martedì 27 aprile 2010

34a giornata: Osasuna 0-0 Athletic.


Toquero non scappa a Ruper (foto Athletic-club.net).

Osasuna: Ricardo; Azpilicueta, Roversio, Sergio, Echaide (77' Oier); Juanfran, Puñal, Rúper (83' Vadocz), Camuñas; Pandiani, Aranda (67' Masoud).
Athletic Bilbao:
Iraizoz; Ustaritz, San José, Amorebieta, Koikili; Gurpegui (56' Susaeta), Iturraspe, Javi Martínez, Yeste (89' Gabilondo); Toquero, Llorente (84' Muniain).
Arbitro:
Fernando Teixeira Vitienes (Comité Cántabro).

Dopo lo 0-0 casalingo serviva una prova d'orgoglio nel derby basco per continuare a inseguire l'Europa, invece l'Athletic ha rimediato l'ennesimo risultato grigio lontano dal San Mamés e vede ora la zona UEFA a due punti di distanza. E' stato un derby francamente inguardabile, tanto che il giornalista José Luis Artetxe di As ha scritto che si vedono partite migliori nel campionato regionale, un'opinione probabilmente condivisa dai 18.000 e rotti presenti al Sadar di Pamplona. D'altra parte, la sfida tra due dei tecnici meno spettacolari della Liga non poteva che produrre un incontro tatticamente bloccato, nel quale il gioco palla a terra è stato il grande assente e le occasioni da gol si sono contate sulle dita di una mano. Cervellotica la formazione di Caparros: aldilà dell'impiego di Ustaritz come terzino destro (scelta iper-conservatrice, giacché Usta è un centrale e utilizzarlo sulla fascia significa abdicare alla profondità e alle sovrapposizioni), non si comprende la presenza in campo di Toquero, appena ripresosi da un infortunio, per tutta la partita; il vitoriano è un giocatore in grado di rendere solo se al massimo della condizione, mentre scompare quando non è supportato dall'atletismo, come accade a tutti i giocatori sprovvisti di un tasso tecnico decente. Eppure è proprio sui piedi di Gaizka che è capitata la palla più ghiotta del match, peraltro ben oltre il 90': il movimento a tagliare verso l'area per sfruttare l'eventuale spizzata del compagno è l'unico che gi riesce e anche stavolta lo ha azzeccato, peccato che il tiro sia stato ben neutralizzato da Ricardo (bravo anche nel primo tempo su Llorente - cabezazo da azione d'angolo - e nella ripresa su Susaeta). L'Osasuna in pratica non si è mai vista, a meno che un paio di tiri senza pretese da lontano e un cross sbagliato di Juanfran che per poco non ha beffato Iraizoz non siano da considerare notevoli palle-gol. Menzione speciale per Iturraspe, unanimemente riconosciuto come migliore in campo per l'Athletic: i progressi di questo ragazzo sono ormai sotto gli occhi di tutti e una sua promozione a titolare in pianta stabile non sembra più un azzardo.
Ciò che adesso vorrei sottolineare sono i numeri dell'aprile zurigorri: 1 vittoria, 2 pareggi e 2 sconfitte su 5 partite; 5 gol fatti, 7 subiti; tre incontri di fila senza segnare. Dati, questi, che testimoniano il passo indietro fatto registrare dai Leoni e spiegano come si possa essere passati dal quinto all'ottavo posto, due lunghezze al di sotto di un Villarreal in gran forma e a pari punti con l'ottimo Getafe di questa parte di stagione. Ora i bilbaini sono attesi da due gare casalinghe consecutive prima della trasferta al Bernabeu: inutile dire che la doppia vittoria contro il Maiorca di Aduriz (ancora sorprendentemente quarto) e contro il Malaga è l'unica opzione possibile per continuare a sperare in un piazzamento europeo.

martedì 20 aprile 2010

Raul Garcia nel mirino dell'Athletic?


Raul Garcia con la maglia dell'Atletico Madrid (foto Oleole.com).

