martedì 20 dicembre 2011

Benvenuti!

Cari lettori vecchi e nuovi, finalmente posso accogliervi nella nuova "casa" del blog. Confesso che, dopo quasi 6 anni di Splinder, passare ad un'altra piattaforma mi ha fatto uno strano effetto, anche se il comportamento di Dada negli ultimi due mesi è stato talmente osceno da lasciarmi ben pochi rimpianti; sia come sia, ormai Splinder è il passato e posso solo augurarmi che Blogger non riservi sorprese spiacevoli del genere (non credo, visto chi c'è dietro, e per questo ho scelto la piattaforma attuale). Vorrei scusarmi di nuovo per la latitanza, ma come ho scritto anche nell'ultimo post splinderiano la mia attuale situazione lavorativa mi lascia ben poco tempo libero, e la migrazione tra le due piattaforme è stata lunga e davvero complessa: finalmente ce l'ho fatta e spero che passerete sopra le molte imperfezioni che ancora regnano sovrane. Devo sistemare le date dei post, cambiare la grafica e aggiornare i link, nonché scrivere un bel post riepilogativo del mese e mezzo trascorso dall'ultimo aggiornamento; cercherò di fare tutto entro la fine dell'anno, in modo tale da poter partire sul serio da Gennaio. Per il momento vi saluto e vi invito a lasciare il vostro commento sulla nuova piattaforma, segnalandomi eventuali errori e suggerendomi possibili modifiche. Aupa!

giovedì 3 novembre 2011

Riassunto delle ultime puntate.

Athletic-Atletico Madrid 3-0 (68' e 71' Llorente, 75' Toquero): l'Athletic sa anche soffrire, lo abbiamo visto chiaramente contro i colchoneros. Ancora una volta è stata una partita dai due volti: primo tempo giocato maluccio, ripresa esaltante coronata da tre reti. Il motivo? A me è sembrato di vedere soprattutto una squadra parecchio stanca (Bielsa sta facendo pochissimo turnover, al momento), con diversi giocatori a corto di ritmo; non a caso, la partita è cambiata con gli ingressi prima di Herrera, strepitoso in regia, e quindi di Toquero, che con le sue accelerazioni è risultato davvero importante. Ben per noi aver avuto di fronte un Atletico in versione 100% Patetico, squadra con poche idee e ben confuse, molle in difesa e inoffensiva davanti (tolti un paio di contropiedi pericolosissimi a inizio gara). Da notare il primo "clean sheet" stagionale, sfiorato contro Osasuna e Valencia e ottenuto finalmente contro gli uomini di Manzano. Migliori in campo per l'Athletic, oltre ai già citati Herrera e Toquero, San José (gran rientro il suo), De Marcos e Llorente, in forse fino all'ultimo e autore di due gol. Maluccio Javi Martinez, Aurtenetxe e Muiniain, che forse devono rifiatare.

Sporting Gijon-Athletic 1-1 (63' Susaeta, 70' Bilic): non ho visto la partita, tuttavia leggendo varti articoli, e soprattutto le dichiarazioni di Bielsa, è chiaro che per i Leoni si tratta di un punto guadagnato (peraltro è il quarto anno che al Molinon finisce 1-1). Purtroppo diversi giocatori sono usciti malconci dalla trasferta in Asturia e non si sa se potranno giocare stasera contro il Red Bull di Salisburgo.

I convocati per questa importantissima partita di UEFA sono: Iraizoz, Raul; Iraola, San José, Aurtenetxe, Amorebieta, Koikili; De Marcos, Iturraspe, Javi Martínez, David López, Herrera, Gabilondo, Ruiz de Galarreta, Íñigo Pérez; Llorente, Toquero, Susaeta, Muniain, Ibai. Inutile dire che una vittoria sarebbe davvero preziosa, anche se sarà tutt'altro che facile vista la pericolosità degli austriaci a casa loro (inoltre ci ricordiamo tutti della loro efficacia in contropiede per quanto visto nella partita di andata). Lasciatemi esprimere la mia felicità per la seconda convocazione consecutiva di Koikili: se dovesse arrivare ad esordire in questa stagione, e le parole di Bielsa lasciano intendere grande apprezzamento per il lavoro da lui svolto in allenamento, avremmo la conferma della forza d'animo e del carattere straordinari di questo giocatore, un esempio di abnegazione davvero enorme. Aupa Koi!

giovedì 27 ottobre 2011

9a giornata: Valencia 1-1 Athletic.


Gurpegi portato via in barella dopo l'infortunio: animo Carlos!


Valencia: Guaita; Miguel, Ricardo Costa, Víctor Ruiz , Mathieu; Topal, Banega; Feghouli (70' Pablo), Jonás (78' Aduriz), Canales (36' Piatti); Soldado.
Athletic Club: Iraizoz; Iraola (46' Gurpegui; 57' Herrera), Ekiza, Amorebieta, Aurtenetxe; Javi Martínez, De Marcos, Iturraspe; Susaeta, Llorente (46' Toquero), Muniain.
Reti: 72' Muniain, 89' Soldado.
Arbitro: Clos Gómez (colegio aragonés).

Si può recriminare per un 1-1 al Mestalla quando è ancora vivo il ricordo di scoppole passate tutt'altro che leggere? La risposta dovrebbere essere un "no!" secco e definitivo, eppure alzi la mano chi non è rimasto deluso dal pareggio ottenuto dal Valencia proprio allo scadere, peraltro in seguito a un doppio errore, prima dei centrali e quindi (più grave) di Iraizoz. Insomma, è anche questo un segno dei tempi che cambiano: con Caparros e il suo non-gioco un pareggio in trasferta in terra ché sarebbe stato oro colato, mentre stavolta resta la sensazione di aver perso due punti più che di averne guadagnato uno, anche alla luce della personalità e del gioco mostrati sul campo dagli uomini di Bielsa. Ai punti il pari è stato comunque il risultato più giusto, como sottolineato dal Loco, sempre onesto, in conferenza stampa, e serve non poco per dare ancora più convinzione a una squadra che cresce giornata dopo giornata. Purtroppo non ho avuto tempo per scrivere della partita tra ieri e lunedì, e con la prossima giornata che incombe (domani, al San Mamés contro l'Atletico Madrid) sono costretto a un post molto breve, dando per scontato che quasi tutti avranno ormai visto le immagini della partita. Dicevo prima che l'1-1 è giusto perché le due squadre si sono divise equamente il dominio sul gioco: il primo tempo, dopo un'iniziale sfuriata dei padroni di casa, è stato di marca biancorossa, con i Leoni ad esibire pressing alto, movimenti senza palla e triangolazioni veloci di contropiede da leccarsi i baffi; la ripresa, invece, è stata chiaramente appannaggio della squadra di Emery, che ha trovato la chiave di volta spostando un ispiratissimo Banega qualche metro più avanti, costringendo così Javi Martinez ad abbassarsi troppo sulla linea dei difensori e obbligando spesso uno tra Ekiza e Amorebieta ad uscire incontro al pallone e ad aprirre in tal modo spazi invitanti per Soldado e Aduriz. L'uscita di Llorente al 45', poi, ha tolto all'Athletic la profondità e quelle pause indispensabili per prendere fiato e riposizionarsi: Toquero è generoso, ma non è una prima punta. Se a questo si aggiunge l'infortunio di Gurpegi (al suo posto un Herrera ancora senza ritmo partita), che salterà gran parte della stagione a causa di una lesione al crociato, è chiaro che per i padroni di casa il compito nella ripresa è stato più agevole. Lo spettacolare gol di Muniain al 72' (dribbling sul vertice destro dell'area, accentramento e tiro a girare imparabile per Guaita) è arrivato forse nel momento migliore del Valencia e ha ripagato i Leoni del gol ingiustamente annullato a Susaeta e del palo di Nando nella prima frazione; a quel punto i ché si sono buttati avanti a testa bassa e hanno sfiorato il pari più volte, finché a un minuto dal termine un filtrante di Banega ha premiato il taglio di Soldado, lasciato solo dai centrali bilbaini, che è stato bravo a concludere da posizione defilata e ha trovato la collaborazione di un Iraizoz incomprensibilmente uscito per chiuderlo (non andava da nessuna parte). Clos Gomez ha completato la sua direzione "sfortunata" non fischiando al 93' un calcio di rigore parso abbastanza netto per una spinta di Victor Ruiz su Toquero mentre Gaizka si preparava ad impattare a un paio di metri dalla porta, decisione che però fa il paio con un possibile penalty non fischiato per fallo di Amorebieta su Soldado. Migliori nell'Athletic per me Muniain, De Marcos ed Ekiza (almeno fino al gol del pareggio), mentre Iraizoz è caduto preda ancora una volta delle sue amnesie cicliche, vedere per credere anche il pallone regalato a Jonas con un rinvio sciagurato a fine primo tempo e che il brasiliano ha trasformato in un tiro velenoso respinto dal palo.
In chiusura, una buona notizia per domani: nonostante la tendinite Llorente è tra i convocati e dovrebbe giocare. Il problema è che viene spremuto troppo e non ha sostituti in rosa, e vedere che Aduriz fa più tribuna che panchina rende il tutto ancora più deprimente.

mercoledì 19 ottobre 2011

8a giornata: Athletic 3-1 Osasuna.


Muniain, grandissimo, esulta dopo l'1-0 (foto Athletic-club.net).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Ekiza, Amorebieta, De Marcos; Javi Martínez, Iturraspe, Muniain (75' Toquero); Susaeta (79' Herrera), Llorente, Gabilondo (46' Aurtenetxe).
Osasuna: Andrés Fernández; Marc Bertrán, Roversio (40' Lolo), Sergio, Damiá; Puñal, Nekounam; Cejudo (62' Ibrahima), Raúl García, Lamah; Nino (74' Annunziata).
Reti: 29' Muniain, 37' Gabilondo, 46' pt Javi Martínez, 91' Nekounam (rig.).
Arbitro: Estrada Fernández (Comité catalán).
Note: espulso al 69' Lamah (O) per doppia ammonizione.

È durato poco più di 45 minuti il derby tra Athletic e Osasuna, finito nel medesimo istante in cui Javi Martinez ha incornato alle spalle di Andres Fernandez il pallone del 3-0. Fermarsi al solo punteggio, tuttavia, non rende per nulla giustizia alla squadra di Mendilibar, migliore nei primi 30’ di gara e fermata solo dalle parate di Iraizoz (per una volta esente da errori) e dall’imprecisione della coppia d’attacco Lamah-Nino; il vantaggio di Muniain al primo tiro nello specchio dei Leoni ha poi tagliato le gambe ai navarri, definitivamente scomparsi dal terreno di gioco dopo il 2-0 di Gabilondo. Terza vittoria consecutiva (la seconda in Liga) e prima assoluta al San Mamés per Bielsa: il suo Athletic prende forma partita dopo partita, migliorando in certi aspetti e consolidandosi in altri, e a livello di gioco regala sprazzi da leccarsi i baffi. Se poi anche Madama Fortuna comincia a guardare dalle parti di Bilbao…
Tra i padroni di casa rientra Ekiza, assente a San Sebastian per squalifica, e si rivede dopo l’operazione al menisco Ander Herrera, all’inizio in panchina; El Loco cambia poi qualcosa nella formazione titolare, inserendo Iturraspe a centrocampo al posto di Gurpegi e riportando De Marcos a sinistra (Aurtenetxe è tra le riserve). Nell’Osasuna dell’ex Mendi c’è il figliol prodigo Raul Garcia, il colpo del mercato estivo dei rojillos, mentre tra i titolari non figura Kike Sola, punito forse per quanto dichiarato in settimana (“In caso di gol al San Mamés non esulterei”, e si sa che dalle parti di Pamplona non amano certe dichiarazioni, specie se fatte da un ragazzo cresciuto calcisticamente a Lezama). I navarri partono forte, aggrediscono i padroni di casa per impedirne i fraseggi nello stretto e in attacco si affidano alla velocità di Nino e, soprattutto, del belga Lamah, esterno d’attacco dotato di ottima tecnica e di una progressione impressionante. Al 9’ è proprio Lamah a rendersi protagonista di una delle più belle azioni del match: prima mette a sedere Iraola, quindi salta Ekiza già dentro l’area e lascia partire un destro a giro su cui Iraizoz si supera; la ribatutta del portiere finisce proprio sui piedi di Nino, che però riesce nell'impresa di centrare Gorka da meno di due metri. L'Osasuna non molla e continua a mostrare un'organizzazione invidiabile: l'Athletic tiene palla ma non riesce a sfondare sulla trequarti, e scoprendosi corre rischi notevoli quando gi avversari ripartono in contropiede. Nino fallisce una buona opportunità sugli sviluppi di un calcio piazzato, quindi Iraizoz si supera nel togliere dall'angolo alla sua destra una punizione velenosa dello specialista Nekounam, tutto ciò mentre gli attaccanti biancorossi continuano a non ricevere rifornimenti adeguati. Poco prima della mezz'ora, però, i rojillos cominciano a dare segni di stanchezza e non riescono a mantenere il ritmo iniziale, cosicché i Leoni riescono finalmente a creare qualcosa con Susaeta (tiro-cross dalla destra che esce di poco) e Llorente (cabezazo alto su corner). È sulla destra che i biancorossi capiscono di poter sfondare: Lamah rientra poco, Nekounam e Puñal non possono coprire il buco perché nel mezzo sono in inferiorità numerica e agli uomini di Bielsa è sufficiente spostare il gioco sulla sinistra e aspettare l'avanzata di Iraola per trovarsi in superiorità numerica. Lo schema riesce perfettamente al 29', con Susaeta che sfrutta un buco per infilarsi in area e servire Llorente; Nando, eccezionale, difende il pallone spalle alla porta e, nonostante una caduta, riesce a toccare da terra per Muniain, che in una frazione di secondo controlla col destro e insacca di sinistro. Per "Bart SImpson" è il modo migliore di rispondere alle critiche piovutegli addosso da Pamplona in settimana. Il gol dell'Athletic abbatte psicologicamente l'Osasuna, che dopo pochi minuti crolla in maniera definitiva a causa del 2-0 firmato da Gabilondo, bravo e reattivo nel mettere dentro la respinta di braccio di Roversio dopo un colpo di testa di Llorente (servito, guarda un po', da un cross dalla destra di Iraola). I navarri spariscono dal campo e per i bilbaini inizia la festa: azioni palla a terra, uno-due tocchi, inserimenti continui, insomma una proposta di calcio rapida, verticale e di una pregevolezza assoluta. Esemplare l'azione del gol di Javi Martinez che fa calare il sipario sul match nel recupero del primo tempo: Javi apre da sinistra a destra pescando la sovrapposizione di Iraola, che avanza indisturbato, alza la testa e crossa sul secondo palo, dove lo stesso numero 24 va a copire di testa per chiudere la trama da lui stesso avviata.
La ripresa potrebbe anche non disputarsi, tanto più dopo l'espulsione di Lamah al 69': il belga ha numeri interessantissimi, ma non sa cosa sia la fase difensiva ed è troppo irruento. Il rigore del 3-1 di Nekounam è forse uno dei più incredibili mai assegnati: è vero che Javi Martinez tocca il pallone con un braccio, ma lo fa in caduta a causa di uno sgambetto! Sia come sia, il gol della bandiera arriva al 90' e serve solo per le statistiche.
La pausa per le nazionali non ha tolto dunque smalto all'Athletic, sempre più allineato ai dettami di Bielsa; la manovra offensiva scorre che è un piacere, la fase difensiva è ancora un po' farraginosa ma è comunque nettamente migliore rispetto alle prime uscite. Insomma, i progressi sono innegabili e la fiducia della squadra cresce partita dopo partita. Il prossimo avversario di Liga, il Valencia (prima però c'è la UEFA, giovedì sera), dirà a che punto del cammino si trovano El Loco e i suoi giocatori

