venerdì 24 dicembre 2010

Zorionak eta urte berri on!


Purtroppo non sono riuscito a scrivere nulla in questi ultimi, pienissimi giorni...facendo a tutti voi tanti auguri di buon Natale e felice anno nuovo, vi rimando al 2011 quando ritornerò a scrivere seriamente qui sul blog. Buone feste!

domenica 19 dicembre 2010

Un doppio ritorno.


Xabi Alonso nella sua ultima presenza con la maglia della nazionale basca (foto Deia).

Innanzi tutti vorrei scusarmi con i lettori (specie con quelli più assidui) per la mia lunga assenza, dovuta a vari motivi che in questo mese mi hanno impedito sia di scrivere che di guardare le partite dei Leoni; da oggi dovrei tornare ad aggiornare il blog con regolarità, anche se la pausa natalizia è alle porte. Il primo ritorno di cui parlavo nel titolo è dunque il mio, mentre il secondo è quello dell'Euskal Selekzioa, la selezione basca, rimasta ferma per ben tre anni a causa delle polemiche tra la federazione basca ed Esait, piattaforma per l'ufficializzazione della nazionale al cui fianco si schierarono i giocatori; le polemiche nacquero a partire dal nome da dare alla nazionale, con la federazione a sostenere Euskadi piuttosto che Euskal Herria, caldeggiato da Esait; sembrerebbe una questione di lana caprina, ma la scelta tra la denominazione delle tre province basche sul territorio spagnolo (Euskadi) o quella del Paese basco nella sua interezza (Euskal Herria) contiene siugnificati che vanno aldilà del mero aspetto calcistico. Sia come sia, per tre anni si è discusso e più spesso litigato a partire da questo argomento, sfociato poi in questioni politiche riguardanti l'impegno della federazione e del governo basco a favore del riconoscimento della Selekzioa. Per fortuna adesso si torna a giocare: il 27 dicembre, infatti, l'Esukal Selekzioa (questo il nome ufficiale salomonicamente scelto per la squadra) scenderà in campo al San Mamés contro il Venezuela. I tecnici Iribar ed Etxarri hanno reso note le convocazioni che vi copincollo di seguito, con i giocatori divisi per club di appartenenza (tra parentesi le presenze con la maglia della selezione):

ATHLETIC 10
Igor Gabilondo (9), Fernando Amorebieta (2), Gorka Iraizoz (3), Mikel San José (-), Koikili Lertxundi (-), Carlos Gurpegi (3), Javi Martínez (1), Markel Susaeta (-), Gaizka Toquero (-) e Iker Muniain (-).

REAL SOCIEDAD 7
Mikel Aranburu (7), Mikel González (2), Xabi Prieto (5), Carlos Martínez (-), Jon Ansotegi (-), Joseba Llorente (2) e Imanol Agirretxe (-).

MONACO 1
Stephan Ruffier (-).

OSASUNA 1
Oier Sanjurjo (-).

REAL MADRID 1
Xabi Alonso (2).

TOULOUSE 1
Pantxi Sirieix (1).

ZARAGOZA 1
Ander Herrera (-).

Ci sono ben 11 esordienti, tra i quali spiccano i "nostri" Koikili, San José, Susaeta, Toquero e Muniain, mentre non saranno del match Iraola (infortunato), Fernando Llorente, a riposo, e tra gli altri Raul Garcia, Arteta e Aduriz. Peccato soprattutto per Aritz, bloccato dal rifiuto del Valencia di lasciarlo giocare, e peccato anche per l'assenza di Yeste, il cui ritorno alla Cattedrale dovrà essere rinviato. Due i basco-francesi presenti: si tratta del portiere del Monaco Ruffier, nel giro della nazionale transalpina, e del mediano del Tolosa Sirieix, che esordì alcuni anni fa con la maglia della Selekzioa.
A proposito di maglie, molto bella a parer mio quella preparata dall'Astore per l'occasione:



Ultima curiosità: il calcio d'inizio sarà dato da Joseba Etxeberria.

giovedì 18 novembre 2010

Sulle montagne russe.



Se dovessi consigliare una squadra di calcio ad un appassionato di scommesse non avrei dubbi, l'Athletic gli riserverebbe sicuramente grandi soddisfazioni. Le prestazioni in Liga dei biancorossi sono infatti quanto di più prevedibile ci possa essere in campo calcistico: in casa vincono quasi con tutti, in trasferta fanno punti, quando li fanno, solo contro squadre di medio-bassa classifica. Puntare sui Leoni in una partita al Camp Nou o al Bernabeu equivale dunque a buttare via i proprio soldi, mentre scegliere l'1 quando si gioca al San Mamés rappresenta un investimento sicuro al 90%, come dimostrato dalla strepitosa vittoria di domenica scorsa in 9 contro 11 (complimenti al contrario all'Almeria di Lillo, capace di far peggio dell'Inter del derby in quanto a tiri in porta in superiorità numerica). Capirete quindi lo stato d'animo con il quale mi preparo a vivere il Clasico di sabato prossimo in casa del Madrid, favorito d'obbligo e pure deciso a strapparci a suon di milioni (oggi Marca spara 63) Fernando Llorente, il cui futuro sembra ormai lontano da Bilbao. Per di più l'Athletic dovrà fare a meno degli squalificati Gurpegi, Koikili e Castillo, anche se potrebbe recuperare Amorebieta, la cui assenza in difesa si è fatta sentire non poco nelle ultime giornate. Per il resto tutti a disposizione, con Orbaiz in predicato di tornare titolare (Iñigo Perez e Iturraspe continuano ad essere dispersi) e Toquero pronto a riprendersi il posto di spalla di Llorente occupato contro l'Almeria da Igor Martinez, autore dell'assist per il gol decisivo del numero 9. Sarà comunque una partita difficilissima e un punto sarebbe già un ottimo traguardo; da Caparros, comunque, vorrei solo che provasse a giocarsela dall'inizio, senza erigere barricate inutili contro una squadra del genere.

PS Volevo segnalare la frase eccezionale detta da Muniain al termine della partita con l'Almeria: "No hemos jugado en inferioridad numérica en ningún momento, 11 contra 40.000 no es jugar en inferioridad". Da brividi, no?

martedì 9 novembre 2010

10a giornata: Villarreal 4-1 Athletic.


Llorente a terra: il suo gol non è servito (foto Deia. com).

Villarreal: Diego López; Ángel, Marchena, Musacchio, Capdevila; Cazorla, Bruno, Borja Valero (83' Montero), Cani (70' Senna); Nilmar (83' Matilla), Rossi.
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, San José, Ustaritz, Aurtenetxe; Susaeta (29' De Marcos), Gurpegui, Javi Martínez, Muniain (46' Gabilondo); Toquero (68' Ion Velez), Llorente.
Reti: 6' Llorente, 39' Nilmar, 45' Cazorla, 83' Rossi, 91' Montero.
Arbitro: Fernández Borbalán (Colegio Andaluz).
Note: espulso al 76' Aurtenetxe (A) per doppia ammonizione.

Non c’è niente da fare: ogni volta che l’Athletic si trova di fronte ad una prova di maturità puntualmente finisce per fallirla, sia che riesca a giocare una buona partita, sia che in campo fornisca una pessima prestazione. Si impegna, si applica e dà prova di aver studiato, come avrebbero detto i nostri vecchi professori, ma al momento della verifica non riesca a compiere quel salto di qualità che lo eleverebbe dal rango di mediocre, senza infamia e senza lode, a quello di studente tra i migliori della classe. Trovo paradossale, poi, il ribaltamento della situazione rispetto alle stagioni passate: ora che finalmente abbiamo un attacco molto produttivo, è la difesa a fare acqua da tutte le parti e ad affossare le nostre ambizioni, nonché a rendere vani i gol di Llorente, miglior cannoniere non straniero del campionato, che ha segnato in 10 partite la metà delle reti realizzate in Liga l’anno scorso. Per un motivo o per un altro, insomma, continuiamo a bocciare l’esame del quinto anno e a rimandare il momento dell’addio alla scuola secondaria per fare il nostro ingresso nel mondo dei grandi: forse è giunto il momento di cambiare tutor.
Caparros conferma la formazione che ha asfaltato il Getafe, con l'unica novità del rientro di Aurtenetxe cui cede il posto Koikili; anche il Villarreal schiera il suo undici-tipo (del quale non fa più parte Marcos Senna, soppiantato dalla coppia Borja Valero-Bruno), che presenta il duo offensivo letale formato da Rossi e Nilmar. La partita si mette benissimo per i Leoni, scesi in campo con animo pugnace, che al 6' si portano avanti grazie a uno splendido cabezazo di Llorente, pescato sul secondo palo da un cross altrettanto bello di Aurtenetxe. Una volta passati in vantaggio, gli zurigorri potrebbero impostare una partita accorta, occupando gli spazi e lasciando salire i padroni di casa per poi ripartire con rapidità, e invece restano incomprensibilmente piuttosto alti e si espongono alle folate offensive del Submarino amarillo, subito vicino al pareggio al 9' con Rossi e al 15' con un incredibile contropiede tre contro uno sprecato per troppa lentezza d'esecuzione. Amnesie difensive a parte, l'Athletic disputa una prima mezz'ora di buon livello, frutto di una disposizione in campo ordinata e della verve di alcuni giocatori, Susaeta su tutti; è proprio l'uscita di Markel, azzoppato al 27' da Musacchio e sostituito due minuti dopo da De Marcos, a segnare l'inizio della fine. I baschi non riescono più a dare profondità alla manovra, si schiacciano nella propria trequarti e vengono infine bucati da Nilmar, che sfrutta un'uscita solo accennata da Iraizoz su cross di Borja Valero per segnare un meritato pareggio. Il Villarreal non si ferma e proprio in chiusura ottiene il gol del sorpasso: anche stavolta, però, gli uomini di Garrido devono ringraziare Iraizoz, che cicca un innocuo passaggio verso Ustaritz, regala la palla a Cazorla e viene da questi infilzato come un tordo.
Al rientro in campo dopo l'intervallo c'è Gabilondo per Muniain, scelta cervellotica di Caparros visto il punteggio e che può essere solo parzialmente spiegata dalla scarsa vena del navarro nel primo tempo e dal nervosismo da questi mostrato in un battibecco col guardalinee in pieno recupero (Iker era già ammonito). Chi non c'è, purtroppo, è l'Athletic: i biancorossi ci provano, pressano alto e mettono diversi palloni in area, ma tutto ciò che raccolgono è un paio di mischie e nulla più. Il Villarreal, sornione, fa sfogare gli ospiti senza rischiare nulla per poi colpirli non appena le loro energie iniziano a calare. Rossi sfiora il gol con un diagonale mancino al 67', Borja Valero coglie un palo esterno al 74' e al 77' ecco l'episodio che taglia le gambe ai baschi, ovvero l'espulsione di Aurtenetxe per doppio giallo, il secondo piuttosto rigoroso. I Leoni hanno un colpo di coda all'82' ma Ion Velez, servito da Iraola, conclude dritto su Diego Lopez, dopodiché devono alzano bandiera bianca quando, sul ribaltamento di fronte, Rossi riesce finalmente a battere Iraizoz. Il quarto gol di Montero rende solo più amaro un pomeriggio iniziato alla grande e finito nel peggior modo possibile, come tante, troppe altre volte accaduto al club rojiblanco.
Si può recriminare dopo una partita persa con tre gol di scarto e un'infinità di occasioni a favore degli avversari? A ragion veduta la risposta è no, anche se rimane un po' di amaro in bocca per una partita che globalmente l'Athletic non ha giocato malissimo, pur concedendo troppo in fase difensiva e non riuscendo ad estendere la pericolosità della prima mezz'ora a tutto il resto del match. Dal punto di vista tattico c'è poco da dire a Caparros, tradito più dagli errori dei singoli (Iraizoz su tutti) che dall'impostazione data alla gara; c'è però un problema di mentalità, mi verrebbe da dire quasi di sudditanza psicologica rispetto alle migliori squadre della Liga, che a parer mio riflette in modo inequivocabile un quadriennio passato a scendere in campo contro tali squadre pensando solo a non prenderle (e riuscendoci pochissime volte, specie in trasferta). Non bisogna farsi troppe illusioni riguardo a un effettivo innalzamento del livello della squadra, perché in passato abbiamo visto più volte un'alternanza periodica tra prestazioni molto buone e altre sconfortanti. Continua la navigazione a vista, dunque, nella speranza di ottenere buoni risultati in Copa del Rey e di riuscire ad inserirsi nella lotta per l'Europa in campionato.