Oggi sul Correo si legge che l'Athletic sta sondando il terreno per Raul Garcia, centrocampista centrale dell'Atletico Madrid caduto in disgrazia e attualmente fuori dal giro dei titolari. Caparros si era detto interessato ad acquistare Raul Garcia già la scorsa estate (ricordate la sparata in cui chiedeva a Macua tre "rinforzini", ovvero il navarro, Arteta dell'Everton e Joseba Llorente?), ma in quell'occasione dovette scontrarsi con la scarsità di euro nelle casse biancorosse. Adesso ci riprova, approfittando della congiuntura favorevole tra aspetto economico (i soldi dell'Europa League hanno ridato ossigeno al bilancio societario) e situazione ambientale del giocatore, che a Madrid non gioca, è inviso alla tifoseria e ha grande voglia di rilanciarsi, anche perché ha solo 23 anni. L'intenzione del mister di rinforzare il reparto è legittima, visto che Yeste al 90% non rinnoverà, che Muñoz a fine stagione farà le valigie e che Orbaiz e Gurpegi non sono più dei giovincelli; dal punto di vista tecnico, poi, la scelta dell'ex giocatore dell'Osasuna è la migliore che si possa fare nel ruolo, ovviamente comparata alle possibilità finanziarie del club bilbaino. Esiste però un'obiezione piuttosto diffusa tra i tifosi, come si può notare facendo un rapido giro tra siti e forum: Raul Garcia è un anti-Athletic e in passato ha rilasciato dichiarazioni pesanti sui Leoni. Dalla frase del 2005 "so che l'Athletic mi cerca, ma preferisco andare in altre squadre" al commento sulla retrocessione della Real Sociedad "avrei preferito che fosse successo all'Athletic", il navarro non ha mai nascosto i suoi sentimenti verso la maglia zurigorri, anche se adesso, nel momento del bisogno, per bocca del suo agente si sarebbe detto felice dell'interessamento del club di Bilbao. Ora, dal momento che quella biancorossa è una squadra basata da sempre sul suo vivaio, è così necessario spendere 7 milioni per un giocatore che non sente la maglia, quando vi sono elementi interessanti come Iturraspe, Iñigo Perez o Aketxe che aspettano solo di poter trovare spazio? Per me e per molti altri tifosi la risposta è no, vedremo cosa farà la giunta direttiva al riguardo.

33a giornata: Athletic 0-0 Saragozza.


De Marcos a terra è il simbolo dell'Athletic spuntato di ieri (foto Athletic-club.net).

Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, San José, Amorebieta, Castillo; Susaeta, Gurpegui (69' Muniain), Javi Martínez, Gabilondo (60' Yeste); De Marcos (78' De Cerio), Llorente.
Real Zaragoza: Roberto; Ponzio, Pablo Amo, Jarosik, Paredes; Edmilson, Gabi; Herrera (90' Pulido), Abel Aguilar (75' Obradovic), Eliseu; Suazo (82' Colunga).
Arbitro:
Estrada Fernández (Comité Catalán).

