lunedì 14 dicembre 2009

14a giornata: Saragozza 1-2 Athletic.


I giocatori del Saragozza devono ricorrere alle maniere forti contro Susaeta, imprendibile come nelle giornate migliori (foto Athletic-club.net).

Real Zaragoza: López Vallejo; Diogo, Pavón, Ayala, Paredes; Pennant (68' Ewerthon), Gabi (46' Ander Herrera), Ponzio, Jorge López; Lafita; Arizmendi.
Athletic Club:
Iraizoz; Iraola, San José, Amorebieta, Castillo (46' Etxeita); Javi Martínez; Gurpegui, Orbaiz, Susaeta; Toquero (83' Gabilondo), Llorente (59' Muniain).
Reti:
60' San José, 81' Susaeta, 91' Diogo.
Arbitro:
Velasco Carballo (Colegio Madrileño).

Nel contesto di una Liga francamente povera di contenuti tecnici di rilievo, per affermarsi contro le squadre della parte destra della classifica basta il minimo sindacale, ovvero difesa attenta, copertura degli spazi a centrocampo e qualche giocatore di qualità in grado di fare la differenza nella trequarti avversaria. La dimostrazione pratica di questo assunto l'ha data ieri l'Athletic sul campo del Saragozza, squadra partita per fare bene dopo l'immediato ritorno in Primera ma subito ripiombata nell'incubo della lotta per non retrocedere. Un pacchetto arretrato concentrato, una mediana solida (Gurpegi finta ala destra è la vera mossa vincente di Caparros) e le invenzioni del duo Muniain-Susaeta, tecnica e velocità al servizio della squadra: scacco matto in tre mosse agli uomini di Marcelino, peraltro licenziato al termine della gara. La chiave della vittoria biancorossa è tutta qui e spiega anche la bruttezza di una partita che per un'ora è stata letteralmente inguardabile.
Caparros conferma il 4-4-2 "mascherato" che sta facendo le fortune dell'Athletic, specie nelle trasferte in cui bisogna coprirsi; il ruolo di Gurpegi, metà esterno metà centrale, merita una spiegazione approfondita che cercherò di dare con un post apposito nei prossimi giorni. La formazione è quella titolare, con San José al posto di Ustaritz e la coppia offensiva Toquero-Llorente, entrambi acciaccati ma proposti in campo dall'utrerano (De Cerio non è nemmeno convocato). Nel Saragozza non è titolare Herrera, in estate vicinissimo ai Leoni, mentre si rivede Carlos Diogo, fuori da quasi due anni a causa di un infortunio ai legamenti. L'inizio è col botto: punizione di Orbaiz dopo un minuto di gioco, Gurpegi si inserisce sul primo palo e insacca di testa. Carlos esulta, l'arbitro però annulla giustamente per fuorigioco. Le emozioni in pratica si esauriscono qui: il Saragozza non sfonda mai nonostante il prolungato possesso palla, mentre l'Athletic si limita a difendersi con ordine. Gli uomini di Marcelino devono vincere e provano a fare la partita, tuttavia in avanti sono prevedibili; il 4-4-1-1 dell'ex tecnico del Racing Santander è statico e manca di profondità, perché non c'è movimento senza palla, mancano gli inserimenti dei centrocampisti e la manovra è costretta a seguire direttrici lineari e ripetitive, diventando in tal modo facile preda delle letture difensive dei baschi. Arizmendi, poi, è improponibile come punta unica, perché non attacca lo spazio e non è mai presente in zona gol. Ci prova solo Lafita, ma è evidente che un esterno di centrocampo adattato a mezzapunta non sia il massimo della vita per una squadra che si trova a fronteggiare un bunker composto da tre mediani e quattro difensori. Dall'altro lato i Leoni, ottimi in difesa, sono inesistenti in fase offensiva, con Llorente che non la vede mai e Toquero che corre sempre a vuoto. Serve un episodio per creare l'unica palla gol aragonese del primo tempo: Iraizoz buca un'uscita e in area bilbaina si accende una mischia furibonda, con tre conclusioni avversarie murate alternativamente dal portiere e dai difensori. La ripresa segue la falsariga del primo tempo fino al minuto numero 59, quando fa il suo ingresso sul terreno di gioco Muniain. A Iker serve meno di un minuto per prendere palla in area dopo una respinta di Lopez Vallejo, disorientare il proprio marcatore con una finta di corpo e servire col mancino una palla irresistibile per San José, che stacca imperiosamente e infila l'incrocio alla sinistra del portiere. Terza partita da titolare e secondo gol per il ventenne Mikel, tenuto misteriosamente in naftalina per quattro mesi da Caparros e ripropostosi adesso con grande autorità; il centrale di proprietà del Liverpool è preciso in difesa e sa fare male quando si porta in avanti, pertanto un eventuale riscatto a fine stagione mi sembrerebbe alquanto opportuno. Marcelino decide di osare e inserisce Ewerthon per Pennant, spostando Arizmendi sulla destra e avanzando il raggio d'azione del subentrato Herrera; l'unico risultato che ottiene, tuttavia, è di spezzare in due tronconi la sua squadra e di esporla ai contropiedi dell'Athletic. La logica conclusione arriva all'81', su una palla recuperata da San José e servita a Muniain, che conduce un contropiede da manuale: 40 metri palla al piede con Susaeta a sinistra e Toquero a destra, occhiata verso Gaizka a spiazzare la difesa e assist per Markel, che conclude di sinistro e segna il 2-0 che chiude la partita (il gol di Diogo al 91' serve solo per le statistiche).
L'Athletic espugna dunque Saragozza, inanella la quarta vittoria esterna consecutiva e si riavvicina alla zona UEFA, traguardo per il quale, a questo punto, sarà obbligatorio lottare fino al termine del campionato.