Le pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 4: domenica scorsa era stato perfetto, stavolta invece è disastroso. Regala due gol al Villarreal, reti peraltro fondamentali perché rimettono in carreggiata un avversario fin lì propositivo ma poco preciso nelle conclusioni, e conferma un'altalenanza di rendimento che un portiere non può permettersi. L'errore sul 2-1 di Cazorla è da oratorio. Che le voci di mercato lo stiano disturbando?
Iraola 5,5: Cani è ispirato e lo costringe a una gara tutta difensiva, in più con De Marcos non sembra trovarsi a suo agio. Sale pericolosamente solo una volta, quando serve a Ion Velez un assist davvero pregevole. Limitato.
San José 5: alcune chiusure davvero molto belle non cancellano la sofferenza patita per tutto il match. Si occupa di Rossi e l'italo-americano va al tiro almeno cinque volte, segno che la marcatura del navarro non è ottimale. Spesso fuori posizione, mostra di non poter ancora essere il capo delle operazioni in difesa e di aver bisogno di un compagno più esperto che lo guidi.
Ustaritz 4,5: spiace vedere il difensore promettente che era quando esordì in Primera con Clemente così spaesato e in difficoltà. Non tiene Nilmar, non riesce a trovare il giusto collocamento in campo ed è anche poco presente nell'uno contro uno. La lunga inattività può essere mascherata contro avversari meno quotati, ma davanti a gente di spessore internazionale riemerge impietosamente e lo rende inadeguato.
Aurtenetxe 6: nonostante l'espulsione è di gran lunga il più positivo in difesa. Limita Cazorla e costringe Rossi a girare a largo, poi quando spinge è efficace, come si vede con l'assist davvero pregevole per il gol di Llorente. E' ancora un po' ingenuo, ma le qualità ci sono.
Susaeta 6,5: fin quando resta in campo è ottimo, sempre elettrico e nel vivo del gioco. Purtroppo la sua partita dura solo mezz'ora (dal 29' De Marcos 5: spreca l'occasione concessagli dal destino giocando una partita negativa ad ogni livello. Dopo l'espulsione di Aurtenetxe, poi, Caparros ha la bella idea di arretrarlo a terzino e di esporlo a una figuraccia gratuita e immeritata).
Gurpegi 6,5: a parer mio è il migliore dell'Athletic. Lotta come un leone e per un tempo è quasi insuperabile, poi cala alla distanza anche perché trova poco aiuto in Javi Martinez. La fascia di capitano sul suo braccio è un esempio per tutti.
Javi Martinez 5,5: ingolfato, poco brillante, conferma le difficoltà (soprattutto fisiche) di questo inizio di stagione. L'infortunio nel precampionato non gli ha permesso di effettuare una buona preparazione e la forma migliore è ancora lontana. Si limita al compitino, ma da lui ci si aspetta sempre qualcosa in più.
Muniain 5,5: non ripete la partita eccezionale di una settimana fa, tuttavia non merita di essere sostituito dopo appena un tempo. E' vero che mette lo zampino solo nell'azione del gol e poi sparisce, però uno col suo talento poteva fare molto comodo nel tentativo di rimonta della ripresa. Forse il nervosismo mostrato verso l'arbitro ha indotto Caparros a cambiarlo (dal 46' Gabilondo 5,5: è entrato? Io francamente non me ne sono accorto. Gol a parte, Igor è questo: un giocatore diligente, lineare e che non ha le doti per cambiare una partita).
Toquero 5: corre e si impegna come da copione, senza riuscire però a infastidire gli avversari. Ripropone pochissimo lo scambio con un esterno ripetuto di continuo contro il Getafe, poi viene addirittura spostato da Jokin sull'ala sinistra con Muniain che si accentra, mossa che non dà risultati. E' ancora a secco quest'anno, cosa che non lo fa giocare tranquillo (dal 68' Ion Velez 5: ha sul piede la palla del pareggio e la spreca con un tiro ciabattato, reso pericoloso solo da una deviazione. Per il resto quasi non vede il pallone. Se il nostro primo cambio in attacco è lui, siamo messi male).
Llorente 6,5: segna un bellissimo gol e, pur trovandosi spesso isolato, riesce a mettere in apprensione più volte la difesa del Villarreal. Se a fine stagione dovesse decidere di lasciare l'Athletic andrebbe compreso, non si può avere in squadra un talento del genere e non riuscire a sfruttarlo a dovere.

Caparros 5,5: presenta una squadra combattiva e ben messa in campo, nonostante i buchi difensivi che testimoniano il poco affiatamento tra i due centrali. Tradito dagli errori di Iraizoz, non riesce a trovare delle contromosse adeguate al vantaggio del Villarreal e i suoi si rendono pericolosi solo a fine partita, prima di incassare altri due gol. Rivedibili la decisione di sostituire Muniain dopo un tempo ed alcune mosse presentate durante la partita (scambio di ruoli tra Toquero e Muniain, De Marcos terzino). Il problema stavolta è sembrato risiedere più nell'atteggiamento mentale che in quello tattico.

giovedì 4 novembre 2010

9a giornata: Athletic 3-0 Getafe.


Muniain, il migliore in campo, in azione (foto Athletic-club.net).

Athletic: Iraizoz; Iraola, San José, Ustaritz, Koikili; Susaeta (62' De Marcos), Gurpegui, Javi Martinez, Muniain (76' Gabilondo); Toquero (72' David López), Llorente.
Getafe: Codina; Pintos, Cata Díaz, Rafa, Marcano; Boateng, Víctor Sánchez (46' Casquero); Pedro Ríos (65' Arizmendi), Albín, Manu del Moral (68' Miku); Colunga.
Reti: 6' Iraola, 12' San José (rig.), 83' Gabilondo.
Arbitro: Estrada Fernández (Comité catalán).

La miglior prestazione stagionale dell'Athletic (insieme a quella con il Maiorca, altro 3-0 spumeggiante) ha fruttato una vittoria bella ed importante, soprattutto in chiave di rafforzamento dell'idea di calcio maggiormente offensivo sviluppata da Caparros nelle ultime giornate. Il mister di Utrera non si è convertito al 3-4-3 stile Ajax, questo è chiaro, ma la sua insistenza su una formazione titolare formata da due ali offensive, due punte e un solo mediano di rottura è un segnale importante, anche se l'assenza di un regista puro per me in certe partite potrebbe farsi sentire. La strada intrapresa è quella giusta, finalmente, e si spera che la squadra ora trovi quella continuità che potrebbe proiettarla in zone interessanti della classifica.
Jokin torna a schierare gli undici di Siviglia, confermando Koikili, Ustaritz e la coppia di folletti Susaeta-Muniain sugli esterni; Michel dal canto suo si presenta al San Mamés con un 4-2-3-1 che però resta tale solo sulla carta, visto che i tre trequartisti giocano parecchio schiacciati sulla linea mediana e lasciano Adrian Colunga isolato in avanti. La tattica difensiva degli azulones, tuttavia, va letteralmente a farsi benedire nel giro di un quarto d'ora, travolta dalla furia agonistica di un Athletic sceso in campo con il piglio dei giorni migliori. I Leoni sono iperaggressivi nel pressing, giocano stabilmente nella metà campo avversaria ed esibiscono dei movimenti offensivi davvero interessanti, proponendo poi un Muniain in stato di grazia. E' proprio da due iniziative del giovanissimo navarro che nascono i gol biancorossi: al 6' Iker mette in mezzo un pallone che, respinto dai difensori del Getafe, finisce sul destro di Iraola e viene recapitato alle spalle di Codina da una rasoiata del terzino di Usurbil; pochi minuti dopo Muniain è invece bravo a cercarsi un rigore con una penetrazione in area che viene stoppata da Rafa con una spallata. Il penalty, a parer mio inesistente, viene trasformato da San José con grande freddezza, e al 12' il punteggio è gia di 2-0 per i padroni di casa. Un leggero rilassamento dei bilbaini porta a due occasioni consecutive per i madrileni, ma Pedro Rios prima e Colunga poi (in quest'occasione è superbo Iraizoz) non riescono a far male; da qui in avanti è un continuo monologo dell'Athletic, che sfiora il 3-0 più volte e mette in seria difficoltà il reparto arretrato avversario grazie ad un movimento offensivo messo in pratica parecchie volte. In pratica, quando la squadra sale Toquero si sposta alternativamente a destra o a sinistra per lasciare lo spazio centrale all'avanzata dell'ala, quindi o resta in fascia per crossare o taglia ancora dentro se vede il buco per il passaggio. Schema semplice, ma che per rendere al meglio ha bisogno di una seconda punta dalla grandissima corsa, e in questo Toquero ha pochi rivali nella Liga; in tal modo lo stesso Gaizka migliora notevolmente il suo rendimento e le opzioni di passaggio per i centrocampisti raddoppiano (senza contare che l'assenza di un regista riesce ad essere mascherata dall'accentramento di Susaeta o Muniain, che possiedono il dono della rifinitura).
La ripresa non vede alcun progresso del Getafe che, simile ad un pugile suonato, resta a farsi prendere a pallonate nella propria trequarti senza riuscire a mettere la testa fuori, se non con qualche sporadica azione di rimessa. L'unico fattore che rende ancora interessante il match è sempre Muniain, che passa con una naturalezza quasi sfacciata dall'assist (clamoroso il pallone recapitato al 54' sulla testa di Llorente e fallito d'un soffio da Nando) all'azione personale, anche se mostra scarsa precisione al momento del tiro. Il 3-0 tanto cercato arriva infine all'83', opera di un Gabilondo in serie realizzativa strepitosa.
Con la vittoria sul Getafe l'Athletic si trova adesso a 13 punti in classifica, bottino discreto se si considera che quasi tutte le squadre più forti della Liga sono già state affrontate dai Leoni; i prossimi incontri con Villarreal e Real Madrid ci diranno sicuramente molto sul futuro di questa squadra.

Le pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 7: il portiere migliore non è quello che compie venti parate, ma quello che sa farsi trovare pronto al momento giusto. Gorka, impegnato pochissimo, sfodera almeno due interventi decisivi (specie quando ipnotizza Colunga nell'uno contro uno) ed è sempre concentrato. Non era facile, perciò si merita un voto alto.
Iraola 7,5: sta attraversando un momento strepitoso, tanto che mi stupirei se Del Bosque lo tenesse fuori dalle prossime convocazioni. Annulla Del Moral, segna un gran gol e imbastisce dialoghi spettacolari con Susaeta, uno che parla la sua stessa lingua tecnica. Strepitoso.
San José 7: un solo errore nel finale di gara, a risultato ampiamente acquisito, e per il resto c'è una prestazione solida, in linea con quelle degli ultimi tempi, che conferma i passi avanti lungo il difficile cammino della maturazione. Il rigore calciato alla perfezione è la classica ciliegina sulla torta.
Ustaritz 6,5: ogni partita in più gli toglie qualche ragnatela, anche se ovviamente non può essere ancora lustro come vorremmo. Un paio di errori di posizione rischiano di costar caro alla squadra, ma tutto sommato se la cava.
Susaeta 7: meno appariscente dell'ispiratissimo Muniain, riesce comunque a stare sempre nel vivo del gioco ed a partecipare a un numero consistente di azioni offensive. Quando si accentra e ha il tempo per alzare la testa sa trovare dei corridoi che per tutti gli altri compagni sono invisibili (dal 62' De Marcos 6,5: volitivo, si segnala per un paio di iniziative palla al piede niente male).
Gurpegi 6,5: un po' sottotono all'inizio, sbaglia parecchi appoggi e rischia di far prendere dei contropiedi evitabili. Col passare dei minuti sale di tono e non fa passare nemmeno uno spillo.
Javi Martinez 6: probabilmente risente dell'infortunio che lo ha costretto ad uscire anzitempo contro l'Alcorcon, perché non è il solito divoratore di campo e gioca in modo parecchio compassato. I minuti che mette nelle gambe sono comunque preziosi.
Muniain 8: il migliore in campo per distacco, non ci sono abbastanza aggettivi per descrivere la sua prova immensa. Corre, crossa, dribbla, tira, assiste i compagni: insomma, fa tutto lui o quasi, rivelando solo poca cattiveria nelle conclusioni. Ha 18 anni da compiere e gioca con la tranquillità dei veterani, una qualità dei grandi giocatori. L'importante è che non si monti la testa, perché calcisticamente è un fenomeno (dal 76' Gabilondo 6: entra e segna il quarto gol stagionale, cifra da attaccante più che da centrocampista. Chapeau).
Toquero 7: prova davvero positiva per il numero 2, più per il grande lavoro tattico descritto sopra che per l'effettiva pericolosità sotto porta (anche se un paio di tiri riesce a farli). Per il tipo di movimento che gli chiede Caparros è indicatissimo fisicamente e pure tecnicamente, e per una volta sono d'accordo con l'ovazione tributatagli dal pubblico della Cattedrale (dal 72' David Lopez 6: lascia la sua firma sul match con l'assist per il 3-0 di Gabilondo).
Llorente 6: ci prova in tutti i modi, ma non riesce ad entrare nel tabellino dei marcatori nonostante le molte azioni costruite per lui dalla squadra. Una giornata storta capita a tutti.