Se l'Athletic è ancora in corsa per una qualificazione europea è solo a causa del suo straordinario rendimento in casa, dunque non è certo con soddisfazione che l'ambiente biancorosso ha accolto il punto ottenuto (o, per meglio dire, i due punti persi) di fronte al Saragozza. Aragonesi che, a parer mio, rappresentano alla perfezione l'assoluta mediocrità della Liga attuale: la squadra di Gay può contare su elementi di buona caratura (Suazo, Ander Herrera, Edmilson) ma non riesce a esprimere un gioco decente, anzi è talmente preoccupata dalla vicinanza con la zona retrocessione da presentarsi a Bilbao pensando esclusivamente a difendersi, roba che al confronto il catenaccio di Clemente (a proposito, in bocca al lupo al Rubio per la sua mission impossible a Valladolid!) è calcio-champagne. I Leoni ci hanno provato, hanno fallito un paio di occasioni clamorose ma in generale non hanno dominato come scrive oggi qualche giornale spagnolo; la verità è che il Saragozza non ha rischiato moltissimo e si è difeso con ordine, trovando poi in Roberto un portiere capace di metterci una pezza al momento giusto.
Caparros riporta al centro della difesa San José, schiera Castillo per lo squalificato Koikili e piazza De Marcos a far coppia con Llorente, preferendo l'ex Alaves a Muniain e De Cerio per sostituire Toquero, ancora infortunato. Fin dai primi minuti la partita si delinea chiaramente nei suoi aspetti principali, con l'Athletic che spinge e il Saragozza che difende con nove elementi, lasciando il solo Suazo nella metà campo avversaria; le intenzioni degli uomi di Gay sono cristalline (intasare gli spazi per soffocare sul nascere la manovra dei baschi, non proprio la più fluida della Liga) e riescono alla perfezione, facilitate anche dalla carenza di fosforo del doble pivote Gurpegi-Javi Martinez, i cui limiti in fase di proposizione sono arcinoti. Ecco quindi che il lancio lungo diventa come al solito l'opzione principale, ma Llorente non ha vita facile contro Jarosik e Pablo Amo. Le rare volte in cui tiene la palla a terra, peraltro, l'Athletic sa anche essere pericoloso, come dimostra l'azione che al 27' mette De Marcos solo davanti a Roberto: da Oscar a Llorente, palla filtrante sulla sinistra per Gabilondo, cross di prima ancora verso De Marcos e il giovane numero 22 conclude male, schiacciando il pallone col piatto e permettendo a Roberto di toglierlo dalla porta con una manata d'istinto. I biancorossi, che fino a questo momento avevano creato qualcosa, non riescono più a tirare, mentre il Saragozza si fa vedere per la prima volta proprio al 45' con Suazo, che finta il tiro sul palo lungo e conclude poi sul primo, senza trovare però la porta. Dopo l'intervallo i Leoni sembrano più convinti e sfiorano il gol prima con Susaeta (sinistro fuori da buona posizione) e quindi con Llorente, che si divora una rete pazzesca spedendo alto di testa da un paio di metri. L'offensiva tambureggiante dei padroni di casa si spenge però quasi subito e, nonostantre l'iniziativa resti stabilmente nelle loro mani, di occasioni nette se ne conta solo un'altra, un cross di Susaeta che Llorente e il neo-entrato Muniain non riescono a deviare. Il resto della gara è scandito dal ripetuto infrangersi delle offensive zurigorri sul muro aragonese, interrotto sporadicamente da qualche contropiede (pericoloso uno di Colunga all'85', con Iraizoz che esce bene ma poi sbaglia il rinvio, fortunatamente senza che nessuno del Saragozza riesca ad approfittarne).
Il pareggio finale sta forse un po' stretto all'Athletic, tuttavia va detto che la proposta di gioco dei baschi è stata talmente misera da meritarsi lo 0-0. Incomprensibile l'immobilismo tattico di Caparros che, pur trovatosi di fronte una squadra completamente arroccata davanti al proprio portiere, ha ritenuto di dover giocare con quattro difensori in linea (contro un solo attaccante, per di più isolato) e due mediani poco avvezzi all'impostazione, tenendo in ghiacciaia Yeste e Muniain per almeno un'ora; qualcuno poi mi spieghi l'utilità dell'acquisto di De Cerio, che non gioca nemmeno quando mancano i titolari ed è costretto a scampoli di partita alquanto frustranti. La strada per la Champion's si fa ora impervia mentre quella per l'Europa resta praticabile, a patto che la squadra torni a vincere in trasferta come non avviene ormai dal girone d'andata.

venerdì 16 aprile 2010

32a giornata: Valencia 2-0 Athletic.


Silva risolve una mischia e realizza il primo gol del Valencia (foto Athletic-club.net).

Valencia: César; Bruno (83' Marchena), Albelda, Alexis, Jordi Alba; Banega, Baraja; Joaquín, Silva, Vicente (88' Mata); Villa (79' Domínguez).
Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, Ustaritz, Amorebieta, Koikili; David López (54' Iturraspe), Gurpegui, Javi Martínez (72' Díaz de Cerio), Gabilondo (54' Yeste); Susaeta; Llorente.
Reti:
35' e 62' Silva.
Arbitro:
González González (colegio castellano-leonés).

