martedì 21 ottobre 2008

7a giornata: Athletic 0-1 Barcellona.

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Aitor Ocio, Amorebieta, Balenziaga; David López, Orbaiz (77' Gurpegui), Yeste, Gabilondo (75' Ion Vélez); Garmendia (61' Susaeta); Llorente.
Barcelona:
Victor Valdes; Alves, Márquez (65' Puyol), Piqué, Abidal; Victor Sánchez, Yaya Touré, Keita (32' Busquets); Iniesta, Eto'o, Henry (79' Hleb).
Reti: 63' Eto'o.
Arbitro: Undiano Mallenco (Colegio Navarro).

Dà fastidio, e molto, perdere come è successo col Barcellona. Paradossalmente, preferisco una sconfitta come quella di Siviglia, un 4-0 sopra il quale è impossibile recriminare, rispetto allo 0-1 maturato ieri al San Mamés, figlio di una gara giocata pressoché alla pari (cosa quasi impossibile da pensare, alla vigilia) e che lascia un notevole amaro in bocca per ciò che poteva essere e non è stato, per il poco coraggio delle scelte di Caparros e per la sensazione di scarsissima pericolosità che i biancorossi trasmettono anche quando tengono bene il campo. Un difetto, questo, che si palesa con sempre più preoccupante evidenza e che sta assumendo i contorni di un peccato capitale.
Jokin scioglie l'ultimo dubbio della vigilia solo al momento di consegnare le formazioni: c'è Garmendia dietro Llorente, solo panchina per Susaeta, che paga il buon momento di forma di David Lopez e la voglia di coprirsi a sinistra, la fascia difensivamente più debole, con Gabilondo in aiuto di Balenziaga; a centrocampo giostra il doble pivote Orbaiz-Yeste, che come recitava il vecchio adagio "vuol dire qualità", per il resto tutto come da programma. Muovo subito un primo appunto al tecnico di Utrera: perché lasciare fuori Markel? In una partita come questa, dove ovviamente l'Athletic cercherà di pressare alto e di sfruttare le spizzate di Nando, uno con la sua velocità non può che creare problemi alla retroguardia blaugrana... Da parte sua, Guardiola applica un robusto turnover,dovendosi anche misurare con infortuni e rientri dal Sudamerica, dunque via Xavi, Gudjohnsen, Messi e Puyol e dentro Piqué, Henry e il canterano Victor Sanchez, ennesimo prodotto del vivaio che il Pep lancia in prima squadra. Partono bene i bilbaini e dopo 3' Valdes è già chiamato ad un intervento difficile da una punizione liftata di David Lopez, forse un po' lenta ma comunque insidiosa quanto basta per richiedere il volo del numero 1 catalano. Risponde al 9' il Barça e lo fa ovviamente con Eto'o, bravo a saltare al limite un Amorebieta versione Bell'addormentato e ad impegnare Iraizoz, che deve imitare il collega per togliere dall'angolo la conclusione del camerunense. Sembra l'inizio di un match scoppiettante, tuttavia la partita si adagia ben presto sui canoni di uno sterile possesso palla degli ospiti, che si sviluppa spesso bel lontano dalla trequarti dell'Athletic, e di un atteggiamento aggressivo dei Leoni, pressing alto e contropiede, che non produce però riscontri effettivi in zona gol. Sicuramente soffrono poco i biancorossi, anche perché la squadra di Guardiola rumina calcio in modo del tutto inoffensivo, ma è anche vero che non riescono a rendersi pericolosi dalle parti di Valdes, eccezion fatta per un altro piazzato, stavolta di Yeste, su cui il buon Victor compie un vero e proprio miracolo andando a togliere la palla dall'incrocio dei pali alla sua destra. Al 38' c'è un'occasione anche per Garmendia, invero pimpante alla sua prima da titolare: cross di Gabilondo, palla sporcata dalla difesa e conclusione di prima che si perde in curva. Poca roba sulla sponda catalana: Iniesta a destra sembra un pesce fuor d'acqua (anche se un suo tiro al 21' sibila di poco sopra la traversa), Henry non si rende mai pericoloso e in generale la manovra blaugrana appare lenta e troppo macchinosa per creare grattacapi a una difesa ben messa in campo come quella bilbaina. Eto'o, l'unico davvero in palla, ci prova di testa in chiusura di tempo, ma Iraizoz fa buona guardia. Si chiude qui la prima frazione e, nonostante un possesso palla nettamente catalano, è l'Athletic ad aver lasciato l'impressione migliore e ad aver fatto di più per meritare il vantaggio. Come tante volte è accaduto lo scorso anno (e come speravamo non dovesse più succedere), però, la ripresa vede i Leoni