Le pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 7,5: quest'anno non sono mai stato tenero col nostro numero 1, ma stavolta Gorka si merita di stare sugli scudi. Perfetto in ogni occasione, sbroglia alcune mischie complicate e si erge a salvatore della patria con tre parate decisive sul punteggio di 0-0. Giocasse sempre così, dormiremmo tutti sonni tranquilli.
Iraola 7: nel primo tempo è spesso in difficoltà contro Lamah, velocissimo e molto tecnico, e infatti rimedia un'ammonizione per lui inconsueta. Quando le energie del belga calano, però, risulta decisivo con i suoi inserimenti per far saltare il banco. Garanzia.
Ekiza 6,5: anche lui ci mette un po' per prendere le misure a Lamah, comunque con la sua velocità è l'unico in grado di tenerlo a bada. Incomprensibile come Bielsa lo abbia tenuto fuori all'inizio, è di gran lunga il miglior centrale uscito da Lezama negli ultimi anni.
Amorebieta 7: ha iniziato benissimo questa nuova stagione e il gol segnato all'Argentina con il Venezuela sembra averlo caricato ancora di più. Lascia a Nino due conclusioni, una peraltro su ribattuta di Iraizoz, e per il resto non si fa mai superare. Non viene neanche amminito, roba da record.
De Marcos 6,5: nella prima frazione, da terzino sinistro, si vede poco. Meglio nella ripresa, quando il tecnico lo schiera attaccante a destra spostando Susaeta sulla fascia opposta, segno che si trova più a suo agio nella trequarti avversaria. Per me rinunciare alle sue doti offensive è da masochisti.
Javi Martinez 7,5: enorme, torna a mostrare la sua versione migliore, quella per intendersi nella quale si esibisce in coast-to-coast cestistici e domina la mediana con le sue ampie falcate. Finalizza alla perfezione una bellissima azione corale. Dominatore.
Iturraspe 7: titolare al posto di Gurpegi, non fa rimpiangere l'assenza del capitano e sopperisce con la tecnica e la capacità di palleggio al gap di intensità difensiva che patisce rispetto al numero 18. Elegantissimo, dirige le operazioni a centrocampo senza incertezze e sfiora pure un gran gol. Promosso.
Muniain 8: devastante, semplicemente devastante. Rompe l'equilibrio del match con un gol che sembra facile solo perché lo segna lui, forza l'espulsione di Lamah (la quarta guadagnata quest'anno) ed è ovunque, in pressing, in ripiegamento e in progressione offensiva. Lascia senza parole, davvero (dal 75' Toquero 6: ha la rara capacità di saper entrare subito nel vivo della partita, e anche stavolta crea in un quarto d'ora almeno un paio di azioni pericolose).
Susaeta 7: il percorso verso la rinascita prosegue ad ampie falcate. Divora la fascia di competenza ed è dal suo piede che nascono la prima palla-gol dell'Athletic e la rete dell'1-0 di Muniain. Con Iraola forma un tandem di livello assoluto, a parer mio uno dei migliori della Liga sulla corsia destra (dal 79' Herrera 6: bentornato).
Llorente 7: non segna, è vero, ma mette lo zampino nei primi due gol della squadra. È sempre più a suo agio nel ruolo di centravanti di movimento, coinvolto nella manovra palla a terra e non più cercato unicamente con i palloni alti, e sembra anche tornato a livelli di forma più che discreti. Avanti così.
Gabilondo 7: gioca un solo tempo ma fa in tempo ad andare a rete, dando peraltro una mazzata notevole al morale degli avversari. Come sempre è poco appariscente, ma se Bielsa non ne fa a meno significa che la sua importanza tattica è notevole (dal 46' Aurtenetxe 6,5: senza problemi in difesa, sale con buona continuità e sfiora pure il 4-0 con un gran sinistro sventato da Fernandez. Deve essere titolare).

martedì 4 ottobre 2011

7a giornata: Real Sociedad 1-2 Athletic.


Llorente si libera di Demidov e batte Bravo per l'1-0 (foto Athletic-club.net).

Real Sociedad: Bravo; Carlos Martínez, Demidov, Iñigo Martínez, De la Bella; Illarramendi, Mariga; Xabi Prieto, Zurutuza (78' Sarpong), Griezmann (82' Joseba Llorente); Agirretxe.
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Javi Martínez (61' San José), Amorebieta, Aurtenetxe; Gurpegi, De Marcos, Muniain; Susaeta (87' Toquero), Fernando Llorente, Gabilondo (58' Iturraspe).
Arbitro: Fernández Borbalán (Andalucía).
Reti: 33' e 70' Fernando Llorente, 59' Iñigo Martínez.

Finalmente l'Athletic versione-Liga si dimostra all'altezza di quello europeo e, dando seguito alla bellissima vittoria di giovedì scorso contro la capolista francese PSG, fa suo il derby dell'Anoeta grazie a una prestazione convincente e a tratti davvero godibile. Ancora siamo lontani dai meccanismi precisi al millimetro del suo Cile, tuttavia la mano di Bielsa si comincia a vedere in modo sempre più netto: pressing alto, squadra che si muove come un blocco unico (e stavolta senza spezzarsi in due tronconi), trame palla a terra, grande velocità nella circolazione della palla e molta duttilità nell'interpretazione dei ruoli da parte dei singoli. El Loco ha fatto i suoi esperimenti, sbagliando e correggendosi con grande umiltà, e adesso sembra aver intrapreso la via giusta, non subito (com'era logico aspettarsi) ma dopo alcuni mesi di duro lavoro. Era chiaro a tutti fuorché ai prevenuti che servisse tempo... adesso non commettiamo lo stesso errore suonando le campane a festa: questa è comunque solo la prima vittoria in campionato e il cammino da percorrere è ancora lungo. Certo che partite piacevoli come quelle di ieri aiutano a percorrerlo con più leggerezza.
Bielsa conferma la formazione vittoriosa in Coppa UEFA, con l'unica eccezione di Javi Martinez arretrato in difesa al posto dello squalificato Ekiza e Gurpegi in sua vece nel ruolo di mediano; la Real Sociedad presenta il suo undici-tipo delle prime giornate di Liga, pieno di giovani dalle grandi qualità (Ilarramendi, Iñigo Martínez, Griezmann) e guidato in attacco dall'ex canterano biancorosso Imanol Agirretxe, partito alla grande con quattro gol in cinque partite e deciso a smettere una volta per tutte i panni di eterna promessa. L'Athletic parte fortissimo e dopo appena un minuto sfiora il clamoroso vantaggio: De Marcos viene lanciato in area e colpisce di prima, Bravo respinge come può ma Llorente ribatte a rete con un piattone poco convinto, permettendo a un difensore txuri-urdin di salvare con l'aiuto del palo. Nonostante questa fiammata iniziale la partita non si accende, anche se sono i bilbaini a farsi preferire con la loro ragnatela di passaggi che imbriglia gli avversari e il pressing alto e uniforme attraverso il quale recuperano spesso il pallone prima della propria trequarti; proprio da una palla persa dai padroni di casa nasce la seconda occasione da gol nitida per la squadra di Bielsa, una sgroppata di Muniain in contropiede conclusa con un destro sul primo palo sventato da un Bravo in gran forma. L'inerzia della gara è chiaramente dalla parte dei Leoni e al 33' si traduce nel primo gol della giornata; il merito è di De Marcos, il cui moto perpetuo aveva già creato qualche grattacapo alla Real in precedenza, che viene servito nelo spazio, vola sulla fascia destra e mette dentro un gran pallone per Llorente, bravo a fare perno su Demidov (ingenuo nell'occasione) e a battere l'estremo difensore giputxi con un tocco di giustezza. La rete sembra sbloccare psicologicamente Nando, fin lì autore di un'altra prova impalbabile, e il doppio dribbling esibito dal riojano in chiusura di tempo lo conferma. Si va al riposo con l'Athletic in vantaggio di un gol e la Real Sociedad mai pericolosa dalle parti di Iraizoz.
La ripresa si annuncia diversa e fin dall'inizio i padroni di casa premono come non avevano mai fatto nel primo tempo, ma gli uomini di Bielsa si difendono con ordine, non si disuniscono e non lasciano tiri facili ai rivali (tranne una volée di poco alta di Zurutuza), dando l'impressione di poter contenere senza patemi la sfuriata della Erreala. Al 59', però, Iñigo Martinez lascia partire un terra-aria da 55 metri che, complici la distrazione e l'errato posizionamento di Iraizoz, si infila al centro della porta biancorossa, rimettendo tutto in discussione nel modo più inaspettato. La squadra di Montanier ci crede e sfiora l'incredibile sorpasso con due palle-gol clamorose nella stessa azione: prima la nemesi si presenta a Griezmann (autore della fanfaronata della settimana: "Vinceremo 3-0 con tre gol miei") sotto forma di un palo interno, quindi Iraizoz dice no di puro istinto a un colpo di testa ravvicinato di Agirretxe. Lo scampato pericolo risveglia l'Athletic, che cresce, ricomincia a macinare gioco e al 70' si riporta in vantaggio ancora con Llorente, che devia di prima sotto misura uno splendido cross di Amorebieta. A questo punto la squadra zurigorri vista nelle prime giornate avrebbe rinculato e, forse, avrebbe incassato il 2-2, ma stavolta gestiscono benissimo il vantaggio nonostante l'uscita di Javi Martinez, infortunato, e sfiorano anche il terzo gol in contropiede con Toquero.
Al fischio finale l'Athletic ottiene così la prima vittoria stagionale in campionato, un toccasana davvero provvidenziale che è arrivato in uno degli incontri più importanti della stagione. Bielsa sembra aver trovato la formazione ideale per far quadrare il cerchio e l'epoca degli esperimenti dovrebbe essere finita. Al prossimo derby in casa contro l'Osasuna il compito di confermare i progressi delle ultime settimane.