Può una squadra che perde 12 partite su 32 e non vince fuori casa da quattro mesi (Saragozza-Athletic 1-2, 12/12/2009) essere ancora in lotta per un posto in Champion's league? In un campionato normale evidentemente no, ma nella Liga che quest'anno somiglia in modo inquietante alla Scottish Premier League (due squadre in testa e poi il nulla) tutto è concesso, anche rimanere a -4 dal quarto posto nonostante numeri tutt'altro che lusinghieri. Per alcuni la partita di ieri rappresentava un crocevia fondamentale nella stagione dell'Athletic, mentre per me non era un impegno decisivo: avendo messo in conto la sconfitta, credevo (e lo faccio tuttora) che rivestano molta più importanza le prossime due gare, il derby in trasferta con l'Osasuna, campo difficile dove raramente i Leoni ottengono punti, e lo scontro diretto al San Mamés con il sorprendente Maiorca di Manzano e del mai troppo rimpianto Aduriz. Ormai ho imparato a dubitare sempre e comunque della squadra di Caparros, capace di alternare ottime serie positive a strisce di risultati pessimi, nonché spesso deludente quando viene chiamata a dare prova di una maturità presunta che però, nei fatti, ancora non si vede. Il match del Mestalla è stata l'ennesima riprova dell'inconsistenza tecnico-tattica dei biancorossi, a cui basta trovarsi di fronte un avversario messo decentemente in campo e dotato di un paio di solisti di livello per sprofondare; il Valencia ieri sera ha fatto molto poco per vincere e ciò rappresenta solo un ulteriore demerito per i bilbaini, tanto baldanzosi in casa quanto timorosi e impauriti fuori. Le ragioni di questa sindrome da Dr. Jekyll/Mr. Hyde a parer mio vanno ricercate nella guida tecnica, in questa occasione confusa fin dalla scelta della formazione. Convocare Etxeberria e Diaz de Cerio per poi schierare Susaeta seconda punta (con l'impresentabile David Lopez a destra) è francamente assurdo, così come non si comprende l'immobilismo assoluto dell'allenatore, incapace di rinunciare al suo perpetuo 4-4-2 (non a caso i tifosi baschi intonano il simpatico coro "Caparros, cuatro cuatro dos") anche quando si trova in svantaggio di due gol. Alla formazione di Emery è bastato il minimo sindacale per fare sua la partita: sovrapposizioni sulle fasce, inserimenti centrali dei centrocampisti e briglia sciolta a Silva e il 2-0 è stato servito nonostante la serataccia di Villa al tiro. E l'Athletic? Squadra troppo lunga, con distanze enormi tra l'attacco e il blocco difesa-centrocampo, cosa che ha lasciato gioco facile ai centrali ché contro l'isolatissimo Llorente, il centravanti forse più in forma della Liga che in 90' è riuscito a ricevere solo un pallone decente (incornata salvata dall'ottimo Cesar); Susaeta si è sbattuto ed è andato al tiro un paio di volta, ma dopo di lui il vuoto. Nulli Gabilondo e Lopez (perché sono partiti titolari?), troppo piatta la mediana composta da Gurpegi e Javi Martinez: insomma, il solito copione prevedibile e offensivamente trascurabile. Come sottolineato giustamente dall'amico Kekov del blog Harrobi.com, poi, è davvero ridicolo che Muniain e De Marcos siano stati spediti con il Bilbao Athletic quando l'assenza di Toquero avrebbe suggerito l'impiego di almeno uno dei due: che la permanenza dei cachorros in Segunda B sia ritenuta più importante dell'Europa?



Il blog riapre i battenti.


I leones italianos sul terreno del San Mamés.

Ebbene sì, dopo quasi un mese di latitanza dovuta a impegni personali, vi annuncio in pompa magna che riprendo da oggi ad aggiornare il blog. Vorrei innanzi tutto scusarmi per questa assenza forzata e per rimediare comincio subito col postare il link della trasferta dei Leones Italianos a Bilbao, durante la quale abbiamo festeggiato il decimo anniversario della Peña e abbiamo assistito alla partita contro il Racing, vinta con uno spettacolare 4-3.