Caparros 7: anche se è arrivato a proporla con almeno una stagione di ritardo, bisogna dargli atto di aver finalmente iniziato a schierare la formazione offensiva che in moltissimi gli chiedevano. Il gioco lievita così come i gol segnati, e se riesce a registrare la fase difensiva ed a migliorare il rendimento fuori casa può portarci lontano. Per il momento, bene così.

lunedì 25 ottobre 2010

8a giornata: Sevilla 4-3 Athletic.


Si può fischiare rigore per fallo di mano a Ustaritz dopo un'entrata del genere di Negredo? (foto Deia.com).

Sevilla:
Palop; Dabo, Martín Cáceres, Alexis, Fernando Navarro; Konko, Renato, Romaric (86' Guarente), Diego Capel (72' Perotti); Kanouté, Luis Fabiano (74' Negredo).
Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, San José, Ustaritz, Koikili; Susaeta, Javi Martínez, Gurpegui (66' Orbaiz), Muniain (63' Ion Vélez); Toquero (59' Gabilondo), Llorente.
Reti:
35' e 62' Luis Fabiano, 45' Kanouté (rig.), 74' e 77' Llorente, 80' Kanouté (rig.), 93' Gabilondo.
Arbitro: Carlos Clos Gómez (Comité Aragonés).
Note: espulso al 64' Fernando Navarro (S) per doppia ammonizione.

Partido loco, manicomio, camisa de fuerza: di certo i giornalisti spagnoli non si sono limitati nel descrivere la partita di ieri tra Athletic e Siviglia. Hanno sicuramente ragione loro, giacché una locura come quella del Pizjuan raramente si vede in un campionato professionistico (e mi riferisco non solo agli episodi strettamente di gioco, ma anche agli errori marchiani dell'arbitro). In tutta questa confusione l'Athletic ha fatto una buona figura, meccanismi difensivi a parte; i Leoni hanno giocato alla pari con gli andalusi per larghi tratti della gara e, tolti venti minuti di blackout a cavallo dei due tempi, hanno fornito una prestazione tale da meritare pienamente il pareggio. Peccato per il punto perso, soprattutto per il morale, ma la strada intrapresa sembra quella giusta.
Caparros stupisce tutti confermando l'undici vittorioso domenica scorsa col Saragozza, e se le assenze di Amorebieta e Aurtenetxe sono forzate, la scelta di riproporre Muniain e Susaeta sulle fasce (abdicando al difensivismo che avrebbe suggerito la presenza di Gabilondo e di Orbaiz, con Gurpegi a destra) appare coraggiosa e "diversa" rispetto al solito; a memoria non ricordo una formazione da trasferta così offensiva nei quattro anni di panchine di Jokin. Manzano schiera i suoi uomini con il classico 4-4-2 marchio di fabbrica del Siviglia, tuttavia non ha a disposizione uno dei suoi uomini migliori, Jesus Navas, ed è costretto ad avanzare Konko a centrocampo; davanti c'è la coppia rodatissima Kanouté-Luis Fabiano, col maliano che ha nell'Athletic una delle sue vittime preferite. L'inizio tambureggiante dei bilbaini sembra dar ragione al coraggio di Caparros: la squadra è corta, molto aggressiva in fase di non possesso e anche pericolosa quando si spinge in avanti, come dimostrano le occasioni di Javi Martinez (colpo di testa contenuto da Palop) e Muniain (tiro da fuori alzato dal portiere sevillista). Dopo i primi 20 minuti giocati meglio i biancorossi calano un po' il ritmo, tuttavia non lasciano grandi spazi ai padroni di casa e sembrano poter giocare alla pari, cosa rara nelle ultime trasferte al Pizjuan; purtroppo per loro al 35' una svirgolata di Kanouté, pescato in area da un bel cross di Capel, si trasforma in un assist per Luis Fabiano, che controlla di destro e con un sinistro sporco mette dentro la prima rete stagionale. Il gol andaluso, piuttosto casuale, viene doppiato proprio in chiusura da un rigore di Kanouté, concesso per una trattenuta apparsa veniale di Ustaritz su "O Fabuloso", ed è così che l'Athletic va all'intervallo sotto 2-0 senza aver particolarmente demeritato.
La ripresa, almeno all'inizio, è di tutt'altro tipo: il Siviglia controlla, i baschi non riescono a pungere e anzi rischiano di capitolare più volte (c'è ad esempio un palo di Capel al 49') fino alla rete del 3-0, opera ancora di Luis Fabiano al minuto 62. La partita, a questo punto già chiusa, si riapre improvvisamente dopo appena due giri d'orologio: Fernando Navarro stende Susaeta, si becca il secondo giallo e lascia i suoi in dieci. I Leoni ritrovano la convinzione che era mancata dall'inizio del secondo tempo, guadagnano metri e accorciano le distanze con un cabezazo di Llorente. A questo punto la partita è nel pieno della pazzia descritta dai media iberici, come si vede al 77' quando Konko stoppa col braccio un tiro di Gabilondo: Llorente calcia il rigore, Palop salva ma sulla ribattuta Nando si trova la palla sul destro e fa 3-2. Quando tutto lascerebbe prevedere un finale estremamente complicato per il Siviglia, ecco la genialata di Clos Gomez a far calare il sipario sul match. L'arbitro aragonese, infatti, si inventa un rigore a favore dei padroni di casa per un "mani" di Ustaritz, ignorando completamete la dinamica dell'azione: Usta tocca sì con la mano, ma solo dopo essersi scontrato con Iraizoz a causa di una carica di Negredo ed essere finito a terra. Sia come sia, Kanouté realizza il 4-2 e rende inutile il gol di Gabilondo al 93', buono solo per aumentare i rimpianti.
Risultato a parte, come dicevo all'inizio dobbiamo valutare in maniera positiva la prestazione dell'Athletic, innanzi tutto per l'atteggiamento finalmente meno attendista deciso dal suo tecnico e secondariamente per quanto di buono mostrato sul campo. Garra, tentativi di giocare palla a terra, pericolosità in attacco: tre fattori che mi fanno propendere per un voto di sufficienza piena da assegnare ai Leoni. Peccato per certe sbavature difensive che si potevano evitare, ma rispetto alle ultime esibizioni in casa del Siviglia i passi avanti sono stati notevoli.

martedì 19 ottobre 2010

7a giornata: Athletic 2-1 Zaragoza.


Iraola festeggia dopo aver segnato l'1-0 (foto Athletic-club.net).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, San José, Ustaritz, Koikili; Susaeta, Gurpegui, Javi Martínez, Muniain (80' Gabilondo); Toquero (66' Ibai Gómez; 71' Igor Martínez), Llorente.
Real Zaragoza:
Doblas; Diogo, Lanzaro, Contini, Ponzio; Pinter, Gabi, Braulio, Ander Herrera (62' Boutahar), Bertolo (71' Marco Pérez); Sinama Pongolle (82' Jorge López).
Reti:
11' Iraola, 23' Llorente, 94' Braulio.
Arbitro:
Ramírez Domínguez (Comité Andaluz).
Note: espulso al 52' Pinter (Z) per doppia ammonizione.

La prima riflessione che vi vorrei proporre il giorno dopo Athletic-Saragozza è questa: quanto è scaduta la Liga negli ultimi anni? Ma è davvero possibile che quello visto ieri alla Cattedrale fosse il Saragozza, una squadra che nelle scorse stagioni schierava giocatori del calibro di Villa, Gabriel e Diego Milito, Aimar, D'Alessandro, Ayala, Piqué e via discorrendo? Me lo chiedo, e lo chiedo anche a voi, in quanto sono rimasto davvero basito osservando un primo tempo nel quale gli aragonesi sono stati disintegrati da un Athletic sicuramente ben messo in campo, aggressivo e ordinato, ma che comunque non ha fatto niente di incredibile. E' bastato forzare un po' sulla destra, la zona difesa peggio dagli uomini di Gay, e riproporre in continuazione l'allargamento di Toquero sulla fascia per far sì che davanti a Doblas si aprissero voragini tanto clamorose quanto ignorate dall'allenatore zaragocista, per 45 minuti capace solo di restare immobile davanti alla sua panchina mentre i tagli di Susaeta facevano a fette il povero Ponzio, mediano adattato a terzino, e le scorribande di Iraola non venivano mai seguire da un deleterio Bertolo. Di fronte a tanta pochezza verrebbe quasi da ridimensionare la prova dei Leoni, tuttavia il brutto secondo tempo deve far riflettere su quanto di buono i biancorossi hanno espresso in una prima frazione ottima per intensità e ritmo.
Caparros non rinuncia al 4-4-2 ma propone interpreti più offensivi rispetto a Gabilondo e compagnia: a destra, finalmente, torna titolare Susaeta, a sinistra c'è Muniain e in mezzo l'utrerano si tutela con la diga Gurpegi-Javi Martinez; in attacco si rivede dal primo minuto Toquero, pronto a sfruttare le sponde di Llorente per infilare i centrali avversari. Gay schiera invece un 4-2-3-1 improntato al contropiede, con il basco Ander Herrera a fare da raccordo tra il centrocampo e l'unica punta Sinama Pongolle. L'Athletic parte subito forte e comincia fin dai primi minuti a tambureggiare sulla fascia destra, dove Susaeta è imprendibile per Ponzio e Iraola appoggia costantemente l'azione offensiva, visto che Bertolo non sembra conoscere il significato della parola "ripiegamento". All'11' i Leoni avvisano il Saragozza: combinazione Iraola-Susaeta, cross di Markel dal fondo e Muniain viene anticipato da Diogo con Doblas, scavalcato dalla traiettoria del traversone, ormai fuori causa. Sugli sviluppi del corner Iraola, appostato poco fuori area, si avventa sulla respinta e conclude di controbalzo trovando l'angolino. Gran gol per Andoni che festeggia nel migliore dei modi la partita numero 300 con la maglia zurigorri. Il Saragozza non reagisce e la fascia destra continua ad essere territorio di conquista per i baschi, soprattutto dopo che Toquero, molto intelligente dal punto di vista tattico, comincia a scalare in continuazione verso quella zona di campo; così facendo Contini è costretto a seguirlo e Pinter deve retrocedere accanto a Lanzaro, dunque Susaeta può accentrarsi prendendo d'infilata gli avversari. Esplicativo di ciò è il secondo gol dell'Athletic: Toquero, in posizione di ala destra, riceve la palla e la gioca subito su Susaeta, più centrale, scattando poi lungo la linea laterale e portando via l'uomo; a questo punto Markel ha davanti a sé solo Ponzio, lo salta, entra in area e dopo una finta crossa sul secondo palo dove Llorente, marcato dal terzino Diogo, non deve faticare più di tanto per smarcarsi e segnare. Il giochetto è semplice ma Gay non sembra accorgersene, anche se al 33' i suoi rischiano di subire il terzo gol: Iraola lancia ancora Toquero, il numero 2 crossa rasoterra e Susaeta irrompe sul primo palo, tocca di fino anticipando Doblas e spedisce fuori di un niente. Il gioco dei padroni di casa è lineare e redditizio, quello degli ospiti è semplicemente inesistente nonostante la presenza di un buon regista come Gabi e di un talento come Ander; davvero improponibile gli aragonesi, disastrosi in difesa e senza lo straccio di un'idea in attacco. Il tempo si chiude con una rete annullata per un fuorigioco inesistente a Gurpegi, servito da una punizione perfetta di uno scatenato Susaeta.
Tutt'altra musica nella ripresa, almeno dal lato biancorosso. I Leoni infatti tirano i remi in barca, si fanno vedere al 50' con Llorente e poi si limitano a controllare, confidando nella sterilità degli avversari e nella superiorità numerica (al 52' Pinter viene espulso per doppia ammonizione, la seconda un po' fiscale). Atteggiamento sbagliatissimo: vero che il Saragozza sembra incapace di tirare in porta, ma un golletto in qualche modo può spuntar fuori; certe partite andrebbero chiuse subito, invece l'Athletic non lo fa e rifiuta quasi di affondare il colpo. Nel contesto di una ripresa da sbadigli si segnala solo l'esordio sfortunatissimo di Ibai Gomez, che entra in campo al 66' e dopo tre minuti si fa male al ginocchio sinistro (un mese e mezzo di stop per lui). In chiusura di tempo Llorente fallisce il 3-0, quindi in pieno recupero Braulio accorcia le distanze, fortunatamente troppo tardi per poter alimentare speranze di rimonta.
Tre punti d'oro per i bilbaini, dunque, frutto di una prestazione ottima per 45 minuti e scadente nella seconda metà di gara. Sono mancate cattiveria e concentrazione, un peccato perché con il terzo gol la partita sarebbe finita e non ci sarebbe stato spazio per critiche o recriminazioni. Guardando agli aspetti positivi, va sottolineato che con due ali offensive il gioco migliora notevolmente, si ampliano le opzioni di passaggio per i mediani e si aprono più spazi per le punte; speriamo che Caparros lo abbia notato, anche se scommetterei sulla presenza di Orbaiz, Gabilondo e Gurpegi sulla destra domenica prossima a Siviglia.