Le pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 5,5: chiamato in causa raramente, lascia più di un dubbio il suo posizionamento in occasione del golazo di Iñigo Martinez. Si riscatta almeno in parte con la bella parata su Agirretxe, ma ormai procede al ritmo di un errore grave ogni due partite.
Iraola 6,5: ha davanti a sé un cliente non facile, Griezmann, ed è bravo a non perdere mai la concentrazione in difesa. Quando sale lascia il segno, inoltre la sua capacità di gestire il pallone è preziosissima per la manovra della squadra.
Javi Martinez 7: spostato ancora una volta in difesa a causa dell'assenza di Ekiza, pur non avendo la stessa velocità non lo fa rimpiangere e anzi si disimpegna molto bene in questo nuovo ruolo. Mette più di una pezza quando la Real spinge ed è il primo a far ripartire l'azione. Positivo (dal 61' San José 6,5: entra a freddo per sostituire il numero 24 e si disimpegna molto bene, contribuendo alla buona tenuta difensiva della squadra nel finale).
Amorebieta 7: per una volta gioca più con la testa che con la pancia e si segnala per una prestazione sobria ed efficace. Segnali incoraggianti lo scarso ricorso al lancio lungo e l'ammonizione rimediata per un fallo tattico intelligente, oltre al bell'assist per il 2-1 di Llorente.
Aurtenetxe 7,5: non apparirà nei titoli e nelle copertine dei servizi su questo derby, però il giovanissimo terzino mette a referto una partita eccellente. Non solo annulla il cliente più difficile (Xabi Prieto), soffocando così la principale fonte di gioco della Real, ma si propone pure in avanti con grande personalità. Chapeau.
Gurpegi 6,5: davanti alla difesa è una diga che gli avversari riescono difficilmente a superare. Corre ovunque c'è da dare una mano ai compagni e più di una volta si aggiunge ai centrali quando occorre, risultando uno degli artefici principali dell'ottima prestazione difensiva dei Leoni. Gigante.
De Marcos 7: gioca ancora una volta sulla linea del centrocampo, ma ha licenza di muoversi in lungo e in largo ed il suo moto perpetuo mette in grave difficoltà la difesa txuri-urdin. Si inserisce, raddoppia sulle fasce, scala in difesa quando serve, insomma è ovunque ci sia bisogno di lui. Sempre più rivelazione di questo inizio di temporada.
Muniain 7,5: uscito malconcio dalla partita con il Paris Saint-Germain, gioca come se non fosse rimasto in dubbio fino all'ultimo. Ogni volta stupisce per come riesce a nascondere il pallone quando gli avversari raddoppiano o triplicano su di lui, nonché per il piglio da veterano che mette in campo. Quando parte è incontenibile e sfiora l'eurogol con una progressione in dribbling da applausi.
Susaeta 6: meno efficace rispetto alle ultime uscite, sceglie spesso la soluzione sbagliata e perde qualche pallone di troppo. E' comunque una spina nel fianco con le sue finte e la sua capacità di puntare la porta, forse era un po' stanco dopo la grande partita di giovedì (dall' 87' Toquero 6: entra con grandissima voglia e sfiora due volte il gol, anche se in entrambe le occasioni è un po' troppo lento nel concludere. Merita una chance da titolare).
Llorente 7,5: il gol che sbaglia al primo minuto di gioco sembra il preludio a un'altra partita di passione, e in effetti fino all'1-0 resta ai margini del gioco. La bellissima rete del primo vantaggio lo sblocca e da lì la sua gara è un crescendo rossiniano, tra duelli aerei che non perde quasi mai, sponde intelligenti per i compagni e il bellissimo tocco al volo con cui insacca il 2-1. Bene ha fatto Bielsa a tenerlo in campo quando molti volevano vederlo tirare il fiato in panchina.
Gabilondo 6: rientra nei ranghi dopo due partite di seguito in cui è finito sul tabellino dei marcatori. Utile come sempre in fase difensiva, è troppo poco partecipe alla manovra d'attacco, ma a conti fatti fa il suo (dal 58' Iturraspe 6,5: entra in campo per dare ordine a una manovra divenuta confusa e non è un caso che dopo il suo ingresso l'Athletic, una volta incassato il pareggio, riprenda a macinare gioco. Agisce da trequartista e non spreca un pallone, facendo ciò che Bielsa voleva da lui. Deve giocare più spesso da titolare).

mercoledì 21 settembre 2011

4a giornata: Athletic 2-3 Betis.


L'espressione di Gabilondo dopo un gol del Betis dice tutto (foto Athletic-club.net).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Javi Martínez, Amorebieta, De Marcos; Gurpegui (80' Toquero), Iturraspe (63' David López), Muniain; Susaeta, Llorente, Gabilondo (66' Igor Martínez).
Real Betis: Casto; Chica, Dorado, Mario, Nacho; Iriney, Beñat (82' Matilla), Salva Sevilla; Jefferson Montero (67' Ezequiel), Santa Cruz (77' Amaya), Jonathan Pereira.
Reti: 7' Beñat, 12' Nacho, 37' De Marcos, 45' Salva Sevilla (rig.), 85' David López (rig.).
Arbitro: Ayza Gámez (Comité valenciano).
Note: espulsi al 74' Mario (B) e al 94' Amorebieta (A), entrambi per doppia ammonizione.

Solo un passo indietro dopo Bratislava? Forse c'è di più nella sconfitta di ieri sera contro il Betis, limitata nel punteggio (un 3-2 che poteva anche diventare 3-3 nel finale, se l'arbitro avesse assegnato il rigore più netto della serata o se il tiro al volo di Davdid Lopez non fosse uscito di qualche centimetro) ma schiacciante dal punto di vista del dominio degli ospiti sul gioco. Athletic lento, con poche idee e ben confuse, spezzato in due tronconi e preso d'infilata da un numero incalcolabile di contropiedi avversari; i Leoni hanno giocato bene per una ventina di minuti tra il secondo e il terzo gol degli andalusi, poi però sono mancati proprio quando avrebbero dovuto aumentare il ritmo e cercare di riaprire il match. Assalto conclusivo a parte, insomma, la squadra di Bielsa è stata in campo solo per un terzo della prima frazione, davvero troppo poco per avanzare anche la più piccola recriminazione. E adesso intorno al Loco aumentano dubbi e perplessità, anche se i fischi della Catedral dopo 15' di gioco e le richieste di dimissioni sembrano sempre dettate da qualcosa di più profondo della semplice delusione per i risultati sportivi. I nostalgici di Caparros, poi, dovrebbero tenere a mente un dato: il loro idolo all'esordio sulla panchina biancorossa mise insieme la bellezza di due vittorie nelle prime dieci giornate casalinghe di campionato… lui però fu lasciato lavorare in pace e alla fine ottenne buoni risultati, perché non può essere fatto lo stesso con l'allenatore di Rosario? Pazienza!
Bielsa conferma l'undici che giovedì sera ha espugnato Bratislava, dunque Iraola è confermato, Javi Martinez gioca centrale in coppia con Amorebieta, Gurpegi agisce da mediano e Muniain è il collegamento tra il centrocampo e Llorente. Nel Betis a sorpresa capolista non può giocare Ustaritz, vincolato da una clausola imposta dall'Athletic al momento del prestito, mentre l'ex canterano Beñat è titolare come sempre. Dopo un inizio incoraggiante dal punto di vista del possesso palla, i Leoni crollano al primo tiro in porta avversario: l'arbitro fischia un fallo inesistente di Amorebieta dal limite, Beñat batte sul palo del portiere e Iraizoz, rimasto incomprensibilmente dietro la barriera, si fa fregare come un dilettante. Lo svantaggio immediato traumatizza l'Athletic e il Betis ha gioco facile nel controllare e ripartire in contropiede, anche perché la formazione di Pepe Mel si dimostra una splendida realtà di questo inizio di campionato: corta, compatta e ben messa in campo, occupa alla perfezione la propria metà ed è subito pronta a far scattare i centometristi che ha davanti, Jefferson Montero e Jonathan Pereira su tutti. È da subito evidente che una coppia difensiva Javi Martinez-Amorebieta è del tutto inadeguata a fronteggiare una situazione del genere, perché i due sono troppo lenti per accorciare sugli attaccanti betici e si trovano spesso abbandonati da un centrocampo che gioca troppo avanti, proteso a un'immediata ricerca del pari che spezza in due tronconi la squadra ed espone a brutte figure la difesa. Emblematica in tal senso l'azione dello 0-2, con Nacho che parte dalla metà campo sinistra, si infila con facilità nelle maglie della difesa, supera Amorebieta con una triangolazione stretta e va a battere Iraizoz da un paio di metri. Sotto di due reti i padroni di casa si svegliano e, pur continuando ad attaccare senza troppo criterio, almeno ci mettono grinta. Il pressing alto diventa più ordinato e le offensive meno legate alle iniziative dei singoli, anche se il gol del 2-1 è dovuto a una grandissima azione personale di Susaeta, che fa fuori due uomini sulla sinistra e mette dentro un pallone che De Marcos deve solo appoggiare in porta. Nel momento migliore dei baschi, però, arriva la mazzata decisiva: l'arbitro fischia rigore per un tocco in area dello stesso De Marcos quantomeno dubbio, e dal dischetto l'ottimo Salva Sevilla regala nuovamente il doppio vantaggio ai suoi.
Nella ripresa l'Athletic prova ad attaccare come ci si aspetterebbe, purtroppo però le offensive dei Leoni sono disordinate e basate troppo spesso sulle iniziative personali palla al piede, cosa pericolosissima perché basta perdere un contrasto per dare il via al letale contropiede avversario. Il Betis infatti non rischia più nulla e anzi sfiora a più riprese il 4-1, cogliendo un palo con Santa Cruz e fallendo altre due occasioni nettissime. I cambi di Bielsa servono poco, ma all'85' ci pensa il pessimo signor Ayza Gamez a riaprire i giochi concedendo un rigore altrettanto dubbio ai biancorossi: dal dischetto David Lopez non sbaglia. Gli ultimi minuti sono un arrembaggio un po' confuso alla porta di Casto, con David Lopez, ancora lui, a sfiorare il pareggio con un destro al volo uscito di pochissimo e l'arbitro a non fischiare il penalty forse più netto della serata per un fallo di mano di Nacho.
La sconfitta, in ogni caso, è meritata. Stavolta c'è poco da imputare a Bielsa riguardo alla formazione, semmai è evidente che i giocatori non hanno ancora assimilato il suo sistema di gioco e per farlo hanno bisogno di tempo. Purtroppo sembra che di tempo ce ne sia poco, tra una tifoseria guidata da preconcetti e stranamente propensa alla contestazione e un ambiente spaccato dopo la vittoria di Urrutia alle ultime elezioni. L'allenatore, malvisto da una fetta di pubblico fin dall'inizio, è sempre più nell'occhio del ciclone e da troppe parti si sentono corbellerie che mettono in dubbio la sua professionalità, cose del tipo “non conosce i giocatori”, “deve smettere di fare esperimenti”, “non ha idea del gioco che deve fare” e così via, ciarpame che il curriculum del rosarino smentisce da sé senza bisogno di ulteriori precisazioni. In chiusura vorrei citare il mio amico Valentino Tola, che sul suo blog Calciospagnolo ha scritto un post perfetto riguardo alla situazione dell'Athletic; ecco come conclude il suo pezzo: “Il punto però, alla terza giornata, rimane sempre lo stesso: non il fattoche l'Athletic stia giocando male, questo è difficile negarlo, ma quanto tempo si vuole dare al progetto. […] Inutile ricordare poi che si corrono meno rischi costruendo una squadra basata su lanci lunghi e 8 giocatori che rimangono dietro la linea della palla. Soffri di meno i primi tempi, di sicuro eviti figuracce come quella di ieri col Betis, però le tue possibilità sono anche inferiori a lungo termine. Sai fare solo quello e sai che non andrai oltre. Se invece cerchi triangolazioni, sovrapposizioni, tagli, tanti giocatori che partecipano all'attacco, è logico che in mancanza di rodaggio rischi di regalare molti più spazi alle tue spalle. Chiedere pazienza, molta pazienza è il minimo, e con Málaga e Villarreal nelle prossime giornate qualche altro rospo da ingoiare non può nemmeno essere escluso. Altrimenti si può chiamare il Mané di turno a stagione in corso e accontentarsi di una rassicurante mediocrità”. Parole che mi trovano in accordo completo.

Le pagelle dell'Athletic.