arretrare il baricentro, smettere di aggredire i portatori di palla avversari fin dalla loro metà campo e ammassarsi un po' alla rinfusa davanti alla propria area, con la logica conseguenza che Llorente viene a trovarsi lontanissimo dal resto della squadra e che il Barça, pur non facendo granché, finisce per guadagnare metri. Questa situazione favorisce ovviamente i solisti blaugrana ed è proprio da un'azione personale di Henry che nasce il vantaggio degli uomini di Guardiola: il francese salta due avversari e serve Eto'o, bravo ad anticipare un Amorebieta poco convincente e ad infilare Iraizoz con una sassata mancina realmente imparabile. A questo punto appare evidente che l'Athletic abbia le stesse probabilità di ribaltare il match di quante ne ha Ion Velez di vincere il Pallone d'Oro, visto che la stanchezza comincia a farsi sentire e si somma alle ormai ataviche difficoltà nel creare gioco e nel tirare in porta. Il calo di Yeste, unico decente in fase di impostazione, non riesce ad essere compensato dagli ingressi di Susaeta, Velez e Gurpegi e al Barcellona basta difendersi con ordine per non correre rischi di alcun genere; sono anzi gli ospiti, guidati da un Iniesta che a sinistra torna sublime, a farsi vedere più volte in contropiede e a sfiorare il raddoppio con Eto'o, che si mangia un gol fatto sprecando un assist al bacio proprio di Iniesta. Al fischio finale i Leoni chiudono senza aver mai tirato in porta in tutto il secondo tempo, un record difficilmente peggiorabile. Che altro aggiungere? I problemi sono quelli noti e ormai mi sono stancato di ripeterli quasi ogni domenica; certo che è davvero impensabile poter vincere se il nostro centravanti non riesce a ricevere un solo pallone pulito in 90 minuti. Caparros potrebbe poi mostrare anche maggior coraggio, soprattutto quando si trova a fronteggiare un Barcellona rimaneggiato e parso quasi inoffensivo nella prima frazione: era davvero così peregrino avanzare Yeste e azzardare prima le due punte? Ai posteri l'ardua sentenza, a noi tifosi il compito di non crollare in vista della trasferta di domenica al Bernabeu.
I migliori e i peggiori nell'Athletic: positiva, come detto, la prima da titolare di Garmendia, e non è un caso che i biancorossi siano pericolosi più o meno finché lui resta in campo; Joseba è dotato di tecnica e velocità, due caratteristiche che lo rendono perfetto per la tattica di Caparros, e mostra di intendersi molto bene con Llorente come ai tempi del Baskonia. In posizione di centrocamposta centrale puro, Yeste ha alternato prestazioni molto buone a prove poco soddisfacenti: la partita contro il Barça appartiene al primo gruppo, vista la capacità di creare gioco che sembra appartenere soltanto a lui nell'undici bilbaino. Aitor Ocio piace per come guida il reparto difensivo lungo tutto l'arco del match, Iraizoz risponde sempre presente ed è costretto ad arrendersi solo ad un tiro da pochi metri di distanza.
Amorebieta peggiore in campo: lento, spesso fuori posizione, entra duro solo a centrocampo (ammonizione evitabilissima quella presa su Busquets) e si lascia invece saltare facilmente al limite dell'area; assolutamente da dimenticare, poi, l'intervento goffo con cui non chiude il lancio di Henry, facendosi anticipare da Eto'o che se ne va e segna il gol partita. Sottotono gli esterni offensivi bilbaini, con Gabilondo che ripiega troppo per poter incidere in avanti e David Lopez che si segnala solo sui calci da fermo. Orbaiz lento e nullo in fase di regia, dove apre e lancia davvero col contagocce e per il resto si limita al compitino, appoggiando sugli esterni senza dare mai profondità. Avrei voluto vedere Susaeta in campo dal primo minuto, ma va detto che l'ingresso di Markel a mezz'ora dal termine non lascia tracce visibili sull'andamento della partita.

1 commento:

  1. Analisi perfetta (o almeno la pensiamo allo stesso modo). Osare contro il Barcellona di domenica sera, reso abbastanza abulico dalle assenze, era possibile. Non so, ho l'impressione che Caparròs pensi che con le grandi al massimo si possa fare 0 a 0...vabbè, consoliamoci con Garmendìa, sperando che domenica i blancos accusino un po' la partita con la Juve
    AUPA ATHLETIC!
    ZènonLigre

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