martedì 6 gennaio 2009

17a giornata: Athletic 1-1 Espanyol.


L'esultanza dei Leoni dopo il gol del pareggio di Iraola (foto Athletic-club.net).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Ocio, Amorebieta, Balenziaga; Susaeta, Orbaiz (79' Gurpegui), Javi Martínez, Yeste (55' Etxeberria); Ion Vélez (62' Toquero), Llorente.
RCD Espanyol: Kameni; Sergio Sánchez, Jarque, Pareja, Chica; Moisés Hurtado, Ángel; Rufete, Coro (69' Callejón), Nené (83' Román Martínez); Luis García.
Reti: 37' Moisés Hurtado, 81' Iraola.
Arbitro: Paradas Romero (Colegio andaluz).

Aveva chiesto una vittoria per festeggiare l'Epifania, Caparros, ma dopo l'1-1 ottenuto negli ultimi minuti contro l'Espanyol il tecnico dei Leoni si è detto comunque soddisfatto per il modo in cui i suoi giocatori hanno tenuto il campo nella ripresa e sono giunti al pareggio senza smettere mai di crederci; opinione condivisibile, certo, ma l'aver salvato il punto non cancella il rimpianto per aver gettato al vento una vittoria che doveva essere conquistata, alla luce delle attuali condizioni in cui versa la seconda squadra di Barcellona, lontana anni luce dalle belle prestazioni dell'era Valverde.
L'Athletic, che viene da una serie di quattro risultati utili consecutivi e non perde in casa dal primo novembre, scende in campo secondo il classico 4-4-2 dell'utrerano con la sola assenza di David Lopez, squalificato e sostituito da Susaeta; la vera novità siede però in panchina e indossa il numero 2: si tratta dell'attaccante Gaizka Toquero, acquisto estivo parcheggiato all'Eibar e richiamato all'inizio del mercato invernale in virtù delle buone prestazioni fornite nella compagine armera. Nell'Espanyol di Mané, che torna da avversario al San Mamés dopo aver guidato i Leoni alla tribolatissima salvezza della stagione 2006/07, perdura l'assenza di Tamudo ma per il resto l'unidici è quello titolare; il centravanti e capitano viene sostituito da Luis Garcia al centro dell'attacco, mentre Coro si piazza alle sue spalle nella linea di trequartisti che comprende anche Nené a sinistra e Rufete a destra. L'avvio è tutto di marca biancorossa e sul terreno di gioco i baschi mostrano la faccia migliore della filosofia di gioco di Caparros: squadra corta, pressing asfissiante già dalla trequarti avversaria e ricerca continua di Llorente, divenuto ormai il punto di riferimento di ogni manovra offensiva; sulla destra brilla da subito Susaeta, pimpante e volitivo come sa essere nei giorni migliori. L'Athletic sfiora immediatamente il gol con Yeste, che al 1' sparacchia fuori un sinistro da buona posizione, poi va in gol con Llorente al 4' ma Romero annulla giustamente per un fallo di Nando su Sergio Sanchez. Lo schema del match è chiaro, i padroni di casa tengono in mano il pallino del gioco e gli ospiti si limitano ad occupare la loro metà campo anche con 8 o 9 giocatori per poi affidarsi alla velocità di Luis Garcia in contropiede, tuttavia la difesa dei Leoni è in grande spolvero e si muove con sincronismi perfetti: Ocio e Amorebieta accorciano a turno sul numero 10 dei "pericos" quando questi va incontro alla palla, i terzini coprono con diagonali puntuali e Iraizoz è sempre pronto ad uscire sui lanci lunghi dei biancoblu. Per una squadra come l'Espanyol, che fa poco movimento e in cui i centrocampisti restano bloccati nelle loro posizioni, trovare spazi in avanti è perciò molto difficile e l'unica opzione diventano ben presto le palle inattive; al 10' Nené, sempre delizioso tecnicamente, prova a sorprendere Gorka proprio su punizione, trovando però la pronta deviazione in angolo del portiere navarro. L'inerzia della gara resta comunque saldamente dalla parte dei Leoni, che col passare dei minuti si avvicinano sempre più al gol del vantaggio: al 15' Amorebieta sfiora la traversa con un colpo di testa in torsione, al 18' Llorente, solissimo al centro dell'area, spedisce clamorosamente fuori un cross al bacio di Iraola e al 21' Javi Martinez conclude sul palo dopo un'azione da urlo di Susaeta sulla linea di fondo. La rete è nell'aria e l'Espanyol sembra sul punto di crollare, ma dopo 20 minuti giocati con straordinaria intensità i biancorossi calano in modo visibile e mostrano la corda in precise zone del campo, laddove le scelte di Caparros continuano a non convincere: Yeste a sinistra è inutile, Orbaiz è statico e sotto ritmo e Ion Velez continua a confermare di non essere adeguato per la Primera. Gli ospiti, pur senza fare niente di strepitoso, salgono di tono e cominciano a mettere il naso fuori dalla loro metà campo, guidati da un Rufete che compensa la fisiologica perdita di velocità con una grande maturità tattica e da un Moises Hurtado in versione tuttofare in mezzo al campo. Al 32' Sergio Sanchez mette a referto il primo tiro su azione per gli uomini di Mané, concludendo di poco alto una bella azione corale sviluppatasi da sinistra a destra lungo tutto il fronte difensivo basco, quindi l'Espanyol va vicinissimo al gol con Nené, che si impadronisce di un pallone vagante in area e, pur defilato, incrocia benissimo, costringendo Iraizoz alla grande parata di piede. Sull'angolo seguente il patatrac è servito: Amorebieta si addormenta, Moises lo anticipa sul primo palo ed è poi bravissimo ad indirizzare il pallone tra Gorka e la traversa. Lo 0-1 tramortisce l'Athletic e stavolta sono gli ospiti a mancare il colpo del ko in un finale di tempo nel quale creano un altro paio di occasioni salvate alla grande da Iraizoz. La ripresa inizia