Iraizoz 4,5: becca il primo gol sul suo palo in maniera assurda e da lì non si riprende più. Non trasmette mai sicurezza e con i piedi è pessimo, cosa che per il gioco di Bielsa non è un bene. Ridicolo quando si fa soffiare palla da Pereira che per poco non lo uccella con il seguente tiro da fuori. Imbambolato.
Iraola 5: non ha il passo dei giorni migliori e si vede. In avanti si propone poco e dietro soffre la velocità di Jefferson Montero. Insomma, non è ancora lui.
Javi Martinez 4: probabilmente una delle sue peggiori partite da quando gioca nell'Athletic, se non la peggiore in assoluto. Troppo lento per prendere il tempo sulle incursioni dei velocisti betici, perde la bussola e non la ritrova neppure quando l'allenatore lo riporta nella consueta posizione di mediano. Serata da incubo.
Amorebieta 4: se il buongiorno si vede dal mattino, anche quest'anno sarà difficile vederlo maturare (e a questo punto le speranze sono ridotte al lumicino). Inguardabile quando deve impostare, altro fattore penalizzante per il sistema di Bielsa, non riesce mai a temporeggiare e finisce per rimediare un rosso sacrosanto a furia di distribuire legnate a destra e a manca. Quando crescerai, Fernando?
De Marcos 6: dal punto di vista della fase difensiva è alquanto rivedibile, tuttavia ci mette un grande impegno, appoggia sovente l'azione e segna un gol caparbio. Per me dovrebbe giocare parecchi metri più avanti.
Gurpegi 5: si barcamena come può finché gioca a centrocampo, poi El Loco lo scambia di posizione con Javi Martinez e anche lui naufraga nelle distanze abissali tra i reparti. Stavolta la garra non basta (dall'80' Toquero 6: pressa altissimo e mette un paio di buoni cross: perché non provarlo al posto di Gabilondo?).
Iturraspe 6: un altro dei pochi a salvarsi, prova quantomeno a dare un po' d'ordine a una manovra confusa come non mai. Trovando scarsa collaborazione nei compagni, che si muovono col contagocce, decide spesso di fare da solo e mostra una tecnica non comune. Non molto condivisibile la sua sostituzione (dal 63‘ David Lopez 6,5: disputa una bella mezz'ora e il suo ingresso rivitalizza un Athletic spento. Giocando da centrale il suo passo cadenzato e la difficoltà nel saltare secco l'avversario non si notano, mentre risaltano la visione di gioco e il tocco pulito. Segna un gol e un altro lo sfiora di pochissimo. Da riproporre, magari dal primo minuto).
Muniain 5,5: per classe e capacità d'infilarsi nel cuore del gioco, rallentandolo o accelerandolo d'improvviso a suo piacimento, è di gran lunga il migliore in campo. Nel secondo tempo, però, s'intestardisce nel voler scartare mezzo Betis prima di andare al tiro e questo incaponirsi nell'azione personale alla lunga è controproducente. Va sfruttato meglio, perché potenzialmente è devastante.
Susaeta 6: ha la tendenza a tentare spesso la giocata più difficile, è vero, ma quando è in giornata per gli avversari diventa molto complicato fermarlo. Si inventa dal nulla l'azione dell'1-2 ed è attivo fino all'ultimo, anche se col passare dei minuti perde lucidità. Si sta ritrovando, avanti così.
Llorente 5: perde troppi duelli con i difensori del Betis e in generale non brilla, al netto di una condizione fisica ancora da trovare e della difficoltà nel passare dal monoschema di Caparros al gioco totale che gli chiede Bielsa. Ha una sola palla pulita a disposizione e chiama Casto alla parata del match, segno che va servito meglio e nelle modalità che preferisce.
Gabilondo 5: ordinato e nulla più, presidia la fascia senza tentare mai di superare il proprio marcatore nell'uno contro uno o di gettarsi dentro alla ricerca della porta. Per me da ala è inutile, mentre come terzino potrebbe finalmente giustificare la sua presenza pluriennale in rosa (dal 66' Igor Martinez 5: un paio di passaggi sbagliati e nulla più, mentre Ibai Gomez segna a raffica nel Bilbao Athletic. Io sono per rispedire l'ex Alaves tra i cachorros e per promuovere l'esterno di Santutxu in prima squadra).

Bielsa 5: stavolta c'è poco da rimproverargli, mancato turnover a parte. Ripropone la formazione che in settimana aveva espugnato Bratislava ma viene tradito dalle prestazioni dei singoli, la cui poca esperienza con il suo modo di giocare si è vista tutta di fronte a una squadra quadrata come il Betis. Vero è che non apporta grandi correttivi e sembra assistere al progressivo sfaldamento della squadra senza tentare granché per arginarlo. La strada è tutta in salita, adesso tocca a lui dimostrare di essere il tecnico adatto per far compiere il salto di qualità all'Athletic.

mercoledì 14 settembre 2011

3a giornata: Espanyol 2-1 Athletic.


Sergio Garcia supera Iraizoz e va a siglare il 2-1 definitivo (foto Deia.com).

Espanyol: Cristian Alvarez; Javi López, Forlín, Moreno, Dídac; Javi Márquez, Baena; Sergio García (76’ Romaric), Verdú, Albín (14’ Thievy); Alvaro Vázquez (66’ Pandiani).
Athletic Club: Iraizoz; Gurpegui, San José, Amorebieta, Iñigo Pérez (46’ Iturraspe); Javi Martínez, Ander Herrrera (67’ Toquero), De Marcos; Muniain, Llorente, Gabilondo (46’ Susaeta).
Reti: 25’ e 73’ Sergio Garcia, 63’ Llorente.
Arbitro: Velasco Carballo (C. Madrileño).

Se dopo il mezzo passo falso interno con il Rayo erano già scattate le prime, feroci critiche, al termine della partita che ha visto l’Athletic uscire sconfitto 2-1 sul campo dell’Espanyol Marcelo Bielsa è stato letteralmente travolto dagli improperi di una larga maggioranza dei tifosi biancorossi. Più che la prestazione della squadra (deficitaria nel primo tempo, molto migliore nella ripresa) o il risultato in sé, in fin dei conti troppo penalizzante per i bilbaini, a finire nel mirino è stata la formazione scelta dal Loco, un azzardo che definire avventato è poco; pur con tutta la buona volontà del mondo, le scelte del rosarino in tal senso sono indifendibili e lui stesso lo ha ammesso in conferenza stampa. Ciò nonostante, dalle pagine di questo blog continuo a chiedere pazienza. Siamo appena alla seconda giornata di campionato e trovo davvero inconcepibile che in tanti si stiano scagliando con incredibile violenza verbale sull’operato del nostro nuovo allenatore, negandogli quell’elementare beneficio del dubbio che solitamente si concede anche agli assassini. I motivi per cui mi sembra giusto aspettare un po’ di tempo prima di cominciare a contestare le scelte di Bielsa ho già avuto modo di esprimerli due settimane fa e ripetermi mi sembra poco produttivo, anche perché prendersela con l’allenatore dopo un mese di lavoro è roba da Inter più che da Athletic. Questo “aspettare al varco” Bielsa è il sintomo di una frattura interna all’ambiente forse più grave del previsto: le elezioni, invece di sanare la situazione, hanno acuito l’astio tra i sostenitori di Urrutia e la fronda pro-Macua, che ha mal digerito la sconfitta e vede negli attacchi all’allenatore il modo più semplice e veloce per indebolire il neo-presidente. Bisogna dire che El Loco gli attacchi in questo momento se li sta cercando, perché sembra più interessato alle sue formazioni sperimentali che ai risultati, mentre servirebbero i punti per mettere a tacere i detrattori e ricavarsi lo spazio per portare avanti il proprio lavoro in tranquillità. Contro l’Espanyol il tecnico argentino ha stupito tutti con un undici iniziale che è sembrato fin da subito uno schiaffo in piena faccia a qualsiasi logica: Gurpegi è stato riproposto terzino destro con Iraola in panchina, De Marcos (a rischio labirintite per i continui cambiamenti di ruolo) ha preso il posto dell’ottimo Iturraspe della prima giornata a centrocampo, Gabilondo ha rilevato Susaeta e, soprattutto, Iñigo Perez è passato da “scartato” a terzino sinistro (!) titolare. Quando Sergio Garcia lo ha sovrastato in elevazione e ha insaccato il gol dell’1-0 si è capito chiaramente che il tourbillon di ruoli da sempre caro a Bielsa non può essere spinto fino a queste vette, specie quando in tribuna ci sono due buoni terzini difensivi come Aurtenetxe e Koikili. Il lato positivo è stata la reazione della squadra nella seconda metà di gara dopo un primo tempo abulico e mal giocato, reazione che ha portato a contare almeno quattro palle-gol nitide sventate da un Cristian in serata di grazie e quindi al meritato pareggio, siglato da Llorente con un cabezazo imperioso dei suoi. Da notare che l’allenatore aveva aggiustato il tiro, inserendo Iturraspe e Susaeta per Iñigo Perez e Gabilondo (con De Marcos arretrato in difesa, probabilmente dopo averlo dotato di bussola e cartina per orientarsi). Purtroppo la prima cappella stagionale di Iraizoz, passato nel giro di due settimane (e come spesso capitatogli in passato) da salvatore della patria a portiere poco affidabile, ha deciso in negativo la trasferta dello stadio CornellàEl Prat, punendo l’Athletic oltre i suoi reali demeriti.
Scusandomi per la scarsità d’informazioni presente in questo post (purtroppo ho parecchio da fare a lavoro…) vi rimando alla prossima partita, l’esordio dei leoni in UEFA contro lo Slovan Bratislava. E mi raccomando la parola d'ordine del momento: pazienza!

sabato 3 settembre 2011

Chiusura del mercato e spazio "cantera".


Orbaiz alla presentazione con l'Olympiakos.

ACQUISTI

Herrera (Saragozza).

CESSIONI

Ion Velez (Girona); Balenziaga (Valladolid, prestito biennale); Diaz de Cerio (Numancia, prestito); Cerrajeria (Murcia, prestito); Ustaritz (Betis, prestito); Urko Vera (Hercules); Orbaiz (Olympiakos, prestito).

Si è chiuso senza squilli il mercato estivo dell’Athletic, che dopo aver spedito Orbaiz in prestito all’Olympiakos (dove il navarro si riunirà con Yeste) ha in pratica chiuso tutte le operazioni, sia in entrata che in uscita. Non c’è stato dunque il colpo che in molti si aspettavano, ovvero il secondo ritorno a Bilbao di Aritz Aduriz: pur non godendo della fiducia di Emery a Valencia, infatti, l’attaccante guipuzcoano alla fine è rimasto al Mestalla, probabilmente perché la giunta direttiva non ha voluto spendere svariati milioni per acquistare un giocatore che era biancorosso fino a tre anni fa e che già una volta era stato lasciato andare agli inizi di carriera (peraltro dopo essersi formato a Lezama…), salvo poi essere ripreso a caro prezzo dal Valladolid. Aldilà delle considerazioni sull’opportunità o meno di ricomprare per la seconda volta un “nostro” elemento, va detto che questo mancato arrivo lascia un buco notevole nella rosa a disposizione di Bielsa; facendo i debiti scongiuri, basta che Llorente si buschi un raffreddore e non c’è un centravanti vero in grado di sostituirlo, visto che anche Urko Vera è stato ceduto. El Loco nel precampionato ha puntato su Igor Martinez più che su Toquero come vice-Nando, scelta legittima ma che non lascia molto tranquilli. Il parco attaccanti della prima squadra non prevede altre prime punte all’infuori di Llorente, per cui all’occorrenza toccherà affidarsi al gioco palla a terra per innescare una seconda punta adattata o puntare su un elemento del Bilbao Athletic, probabilmente Orbegozo. Per quanto riguarda i movimenti in uscita, direi che sono stati più o meno tutti azzeccati. Ion Velez era una figura inutile, Balenziaga, Cerrajeria e Diaz de Cerio hanno bisogno di minuti giocati, per cui le loro cessioni sono condivisibili; Urko Vera a parer mio avrebbe meritato una chance, mentre Ustaritz è un altro che sarebbe rimasto a fare tribuna, quindi ben per lui che il Betis lo abbia cercato (sembra che Bielsa voglia utilizzare Aurtenetxe nel suo ruolo naturale di centrale difensivo, per cui Usta e Ocio sono diventati di troppo). Capitolo Orbaiz: sono diversi anni che gioca per diritto acquisito, pur non avendo più il passo e il ritmo per reggere partite di altissimo livello; ottimo averlo spedito in Grecia e splendida la freddezza con cui la società lo ha liquidato, segno che i suoi maneggi nello spogliatoio non erano solo una leggenda metropolitana. I giocatori scartati dall’allenatore a inizio stagione, infine, hanno ricevuto un dorsal, però difficilmente riusciranno ad entrare nelle rotazioni; potrebbe fare eccezione Iñigo Perez, al quale la partenza di Orbaiz apre spazi interessanti.

Lezama.
Apro questa finestra per aggiornare i lettori sui risultati delle formazioni della nostra cantera, dal Bilbao Athletic allo Juvenil. I cachorros, dopo aver battuto 3-0 in trasferta l’Eibar (autogol e doppietta di Eizmendi), si sono ripetuti superando per 1-0 l’UD Logroñes, altra squadra candidata a lottare per la promozione; l’autore dell’unica rete dell’incontro è stato Orbegozo, per un inizio di stagione all’insegna degli ex canterani della Real Sociedad. Kuko Ziganda ha schierato questa formazione: Serantes; Bustinza, Etxebarria, Albizua, Saborit; Eraso, Moran, Ruiz de Galarreta; Goti (80’ Unai Medina), Orbegozo (73’ Guillermo), Ibai (60’ Peña). Unico cambio rispetto all’esordio con l’Eibar quello di Goti per Eizmendi, infortunato. Da segnalare le prove del laterale destro Unai Bustinza e di Orbegozo. Il Baskonia ha pareggiato 2-2 con l’Hernani alla prima giornata (doppietta di Aitor Villar, seconda punta molto interessante), mentre il campionato Juvenil partirà questo sabato.

martedì 30 agosto 2011

2a giornata: Athletic 1-1 Rayo Vallecano.