Le pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 6: sarebbe da s.v., diciamo che il voto è di solidarietà per il freddo che si prende stando quasi sempre fermo. Non può nulla in occasione del 2-1, Braulio tira da due metri.
Iraola 7,5: primo tempo mostruoso, divora il campo con la sua falcata elegante ed è sempre fonte di pericolo per gli avversari. Bellissimo il gol, il primo quest'anno. Nella ripresa rifiata, ma va bene così.
San José 6,5: attraversa un ottimo periodo e la titolarità nell'under 21 non può che averlo rafforzato. Contro il solo Sinama Pongolle non deve faticare più di tanto, il poco lavoro che ha lo sbriga senza problemi.
Ustaritz 6: è fortunato ad incrociare un Saragozza così deludente nella sua prima gara stagionale. Mostra un po' di ruggine ed è troppo molle in occasione del gol. Complessivamente non fa danni ed era ciò che gli si chiedeva.
Koikili 6,5: anche per lui è la prima partita dell'anno, tuttavia sembra che sia titolare da settembre. Tiene bene la posizione, spinge il giusto e si fa apprezzare per un paio di recuperi. Bentornato.
Susaeta 8: migliore in campo per distacco, è il dominatore del match e come tale entra in tutte le azioni pericolose dei Leoni. Rapidissimo, imprendibile, fa a fette la difesa aragonese con i suoi tagli e crea sempre la superiorità numerica in dribbling. Una domanda per Caparros: perché non è un titolare indiscutibile? Esaltante.
Gurpegi 7: giganteggia in mezzo al campo, recupera decine di palloni ed è anche molto preciso nel rigiocarli. Gli tolgono un gol buono, lui non si abbatte e continua a fare la diga con ottimi risultati. Capitano vero.
Javi Martinez 6,5: sobrio, mai eccessivo, si piazza al fianco di Gurpegi pronto ad inserirsi non appena la situazione glielo consente. Ha ritrovato la forma, fa bene a non forzare nella ripresa.
Muniain 6,5: i compagni giocano sempre a destra viste le difficoltà degli avversari e lui stenta a mettersi in luce. Quando parte, però, è spesso difficile da arginare e raramente spreca un pallone. Gli manca una rete per prendere maggior fiducia (dall'80' Gabilondo s.v.).
Toquero 6,5: tecnicamente è quel che è, d'accordo, ma in questa partita svolge un lavoro tattico davvero prezioso. Serve un paio di ottimi assist, svaria moltissimo e sfiora il gol con un bel diagonale. Promosso (dal 66' Ibai s.v.; dal 71' Igor Martinez s.v.).
Llorente 7: un gol, almeno altre tre occasioni in cui è presente, tanto lavoro per la squadra. E' nel miglior momento della sua carriera, come ha dichiarato anche Gay, e i numeri lo confermano. Sarà difficile trattenerlo a Bilbao anche l'anno prossimo.

Caparros 6,5: presenta una squadra offensiva e molto aggressiva, trovando risposte soddisfacenti e due gol in appena 23 minuti. Buonissima la mossa di far allargare Toquero sulla destra, fascia già lasciata troppo scoperta dal Saragozza. Peccato che i suoi calino di ritmo e convinzione nel corso di un secondo tempo praticamente non giocato; probabilmente l'espulsione di Pinter lo deve aver indotto a suggerire ai giocatori di limitarsi a controllare per non sprecare energie, tuttavia non è mai saggio evitare di chiudere una partita. Troppe volte abbiamo visto l'Athletic farsi rimontare dopo aver dominato...per fortuna stavolta non è andata così.

domenica 17 ottobre 2010

Nuova rubrica: Che fine ha fatto...?

Avevo intenzione di inaugurare questa nuova sezione del blog durante la pausa per le nazionali, ma purtroppo non ci sono riuscito a causa del poco tempo a disposizione. Eccomi dunque a presentarvi la rubrica "Che fine ha fatto...?" proprio a ridosso della partita col Saragozza, che l'Athletic affronterà senza Amorebieta, infortunato, e Aurtenetxe, convocato dall'under 19 per un torneo di qualificazione all'Europeo (al loro posto giocheranno probabilmente Ustaritz e Koikili; cervellotiche le convocazioni di Caparros, che ha chiamato Ion Velez e Ibai lasciando a casa, tra gli altri, De Marcos, Iturraspe e Balenziaga). Ritornando alla rubrica, si tratta di un progetto che avevo in mente da mesi e che mi è stato ispirato da quei siti che si occupano di rintracciare le meteore passate dalla nostra serie A; cercherò dunque di scoprire che fine abbiano fatto quei giocatori passati dall'Athletic negli ultimi anni e sui quali venivano riposte tante speranze. Si comincia con una delle maggiori delusioni che ho avuto riguardo a un calciatore dei Leoni, quel Joseba Arriaga che è sempre stato un mio pallino e per il quale imaginavo una carriera ben diversa (qui potete trovare la scheda che compilai su di lui nel 2005). Buona lettura!


Arriaga in azione contro il Numancia (foto Athletic-club.net).

Quando si affacciò in prima squadra, lanciato nel 2002 da un certo Jupp Heynckes (che di giovani baschi se ne intendeva, giacché fu lui a far esordire Julen Guerrero), venne subito indicato come una delle maggiori promesse della cantera di Lezama. Rapido, verticale, sempre in movimento, Arriaga mostrò caratteristiche perfette per agire come seconda punta o come trequartista esterno in un 4-2-3-1 e lasciò intravedere momenti di buon calcio; dotato di tecnica e capacità di dialogare palla a terra con i compagni, giocò molto il primo anno (28 partite) ma segnò solo un gol. Proprio le scarse capacità realizzative, unite ad un fisico inadatto per la Primera (1,71 m per 61 kg), rappresentarono l'ostacolo maggiore alla sua affermazione con la maglia dell'Athletic. Utilizzato solo sporadicamente da Valverde, subentrato a Heynkes nella stagione 2003/04, sembrò poter ritornare alla ribalta con Mendilibar (stagione 2005/06), suo ex tecnico al Basconia, e invece venne ceduto al Barakaldo in Segunda B. Da quel momento iniziò la sua peregrinazione nelle serie minori iberiche: Barakaldo, come detto, quindi Eibar (12 partite e 1 gol nella seconda parte della temporada 2005/06, conclusasi con la "storica" retrocessione del club giputxi dopo 18 anni consecutivi in Segunda), U.D. Las Palmas (32 partite e 1 gol in Segunda), Real Jaén (Segunda B, 17 gol in due stagioni), Cadiz (Segunda, da gennaio 2010 all'Alaves in Segunda B, dove ha segnato 8 reti) e infine Ceuta, squadra di Segunda B con ambizioni di promozione. I numeri, impietosi, testimoniano di un attaccante realmente capace di incidere solo in terza serie; troppo piccolo e minuto per poter lasciare il segno in campionati più duri, Arriaga non è riuscito a tenersi a galla solo con le sue qualità tecniche, buone ma evidentemente non eccezionali. Ciò spiega una carriera in tono minore, lontana anni luce da quella che in molti gli pronosticarono quando, il primo settembre del 2002, giocò da titolare il derby all'Anoeta insieme a Guerrero e Urzaiz.



martedì 5 ottobre 2010

6a giornata: Valencia 2-1 Athletic.


Susaeta si dispera, l'Athletic non va (foto Deia.com).

Valencia: César; Bruno, David Navarro, Ricardo Costa, Mathieu; Pablo (82' Feghouli), Topal, Manuel Fernandes, Mata (65' Vicente); Aduriz, Soldado (75' "Chori" Dominguez).
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, San José, Aitor Ocio, Aurtenetxe; Gurpegui, Orbaiz (46' Susaeta), Javi Martínez (68' Muniain), Gabilondo; Igor Martínez (59' Toquero), Llorente.
Reti: 11' Aduriz, 91' Vicente, 93' Gabilondo.
Arbitro: Velasco Carballo (colegio madrileño).

