento dell'Athletic nei piani alti della Liga non corrisponde, secondo me, alla piena verità: un calendario generoso fin qui ci ha messo di fronte soprattutto a squadre medio-basse o in forte crisi, mentre nelle prossime giornate ci saranno impegni più probanti. Resta il fatto che l'Athletic ha affrontato solo quattro squadre delle prime dieci, rimediando un pareggio (Barcellona) e tre sconfitte (Getafe, Siviglia e Sporting, le ultime due in casa); sicuramente i Leoni hanno dimostrato di avere qualcosa in più rispetto alla "classe media" del campionato, ma per spiccare il salto di qualità definitivo servirebbe quel minimo di gioco imprescindibile per affrontare senza paura le migliori del torneo. La partita di domenica col Valencia, in ogni caso, sarà un ottimo banco di prova per le rinnovate ambizioni dei bilbaini.
Caparros conferma l'undici che ha strappato il pari al Barça, in special modo il centrocampo formato da tre mediani, Orbaiz, Javi Martinez e Gurpegi; alcuni commentatori scrivono di un 4-3-3, altri di un 4-5-1 con Yeste e Susaeta sulla fasce, ma a me pare il solito 4-4-2 con Yeste a sinistra, Gurpegi spostato a destra e Susaeta mezzapunta dietro Llorente. Aldilà dei moduli, va detto che questa linea centrale "corazzata" impedisce agli avversari di trovare spazi e copre egregiamente la difesa, anche se in fase offensiva vengono palesati i soliti limiti di costruzione del gioco. C'è però una freccia decisiva all'arco biancorosso, almeno in questa parte della stagione: i calci da fermo. E' evidente come tecnico e giocatori adesso stiano preparando con più attenzione questa fase di gioco, spesso sottovalutata dai profani ma di fondamentale importanza nel calcio moderno, specie per quelle squadre che faticano a manovrare in modo fluido e a creare occasioni da gol tramite le combinazioni palla a terra. Il mancino di Yeste, sempre educatissimo, è un invito a nozze per colpitori di testa quali Llorente, Gurpegi, Amorebieta e soprattutto Javi Martinez, che ha un fisico e un tempo dell'inserimento fatti apposta per far male agli avversari in situazioni di palla inattiva. La partita resta equilibrata per mezz'ora, con occasioni da entrambe le parti (palo di Javi Martinez e salvataggio di Iraizoz su Piatti), poi l'equilibrio si rompe al 36': Yeste batte una punizione tagliatissima da sinistra, sul secondo palo spunta il numero 24 navarro, smarcato, che sigla comodamente l'1-0. I padroni di casa non hanno nemmeno il tempo di organizzarsi che vanno sotto per la seconda volta, ancora su un calcio piazzato; stavolta Yeste batte un corner, Gurpegi prolunga e Ustaritz imita Javi Martinez, inserendosi sul palo più lontano e appoggiando di piatto in rete. E' il primo gol in Primera per il difensore lanciato da Clemente nella stagione 2005/06, che sta dimostrando di poter essere una pedina importante per l'Athletic se gli infortuni lo lasciano in pace.
Con tutto il secondo tempo da giocare il match sembrerebbe tutt'altro che finito, ma la squadra di Hugo Sanchez tira incredibilmente i remi in barca e in pratica smette di giocare, lasciando ai baschi il controllo del campo e del pallone; il tecnico messicano in realtà prova a cambiare qualcosa, inserendo Corona e Goitom, ma i suoi spariscono dal terreno di gioco e finiscono per meritarsi i sacrosanti fischi del pubblico. La ripresa serve solo ad aumentare il punteggi e a dare le meritate soddisfazioni a Llorente (gran colpo di testa in tuffo dopo l'ennesima punizione di Yeste) e De Marcos, che segna il suo primo gol in Liga con una bellissima semirovesciata su assist prezioso di Susaeta. All'83' Kalu Uche segna il gol della bandiera su rigore provocato ingenuamente da Koikili, quindi proprio Markel sfiora la quinta segnatura colpendo il palo a Diego Alves battuto: un vero peccato per l'esterno di Eibar, che avrebbe sicuramente meritato la rete a coronamento di una bella prestazione, simile a quella altrettanto valida della scorsa settimana contro il Barcellona.
E' certamente una vittoria che fa morale in vista della trasferta di giovedì a Vienna, dove ai Leoni basterà fare un punto per passare qualificarsi; bisogna dare continuità a questo ottimo periodo (tre vittorie nelle ultime quattro giornate di campionato, serie positiva di sei partite senza sconfitte) e ottenere il passaggio del turno in UEFA, per poi concentrarsi su quello che potrebbe rappresentare il momento chiave della stagione, la partita contro il Valencia. Sarà al termine di quei 90 minuti che sapremo se l'Athletic di Caparros avrà spiccato il volo verso la definitiva maturazione o se sarà rimasto la solita squadra timida, ibrida e fondamentalmente incompiuta che osserviamo ormai da troppo tempo.