Muniain e Iturraspe esultano dopo lo splendido gol del numero 8 (foto Athletic-club.net).

Athletic Club: Iraizoz; Gurpegui (46' Iraola), San José, Amorebieta, De Marcos; Javi Martínez, Iturraspe, Herrea; Susaeta (57' Gabilondo), Llorente, Muniain (72' Toquero).
Rayo Vallecano: Dani Jiménez; Tito, Arribas, Figueras, Casado; Piti (79' Delibasic), Movilla, Javi Fuego, Botelho (85' Néstor Susaeta); Trashorras (59' Lass), Michu.
Reti: 55' Iturraspe, 63' Movilla.
Arbitro: José Antonio Teixeira Vitienes.

È palpabile la delusione dell'ambiente biancorosso dopo l'1-1 nell'esordio liguero dell'Athletic targato Bielsa, fermato al San Mamés dal volenteroso Rayo Vallecano di José Ramon Sandoval, squadra sicuramente combattiva e generosa ma altrettanto poco fornita di talento e giocatori sopra la media. Ciò non toglie che la valanga di critiche rovesciatasi da più parti addosso al Loco e ai suoi giocatori sia a dir poco incomprensibile: che senso ha criticare un allenatore insediatosi da due mesi e seminare dubbi su un progetto tecnico diametralmente opposto rispetto a quello precedente quando siamo solo alla prima (!) giornata di campionato? Dire che ieri i Leoni abbiano disputato una buona partita è sicuramente un falso, tuttavia anche sostenere che Llorente e compagni siano stati penosi rappresenta un'esagerazione bella e buona. Come ha dichiarato un sempre onestissimo Bielsa nel dopo-gara, l'Athletic ha giocato molto bene nella mezz'ora a cavallo tra primo e secondo tempo, mentre è risultato poco efficace nell'ultima parte dell'incontro ed è stato messo sotto dal Rayo per quasi tutta la prima frazione. Un'analisi a parer mio corretta quella dell'allenatore di Rosario, che peraltro non ha voluto cercare attenuanti e ha definito "confusa" la sua squadra. Io, in realtà, vedo diverse giustificazioni per la prova indubbiamente opaca dei biancorossi, innanzi tutto l'oggettiva impossibilità dei giocatori di aver recepito, nel poco tempo avuto finora a disposizione, tutti i complicati dettami di Bielsa. Non dimentichiamo che il Loco è uno dei tecnici più "difficili" dell'intero panorama mondiale, e solo al pensiero delle differenze che ci saranno tra i suoi metodi e quelli di Caparros mi viene da solidarizzare con i giocatori; è questo, peraltro, un punto da non dimenticare: fino a maggio la squadra ha giocato con un sistema iper-semplificato nei movimenti e negli schemi offensivi, mentre adesso si trova a confrontarsi con una tattica agli antipodi, probabilmente la più lontana possibile rispetto al modello di Jokin. Vogliamo dare ai Leoni il tempo di abituarsi o solo il fatto di avere Bielsa in panchina dovrebbe farci vincere di default? In giro si sentono cose ridicole, della serie: Llorente ha sbagliato gol impossibili... Vero, ma qualcuno ha notato che il nostro numero 9 adesso è chiamato a dialogare di continuo con i compagni, a pressare i difensori avversari e a fare tantissimo movimento per aprire varchi agli esterni come non aveva mai fatto negli ultimi anni? Logico che in questo momento della stagione manchi di lucidità sotto porta. Nessuno, poi, tiene in considerazione il fatto che una squadra che presumibilmente lotterà per la salvezza come il Rayo (che tra parentesi due anni fa, quando era in Segunda, ci eliminò dalla Coppa del Re... evidentemente quelli del "con Caparros questa partita l'avremmo vinta" hanno memoria corta) avrà di certo svolto una preparazione diversa rispetto all'Athletic, dovendo incamerare più punti possibile nella prima parte della stagione. Insomma, mi sembra che le analisi del giorno dopo siano parecchio partigiane e, di riflesso, assai poco obiettive. Perché? E' chiaro che a molti, specie ai piani alti, la vittoria di Urrutia non è andata giù. Aspettiamoci dunque critiche ogni volta più aspre ad ogni passo falso della squadra, che pure ci sarà senza dubbio visto che a Bilbao c'è un cantiere aperto. Da parte mia posso solo dire che, prima di lanciarmi in elogi sperticati o in critiche senza pietà, voglio aspettare per lo meno qualche mese, dando a Bielsa il beneficio del dubbio come a suo tempo feci con Caparros. Il progetto del tecnico argentino mi intriga, ma non avrò problemi a prendere posizione contro di esso qualora dovesse mostrare di non essere adeguato al nostro club... Prima, però, aspettiamo almeno di aver giocato più di un paio di partite ufficiali, no?

Non avendo parlato di occasioni e cronaca vi lascio almeno con il video dei gol:

venerdì 26 agosto 2011

Si riparte!


Llorente contro la difesa del Trabzonspor la scorsa settimana (foto Mundo Deportivo).

Le vacanze, ahimé, sono finite e una nuova stagione è già cominciata, anche se lo sciopero del sindacato dei calciatori spagnoli ha fatto saltare la prima giornata (non la seconda, che vedrà regolarmente in campo Athletic e Rayo Vallecano domenica al San Mamés); condivisibili le ragioni della protesta dei giocatori iberici, fermatisi perché almeno 100 di loro non hanno ricevuto lo stipendio negli ultimi mesi a causa della Ley Concursal, così come trovo personalmente giusto lo sciopero dei loro corrispettivi italiani, visto che anche chi prende 1.000 euro al mese in Lega Pro è un professionista (ma da noi la demagogia impone che siano tutti miliardari, dal Milan alla Vigor Lamezia). L'altra buona notizia insieme all'avvio della Liga è la qualificazione dei Leoni alla fase a gruppi di Coppa UEFA, ottenuta senza giocare una partita di ritorno che, dopo lo 0-0 di Bilbao, si prospettava molto complicata: il Trabzonspor è stato infatti "promosso" in Champion's a causa della squalifica del Fenerbaçhe, a cui è stato tolto il titolo vinto a maggio a causa della nota vicenda di corruzione all'interno del campionato turco. Fra un'ora circa l'urna deciderà i prossimi avversari dei biancorossi, che si presenteranno al sorteggio in seconda fascia.
Per quanto riguarda il mercato, gli unici movimenti registrati sono stati quelli in uscita: il principale riguarda la cessione di Ustaritz al Betis, in prestito fino al termine della stagione; inutile dire che sono dispiaciuto per la partenza di Usta, che però rischiava di giocare davvero pochissimo e ha quindi fatto la scelta migliore per la sua carriera (peccato solo che vada da una delle tifoserie più schifose della Liga). Con la stessa formula del prestito sono stati ceduti Diaz de Cerio al Numancia, Cerrajeria al Murcia e Balenziaga al Valladolid, quest'ultimo per due anni, dunque a restare ai margini (cosa davvero inguardabile, non in stile Athletic) restano in quattro: Aitor Ocio, che sta pensando addirittura al ritiro, Zubiaurre, mai allenatosi finora a causa di una forte reazione allergica, Iñigo Perez e Koikili. A metà agosto si era parlato di un interessamento dell'Olympiakos per Orbaiz, cosa che mi aveva riempito di allegria, purtroppo però sembra che l'accordo di massima sia saltato, dunque dovremo tenerci anche quest'anno il "buon" Pablo.
Un'ultima notazione sulla tattica scelta da Bielsa finora: il tecnico argentino ha infine optato per un 4-3-3 molto offensivo, i cui cardini principali sono il possesso palla, le combinazione rasoterra tra i giocatori e il pressing alto, il marchio della casa insomma. L'undici base dovrebbe essere formato da Iraizoz in porta, Iraola, San José, Amorebieta e Aurtenetxe in difesa, Javi Martinez (vertice basso), Iturraspe ed Herrera a centrocampo, Muniain, Gabilondo (sic!) e Llorente in attacco. Per il momento concordo su tutto tranne che sulla presenza da titolare di Gabilondo, che relega Susaeta in panchina. Vedremo se domenica prossima la formazione resterà questa.

lunedì 8 agosto 2011

Vacanze!



Come avrete capito dal titolo del post e dall'immagine qui sopra, finalmente parto per le (meritate?) vacanze. Il blog resterà chiuso fino al termine di agosto, mentre dovrei pubblicare qualche sporadico aggiornamento sulla pagina fan di Facebook (di cui trovate il box a destra) e tramite il mio account Twitter (link). Buone ferie a tutti!

giovedì 4 agosto 2011

Juvenil A, Baskonia, Bilbao Athletic 2011/2012.


Il campo di Santa Maria de Lezama, cuore della cantera biancorossa.