con il medesimo undici per i bilbaini, tuttavia dopo 10' di niente Caparros toglie un ectoplasma di nome Yeste per inserire Etxeberria, piazzando il Gallo a destra e spostando Susaeta sulla sinistra; la mossa, inizialmente apparsami poco sensata (io avrei tolto Velez), è in realtà davvero ottima, poiché dota la manovra offensiva dei Leoni di un'altra fascia (con Fran in campo la sinistra non esisteva) e costringe i biancoblu ad allargare le proprie maglie difensive. Etxeberria, poi, gioca con grande intelligenza, senza cercare il fondo ma aprendo la strada alle incursioni di Iraola e in breve la pressione dell'Athletic torna ai livelli di inizio gara; i perici rinculano e praticamente spariscono dal match, limitandosi a sporadiche azioni di alleggerimento condotte quasi sempre da un ispiratissimo Nené. Caparros al 62' toglie anche Velez ed inserisce Toquero, al suo esordio nella Liga, cercando così un altro referente per i cross e le palle lunghe, visto che Llorente è raddoppiato in modo sistematico e non riesce a smarcarsi per ricevere palloni puliti. In questa fase del match emergono però i noti limiti dell'Athletic quando deve attaccare difese schierate: i biancorossi dominano e giocano costantemente nella metà campo altrui, i cross si susseguono e la pressione sulla retroguardia avversaria è continua, eppure dai loro sforzi i Leoni ricavano al massimo qualche mischia. L'unica palla gol di un certo calibro capita al 70' sulla testa di Toquero, imbeccato dall'ennesimo bel cross di Iraola, ma il cabezazo dell'ex attaccante del Sestao manca di potenza e finisce lemme lemme tra i guanti di Kameni. Sembra una dichiarazione di resa anticipata, sottolineata anche dal quasi raddoppio di Moises con un'azione d'angolo identica a quella del primo tempo (stavolta Amorebieta è attento e salva quasi sulla linea), e quando Orbaiz si infortuna al 78' ed è costretto a lasciare il campo in barella la metafora della sconfitta pare davvero completa. La garra con cui Gurpegi entra in campo e la forza che riversa sul terreno verde, però, danno una scossa anche ai compagni e l'Athletic si getta in avanti per un ultimo assalto. All'81' Susaeta batte un corner da sinistra, Javi Martinez fa suo il rilancio e rimette in mezzo, dove Kameni manca la presa e i difensori rinviano corto: Toquero, senza paura di prendersi una scarpata nel volto, entra sul pallone di testa e lo ributta a centro area, Iraola controlla col petto e subito dopo si esibisce in una rovesciata strepitosa, spedendo la palla in rete alla sinistra dell'incolpevole portiere camerunense. Una perfetta "cilena", come dicono in Spagna. Il pareggio esalta i bilbaini e gli ultimi minuti sono un assedio alla porta espanyolista, con Kameni chiamato ad un intervento non facile dal rasoterra di uno scatenato Iraola. Il risultato comunque non cambia più e i Leoni possono iniziare l'anno nuovo con un pareggio buono per proseguire la striscia di risultati positivi; certo, contro un Espanyol così dimesso si poteva e doveva ottenere la vittoria, ma vista l'atavica incapacità dei biancorossi di attaccare squadre che pensano solo a difendersi (e, come logica conseguenza, di rimontare uno svantaggio) anche il punto non è da buttare via. Sicuramente questo 1-1 ottenuto nei minuti finali darà lo slancio necessario ai giocatori per affrontare al meglio la gara di andata di Coppa contro l'Osasuna, in programma l'8 gennaio a Pamplona.
I migliori e i peggiori nell'Athletic: prestazione di grandissimo spessore per Markel Susaeta, tornato il folletto imprendibile dello scorso anno. A destra come a sinistra, il 21enne di Eibar punta sovente l'uomo, cercando e trovando la superiorità numerica fondamentale sulla fascia, mette dentro cross al bacio e dà sempre un'opzione di passaggio ai compagni, smarcandosi tra le linee, andando incontro al pallone o allargandosi per aprire la difesa avversaria; quando gioca così è uno spettacolo e marca la differenza che passa tra un anonimo cursore di fascia (David Lopez, Gabilondo) e un'ala nel vero senso del termine. Citazione d'obbligo per Iraola, che alla solita prova sostanziosa unisce una rete davvero bellissima (ed è già a quota 5 quest'anno, record personale eguagliato); Andoni è, ora come ora, uno dei migliori terzini destri d'Europa ed è assolutamente giustificato che alcune grandi squadre si stiano interessando a lui. Javi Martinez, maratoneta come suo costume, appoggia molto l'azione di attacco e si fa vedere più di una volta in inserimento, Ocio guida la difesa con grande sicurezza. Iraizoz passa una ripresa da spettatore non pagante, ma in chiusura di primo tempo è lui che tiene a galla l'Athletic con un paio di interventi di grande spessore.
Nelle fila dei peggiori si segnala il disastroso Yeste, che a sinistra non riesce proprio a incidere: lento, inconcludente e fuori dal gioco, o viene messo nel suo ruolo naturale oppure va lasciato fuori, perché sulla fascia non è né carne né pesce. Orbaiz è un altro titolare quasi per dogma, aldilà del fatto che sia fisicamente alla frutta e che non riesca a fornire quelle garanzie in regia come faceva prima dell'infortunio di due anni fa; stesso discorso (con motivazioni diverse) per Ion Velez, ultimamente negli undici più per la voglia di Caparros di giocare con le due punte che per le sue effettive qualità tecniche, invero assai povere. Llorente, marcatissimo, la vede poco, Amorebieta gioca discretamente ma si fa anticipare come un pollo da Moises in occasione del gol.