Avete presente quando, nel film "Matrix", il protagoista Neo ha un deja-vu con un gatto nero? La bellissima Trinity si preoccupa e gli rivela che "un deja-vu è un'imperfezione di Matrix". Bene, se fossimo realmente dentro la Matrice inizierei seriamente a preoccuparmi, perché ogni volta che vedo l'Athletic mi sembra sempre di rivedere la stessa partita (eccezion fatta per quella con il Maiorca, va detto). E francamente diventa noioso, per me che scrivo come per voi che leggete, ripetere per la milionesima volta le stesse cose. Lo spartito contro le squadre forti è sempre uguale: partenza al rallentatore, tutti dietro e si attacca solo con le pallonate dalla difesa; il fatto che tale atteggiamente finora non abbia portato neppure ad ottnere uno straccio di punto evidentemente non è sufficiente per convincere Caparros che magari si potrebbe tentare altro, tanto per vedere l'effetto che fa. Peraltro credo che un atteggiamento diverso, più propositivo, sarebbe foriero di risultati migliori, visto che il Valencia capolista, quando è stato attaccato nella ripresa, è riuscito a tirare in porta solo un paio di volte (segnando in contropiede, ma questo è un altro discorso). Mi fa ridere Jokin che nel dopo gara dichiara che i suoi non entrano in campo convinti di potersela giocare alla pari: chi se non lui, di grazia, dovrebbe dare l'esempio? Presentare una formazione con Gurpegi e Gabilondo esterni e Orbaiz in mediana secondo lui cosa induce a pensare, che ce la vogliamo giocare a viso aperto o che pensiamo innanzi tutto a non prenderle? Io rimango basito, davvero. Va bene perdere, ma sentirsi pure prendere per il culo non è piacevole.
Come detto, Caparros decide di confermare la formazione iper-difensiva già proposta contro il Barcellona, con l'unica novità di Aitor Ocio, titolare dopo parecchi mesi, al posto dello squalificato Amorebieta. Emery opta per le due punte, dunque parte dall'inizio il mai troppo rimpianto Aritz Aduriz (che oggi è stato chiamato da Del Bosque in nazionale. Complimenti a lui e un cordiale vaffanculo a chi decise di svenderlo). Dopo cinque minuti di gioco - ma già la lettura della formazione era indicativa - si capisce che sarà una classica partita da trasferta dei Leoni, il che implica ovviamente un non-gioco diffuso e l'intasamento degli spazi. Il Valencia ci mette però pochissimo a prendere le misure ai baschi, capisce di poter sfondare a sinistra dove Pablo Hernandez è imprendibile e dopo 11 minuti va in vantaggio: Soldado si sposta sulla sinistra e attira fuori San José, combina proprio con Pablo, evita Aurtenetxe e Javi Martinez e mette in mezzo per Aduriz, che sfrutta un mezzo errore di Iraizoz (Gorka si tuffa in anticipo aspettandosi un rasoterra, invece l'ex Getafe lo scavalca con cross a mezza altezza) e mette dentro comodamente di testa. Giusta l'esultanza di Aritz, che avrebbe finito la carriera con noi se qualcuno non avesse deciso di cederlo, pensando peraltro di poterlo sostituire con Ion Velez e compagnia. La reazione biancorossa è inesistente, e d'altra parte c'è poco da aspettarsi da un centrocampo in cui sugli esterni giostrano un mediano e un cursore banalissimo e in mezzo transita Orbaiz, costantemente in difficoltà contro la velocità e gli inserimenti di Manuel Fernandes. Caparros, che alla mezz'ora dovrebbe togliere mezza squadra, sposta Orbaiz a destra (!), mossa mai vista, e accentra Gurpegi, trovando se non altro maggiore stabilità, anche se è impossibile creare qualcosa con una formazione del genere. Il Valencia in ogni caso domina in lungo e in largo, sfiora almeno 3-4 volte il raddoppio e non rischia nulla. A fine primo tempo lo "zero" alla casella tiri in porta dell'Athletic è una rappresentazione perfetta della partita penosa dei bilbaini.
La ripresa inizia con un cambio logico: Susaeta dentro al posto di Orbaiz. L'ingresso del numero 14 cambia subito il match, perché dà profondità ad almeno una delle fasce e consente di provare a giocare palla a terra. L'Athletic non fa niente di eccezionale, intendiamoci, ma è schierato con un undici più razionale e riesce a creare qualcosa dalle parti di Cesar, pur non costruendo palle gol clamorose. Al 58' Jokin mette dentro Toquero per alzare maggiormente il pressing e il buon Gaizka dimostra di poter essere utile in situazioni tattiche del genere, andando anche pericolosamente al tiro. Il Valencia comunque rischia sempre pochissimo e si ha l'impressione che Emery nell'intervallo abbia suggerito ai suoi di lasciare il pallone ai Leoni, già poco fantasiosi normalmente e nell'occasione privi pure di un regista; in ogni caso i valenciani, pur se provati dall'impegno di Coppa Campioni, reggono bene l'urto e riescono a tenere lontano dall'area di rigore gli attaccanti baschi. Al 68' esce Javi Martinez, infortunatosi in uno scontro con Cesar, e non avendo alcun centrocampista centrale in panchina (Iturraspe e Iñigo Perez non sono stati convocati...) l'allenatore di Utrera inserisce Muniain a sinistra e accentra Gabilondo. Tranne un tiro alto all'83' di Toquero, che nell'occasione anticipa Susaeta meglio piazzato, non succede nulla fino allo scoppiettante recupero. Prima Vicente segna il 2-0 in contropiede (un gol di gran classe per l'eterno infortunato del Valencia), quindi Gabilondo accorcia le distanze a un minuto dalla fine con una punizione all'incrocio. Il risultato non cambia e l'Athletic incassa così la seconda sconfitta consecutiva, sconfitta assolutamente meritata e che poteva essere evitata con un po' più di coraggio da parte del tecnico.
Ci troviamo dunque a recriminare per l'ennesima volta su una partita buttata via a causa di un primo tempo letteralmente non giocato; d'altra parte non è sempre domenica e non si può pensare di rimontare ogni volta uno svantaggio, anche perché il Valencia non è lo Sporting Gijon e credo che l'abbia ampiamente dimostrato. Meglio smetterla qui e passare ai voti, la voglia di ripetere sempre i medesimi concetti sinceramente mi è passata da un pezzo.

Le pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 6-: non è irreprensibile sul primo gol, poi fa il suo senza sbavature. Incolpevole in occasione del 2-0 di Vicente.
Iraola 7: nel primo tempo è l'unico a tentare altre soluzioni rispetto al pelotazo dalle retrovie e solo per questo meriterebbe un monumento. Con Susaeta davanti spinge con maggior intensità, è un peccato non poterlo vedere sempre in tandem con un altro elemento di qualità. Particolare non trascurabile: annulla Mata.
San José 6+: soffre come tutti nei primi 45 minuti, poi fa vedere che con la squadra meno schiacciata dietro è capace di tenere alta la linea e di difendere con efficacia.
Aitor Ocio 5: ha addosso tanta di quella ruggine da risultare quasi dannoso nella prima mezz'ora, nella quale stenta moltissimo a tenere la posizione. Col passare dei minuti ritrova un minimo di ritmo partita e migliora, ma non convince. La colpa ovviamente non è sua, anche perché soluzioni alternative rispetto all'impiego di un giocatore fuori da quasi un anno c'erano (Ramalho, Aurtenetxe centrale con Balenziaga a sinistra).
Aurtenetxe 5: al Mestalla comprende cosa significhi giocare contro una delle squadre migliori della Liga. Soffre moltissimo Pablo Hernandez, che lo salta spesso, in più non è aiutato da Gabilondo e lascia troppi spazi agli avversari. Ha comunque il merito di non perdere la testa, dote importante specie se si pensa alla sua età, e alla fine riesce in qualche modo a limitare i danni. Partite come questa lo aiuteranno sicuramente a maturare.
Gurpegi 6,5: inizia nell'ormai abituale posizione di esterno destro, ma ormai l'efficacia di questa soluzione è ridottissima. Al Valencia basta cambiare fascia, isolando Mata e giocando quasi sempre su Pablo, per aggirare l'ostacolo e creare scompiglio. Caparros lo rimette al centro dopo mezz'ora e lui dimostra che il suo ruolo naturale è quello di mediano, tappando ogni falla e limitando un Manuel Fernandes che stava diventando straripante. Sarà il caso di dire basta al confinamento di Carlos sulla fascia?
Orbaiz 4: inguardabile, il peggiore in campo per distacco. Inutile in regia perché i compagni lo scavalcano sempre coi lanci lunghi, è deleterio in fase di contenimento perché viaggia a meno della metà della velocità degli avversari. Caparros gli evita l'onta di una sosituzione dopo un terzo di gara spostandolo sulla destra, dove almeno tiene la posizione e non fa danni. Il motivo per cui venga ancora schierato titolare è un mistero paragonabile alle Piramidi o al Santo Graal: sarà il caso di chiamare Giacobbo per un'indagine di Voyager? Bollito (dal 46' Susaeta 7: entra lui e la partita cambia. Salta l'uomo, cerca sempre l'uno contro uno e mette dentro dei cross decenti. Fa quello che deve fare un'ala, insomma, e lo fa bene. Giorni fa ha detto di soffrire per la sua condizione di riserva: Susa, stai pur certo che soffriamo anche noi vedendoti in panchina, e tanto).
Javi Martinez 6,5: regge la baracca nella prima frazione, tamponando ovunque e sfiancandosi in un lavoro di copertura che frustra le sue innate capacità d'inserimento. Nella ripresa, protetto da Gurpegi, gioca sempre puntando l'area altrui e va alla conclusione un paio di volte. Esce dopo uno scontro con il portiere, speriamo non sia niente di grave (dal 68' Muniain 6,5: subito in partita, col suo gioco elettrico mette in difficoltà i difensori del Valencia, come dimostra con l'azione che porterà al gol di Gabilondo nella quale si incunea al centro della trequarti e viene steso al limite. Altro rompicampo per gli amanti degli indovinelli: com'è possibile che Caparros gli preferisca Gabilondo?).
Gabilondo 5: As lo indica come migliore in campo tra i Leoni, ma evidentemente abbiamo visto due partite diverse. Sulla fascia non riesce a imbastire un'azione degna di nota, in più latita in fase difensiva e lascia che Aurtenetxe venga travolto; meglio al centro, dove i suoi tocchi semplici e puliti hanno per lo meno un senso, tuttavia il motivo della sua titolarità mi sfugge. Il gol non lo riabilita.
Igor Martinez 5+: anche lui non ha colpe particolari per la sua brutta prestazione, causata dalla ricerca ossessiva della testa di Llorente da parte dei compagni che lo estromette dal gioco. Fa sinceramente rabbia vedere un talento del genere costretto a rincorrere dei palloni impossibili, e per di più Caparros lo toglie proprio quando l'Athletic inizia a mgliorare. Utilizzato così serve a poco (dal 59' Toquero 6,5: dimostra che può dire la sua se il contesto tattico è quello adeguato. Messo dentro per pressare e disturbare l'inizio dell'azione ché, fa il suo dovere egregiamente e riesce anche ad andare al tiro in due occasioni. Quando bisogna alzare il pressing e aggiungere peso a centro area è utile, molto più che da titolare).
Llorente 5,5: ancora una volta mi è toccato leggere diverse critiche verso di lui sui siti dei tifosi baschi, che evidentemente ad ogni azione pretenderebbero che Nando stoppasse il pallone, saltasse i suoi marcatori e la piazzasse all'incrocio con una botta da fuori. Come si può contestare un centravanti costretto per 90' a battersi spalle alla porta contro due o tre difensori non lo capisco. Capita anche di leggere che Llorente giochi meglio quando è in nazionale: e ci credo, lì lo servono palla a terra o con dei cross dal fondo, non con le pallonate dalla difesa. In pochi capiscono che un attaccante del genere, se innescato decentemente, sarebbe sul podio dei cannonieri da almeno un paio d'anni... Premessa a parte, non gioca benissimo contro il Valencia, ma non possiamo sempre chiedergli i miracoli.

Caparros 5: la Liga era iniziata con proclami europei e promesse di maggior aggressività contro le squadre migliori del torneo, eppure contro Atletico, Barcellona e Valencia abbiamo visto il solito film che a Bilbao va in onda da quattro anni. Mi sembra lapalissiano che il primo responsabile di ciò sia l'allenatore, ancora una volta troppo timoroso e incapace di dare uno straccio di gioco alla squadra. Quando a Lezama la squadra si allena sugli schemi cosa fa? Piazza Llorente in mezzo a tre uomini e giù pallonate? Capivo l'atteggiamento prudente le prime stagioni, quando c'era da ricostruire dopo annate tribolatissime, ma è possibile che la situazione sia rimasta la stessa e non si sia minimamente evoluta? E' possibile che siano titolari i più scarsi? E' possibile vedere in campo Gabilondo e Orbaiz quando in panchina ci sono Muniain e Susaeta e a casa sono rimasti Iturraspe e De Marcos? Abbiamo una rosa che può competere per il quinto-sesto posto: sfruttiamola! Tutto ciò per tacere di Orbaiz ala destra e della genialata di far giocare dall'inizio tutti e tre i centrali di centrocampo convocati, cosicché quando Javi Martinez è dovuto uscire al centro è andato Gabilondo. Sono errori talmente grossolani da far nascere qualche sospetto, perché Jokin è sì un difensivista, ma è anche un tecnico navigato e capace. Che le scarsissime speranze di rinnovo gli abbiano tolto motivazioni, un po' come successe il secondo anno al Depor?

sabato 2 ottobre 2010

Domani Athletic-Valencia.