Una nuova stagione sta per cominciare e l'attenzione di tutti è rivolta a Bielsa e alla prima squadra, com'è giusto che sia in un momento di rinnovamento, curiosità e grandi aspettative qual è l'attuale. La linfa vitale dell'Athletic, tuttavia, resta la cantera di Lezama, pertanto trovo interessante fare il punto della situazione prima dell'avvio dei vari campionati sulla falsariga di quanto proposi lo scorso anno; stavolta, però, invece di elencare i migliori giocatori reparto per reparto ho preferito scrivere una presentazione delle tre squadre giovanili principali, Bilbao Athletic, Baskonia e Juvenil A. Per quanto riguarda le ultime due mi sono basato sull'identico lavoro del blog La cantera de Lezama, mentre la parte sul Bilbao Athletic è frutto di lunghe ricerche su vari siti.
Juvenil A: come sempre è la squadra più intrigante per gli appassionati della cantera, perché è qui che cominciano a mettersi in mostra i campioni di domani. In porta mister Bingen Arostegi alternerà com’è solito fare i due elementi a sua disposizione, Aitor Etxebarriazarraga (già in rosa l'anno scorso e titolare nel finale di stagione) e Kepa Arrizabalaga, che gode di ottimo credito a Lezama visto che sta svolgendo il precampionato con la prima squadra; ovviamente tra i due è il secondo quello con maggiori prospettive di crescita, in un ruolo che per il prossimo futuro si annuncia ben coperto in casa Athletic. I centrali difensivi saranno Imanol Corral, Asier Molinos e soprattutto Lander Arribalzaga, giocatore tecnicamente dotato che può disimpegnarsi anche come centrocampista, mentre sulle fasce agiranno il mancino Ander Artabe, Erik Polanco (ex attaccante esterno riconvertito fluidificante, bravo con entrambi i piedi) e Jhon Alejandro Escobar, terzino destro nato in Colombia e trasferitosi giovanissimo a Leioa in Bizkaia, dove gli osservatori biancorossi lo hanno scovato sei anni fa. Nessuna traccia di Jesus Mosquera, prelevato nel 2009 dal Malaga tra grandi polemiche (nonostante i genitori siano di Portugalete, a un tiro di schioppo da Bilbao) e del quale si parlava come di un vero fenomeno; di lui non ci sono tracce neppure nella rosa dello Juvenil B, pertanto è lecito supporre che non abbia mantenuto le promesse e si sia trasferito altrove. Ci sarà invece un altro centrale nato fuori dai Paesi Baschi, l’aragonese Alejandro Dominguez, che può giocare nel nostro club in quanto formatosi nell’Aluvion, squadra navarra convenzionata con l’Athletic. Il centrocampo è il reparto senza dubbio più interessante e ricco dal punto di vista dei talenti puri. Da notare innanzi tutto la presenza di Gorka Iturraspe, fratello minore di Ander e molto simile nel modo di giocare all'attuale numero 8 della prima squadra; accanto a lui, risaltano il regista-mezzapunta Asier Etxaburu, i due mancini Martin Bengoa e Julen Arufe (impiegabili sia esterni che centrali) e l'ala destra Markel Etxeberria, che può agire anche da fluidificante. I nomi da appuntarsi per il futuro sono però altri quattro, ovvero quelli di Oscar Gil, Iker Undabarrena, Aitor Seguin e Unai Lopez. Pariamo da quest'ultimo, un trequartista cresciuto nelle giovanili della Real Sociedad (il suo arrivo ha scatenato una furibonda polemica tra i due settori giovanili, conclusasi quando è emerso che sono stati i genitori del ragazzo a proporlo all'Athletic) e in possesso di qualità individuali notevolissime che lo hanno reso un punto di forza delle varie rappresentative giovanili spagnole. Gil è un centrocampista con ottime doti nella creazione del gioco, mentre Undabarrena (nazionale under 16) è un mediano capace di recuperare un’infinità di palloni; Seguin, infine, è una delle principali “perle” di Lezama, un’ala sinistra dal grande fisico, piede educato e cambio di passo formidabile, aggregato da Bielsa alla prima squadra nei giorni scorsi. Completano il reparto Iñigo Trigo, mediano fisicamente molto valido ma che lascia a desiderare sul piano tecnico, l'esterno sinistro Eneko Lozano, proveniente dal Danok Bat, e Iñaki Aranguren, fermo tutto l’anno scorso a causa di un brutto infortunio. L'attacco, infine, presenta pochi elementi ma tutti di buon livello. Jon Etxaburu (gemello del centrocampista Asier) è il solo centravanti di ruolo e al suo fianco si muoveranno Markel Vegas, David Gonzalez e Victor Monteiro; occhio soprattutto agli ultimi due, con una menzione particolare per il portoghese Monteiro, altro figlio di emigranti verso la Bizkaia che ha anche esordito con la rappresentativa di Euskal Herria: è un attaccante esterno rapido, talentuoso e con buon senso del gol, uno degli elementi più promettenti dell'intero settore giovanile bilbaino. In chiusura, credo che sia da sottolineare la multiculturalità di questa formazione, segno evidente che le accuse di razzismo e di chiusura mentale rivolte spesso ai biancorossi sono più che infondate; la filosofia del club non è sinonimo di xenofobia e spero che la presenza a Lezama di tanti ragazzi stranieri lo abbia fatto capire anche ai più gretti critici del modello-Athletic.
Baskonia: la terza squadra dell'Athletic, probabilmente meno considerata dello Juvenil nonostante militi in un campionato semiprofessionistico (Tercera division), è in realtà un'ottima palestra per i ragazzi reduci dall'esperienza nelle formazioni giovanili che, tranne rare eccezioni, non possono essere subito pronti per il duplice salto nel Bilbao Athletic; gli elementi interessanti e talentuosi, dunque, non mancano. A disputarsi il ruolo di portiere titolare saranno quest'anno Urtzi Erleaga, nazionale under 18, e Gorka Magunazelaia, per il momento aggregato al Bilbao Athletic a causa dell'assenza di Aitor Fernandez (impegnato ai Mondiali under 20); il terzo incomodo, Alex Salazar, con tutta probabilità sarà dirottato al Baskonia B. In difesa l'elemento di maggior spicco è senza dubbio Aymeric Laporte, basco francese del quale ho parlato in un post di qualche tempo fa; insieme a lui, da tenere d'occhio sono Unai Bustinza, laterale destro combattivo e versatile (può giocare al centro e perfino da mediano), e il terzino sinistro Eneko Zabaleta, molto bravo in fase offensiva e dotato di ottima tecnica. Meno interessanti, invece, i laterali Bilbo, Pedro Altamira e Anton Velasco e i centrali Mikel Goya, Mikel Fernandez e Unai Bilbao (quest’ultimo, in realtà assai promettente, passerà allo Juvenil al termine della preparazione, per questo non l’ho citato tra i migliori). A centrocampo c'è un nome che richiama l'attenzione degli esperti della cantera, quello di Iker Guarrotxena: ala destra dalle grandi potenzialità, ha già avuto modo di effettuare un precampionato insieme alla prima squadra con Caparros e adesso, superati i problemi fisici che lo hanno condizionato due anni fa, è pronto a spiccare il volo. Nel contesto di un reparto mediamente di livello non eccelso, altri elementi degni di nota sono sicuramente Sergio Dominguez, centrale con buona propensione offensiva, il mediano Jon Iru, già molto maturo tatticamente e dotato di grande intelligenza nei movimenti, e Ager Aketxe, tuttofare dal gran piede sinistro che può agire da regista, da mezzapunta e anche da esterno. Completano il centrocampo Iker Aspiazu, mediano senza grandi qualità, l'esterno destro Ivan Franco (bersagliato dagli infortuni nelle ultime due stagioni) e i due neo-arrivati Magdaleno e Susmozas, provenienti rispettivamente da Zalla e Leioa e dei quali si sa ovviamente molto poco. Il maggior numero di elementi promettenti si trova probabilmente in attacco, dove c'è grande abbondanza e varietà di soluzioni. Gli occhi di molti osservatori sono puntati su Aitor Kortabitarte, seconda punta molto rapida e dall'ottimo fiuto del gol, come testimoniano i 20 centri in 29 presenze la scorsa stagione nello Juvenil; attenzione anche al centravanti con cui ha formato una coppia micidiale, Sergio Mendiguchia, un classico attaccante d'area di rigore che possiede una qualità che non si insegna nelle scuole calcio: il senso della porta. Al loro secondo anno nel Baskonia tenteranno di lasciare il segno Aitor Villar, giocatore molto sveglio, bravo nelle conclusioni e che sa smarcarsi con grande facilità, e Joseba Alkuaz, centravanti forte fisicamente e gran lottatore. Partono indietro nelle gerarchie Gorka Luariz, utilizzato poco l'anno scorso nello Juvenil, Sabin Merino, Nestor Salinas e il minuscolo Azkuenaga (appena 1,61 m per 56 kg). Di tutti questi giocatori alcuni saliranno nel Bilbao Athletic, altri scenderanno nello Juvenil e solo in una ventina resteranno agli ordini di Peio Agirreoa, allenatore molto apprezzato e per questo confermato dalla nuova dirigenza.
Bilbao Athletic: aldilà delle perversioni di chi, come me, ama informarsi pure sul campionato del Cadete, è questa la formazione giovanile più seguita, nella quale militano alcuni cachorros già noti al grande pubblico. Aitor Fernandez è uno degli elementi più promettenti: portiere ventenne con un buon bagaglio di esperienza, sopperisce con l'agilità e i riflessi strepitosi alla mancanza di centimetri (è alto 1,82 m, poco per gli estremi difensori attuali). Quest'anno dovrebbe essere il titolare indiscutibile, anche perché i tecnici di Lezama lo tengono in grandissima considerazione; alle sue spalle ci saranno Jon Ander Serantes, prelevato dal Barakaldo, e Magunazelaia, pronto a salire dal Baskonia in caso di bisogno. Per quanto riguarda i giocatori di movimento, vorrei provare a ipotizzare una possibile formazione titolare partendo dal fatto che il neo-allenatore Kuko Ziganda ha dichiarato di voler far giocare i suoi con lo stesso schema della prima squadra. Nel 4-3-3 che dovrebbe quindi utilizzare l'indimenticato centravanti biancorosso degli anni '90, la linea difensiva potrebbe essere formata da Unai Medina a destra, Jonas Ramalho e Xabi Etxebarria al centro ed Enric Saborit a sinistra. Il primo è un terzino rapido, potente e combattivo, il cui nome gira da almeno un paio di stagioni come possibile ricambio di Iraola, mentre di Ramalho, fresco campione d'Europa under 19, è già stato detto moltissimo: ora sta a lui dare la svolta a una carriera che non si è evoluta come sperato (Muniain, che ha iniziato ad assaggiare la prima squadra insieme a lui, ha già collezionato due stagioni in Primera). Etxebarrieta è il più anziano del gruppo dall'alto dei suoi 24 ann e ha pure esordito nella Liga, ma nonostante l'ottima esperienza nella categoria potrebbe far posto a qualche giovane rampante; Saborit, infine, è un terzino sinistro dalle spiccate caratteristiche offensive che rappresenta una delle maggiori promesse della cantera, tanto da essere stato selezionato da Bielsa per effettuare la pretemporada con i “grandi”. Tra coloro che spingono alle spalle dei possibili titolari attenzione a Jon Garcia, centrale rapido e bravo in marcatura che ha realizzato una stagione eccellente nel Baskonia, al jolly Diego Royo (ex nazionale under 19, ottimo prospetto) e ad Unai Albizua, 25 presenze l'anno scorso; si prospetta invece un ruolo da riserve per Ander Larrucea, di rientro dal prestito al Barakaldo, Xabi Galan (mai impostosi veramente nei tre anni passati al Bilbao Athletic) e Igor Arnaez, laterale sinistro preso dal Lemona di Larrazabal. A centrocampo c’è grande abbondanza e per Ziganda scegliere non sarà facile; basandomi sul poco che ho visto e su quanto ho letto nei vari blog e forum biancorossi, i tre titolari potrebbero essere il mediano Iñigo Eguaras, Erik Moran e Iñigo Ruiz de Galarreta, anche se va detto che la mia è solo un'ipotesi. Questi tre sono sicuramente tra i migliori (Eguaras è stato nazionale, Moran ha piede e visione di gioco, Ruiz de Galarreta è un nome ormai noto a tutti e pare che Bielsa lo apprezzi davvero), ma di certo anche Gorka Eraña, Javier Eraso e soprattutto Alvaro Peña (centrale o trequartista tecnicamente dotato) sono in grado di dire la loro per un posto nell'undici titolare; se poi Galder Cerrajeria dovesse rientrare alla base sarebbe difficile tenerlo fuori. Concludiamo l’analisi con l’attacco, altro reparto fin troppo ricco di giocatori. Per quanto riguarda gli esterni, il nome che spicca è quello di Alain Eizmendi, prelevato dal Sanse (la Real Sociedad B) tra le solite polemiche e messosi subito in evidenza nelle prime amichevoli: si tratta di un'ala destra dal gioco rapido ed elettrico, forse un po' confusionaria al momento di finalizzare l'azione ma che può fare la differenza grazie alla velocità e alla buonissima tecnica di base, una specie di Susaeta insomma. C'è grande curiosità intorno ad Asier Goti, altro esterno velocissimo e molto offensivo proveniente dal Lemona, mentre si attendono conferme da Jonxa Vidal e Daniel Suarez, molto positivi nel Baskonia l’anno scorso. Ci sono poi quegli attaccanti utilizzabili sugli esterni o sulla trequarti offensiva che dovranno giocoforza adattarsi per avere spazio, visto che la concorrenza per il ruolo di punta centrale è pazzesca; tra questi, mi fa immensamente piacere la presenza del mio pallino Ander Vitoria, sbarcato finalmente al Bilbao Athletic dopo un'attesa fin troppo lunga (fu campione europeo under 17 insieme a Isma Lopez), anche se il più promettente sembrerebbe essere Lander Yurrebaso, 7 gol in 12 partite l'anno scorso col Baskonia prima dell'infortunio che lo ha tenuto fuori per tutto il resto della temporada (evidentemente ha delle ottime qualità, altrimenti non sarebbe stato comunque promosso). Ed eccoci al punto più controverso, il posto da centravanti: per una maglia ci sono ben 6 candidati, Jon Etxaniz, Guillermo Fernandez, Jonathan Reguero, Gorka Laborda, Mariano Azkona e Mikel Orbegozo, senza contare i succitati Vitoria e Yurrebaso che possono anche agire da prima punte. Laborda e Reguero sono già tagliati fuori dal discorso, visto che nella passata stagione hanno segnato un solo gol a testa, e di Azkona (proveniente dal River Ega, società retrocessa dalla Tercera) non si sa praticamente nulla. Restano quindi in tre, e mi duole dire che probabilmente sarà Mikel Orbegozo, ex attaccante del Sanse, ad ottenere la maglia da titolare. Dico così non per un pregiudizio verso il giocatore, ma solo perché non mi piace l'idea che un elemento cresciuto in un altro club tolga il posto ad uno dei ragazzi allevati a Lezama. Spero dunque che Guillermo, centravanti che si sta allenando con la prima squadra, o Etxaniz, buon prospetto incappato in una serie di sfortunati infortuni, ribaltino la mia previsione e si guadagnino il posto.
Ovviamente questa carrellata non è esente da errori nella descrizione dei singoli e nella composizione delle rose, per quanto abbia cercato di documentarmi al meglio prima di scriverla; purtroppo non esiste ancora la possibilità di vedere la Segunda B o le partite dello Juvenil in streaming, e capite bene che dare giudizi basandosi sui siti altrui e sui pochi video presenti in circolazione non è facile. Spero che apprezzerete comunque il mio post e vi invito a pormi qualsiasi domanda sui giocatori di cui ho parlato, cercherò di rispondere nel modo più esauriente possibile.

sabato 30 luglio 2011

Numeri di maglia 2011/2012.


Allenamento a Lezama (foto Deia.com).

È stata resa nota ieri la lista ufficiale dei numeri di maglia dell'Athletic per la prossima stagione (ricordo che in Spagna le rose delle prime squadre sono ristrette a 25 giocatori, ai quali può essere aggiunto un numero illimitato di elementi provenienti dalle squadre B), che riporto di seguito.