10 URTE ZUREKIN - Il viaggio del decennale

Il link contiene i video e le foto della trasferta, compresa la galleria di immagini dedicataci dall'Athletic sul sito ufficiale! Inutile dire che sono stati giorni fantastici e che i tifosi bilbaini, come sempre, con noi sono stati splendidi, amichevoli e calorosissimi; idem per la società, che ha inviato al nostro pranzo due leggende viventi come Koldo Agirre (il tecnico che portò i biancorossi alla finale di Coppa UEFA del 1977) e il mitologico "Txopo" Iribar, uno dei più grandi portieri della storia del calcio. Insieme a loro anche Carlos Gurpegi, che una volta di più si è dimostrato un sincero amico della nostra Peña. E adesso ditemi voi quale club italiano farebbe altrettanto con una delegazione di tifosi stranieri...
Parlando adesso della squadra, devo dire che nel periodo di abbandono del blog i Leoni si sono comportati bene e sono tuttora in lotta per un incredibile posto in Champion's. Dico incredibile perché, a parer mio, una squadra che perde 11 partite su 31, incapace di vincere in trasferta e con un gioco come quello espresso dall'Athletic potrebbe aspirare al massimo ad un piazzamento in zona UEFA, mentre gli uomini di Caparros continuano a rimanere a un tiro di schioppo dall'Europa che conta. Sia come sia, è indubbio che l'anno buono per tornare ad ascoltare l'inno della fu Coppa dei campioni è senza dubbio questo, in quanto difficilmente ricapiterà una stagione in cui le (teoriche) outsider della Liga si suicideranno come avvenuto nella temporada in corso; Athletic, Maiorca e Depor stanno sicuramente disputando un'ottima Liga, ma se Siviglia, Atletico Madrid, Villarreal e anche Valencia si fossero dimostrate all'altezza delle loro rose i posti europei sarebbero occupati da tempo. In ogni caso bisogna crederci, ma se la squadra continuerà a perdere in trasferta i punti che continua a guadagnare in casa sarà difficile arrivare nelle prime quattro (a scanso di equivoci, vorrei sottolineare che per me anche entrare nelle prime sei sarebbe un risultato encomiabile). Dopo la scoppola di Barcellona (4-1 per le riserve di Guardiola) e la ressurezione con l'Almeria (4-1 stavolta a favore dei baschi, con un gol di Javi Martinez tra i più belli dell'anno), ad attendere gli zurigorri vi è adesso la trasferta del Mestalla: in caso di vittoria i Leoni si isserebbero al quinto posto insieme al Siviglia, un punto sotto il Maiorca, mentre in caso di sconfitta nulla sarebbe compromesso. L'Athletic affronterà il Valencia (stasera, ore 22) senza Orbaiz e Toquero, infortunati, e Munian e De Marcos, che ieri hanno disputato la partita persa dal Bilbao Athletic contro lo Zamora (i cachorros rischiano la retrocessione in Tercera e per questo sono stati chiamati Iker e Oscar, la cui presenza non ha purtroppo evitato una sconfitta pesantissima); al loro posto ci saranno Iturraspe, Etxeberria e Diaz de Cerio.
Ci sono anche novità riguardanti i movimenti di mercato. Con mio grandissimo rammarico, sembra ormai giunta al termine la lunghissima storia d'amore tre l'Athletic e Francisco Javier Yeste, sempre molto criticato dalla tifoseria e altrettanto difeso dal sottoscritto. Il numero 10 non ha mai legato con Caparros, che raramente lo ha impiegato nel suo vero ruolo, e la possibilità che non rinnovi il contratto in scadenza a giugno e faccia le valigie (ha estimatori in Liga e in Premier) è davvero consistente. Ho sempre ritenuto Yeste un ottimo giocatore, di gran lunga l'elemento più tecnico e imprevedibile della rosa bilbaina, ma è indubbio che nel 4-4-2 dell'utrerano il numero 10 serva a poco: se deve restare per giocare fuori ruolo o non giocare affatto (lo dico a malincuore) è meglio che se ne vada, soprattutto per lui.
Ultima notizia: dopo Koikili e Toquero, un altro giocatore del Sestao River (Segunda B) potrebbe trasferirsi all'Athletic. Si tratta di Ibai Gomez, ala classica (gioca indifferentemente a sinistra o a destra) di 20 anni, capocannoniere delle squadra e nel mirino di club come Real Sociedad e Osasuna. Ibai era stato scartato ad un provino per il Baskonia a inizio stagione, ma le sue prestazioni nel Sestao hanno fatto ritornare sui loro passi gli osservatori del club bilbaino e i loro rapporti sono stati positivi; è dunque probabile che il giovane nativo di Santutxu ripercorra le orme di Koi e Toquero, aggregandosi alla prima squadra per il prossimo precampionato in attesa del giudizio definitivo di Caparros.