7 commenti:

  1. Muniain ha 17 anni ma è già decisivo, sempre più convinto che diventerà un campione (se non fa come Balotelli...)
    Sulla Liga in effetti sono rimasto un po' deluso, credevo che il livello medio fosse più elevato e invece ci sono un po' di squadre che hanno poca qualità o poca consistenza (almeno dalle squadre che hanno giocato contro l'Athletic), tolte ovviamente 5-6 squadre. Penso che si possa approfittare di ciò per qualcosa di importante

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  2. Non credo che Muniain abbia i difetti caratteriali di Balotelli, basta vederlo in campo: nonostante la classe, che gli permette di scartare qualsiasi avversario, è sempre rispettoso e non ha assolutamente gli atteggiamenti da bullo di SuperMario o di altri giovani fenomeni. In questo credo che abbia il suo peso la formazione nella cantera dell'Athletic, che oltre alle capacità tecniche e atletiche "allena" anche il comportamento degli atleti.
    il tuo discorso riprende e completa il mio: con una Liga così mediocre, anche una squadra dal gioco non eccelso come quella biancorossa può puntare a posizioni di prestigio (se in zona UEFA ci sono Deportivo e Maiorca, direi che potremmo starci pure noi).

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  3. edo ho visto che tra i convocati per stasera c'è un tale Aurtenetxe, chi è?
    panner39

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  4.  Difensore centrale di grandi prospettive, grande promessa....... Secondo me per ora dobbiam semplicemente riscattare il grande San Josè....

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  5. Caparros mi sta facendo in parte ricredere, sta comunque facendo bene, lancia giovani senza mandarli allo sbaraglio (Muniain, San Jose) e sta gestendo bene l'organico seppur con qualche fissazione
    panner39

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  6. Panner39: su Aurtenetxe ti ho risposto nel post di oggi ;). Riguardo a Caparros, la valorizzazione dei giovani è da sempre uno dei suoi cavalli di battaglia (ha lanciato lui Reyes e Sergio Ramos quando avevano 17 anni o anche meno, per dire) e in questo blog il suo lavoro con i cachorros è stato sempre apprezzato e lodato. Ciò che non apprezzo è la sua proposta di gioco miserrima, come si è visto anche a Saragozza (prima dell'ingresso di Muniain l'Athletic aveva pensato solo a difendersi), ma dato che Jokin resterà almeno fino al termine della stagione è inutile criticarlo di continuo: le mie idee al riguardo le ho chiarite da tempo, adesso l'importante è stare vicino al tecnico e alla squadra, visto che il livello non eccelso di questa Liga potrebbe aprirci scenari insperati.

    Anonimo: Aurtenetxe nasce centrale ma si evolve come laterale sinistro, posizione nella quale ha giocato ai Mondiali under-17. San José ha giocato solo tre partite da titolare ma ha fatto intravedere buone potenzialità; se continuasse così, i 3 milioni per riscattarlo dal Liverpool a fine stagione sarebbero ben spesi.

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