1 Iraizoz
2 Toquero
3 Aurtenetxe
4 Ustaritz
5 Amorebieta
6 San José
7 David López
8 Iturraspe
9 Llorente
10 De Marcos
11 Gabilondo
12
13 Raúl
14 Susaeta
15 Iraola
16 Orbaiz
17
18 Gurpegi
19 Muniain
20 Ocio
21 Ander Herrera
22 Castillo
23 Ekiza
24 Javi Martínez
25

26 Igor Martínez
27 Guillermo
28 Ibai Gómez
29 Saborit
30 Aitor Fernández
31 Jonas Ramalho
32 Ruiz de Galarreta

La prima riflessione riguarda i giocatori scartati subito da Bielsa e che non ritenevo del tutto esclusi, come ho avuto modo di scrivere qui un paio di settimane fa; la mia previsione era purtroppo sbagliata e la scelta di non dare una maglia a Koikili, Balenziaga, Zubiaurre, Inigo Perez, Cerrajeria, Diaz de Cerio e Urko Vera è una sentenza definitiva. Non discuto le scelte dell'allenatore, anche perché la sua interpretazione quasi maniacale del proprio lavoro lo avrà sicuramente portato a visionare chissà quante ore di video in modo tale da conoscere i giocatori prima di incontrarli (indicativo, in tal senso, quanto dichiarato da Ibai Gomez, che è rimasto senza parole quando Bielsa ha rivelato una perfetta conoscenza di lui e del suo ruolo in campo quando ci ha parlato per la prima volta a quattr'occhi). Quello che tuttavia non apprezzo è il modo in cui i giocatori scartati vengono trattati a Lezama: si allenano separatamente, in un campo diverso e con orari sfalzati rispetto al resto della squadra, e in pratica non hanno mai avuto una chance per far cambiare idea al mister di Rosario. Una nuova dirigenza e un nuovo corpo tecnico hanno tutto il diritto di tagliare i rami che ritengono secchi, però da un presidente eletto anche per lo slogan "Gure estiloa" (difendiamo lo stile Athletic, in soldoni) mi sarei aspettato un comportamento diverso. Ricordo che mi indignai moltissimo quando a Casas venne negato un dorsal poco prima dell'inizio della Liga, cosa che lo fece rimanere senza squadra fino al mercato invernale; il caso attuale è diverso, perché è stato chiaro che i giocatori non avevano possibilità (anche il sottoscritto l'aveva capito dopo il ritorno della squadra dallo stage di Oliva) e dunque hanno avuto tempo per cercare una nuova sistemazione, tuttavia il trattamento riservato loro dovrebbe essere diverso. Di certo c'è che Bielsa anche in questo aspetto è lontanissimo da Caparros: Jokin accumulava giocatori, anche inutili (emblematica la scorsa stagione, quella dei quattro terzini sinistri), El Loco ha fatto subito capire che intende lavorare con una rosa poco ampia e facilmente integrabile dai giovani più promettenti. Maggiori informazioni sulla situazione degli elementi scartati nella sezione Mercato del post.
Da notare c'è poi l'assegnazione di un numero della prima squadra ad Aurtenetxe, cui evidentemente Bielsa riconosce ottime potenzialità pur non avendolo ancora visto dal vivo (Jon è impegnato agli europei under 19 insieme a Ramalho). Muniain avrà il 19, ovvero la sua età, mentre Herrera giocherà con il 21 (inguardabile il 10 a De Marcos, evito di commentare il 2 che Toquero non vuol proprio abbandonare!). Ekiza si è conquistato una maglia, la numero 23, mentre i giocatori con un numero sopra il 25, cioè Igor Martinez, Ibai, Aitor Fernandez, Ramalho, Guillermo, Saborit e Ruiz de Galarreta, potranno divedersi tra Bilbao Athletic e prima squadra (i primi due, comunque, di fatto fanno parte della rosa principale). Restano liberi il 12, il 17 che fu di Etxeberria e il 25, anche se colpi di mercato nel prossimo futuro sono poco probabili.

Mercato: la novità delle ultime ore è l'offerta dello Slavia Praga per Urko Vera. L'attaccante biscaglino era stato prelevato dal Lemona nel gennaio scorso ed evidentemente aveva convinto poco anche Caparros, che gli aveva riservato solo 97 minuti in tutto il girone di ritorno e aveva finito per dirottarlo presto al Bilbao Athletic; Bielsa lo ha inserito subito nel gruppo dei giocatori che non intende utilizzare, sottolineando ancora una volta come la coppia Macua-Caparros abbia toppato spesso e volentieri sul fronte degli acquisti. Alcune squadre di Segunda si sono fatte avanti nei giorni scorsi, ma l'unica offerta concreta è per ora quella giunta dalla Repubblica Ceca; il giocatore nicchia perché non vorrebbe spostarsi dalla Spagna, Ibaigane è pronta invece a dargli subito la carta di libertà (in pratica una rescissione bilaterale) ponendo però una clausola biennale di possibile ri-acquisto. Un altro giocatore che sembrava vicino a lasciare il Botxo è Balenziaga, ma la sua prevista cessione in prestito al Las Palmas si è bloccata a causa dell'interessamento del Valladolid, squadra con ambizioni da Primera; il terzino ex Real Sociedad è alla finestra e aspetta, di certo non faticherà a trovare una sistemazione. De Cerio è cercato da diversi club ma non è ancora vicino a firmare, Iñigo Perez dovrebbe accasarsi come l'anno scorso all'Huesca e Koikili è stato messo in relazione con il Neuchatel Xamas, dove lo vorrebbe il neo-tecnico Caparros. Maggiori problemi sembrano invece avere Zubiaurre e Cerrajeria. Il primo, sulla cui vicenda paradossale sono convinto che qualcuno prima o poi scriverà un libro, non ha iniziato la preparazione a causa di una forte allergia ed è reduce da un campionato pieno di ombre all'Albacete, per cui non è facile che riesca a trovare in tempo un club disposto a prenderlo; il secondo è rimasto vittima della sconfitta di Macua e del conseguente addio di Caparros, che lo aveva scelto per svolgere la preparazione con la prima squadra inducendolo a rifiutare offerte importanti (Osasuna). Bielsa non lo ha ritenuto adatto al suo nuovo corso e Galder si è così ritrovato in una situazione poco piacevole, anche perché ha appena rinnovato il suo contratto per due anni; potrebbe rientrare al Bilbao Athletic, ma per il momento continua la sua preparazione isolata con gli altri indesiderati.
In entrata tutto tace e l'operazione-Aduriz sembra essersi del tutto sgonfiata. La pista che porta ad Aritz potrebbe riaprirsi nel caso in cui la società dovesse accettare l'ultima offerta del Tottenham per Llorente, ma dubito fortemente che Urrutia desideri presentarsi ai tifosi biancorossi con una mossa autolesionistica di questa portata.

martedì 26 luglio 2011

Primi segni di un nuovo corso.


I giocatori dell'Athletic con la Memorial Cup vinta sabato (foto As.com).

I giornali titolano "Primo titolo per Bielsa" con la solita esagerazione, ma c'è davvero un senso di esaltazione collettiva che inizia ad emergere dal precampionato dell'Athletic: a crearlo non sono state tanto le vittorie (tre su tre incontri disputati finora, seppure due siano stati solo di 45 minuti) o la conquista della Memorial Cup sabato, quanto la sensazione che questa squadra possa regalare davvero grandi soddisfazioni nell’immediato futuro. Non so se i Leoni vinceranno qualcosa o disputeranno un gran campionato, ma sento che ci divertiremo molto la domenica, e non penso di essere il solo ad avere quest'impressione. Dopo il 3-0 all'esordio stagionale contro l'Alzira (partita condizionata dalle gambe pesantissime dei giocatori), i biancorossi sono stati impegnati nel triangolare in Inghilterra di fronte a Southampton e Werder Brema, e proprio in quest'ultima occasione Bielsa ha confermato che la sua idea di calcio è una delle più moderne e spettacolari attualmente disponibili su piazza: pressing asfissiante, dominio del pallone e velocità nella giocata, i tre punti cardine del suo gioco, sono già parte integrante del suo Athletic. In particolare, contro il Werder (battuto 2-1, reti di Gabilondo e Toquero) i bilbaini hanno mostrato un ottimo assaggio di quella che potrebbe essere la loro stagione; schierata con un 4-3-3 molto corto, la squadra ha impressionato per come sembra aver recepito i dettami di Bielsa, a partire dal pressing di tutti (la buona notizia è che ci risparmieremo gli scatti chilometrici, e inutili, di Toquero, definiti dal sempre arguto Valentino Tola "corsette demagogiche") per concludere col movimento continuo degli esterni e le rapide verticalizzazioni dei centrocampisti. Interessante, dal punto di vista tattico, la posizione di David Lopez, che è stato schierato da interno insieme a Orbaiz, con Herrera qualche metro avanti: un'intuizione niente male da parte dell'allenatore di Rosario, in quanto il riojano non ha il passo e lo spunto dell'ala ma può essere utile, con il suo buon destro e la regolarità, come mezzala al fianco di un mediano puro (e d'altra parte l'ex Osasuna non ha mercato, quindi in qualche modo bisogna sfruttarlo). Contro il Southampton Bielsa ha inserito molte riserve (in pratica ha proposto solo la fascia destra titolare, Iraola-Susaeta) e sperimentato qualcosa: dietro l'Athletic ha giocato con 3 centrali puri e due terzini, Saborit e Iraola, con Andoni pronto a salire ed accentrarsi in fase di possesso per passare dal 5-2-3 al 4-3-3 più consueto (Ustaritz copriva le sue avanzate spostandosi sulla destra). Contro gli inglesi i Leoni hanno giocato meno bene, tuttavia hanno controllato e sono riusciti a colpire due volte nel finale, guadagnandosi così la Memorial Cup. Anche in questo caso va rilevata la posizione particolare di un calciatore, segnatamente De Marcos, che ha agito da centrocampista centrale e non da attaccante esterno. Molto buone le prestazioni del portiere Raul, di Herrera, già entrato nel vivo del sistema di gioco, e dei fluidificanti Iraola e Castillo (incredibile, ma sembra essere sulla via della ripresa). Mercoledì sera contro il Numancia la prossima partita, che attendiamo con trepidazione inconsueta per un’amichevole di fine luglio.

Mercato: in entrata tutto tace, e a parer mio è un bene. Volatilizzatesi le voci sul portiere Goitia, resta al momento in piedi solo l'ipotesi Aduriz, ma è presumibile che il Valencia non voglia privarsi dell'unica alternativa credibile a Soldado. Il club è invece molto attivo per quanto riguarda il fronte delle cessioni. E' di ieri la notizia dell'addio a Ion Velez, vecchia palla al piede (mi perdonerà il ragazzo, per cui non provo alcun tipo di antipatia, ma tecnicamente è impresentabile in Primera) di cui la Giunta Urrutia è riuscita a liberarsi: rescissione bilaterale del contratto e la punta navarra si è così potuta accasare al Girona in Segunda, categoria più adeguata ai suoi mezzi. Degli uomini scartati da Bielsa, e a questo punto ci sono pochi dubbi sul fatto che si tratti di una bocciatura definitiva, per ora hanno ricevuto richieste concrete Balenziaga (dal Las Palmas, che lo vuole in prestito) e Diaz de Cerio, cercato da diverse società di Segunda sempre con la formula del prestito. Cerrajeria e Urko Vera presumibilmente giocheranno un altro anno nel Bilbao Athletic, dover Bielsa li potrà tenere d'occhio, mentre per gli altri si cercherà una sistemazione da qui alla fine del mercato. Mi dispiace davvero molto per Koikili, spero che in qualche modo riesca a rientrare nei ranghi.

sabato 16 luglio 2011

Conosciamo Bielsa.