Ennesimo anticipo del sabato (inizio alle 22) per l'Athletic, orario alquanto scomodo per molti tifosi biancorossi - me compreso - che devono fare i salti mortali per vedere il match. La scorsa settimana purtroppo mi sono perso la sfida con il Barcellona, incontro che ho poi visto in differita anche se non sono riuscito, causa impegni molteplici, a scrivere qualcosa qui sul blog. Ragionando a freddo, i punti interessanti mi sono sembrati fondamentalmente tre: 1) il passo indietro tattico di Caparros, che com'era presumibile ha rinunciato al 4-2-3-1 visto contro il Maiorca per riproporre un 4-4-1-1 bloccato con Gurpegi esterno destro; 2) la buona prestazione della squadra finché è durata la parità numerica; 3) l'espulsione di Amorebieta, sulla quale si è scritto moltissimo sui giornali sportivi spagnoli in questi ultimi giorni. Mi sembra chiaro a tutti che il fallo di Nando non meritasse il rosso diretto, nonostante l'entrata del basco-venezuelano fosse stata scomposta e irruenta come da specialità della casa; il vero nocciolo della polemica non risiede tanto nell'errore tecnico dell'arbitro, piuttosto evidente e che comunque fa parte del gioco, quanto nella disparità di trattamento nei confronti dell'Old Firm iberico Real Madrid-Barcellona che ha raggiunto vette finora insondate. Gurpegi ieri lo ha detto chiaramente: per i media esistono solo Madrid e Barça, le altre squadre sono solo comparse (e qui ha citato il Valencia capolista di cui non parla nessuno). Come dare torto all'ottimo Carlos? Ovviamente chiunque comprende le ragioni per cui i mezzi di comunicazione si concentrano di più sulle due maggiori realtà del campionato, ma da qui ad apprezzare (anzi, a favorire) la trasformazione della cosiddetta "Liga de Estrellas" in una Scottish Premier League più tecnica ce ne corre. Le entrate dei bruti difensori sui poveri Messi e Cristiano Ronaldo, le schermaglie tecnico-dialettiche tra Guardiola e Mourinho, le parole dei leader Xavi e Xabi Alonso, e poi i record di Pedro (basta!), le polemiche su Pedro Leon (sic!), Real Madrid e Barcellona, Barcellona e Real Madrid...signori, non se ne può più. Tutta la settimana assistiamo a bombardamenti del genere, poi arriva la domenica e alla prima entrata un po' rude si vede l'arbitro mettere mano al cartellino rosso e falsare una partita già segnata da un gap tecnico evidente. Ricordo che al momento dell'espulsione di Amorebieta il punteggio era di 0-0, dunque l'arbitro ha dato più di una mano ai catalani. La rabbia non nasce, ripeto, dall'episodio in sé, che nel contesto di una partita di calcio può starci; è la disparità di trattamento, l'evidente parzialità che in questo momento regna sovrana nella Liga a esasperare tutti gli amanti di questo campionato. Il mio amico Emiliano ha lanciato una giusta provocazione: se questo è l'andazzo, che tutte le squadre della Primera Division schierino la squadra B contro Madrid e Barça, lasciandole libere di giocarsi il titolo in pace nei due scontri diretti ed evitando di continuare a fare i conti con il loro dualismo ossessivo. Se questo è il calcio che a lorsignori piace, se lo prendano e non rompano più le scatole a noialtri. Novità nelle convocazioni di Caparros per domani: a Valencia ci saranno Toquero, al rientro dopo l'infortunio, Balenziaga e soprattutto Ibai Gomez, l'altro acquisto estivo che finora ha ben figurato nel Bilbao Athletic, del quale è capocannoniere con 3 gol in 6 partite. Resta invece a casa Ustaritz, che avrebbe dovuto sostituire lo squalificato Amorebieta ma che si è infortunato proprio durante l'ultimo allenamento a Lezama; con lui rimangono a Bilbao Iturraspe, Iñigo Perez, De Marcos, Velez e Castillo, tutti per scelta tecnica, e l'acciaccato Koikili. Questi i 18 giocatori convocati: Iraizoz, Raul; San José, Iraola, Aitor Ocio, Aurtenetxe, Balenziaga; David López, Gabilondo, Susaeta, Orbaiz, Gurpegi, Javi Martinez; Igor Martinez, Muniain, Ibai Gomez, Toquero, Llorente.

sabato 25 settembre 2010

Convocati per Athletic-Barcellona.


Coda ai botteghini del San Mamés per assicurarsi i biglietti di Athletic-Barcellona (foto Deia.com).

Questa mattina Caparros ha diramato le convocazioni per la partita di domani sera (calcio d'inizio alle ore 22) contro il Barcellona. Questa la lista: Iraizoz, Raúl; Amorebieta, San José, Iraola, Aitor Ocio, Aurtenetxe; David López, Gabilondo, Gurpegi, Susaeta, Javi Martínez, Orbaiz, Iturraspe; Muniain, De Marcos, Llorente, Igor Martínez. Restano fuori per scelta tecnica Ustaritz, Balenziaga, Castillo, Íñigo Pérez (protagonista martedì scorso), Ion Vélez e Castillo, mentre Koikili e Toquero sono ancora infortunati. Fernando Llorente figura tra i convocati anche se la sua presenza in campo è ancora fortemente in dubbio: l'ariete riojano è uscito malconcio dalla partita con il Maiorca e al momento non è chiaro se potrà partire o meno tra i titolari. Secondo me Llorente giocherà, altrimenti Jokin avrebbe chiamato l'unica altra prima punta della rosa, Ion Velez, che invece guarderà l'incontro dalla tribuna. Il navarro sicuramente non sarà felice ma almeno ha un posto assicurato al San Mamés, al contrario delle centinaia di persone che ieri hanno affrontato una fila di tre ore per ottenere uno dei pochi biglietti ancora disponibili. Ci sono molte aspettative riguardo a questa partita e devo confessare che anch'io sto vivendo una vigilia tra la curiosità e la tensione: curiosità per scoprire quale atteggiamento tattico sceglierà Caparros e per verificare le reali potenzialità di questa squadra, tensione perché davanti ai Leoni ci saranno i fantastici campioni blaugrana, Messi escluso (il pestone di Ujfalusi lo terrà fuori per un paio di settimane). I precedenti casalinghi con il Barcellona sono positivi (41 vittorie, 17 pareggi e 21 sconfitte), tuttavia negli ultimi dieci anni ci sono state solo due vittorie biancorosse, di cui una all'ultima giornata della Liga vinta da Rijkaard che schierò una formazione rimaneggiatissima, a fronte di tre pareggi e ben cinque affermazioni dei catalani; l'anno scorso finì 1-1 con reti di Daniel Alves e Toquero.

giovedì 23 settembre 2010

4a giornata: Athletic 3-0 Mallorca.


Iturraspe festeggia Iñigo Perez dopo il gol del 3-0 (foto Athletic-club.net).

Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, San José, Amorebieta, Aurtenetxe; Iturraspe, Javi Martínez; David López (66' De Marcos), Igor Martínez (72' Susaeta), Muniain (80' Íñigo Pérez); Llorente.
RCD Mallorca:
Aouate; Cendrós (65' Webó), Nunes, Ramis, Kevin; Martí, De Guzmán; Nsue, Pereira, Gonzalo Castro; Cavenaghi.
Reti:
43' David López, 61' San José (rig.), 92' Íñigo Pérez.
Arbitro:
Fernando Teixeira Vitienes (Comité cántabro).

L'Athletic brilla solo per un tempo, il secondo, ma per superare un Maiorca irriconoscibile 45 minuti di qualità bastano e avanzano. Finalmente qualcosa si muove in panchina: Caparros ha messo dentro dall'inizio Iturraspe, Muniain e Igor Martinez, ottenendo una risposta sicuramente positiva rispetto alle solite partite impostate solo sui lanci dalle retrovie per Llorente. Da tempo invocavo una soluzione di questo tipo, giacché i giocatori tecnici e capaci di dialogare palla a terra in rosa non mancano, e adesso spero che l'esperimento di martedì sera abbia un seguito; in realtà non ne sono troppo convinto, almeno a breve termine, perché Jokin sicuramente non prescinderà da Toquero quando rientrerà e vorrà sicuramente trovare un posto a Gurpegi, che - mi costa dirlo - quest'anno per me non dovrebbe essere titolare fisso. Sia come sia, al San Mamés si è vista una squadra con potenzialità veramente interessanti: Iturraspe è un signor regista e si completa alla perfezione con Javi Martinez, ormai divenuto un centrocampista universale, in grado di fare tutto benissimo; Muniain è pronto per giocare dall'inizio; Igor Martinez si candida a diventare una delle maggiori sorprese delle stagione. Se a tutto ciò si aggiungono Susaeta e De Marcos, ieri in panchina, e la carta-Iñigo Perez, altro giovane di qualità, il quadro si fa davvero succulento. Caparros, si sa, non è un tecnico che fa del gioco offensivo il suo credo, tuttavia rinunciare a tale abbondanza in luogo della classe operaia (Gabilondo, David Lopez, Toquero), dei mostri sacri (Orbaiz) o di un difensivismo spesso eccessivo (Gurpegi esterno destro) appare uno spreco pazzesco, un peccato capitale; speriamo che il 3-0 contro il Maiorca possa contribuire a cambiare la storia della stagione che è appena cominciata. Sicuramente il 4-2-3-1 proposto martedì ci ha messo un po' a carburare, tuttavia nella ripresa si sono intraviste le potenzialità di questa disposizione tattica: Iturraspe sa innescare palla a terra gli attaccanti, Llorente è una boa di grande qualità e la coppia Muniain-Igor Martinez (a cui deve aggiungersi Susaeta, troppo superiore a David Lopez) sa proporre inserimenti, tagli senza palla e scambi continui di posizione capaci di mandare in crisi qualsiasi difesa. Nel primo tempo, giocato maluccio da entrambe le squadre, ci sono stati ancora troppi lanci lunghi a saltare il centrocampo, probabilmente dovuti all'abitudine al pelotazo dei difensori centrali; quando nel secondo i Leoni hanno cominciato a dialogare palla a terra, però, la musica è cambiata e le occasioni da gol sono fioccate. L'Athletic sicuramente è stato fortunato in occasione del primo gol (un cross di David Lopez bucato dai centrali e che si è insaccato lemme lemme sul palo lontanto) ed è stato anche omaggiato di un rigore dubbio, ma va detto che il Maiorca è apparso solo la brutta copia della squadra di Manzano; quando si tira in porta una volta in 90' c'è poco da recriminare, come ha ammesso lo stesso Laudrup nel dopo gara. Ultima nota per l'età media della formazione schierata da Caparros: 23 anni e rotti, con ben 8 canterani su 11 dall'inizio (più altri due inseriti a partita in corso). Un altro calcio è possibile, per lo meno a Bilbao.

Pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 6: si riscatta della brutta serata di Gijon con una partita sobria e senza sbavature. Viene impegnato poco, è vero, ma appare sempre molto concentrato.
Iraola 6,5: capitano per le assenze di Orbaiz e Gurpegi, gioca una partita ordinata e senza squilli, riuscendo però ad appoggiare sempre l'azione offensiva con continuità. Contro il "Chori" Castro non soffre mai.
San José 7: annulla Cavenaghi insieme al collega e tira un rigore perfetto, chiudendo virtualmente il match.
Amorebieta 6,5: serata di tutta tranquillità, Cavenaghi prima e Webó poi gli rimbalzano contro senza riuscire a saltarlo una sola volta.
Aurtenetxe 6,5: la maturità e la sicurezza che dimostra partita dopo partita sono sorprendenti. Non spinge moltissimo, ma tiene la posizione e controlla senza patemi Nsue, il più attivo dei trequartisti avversari.
Iturraspe 6,5: a centrocampo sa starci, eccome. Buon senso della posizione, ottime geometrie, è un regista dotato e sa far girare velocemente il pallone. Attualmente è una spanna sopra ad Orbaiz.
Javi Martinez 6,5: la condizione è in crescita e le prestazioni migliorano di pari passo con essa. Contrasta, riparte e si inserisce senza pause: una colonna.
David Lopez 6+: fino al momento del gol è il peggiore dei centrocampisti avanzati, poi la rete casuale lo sblocca. Meglio nella ripresa, quando si rende pericoloso in un paio di occasioni, ma Susaeta è un'altra cosa (dal 66' De Marcos 6: entra subito nel vivo del gioco e dimostra di poter rendere molto di più con questo tipo di schema).
Igor Martinez 7: conferma tutto ciò che di buono aveva mostrato a Gijon. È tecnico, veloce e possiede la rara capacità di saper servire l'ultimo passaggio al momento giusto. Parte al centro e si scambia spesso con Muniain, facendo venire il mal di testa ai maiorchini. Può diventare importante per questa squadra (dal 72' Susaeta 6: dà un saggio delle sue qualità dribblando un avversario in un fazzoletto per poi servire l'assist da cui nascerà il 3-0. Cosa ci faceva in panchina?).
Muniain 7: quando parte palla al piede dà sempre l'impressione di poter creare qualcosa di pericoloso per gli avversari. Miglior biancorosso nel primo tempo, nel secondo è sempre attivo ed esce dal campo tra gli applausi (dall'80' Iñigo Perez 6,5: in dieci minuti mette Llorente davanti al portiere e segna il primo gol con l'Athletic. Ha qualità, deve entrare a far parte delle rotazioni a centrocampo).
Llorente 6-: il meno brillante della compagnia, sbaglia un paio di gol di cui uno clamoroso a fine gara (peraltro con De Marcos liberissimo dall'altra parte). Resta comunque fondamentale per la sua funzione di boa, e quando la squadra inizia a tenere la palla a terra sembra ancora più a suo agio.

Caparros 6,5:
finalmente tenta qualcosa di diverso rispetto al suo classico 4-4-2 rigidissimo e trova risposte confortanti. Ha una rosa giovane, ricca di talento e con grandi potenzialità, adesso sta a lui dare continuità alla partita col Maiorca. Per adesso onore al merito per quanto visto martedì.

martedì 21 settembre 2010

3a giornata: Sporting 2-2 Athletic.


Gurpegi suona la carica dopo aver segnato il gol del 2-1 (foto Athletic-club.net).