4 commenti:

  1. La classifica dell'Athletic è più "guardabile" di qualche settimana fa. Quando si recuperano partite a poco dalla fine, non si può non essere soddisfatti, a prescindere da come si sia sviluppato il gioco. Condivido la tua battaglia contro la pubblicità: è un peccato che un club come l'Athletic possa assumere qualche tratto tipico dell'orrendo calcio moderno, anche se resta il club più originale (anzi, unico) del mondo. Come forse ti ho già scritto, l'Athletic è l'ultima squadra di subbuteo del pianeta: e detto da un fanatico del panno verde come me, è ovviamente un complimento!
    Grazie per il tuo contributo sul mio blog. Buon 2009 a te ed all'Athletic!!!
    Dario - City Club Italia

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  2. Ciao Edo, sono ancora Dario. Dove trovo il tuo indirizzo mail? Avrei bisogno di chiederti informazioni su rojadirecta...
    grazie, a presto, Aupa Athletic, in bocca al lupo per la Copa!
    Dario - CCI

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  3. ciao Dario, puoi mandarmi una mail a edo14ath@gmail.com. A presto!

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  4. Ieri sera nell'andata degli ottavi di Copa del Rey Llorente al primo minuto di recupero regala l'1-1 all'Athletic passato in svantaggio dieci minuti prima per il gol di Pandiani.

    Notevole il colpo d'occhio all'entrata delle squadre in campo con le bandiere palestinesi sventolate in tribuna.

    Highlights:

    http://www.youtube.com/watch?v=rUdAGQoZTU0

    Braveheart.

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