E’ iniziata ufficialmente l’altro ieri, con una doppia seduta di allenamento prima della partenza per il ritiro in terra valenciana (cosa già piuttosto indicativa), l’avventura di Marcelo Bielsa sulla panchina dell’Athletic. Innanzi tutto, fatemi dire che sono estremamente orgoglioso della sua scelta di dire no all’Inter perché già accordatosi con Urrutia, peraltro senza avere alcuna certezza riguardo al suo approdo a Bilbao; leggere su blog e siti italiani le elucubrazioni più assurde per motivare il rifiuto del Loco ad accettare l’offerta di Moratti è stato divertente ma in parte anche molto triste, perché un paese nel quale pare impossibile che una persona rispetti la parola data rivela chiaramente i motivi della propria decadenza civile e morale. “Ha paura di misurarsi con la Serie A”, “Non vuole avere la pressione di dover vincere subito”, “Ha scelto Bilbao e non Milano perché è un mediocre” sono solo alcune delle frasi deliranti lette nei giorni post-rifiuto, mentre allo stesso tempo fioccavano le analisi ex post dei tecnici della domenica (della serie: per fortuna non è arrivato, non è un vincente /tatticamente non è adatto al calcio europeo/con quello schema in Italia non si vince). Vorrei far notare in particolare una chicca di Sport Merdaset, che in un profilo di Bielsa elenca tra i difetti del tecnico di Rosario il non dare il proprio numero di cellulare ai giornalisti e il mettere sullo stesso piano piccoli e grandi quotidiani (cito dal sito: “l'inviato del Clarìn (paragonabile al Corriere della Sera in Italia per importanza) o de La Opinion di Pergamino (come dire Pizzighettone) verranno trattati allo stesso modo”): due peccati capitali per la gentaglia che infesta il mondo del giornalismo italiota. Parlando di cose serie, la domanda che in questo momento corre tra i tifosi dell’Athletic è una sola: Marcelo Bielsa è adatto o no per i biancorossi? Nel mio piccolo la risposta è che il Loco non solo sia adatto, ma che calzi proprio come un guanto sulla filosofia del club bilbaino. Un tecnico che ama lavorare con i giovani, per cui non contano le vittorie ma un progetto serio, che ama il gioco propositivo in grado di esaltare i numerosi talenti che abbiamo in rosa e che promette di riportare Lezama al centro sembra quasi troppo bello per essere vero; insomma, Urrutia potrebbe davvero aver puntato sull’allenatore ideale per il particolarissimo club di cui è appena stato eletto presidente.
Al momento dubbi e curiosità maggiori riguardano sicuramente l’aspetto tattico, quello per il quale Bielsa è più conosciuto; d’altra parte, se un allenatore con pochi trofei in bacheca (un paio di campionati argentini e l’oro alle Olimpiadi del 2004 con l’albiceleste i principali) è quasi venerato dagli addetti ai lavori un motivo ci sarà. Il suo modulo di riferimento è il celeberrimo 3-3-1-3, schema avveneristico con il quale ha affrontato sia i Mondiali 2002 con l’Argentina che quelli del 2010 col Cile, ottenendo risultati alterni; in Corea e Giappone venne eliminato clamorosamente nel gironcino iniziale, nonostante la sua squadra avesse trionfato nel gruppo di qualificazione sudamericano e si fosse presentata alla competizione iridata da grande favorita, mentre in Sudafrica ha ricevuto grandissimi attestati di stima. Il Cile, infatti, è stato unanimemente riconosciuto come la formazione dal gioco più bello del torneo, anche se è caduto agli ottavi a causa del cinismo brasiliano e di alcuni infortuni di troppo. Il 3-3-1-3 di Bielsa, aldilà dei numeri, è una tattica che si basa su tre principi cardine: dominio del gioco, pressing alto e verticalizzazioni immediate. La difesa, nominalmente formata da tre centrali, in realtà viene rafforzata in fase di transizione negativa dai due esterni di centrocampo e dal mediano, figure fondamentali per la fase di non possesso. Il rosarino ama mischiare le carte e nella scelta degli uomini per questi ruoli ne ha dato spesso un esempio, specie nella sua avventura alla guida del Cile dove utilizzava Medel, un incontrista, come difensore centrale o il jolly Vidal in almeno tre posizioni differenti (esterno basso, ala o centrocampista centrale). Il fatto è che per il Loco ci sono alcuni punti cardine indiscutibili: dei tre centrali uno dev’essere bravo ad impostare, in modo tale da poter rilanciare subito l’azione o da far partire il palleggio fitto fin dalla propria trequarti (ecco spiegato il perché di un mediano arretrato in difesa), mentre uno degli altri due dev’essere un marcatore puro in grado di francobollarsi al centravanti avversario; allo stesso modo, gli esterni di centrocampo devono saper fare bene entrambe le fasi, giacché sono i loro movimenti a determinare il formarsi o meno dei buchi potenzialmente più pericolosi (facile da capire: se un esterno scatta fino alla trequarti offensiva, non viene servito e resta fermo, sul ribaltamento dell’azione dalla sua parte ci sarà una voragine per l’ala avversaria). Il pressing è fondamentale e parte da lontano, ovvero dai tre attaccanti, centravanti compreso; sono loro a dover disturbare immediatamente lo sviluppo dell’azione altrui, in particolar modo uno degli attaccanti esterni deve sacrificarsi rientrando fino a centrocampo per evitare l'inferiorità numerica. La transizione offensiva è forse il momento principale nella tattica del tecnico argentino, che mira a recuperare palla il più possibile vicino all’area avversaria per puntare poi sulla verticalizzazione immediata verso le punte. In generale, comunque, Bielsa vuole il dominio del gioco: l’asse centrale mediano-trequartista è la struttura portante su cui si basa la fitta ragnatela di passaggi in fase di possesso, mentre gli esterni (bassi ed alti) sono deputati alla creazione di un tourbillon di tagli e incroci che, unito alla ricerca della profondità del centravanti, deve allargare le maglie della difesa altrui. Il sistema offensivo si basa da sempre su uno dei dogmi immutabili di Bielsa, un enganche y tres punta: l’enganche è il regista avnazato, il trequartista in grado di fare da raccordo per i passaggi provenienti dalle retrovie, di inventare l’assist per le punte e pure di inserirsi a fari spenti per andare al tiro sugli assist delle ali; le tres punta sono il centravanti classico e i due esterni alti, che partono larghissimi per poi puntare verso il centro e aprire gli spazi per le sovrapposizioni dei fluidificanti o per le imbucate centrali. Ma Bielsa è veramente un integralista del 3-3-1-3? In realtà, come tutti gli allenatori intelligenti Bielsa sa adattarsi alle caratteristiche dei propri calciatori e, soprattutto, dei suoi avversari di giornata: se avrà contro una sola punta la difesa a 3 è assicurata, mentre se gli altri si presenteranno con due attaccanti lo schieramento arretrato sarà a 4. Ma la caratteristica forse più spiccata del Loco è la volontà di giocare un calcio “totale” attraverso l’utilizzo a rotazione dei suoi uomini in ruoli diversi, ed è da qui che nasce la sua passione per i giovani, maggiormente malleabili rispetto alle vecchie glorie. Ipotizzando comunque l’applicazione del classico schema dell'argentino alla rosa biancorossa, i risultati sono quantomai intriganti; vediamo dunque, reparto per reparto, quale potrebbe essere l’undici dell’Athletic della prossima stagione [NB: ho iniziato a scrivere questo pezzo prima delle convocazioni del mister per lo stage di Valencia, di cui parlerò in chiusura, pertanto potrete leggere i nomi di alcuni giocatori scartati per il ritiro di Oliva; personalmente non credo che le decisioni dell'allenatore siano definitive, dunque ho deciso di lasciare inalterata la mia analisi].



Elaborazione da un'immagine di Zonalmarking.net

Portiere: Iraizoz dovrebbe essere il titolare, pur tenendo presente che se c’è un tecnico in grado di sparigliare le gerarchie questi è proprio Bielsa. Raul dunque partirà come dodicesimo, ma credo che avrà più possibilità di giocare rispetto alla passata stagione. Difesa: pochi dubbi riguardo ai tre centrali, con Ekiza, San José e Amorebieta perfettamente calabili nella parte per caratteristiche fisiche e tecniche. Amorebieta ha un sinistro preciso e potrebbe essere l’uomo deputato al rilancio dell’azione, San José ha qualità spiccate nella gestione della difesa ed Ekiza è il marcatore rapido tanto caro all’allenatore di Rosario. Più problematica la posizione dei rincalzi, Ustaritz e Aitor Ocio (dati entrambi in partenza), e non è peregrina l’ipotesi che Bielsa sfrutti la cantera per trovare alternative ai titolari. In tal senso, occhio ad Aurtenetxe e a Jonas Ramalho, centrali in grado di disimpegnarsi anche sulla fascia e per questo perfetti per una difesa a tre. Centrocampo: è il cuore delle squadre del Loco, nonché il reparto chiave per lo sviluppo del suo gioco ideale. Sulle fasce col rosarino spesso si sono visti fluidificanti in grado di fare entrambe le fasi e non centrocampisti esterni di ruolo, basti pensare alla sua Argentina nella quale i laterali erano due terzini, Zanetti e Sorin. A destra Iraola è perfetto: dotato di buona progressione e ottimo piede, Andoni è estremamente incisivo quando attacca ma nel corso degli anni ha pure imparato a difendere molto bene la sua zona di competenza, e non è difficile immaginare che il nuovo mister stravedrà in breve per lui. Più complicato il discorso sulla corsia opposta: Koikili è un classico terzinaccio, Castillo è impresentabile e Gabilondo non ha il passo per dominare tutta la fascia; a questo punto potrebbe tornare incredibilmente alla ribalta il quasi dimenticato Balenziaga, con l’interessantissimo Saborit come succulenta alternativa. Indiscutibili, invece, i due centrali: Javi Martinez è pronto a rivestire la posizione di schermo davanti alla difesa come ha fatto alla grandissima nella nazionale under 21 campione d’Europa, mentre il ruolo di enganche sembra fatto su misura per Ander Herrera, giocatore dotato di visione di gioco, ultimo passaggio e anche notevole tempismo negli inserimenti, come dimostrato dai gol pesanti messi a segno proprio durante l'Europeo di categoria. Per quanto riguarda le riserve, vedo poche possibilità per David Lopez, un altro che non ha il passo adatto, e anche per Orbaiz, la cui scarsissima dinamicità rappresenterebbe un problema non da poco all'interno del sistema di gioco iper-veloce del rosarino. Al contrario, se Iturraspe vuole sfondare l'anno buono è questo: come alternativa a Herrera sulla trequarti può ritagliarsi una spazio importante, perché le qualità tecniche non gli mancano. Gurpegi non dovrebbe avere problemi grazie alla sua adattabilità (per me lo vedremo parecchio in difesa), e anche se non partirà sempre titolare di sicuro a fine stagione avrà giocato molto. Occhio pure a Galder Cerrajeria, elemento di spicco del Bilbao Athletic che farà la preparazione con la prima squadra e potrà dire la sua sia come mediano che come regista. Iñigo Perez, infine? Se non verrà prestato, potrebbe essere utile da interno sinistro. Attacco: Llorente e Muniain sono indiscutibili, questo è palese. Nando è il centravanti perfetto per il gioco di Bielsa, un puntero forte di testa, buon finalizzatore e soprattutto capace di dialogare palla a terra con i compagni; dovrà migliorare nel pressing sui difensori avversari, aspetto nel quale non si è mai distinto particolarmente, ma la sua titolarità è scontata. Muniain ala sinistra è forse una delle novità tattiche più intriganti: spostare un giocatore disequilibrante come lui diversi metri più avanti, pur non esentandolo da compiti di ripiegamento, potrebbe consacrare definitivamente Iker nell’Olimpo delle giovani stelle iberiche. A destra si giocano una maglia Toquero e Susaeta; Gaizka ha dimostrato di poter incidere partendo dalla fascia, ha servito diversi assist con i suoi cross ed è ovviamente l’elemento più indicato per portare il pressing alto e rientrare poi subito a dar manforte al centrocampo, mentre Markel, che deve rilanciarsi dopo un’annata opaca, ha più piede e può sempre creare superiorità con i suoi dribbling. La scelta non è facile, al momento vedo favorito Toquero per la sua importanza tattica e l’estrema generosità. Per quanto riguarda le riserve, De Marcos e Igor Martinez hanno finalmente l’opportunità di mostrare il proprio valore giocando in una posizione più congeniale alle loro caratteristiche, mentre Urko Vera, Ion Velez e Diaz de Cerio (almeno uno dei tre verrà ceduto, anche in prestito) si disputeranno il posto di vice-Llorente. Canterani: Bielsa ha dichiarato di voler inserire nelle rotazioni almeno 4-5 giovanissimi. Chi saranno i prescelti? Per il ritiro di Oliva sono partiti Saborit, Ruiz de Galarreta, Guillermo e, a sorpresa, il portiere classe ’94 Arrizabalaga, senza dimenticare che Ramalho e Aurtenetxe non sono stati chiamati perché impegnati con la nazionale spagnola agli Europei under 19. I maggiori indiziati sono dunque questi, Arrizabalaga a parte (troppo giovane, e poi i portieri ci sono). Non è da scartare, comunque, l’ipotesi di qualche altro salto dal Bilbao Athletic.

Il pezzo originario doveva concludersi qui, poi Bielsa ha effettuato le convocazioni per lo stage di una settimana a Oliva, vicino Valencia. Hanno fatto subito scalpore le prime esclusioni, che hanno riguardato nomi anche importanti della rosa biancorossa; a Bilbao sono rimasti Koikili, Balenziaga, Cerrajeria, Ion Velez, Urko Vera, Diaz de Cerio e Iñigo Perez, più Javi Martinez e Muniain (in vacanza dopo l’Europeo under 21) e i succitati Aurtenetxe e Ramalho. Ho letto commenti molto negativi sul fatto che il Loco abbia scartato dei giocatori avendoli visti dal vivo giusto il tempo di un allenamento, tuttavia credo che la portata della sua decisione vada ridimensionata: probabilmente 35 giocatori gli sembravano troppi e ha deciso di portarne con sé solo alcuni, in modo tale da poter osservare tutti in modo approfondito e riservandosi di dare una chance agli altri una volta rientrato nel Botxo. Sicuramente non è un buon segno per quegli elementi poco adatti al gioco dell'argentino (Koi su tutti), ma da un tecnico intelligente come lui non mi aspetto bocciature dopo mezza giornata di lavoro. Per quanto riguarda il mercato, Aduriz ha smentito ufficialmente di essere mai stato in contatto con qualcuno della società (e Macua lo dava per acquistato, complimenti!), ma è stato lo stesso Bielsa a non chiudere la porta ad eventuali nuovi arrivi, pur specificando che le sue parole erano generali e non si riferivano a qualche giocatore specifico. Resta il fatto che dal Loco vorrei valorizzazione dei giovani, non richieste di acquisto… Sia come sia, per il momento l’unico nome che viene fatto è quello del portiere del Betis Asier Goitia, prodotto di Lezama e ormai da anni accasatosi in Andalusia (Malaga prima dei biancoverdi sivigliani). Spero vivamente che sia una bufala, in quanto abbiamo un patrimonio di giovani portieri da valorizzare e non vedo per quale motivo tesserare un quasi 30enne con molta esperienza in Segunda e poca in Primera, che peraltro toglierebbe spazio ai vari Raul, Aitor e compagnia.