Sporting: Juan Pablo; Lora, Botía, Gregory, Canella; Eguren, Rivera; Nacho Novo (73' Luis Morán), De las Cuevas (78' Carmelo), Diego Castro; Sangoy (63' Barral).
Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, San José, Amorebieta, Aurtenetxe; Gurpegui, Orbaiz (86' Iturraspe), Javi Martínez, Gabilondo (54' Susaeta); Igor Martínez (70' Ion Vélez); Llorente.
Reti:
12' De las Cuevas, 23' Sangoy, 28' Gurpegui, 58' Llorente.
Arbitro:
Álvarez Izquierdo (Colegio catalán).

Se dovessero chiedermi quali caratteristiche rendono immediatamente identificabile l'Athletic di Caparros, tra le altre citerei senza dubbio la "sindrome Stevenson o di Jekyll/Hyde", ovvero la capacità impressionante di mostrare due atteggiamenti completamente diversi nel contesto di una sola partita. Questa nota malattia calcistica, i cui primi sintomi cominciarono a intravvedersi più o meno quattro anni orsono, è tornata a manifestarsi sabato sera allo stadio El Molinon di Gijon e ha lasciato esterrefatti numerosi esperti per la violenza con cui si è presentata. Primo tempo molle, apatico, senza idee e condito da errori da oratorio; ripresa frizzante, volitiva e di buon livello tecnico-tattico. In mezzo, solo 15 minuti per riprendere fiato e bere qualcosa di fresco (il tè caldo lo lascio più che volentieri a Caressa). Spiegazioni? Poche e confuse, giacché ancora non si conoscono origini e cause della sindrome Stevenson. Di certo è stata una partita godibile e ha fruttato un punto che, per come si erano messe le cose dopo i primi 25 minuti di gioco, non dev'essere disprezzato.
Jokin stupisce riproponendo Gurpegi esterno destro, mossa che pareva inflazionata dopo essere stata utilizzata con risultati alterni (bene all'inizio, male nel finale di Liga) per larga parte della scorsa stagione; a centrocampo ritorna Orbaiz, che parte per la prima volta titolare, mentre a supportare Llorente c'è Igor Martinez, esordiente assoluto in Primera intorno al quale c'è grande curiosità dopo le ottime prestazioni nel precampionato. Lo Sporting di Preciado è in formazione tipo, con un 4-2-3-1 nel quale sono titolari i due nuovi acquisti Nacho Novo e Sangoy. La partita, purtroppo per i Leoni, viene subito mal indirizzata da un grossolano errore di Iraizoz, che si lascia sfuggire un crossetto innocuo di Novo e serve a De las Cuevas il più comodo degli assist. Il match è dunque subito in salita, i bilbaini danno segni di vita cogliendo un palo con Javi Martinez ma si fermano lì, ricominciando col solito monoschema del pelotazo e così sia. Che la difesa sia ancora un po' traballante, poi, lo dimostra il 2-0 dei padroni di casa, cui basta un lancio preciso di Rivera per bucare la retroguardia (Amorebieta viene risucchiato a sinistra, San José marca De las Cuevas e non c'è nessuno che scali sul centravanti) e mettere Sangoy solo davanti a Iraizoz; l'argentino è bravissimo nel controllare e tirare immediatamente, tuttavia le responsabilità del reparto arretrato basco sono evidenti. La notevole mazzata provocata dall'uno-due dello Sporting viene fortunatamente mitigata subito dal gol di Gurpegi, assistito nell'occasione da un bravissimo Igor Martinez: l'ex Alaves si sposta a sinistra su un ribaltamento di fronte, evita due avversari e trova con precisione la testa di Carlos nell'area piccola. L'Athletic sembra accontentarsi ed esaurisce qui la sua azione, mentre la squadra di Preciado controlla. A inizio secondo tempo, oltre a Susaeta, entra in campo anche la sindrome Jekyll/Hyde: i Leoni sono positivamente irriconoscibili, dominano il possesso palla ed esprimono un calcio gradevole, come se i continui lanci della prima frazione fossero stati fatti per scherzo. Al 54' Igor Martinez trova un corridoio fantastico per Llorente, sciagurato nello spedire fuori, ma dopo 4 minuti Nando si riscatta con un preciso colpo di testa su corner di Orbaiz. I bilbaini ora fanno la partita con grande convinzione e lasciano allo Sporting solo il contropiede, anche se gli asturiani sono sempre pericolosi e sfiorano il 3-2 grazie ad una nuova uscita a farfalle di Iraizoz; il gol sembra nell'aria, Susaeta e Llorente ci provano senza fortuna e l'incontro si avvia al termine. Proprio nel recupero l'Athletic avrebbe però il colpo del k.o.: Ion Velez, riapparso dopo una lunga assenza, tiene in gioco un pallone destinato ad uscire, Llorente serve Susaeta e Markel tira di prima intenzione, trovando purtroppo la grande risposta di Juan Pablo.
2-2 giusto o che ci va stretto? Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Meglio la carbonara o l'amatriciana? Dichiarando conclusa la fiera delle domande inutili, teniamoci stretto il punto e pensiamo a fare bottino pieno domani contro il Maiorca di Michelino Laudrup.
I migliori e i peggiori nell'Athletic: da sottolineare senza dubbio la bella prova di Igor Martinez, che esordisce senza paura in uno stadio difficile come il Molinon. Un assist, tanto movimento e una qualità di gioco evidentissima confermano le buone sensazioni che aveva trasmesso ad agosto, quando si era segnalato per i gol e il talento palla al piede; a parer mio è inferiore solo a Muniain come partner di Llorente, vedremo cosa deciderà Caparros nelle prossime partite. Gurpegi è l'altro uomo-copertina, non solo per il gol ma soprattutto per l'abnegazione e la capacità di adattamento che lo portano a saper essere decisivo in più di una posizione. Llorente è a quota tre gol in tre partite: serve altro da un centravanti? Aurtenetxe conferma di essere solido e affidabile, Javi Martinez mostra una condizione in crescendo.
Giornata-no per Iraizoz: commette un errore marchiano sul primo gol, non è particolarmente reattivo in occasione del secondo e rischia di combinare un'altra frittata a fine gara; in settimana si era parlato di un interessamento dell'Arsenal, di certo con questa prova non avrà convinto Wenger. Orbaiz, indicato da As come migliore in campo, a me non è piaciuto per nulla, sia per l'ormai cronica staticità che per la piattezza della sua regia; in rosa ci sono due prospetti come Iturraspe e Iñigo Perez, non sarebbe meglio provarli ogni tanto? Gabilondo regala l'ennesima prova incolore, la coppia San José-Amorebieta non è irreprensibile in occasione del 2-0.

sabato 11 settembre 2010

Stasera Athletic-Atletico.


De Marcos rientra nella lista dei convocati dopo l'assenza contro l'Hercules.

Seconda giornata di campionato e prima partita di prestigio della stagione 2010/2011 per l'Athletic: alle 22 scenderanno infatti sul terreno del San Mamés i Leoni e i "materassai" dell'Atletico Madrid. I nostri parenti poveri (l'Atletico venne fondato da alcuni studenti baschi residenti nella capitale come succursale dell'Athletic) sembrano d'improvviso diventati un'invincibile armata solo perché si sono aggiudicati la Supercoppa europea contro 11 zombi in maglia nerazzura, per poi vincere di goleada contro uno squadrone come lo Sporting Gijon; di fronte a questi due successi in serie - roba grossa - i giornali e l'ambiente colchonero si sono esaltati in maniera pazzesca, arrivando a delirare di un possibile ruolo da terzo incomodo per la vittoria della Liga. Come no. La partita di stasera rappresenta dunque un'occasione imperdibile per ridimensionare subito una delle nostre rivali storiche, che in questo momento viene pompata su tutti i media con una persistenza e una mancanza di obiettività che hanno quasi del ridicolo (per fare un esempio, oggi Marca.com titola sulla partita: "Primera prueba de fuego para el lider", come se l'Atletico fosse solo al comando e non in cima alla classifica dopo appena una giornata per differenza reti, peraltro a pari punti anche con l'Athletic). Caparros ha convocato i seguenti 18 giocatori: Iraizoz, Raúl; Ustaritz, Amorebieta, San José, Iraola, Aurtenetxe; David López, Iturraspe, Gabilondo, Susaeta, Orbaiz, Gurpegui, Javi Martínez; Muniain, De Marcos, Toquero, Llorente. Gabilondo e Toquero si sono pertanto ripresi dai loro infortuni, e bisogna dire che Gaizka ha fatto un mezzo miracolo recuperando in un paio di settimana dalla lesione alla caviglia che lo costrinse a uscire con le stampelle dallo stadio dell'Hercules; l'unica novità rispetto ad Alicante è rappresentata da De Marcos, inserito tra i convocati al posto di Castillo. Restano fuori per scelta tecnica anche Iñigo Perez, Balenziaga e Aitor Ocio, mentre Ion Velez e Koikili sono ancora infortunati. Nell'Atletico due assenze di rilievo, quelle di Fran Merida e soprattutto di Ujfalusi, colonna della difesa di Quique Sanchez Flores. Negli ultimi cinque anni i colchoneros hanno vinto per tre volte alla Cattedrale, anche se i precedenti a Bilbao restano nettamente a favore dei baschi, con 39 vittorie su 73 incontri (20 i successi madrileni, 14 i pareggi), l'ultima delle quali l'anno scorso, 1-0 con gol di Javi Martinez.

martedì 31 agosto 2010

1a giornata: Hercules 0-1 Athletic.


Capitan Gurpegi lotta a centrocampo (foto Athletic-club.net).

Hércules: Calatayud; Cortés, Abraham Paz, Pamarot, Peña; Fritzler, Abel Aguilar (57' Kiko); Tote, Tiago Gomes (84' Cristian), Sendoa (68' Thomert); Portillo.
Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, Amorebieta, San José, Aurtenetxe; Susaeta (84' Iturraspe), Gurpegui, Javi Martínez, Gabilondo (54' Muniain); Toquero (39' David López), Llorente.
Reti:
46' Llorente.
Arbitro:
Rubinos Pérez (Colegio Madrileño)
Note: espulso all'89' Fritzler (H) per doppia ammonizione.

Si ricomincia esattamente da dove si era finito, e d'altra parte era quasi impossibile immaginare un Athletic diverso da quello uscito sabato sera con i tre punti dal Rico Perez. Il mercato estivo è stato pressoché nullo (i due nuovi acquisti Ibai e Igor Martinez hanno giocato con il Bilbao Athletic) e Caparros, forte dei risultati ottenuti sin qui, giustamente non ha ritenuto di dover cambiare niente dal punto di vista tattico, come era peraltro apparso chiaro nel precampionato. Ad Alicante i Leoni sono scesi in campo con una formazione identica per 9/11 a quella dello scorso anno: Gabilondo in luogo di Yeste e Aurtenetxe in campo dall'inizio sono state le uniche novità di rilievo. Anche la partita ha seguito la falsariga di tante esibizioni dei biancorossi, bravi a sfruttare l'episodio (un calcio di punizione dalla trequarti di Gabilondo deviato da Llorente alle spalle di Calatayud) ed a contenere la reazione dell'Hercules, squadra invero apparsa modesta e ancora priva dei giusti automatismi. Fin quando ha dovuto fare la partita l'Athletic si è visto solo con i soliti lanci lunghi per Llorente, con Toquero a correre intorno al numero 9 cercando di sfruttarne le sponde; dopo il gol, tuttavia, i Leoni sono apparsi più solidi (ottima la diga Gurpegi-Javi Martinez) e hanno mostrato qualche combinazione palla a terra grazie a Muniain, molto ispirato nel suo ruolo naturale di seconda punta. Gli alicantini hanno tentato una reazione ma sono stati frenati dalla presenza di un Portillo involuto e inguardabile, lontanissimo dal giovane bomber che vinse una Coppa dei Campioni col Madrid diversi anni fa; con Valdez e Trezeguet in campo sarebbe stato un altro discorso, anche perché la difesa bilbaina ha scricchiolato su un paio di iniziative dell'ottimo Tote. Insomma, primi tre punti col minimo sforzo: l'inizio ideale per un Athletic che quest'anno vuole centrare l'Europa.

Pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 6,5: si guadagna la pagnotta chiudendo lo specchio a Portillo nel primo tempo e mostrando sicurezza in occasione del forcing finale dell'Hercules.
Iraola 6: non soffre l'ex canterano biancorosso Sendoa, ma spinge poco rispetto ai suoi standard.
San José 5,5: si perde Portillo nell'occasione del primo tempo e buca il lancio di Tote spalacando la porta all'ex Osasuna nel secondo.
Amorebieta 6-: nel contesto di un pomeriggio tranquillo sbanda pericolosamente un paio di volte.
Aurtenetxe 6,5: è un terzino adattato e bada poco a salire, tuttavia assicura una copertura diligente della sua zona, senza contare che l'esperienza accumulata in Primera sarà utile in previsione di un futuro utilizzo da centrale; tirando le somme, un buon esordio.
Susaeta 7: uno dei pochi capaci di creare superiorità numerica e pericoli per la difesa avversaria. Sfiora la rete due volte, clamorosa la punizione che dà l'illusione del gol al 37' del primo tempo (dall'84' Iturraspe s.v.).
Gurpegi 6: quando c'è da impostare non si vede mai, ma è utilissimo come diga davanti alla difesa dopo il vantaggio.
Javi Martinez 6,5: prima frazione col freno a mano tirato, si scioglie progressivamente nella ripresa e finisce per dominare il centrocampo con le sue ampie falcate.
Gabilondo 6: come sempre non fa niente di trascendentale, però mette sulla testa di Llorente il pallone della vittoria (dal 54' Muniain 6,5: quando prende palla è sempre in grado di inventare qualcosa. Caparros lo schiera seconda punta e lui lo ripaga con una mezz'ora di grande qualità. Da riprovare in questa posizione).
Toquero 6-: non riceve un pallone pulito e si arrangia come può fino all'infortunio che lo toglie dai giochi (dal 39' David Lopez 5,5: non lascia tracce di sè nel match).
Llorente 6+: invisibile per 89 minuti, appare quando serve e segna il gol che decide l'incontro.

Caparros 6: stupisce negativamente quando inserisce David Lopez per Toquero, spostando Susaeta a supporto di Llorente, ma riprende quota schierando finalmente Muniain nel suo ruolo naturale. La prestazione della squadra è tutt'altro che trascendentale, ma il suo calcio è questo e ormai dovremmo esserci abituati. I tre punti comunque li conquista, partire bene era importante e Jokin c'è riuscito.

domenica 29 agosto 2010

Si comincia.


Un giovane Amorebieta posa con la maglia della nazionale venezuelana.

La telenevole è finita: con un comunicato ufficiale sul proprio sito, l'Athletic ha reso nota la rinuncia di Amorebieta alla convocazione del Venezuela per le due amichevoli del 3 e del 7 settembre prossimi, nonché - si ipotizza - per qualunque impegno futuro della vinotinto. Diciamo la verità, Nando non esce bene da questa vicenda. Prima aveva dichiarato di essere disponibile a giocare per il Venezuela, paese in cui è nato e ha vissuto per i primi due anni (i genitori, baschi di Iurreta, si trovavano lì per lavoro); in seguito alla presa di posizione dell'Athletic, contrario per motivi logistici legati agli spostamenti in Sudamerica, il giocatore ha preso tempo, e infine ha rifiutato l'agognata convocazione giunta pochi giorni fa. Per me questa pantomima aveva l'unico scopo di indurre Del Bosque a chiamarlo, ed evidentemente sono bastate delle generiche parole di considerazione del selezionatore per indurre il numero 5 biancorosso a tornare sui suoi passi. Non mi sembra che Nando abbia fatto una gran figura con la federazione venezuelana (e neppure con quella spagnola), ma almeno adesso le cose sono state chiarite. Amorebieta, tra l'altro, è stato protagonista dell'unica offerta vera arrivata all'Athletic per un suo giocatore: i russi del Rubin Kazan si sono visti rifiutare da Macua e soci un'offerta di 12 milioni di euro. E' stato giusto rispedire i soldi al mittente? Forse sì, anche se resto convinto che entro un paio d'anni Nando debba essere venduto per poter evitare di cedere altri prezzi pregiati. In fondo, non è cero insostituibile...

Chiuso il caso-Amorebieta, possiamo parlare della nuova stagione della Liga che inizierà ufficialmente fra tre ore con Hercules-Athletic. La partita è subito molto importante, poiché il calendario balordo che presenta Atletico, Valencia, Barcellona e Siviglia nelle prime otto gionate di campionato costringe i Leoni a fare assolutamente punti contro le rivali più abbordabili, onde evitare di ritrovarsi a fine ottobre nelle zone basse della classifica. Per la sfida di questo pomeriggio Caparros ha convocato 19 giocatori: Iraizoz, Raúl; Ustaritz, Amorebieta, San José, Iraola, Castillo, Aurtenetxe; David López, Iturraspe, Gabilondo, Susaeta, Orbaiz, Gurpegui, Javi Martínez; Llorente, De Marcos, Toquero, Muniain. Sono rimasti a casa gli infortunati Koikili, Ramalho e Velez, nonché i due volti nuovi Ibai e Igor Martinez, lasciati fuori per scelta tecnica insieme a Iñigo Perez, Balenziaga e Aitor Ocio. La formazione si discosterà da quella tipica dell'anno scorso solo sulla fascia sinistra: il giovanissimo Aurtenetxe ha scalato le gerarchie in precampionato e dovrebbe partire titolare al posto di Castillo, mentre il vuoto lasciato dall'addio di Yeste verrà presumibilmente riempito da Gabilondo. A centrocampo i giornali indicano un doble pivote composto da Gurpegi e Javi Martinez, ma credo che Jokin potrebbe puntare fin da oggi su Iturraspe in luogo di Carlos. Uno sguardo ai nostri avversari di oggi: l'Hercules di Alicante è tornato in Primera dopo un'assenza di 13 anni ed è tuttora un cantiere aperto, tanto che il tecnico Esteban Vigo si è lamentato con la stampa per il ritardo con cui sono arrivati gli ultimi rinforzi, che infatti non giocheranno oggi (tra loro il paraguaiano Valdez, assenza benefica per l'Athletic). Nelle fila degli alicantini si segnalano le vecchie glorie Rufete e Portillo e il bilbaino Sendoa Agirre, giunto finalmente nella massima serie a 34 anni. I precedenti in Liga dell'Athletic al "Rico Perez" sono di 5 vittorie, 5 pareggi e 9 sconfitte in 19 incontri; l'ultima partita in casa degli alicantini risale al 2007, quando i gol di Llorente e Del Horno permisero di pareggiare 2-2 l'andata dei sedicesimi di Copa del Rey (al ritorno finì 2-0 per l'Athletic).

martedì 17 agosto 2010

La pretemporada va avanti.



Innanzi tutto vorrei illustrare la foto con cui si apre il post: si tratta dei Leones Italianos (me compreso) in visita all'hotel genovese che ha ospitato l'Athletic prima della partita con il Genoa. Nel gruppone si possono riconoscere Caparros, Gurpegi e il mitico "Txopo" Iribar, disponibili e gentili come sempre.
La partita è stata molto meno allegra e divertente rispetto al clima della foto, anche se ci siamo dati da fare per sostenere la squadra per tutti i 90 minuti; purtroppo lo spettacolo sul campo è stato davvero inguardabile, più per colpa dell'Athletic che del Genoa, e la vittoria per 1-0 dei grifoni (seconda sconfitta consecutiva dei bilbaini dopo l'1-2 di Wolverhampton) è stata legittima. Jokin ha proposto una squadra plausibile nel suo undici titolare (almeno fino alla coppia di attaccanti Toquero-Muniain, troppo leggera), ma non è riuscito a dare alternative ad un gioco tutto basato sui lanci lunghi che si è rivelato fin troppo facile da leggere per gli imponenti centrali rossoblu. Insomma, tirando le some non si sono visti né tiri né occasioni da gol evidenti per i biancorossi, incapaci di sviluppare trame concrete dalla mediana in su; positiva, invece, la prova del reparto difensivo, con il duo Amorebieta-Ustaritz raramente in difficoltà e gli esterni Iraola e Aurtenetxe poco presenti in fase di spinta ma piuttosto diligenti in copertura. La presenza del giovanissimo Jon nella formazione di partenza non è più una novità: Caparros sembra ormai intenzionato a promuoverlo terzino sinistro titolare, cosa che porterà ad un sovraffollamento clamoroso in quel ruolo. Attualmente a contendersi la maglia numero 3 vi sono infatti Aurtenetxe, Koikili, Castillo e Balenziaga, troppi galli per un solo pollaio, e non a caso stanno circolando voci su una possibile cessione di almeno uno di questi quattro giocatori (Castillo il più gettonato, giacché Koi è una riserva ideale e Balenziaga è stato spesso schierato ala sinistra). A proposito di movimenti in uscita, dispiace riportare la notizia del prestito di Diaz de Cerio al Cordoba, compagine di Segunda Division; la motivazione ufficiale è che all'ex attaccante della Real Sociedad servono minuti per ritrovare la forma migliore dopo il grave infortunio di quasi due anni fa, tuttavia sono spinto a credere che il rendimento del giocatore sia stato ritenuto insufficiente dalla guida tecnica dell'Athletic, soprattutto considerando l'abbondanza di giocatori offensivi nella rosa dei Leoni. Mi piacerebbe sapere, a questo punto, le motivazioni che hanno portato all'acquisto di un calciatore praticamente mai utilizzato da Caparros, la cui vicenda mi ricorda sinistramente quella di Zubiaurre; una domanda sorge spontanea, per dirla alla Lubrano: il mercato viene fatto in accordo con l'allenatore oppure Caparros non viene consultato?

venerdì 30 luglio 2010

Aggiornamenti sul precampionato.



Dopo la vittoria per 3-1 sul campo del Braga, giunto secondo lo scorso anno nel campionato portoghese, i biancorossi hanno pareggiato ieri per 2-2 contro l'Alaves, squadra che attualmente milita in Segunda B. La formazione era imbottita di riserve, anche perché domani c'è da giocare un'altra amichevole a Lens, tuttavia alcuni elementi hanno ben figurato: bene De Cerio, discreto Balenziaga provato ancora da esterno alto di sinistra, ottimo Igor Martinez autore di un assist e di un gol. Il vitoriano si sta mettendo indubbiamente in luce fino a questo punto e rischia di creare più di un grattacapo a Caparros uando sarà il momento di decidere il partner in attacco di Llorente.
Oggi sono stati inoltre resi noti i numeri di maglia per la stagione 2010/2011, molto importanti in quanto in Spagna chi indossa un numero dall'1 al 25 fa parte esclusivamente della prima squadra, mentre chi ha numeri superiori al 25 può essere utilizzato anche nella squadra B (anzi, di partenza sta con il filial). In tal senso mi ha sorpreso la decisione di promuovere in pianta stabile Iñigo Perez, che eredita il 17 di Etxeberria, poiché pensavo di vederlo a mezzo servizio col Bilbao Athletic come l'anno scorso. Vi sono poi altre novità: il 10 di Yeste finisce sulle spalle di De Marcos, Balenziaga riceve il 19 lasciato libero da Zubiaurre, San José lascia il 12 per il 6 ed infine Iturraspe fa il salto definitivo tra i grandi prendendo il numero 8, indimenticabile simbolo di Julen Guerrero. Ai due nuovi acquisti (Ibai Gomez e Igor Martinez) e ai più giovani (Muniain, Ramalho, Aurtenetxe e Aitor Fernandez) è stato assegnato un numero superiore al 25 per averli a disposizione anche con i cachorros.

Ecco l'elenco completo dei numeri per la nuova stagione:

1. Gorka IRAIZOZ
2. Gaizka TOQUERO
3. KOIKILI Lertxundi
4. USTARITZ Aldekoaotalora
5. Fernando AMOREBIETA
6. Mikel SAN JOSÉ
7. DAVID LÓPEZ
8. Ander ITURRASPE
9. Fernando LLORENTE
10. Óscar DE MARCOS
11. Igor GABILONDO
12.
13. RAÚL Fernández
14. Markel SUSAETA
15. Andoni IRAOLA
16. Pablo ORBAIZ
17. ÍÑIGO PÉREZ
18. Carlos GURPEGUI
19. Mikel BALENZIAGA
20. AITOR OCIO
21. ION VÉLEZ
22. Xabi CASTILLO
23. Íñigo DÍAZ DE CERIO
24. JAVI MARTÍNEZ
25.

26. IGOR MARTÍNEZ
27. Iker MUNIAIN
28. IBAI Gómez
29. Jon AURTENETXE
30. AITOR FERNÁNDEZ
31. Jonas RAMALHO