mercoledì 16 maggio 2007

34a giornata: Athletic 1-1 Deportivo.

Athletic: Aranzubia; Expósito, Prieto, Sarriegi, Javi González; Iraola, Murillo, Javi Martínez, Gabilondo (76' Llorente); Etxeberria (63' Yeste), Urzaiz.
Deportivo: Aouate; Coloccini, Lopo, Andrade, Capdevila; Sergio, De Guzmán (73' Pablo Álvarez); Estoyanoff (46' Bodipo), Juan Rodríguez, Riki (80' Filipe); Arizmendi.
Reti: 57' Murillo, 62' Riki.
Arbitro: Pérez Burrull (Colegio cantabro).
Note: espulsi Capdevila (D) al 78' e Sarriegi (A) al 93', entrambi per doppia ammonizione.

Ha l'amarissimo sapore dell'occasione persa questo 1-1 tra Athletic e Deportivo. Non c'è altro modo per definire una partita che metteva nelle mani dei Leoni un match-point per la salvezza e che invece, al fischio finale, lascia i biancorossi in una situazione di classifica tremendamente pericolosa. Al momento di scendere in campo tutti sapevano che questo Athletic-Depor avrebbe potuto replicare (a campi invertiti) quello dello scorso anno, incontro vinto dai baschi che si guadagnarono al Riazor una sudatissima permanenza in Primera; le premesse c'erano tutte: galiziani sterili e senza nulla da chiedere al campionato, bilbaini motivati da una settimana di dichiarazioni importanti, scontro diretto tra Celta e Levante, le due rivali dell'Athletic nella lotta per evitare il terzultimo posto. E invece...ma andiamo alla cronaca.
Mané, consapevole di avere una mano con cui sbancare il piatto, si gioca le due punte, rinunciando però ad Aduriz cui preferisce Etxebe, con il conseguente spostamento di Iraola sull'out destro; con Yeste a mezzo servizio fino al termine della temporada (è stato deciso di non operarlo per la pubalgia, se ne riparla a Liga finita), giocano come centrali Murillo e Javi Martinez, la cui forma attuale lo fa sembrare solo lontano parente del ciclone di qualche tempo fa. Il primo tempo dei biancorossi, nonostante le buone intenzioni, non si discosta per nulla dallo standard di assoluta mediocrità di questa stagione. La manovra è come al solito lenta e prevedibile, i reparti sono troppo distanti tra loro e le punte, isolate e mal rifornite, non si vedono mai. Finisce così che il Depor, pur attaccando con scarsissima convinzione, crei un paio di palle gol interessanti, prima con Juan Rodríguez (colpo di testa fuori di poco) e quindi con Riki, il cui cabezazo da un metro viene respinto dal palo. Per rendersi pericoloso l'Athletic non può far altro che buttare palloni in avanti e sperare in un miracolo dei suoi santi protettori; al 36', San Joseba doma un lancio nell'area galiziana e lo serve di prima a Sant'Andoni, la cui volee di destro viene toccata dal bravo Aouate in corner. Tutto qui per i primi 45 minuti. Nell'intervallo Mané, oltre a comunicare il doppio vantaggio del Levante a Vigo, probabilmente si incazza come una belva per la partita indecente giocata fin lì dai suoi, e per lo meno l'Athletic rientra in campo più convinto. Il corner di Iraola al 57' è un invito irrinunciabile per Murillo, che segna di testa il suo primo gol in Primera dopo quasi 130 gare (che dire, un bomber). Visto il nome del marcatore la vittoria sembra certa, invece Aranzubia pensa bene di movimentare ancora un po' le ultime giornate di Liga e si fa infilare da una punizione non proprio irresistibile di Riki, alimentando la voglia di Gorka Iraizoz che si respira da un po' di tempo a Bilbao. Sarebbe comunque ingiusto scaricare la colpa sul portiere, visto che l'Athletic non fa nulla per segnare il 2-1, giocando in modo scandaloso per una squadra che deve salvarsi, e non parlo dell'aspetto tecnico-tattico (questo passa il convento), bensì dal punto di vista della voglia di vincere, della rabbia agonistica e dell'orgoglio, totalmente assenti. Nemmeno l'inferiorità numerica del Depor, causata dall'espulsione di Capdevila, riesce a scatenare un'offensiva doverosa, e il colpo di testa finale di Urzaiz sventato alla grandissima da Aouate è troppo poco per potersi aggrappare a recriminazioni del tutto fuori luogo. Una squadra sull'orlo del baratro non dovrebbe giocare col fioretto, che peraltro i 3/4 delle rosa dell'Athletic non sanno usare, ma dovrebbe riversare sul terreno di gioco tutto il furore di cui è capace. Aver pareggiato, dopo essere andati in vantaggio senza merito alcuno, contro una squadra senza motivazioni è una mancanza di rispetto verso quegli splendidi 39.000 che ieri affollavano il San Mamés, nonché verso tutti coloro che soffrono per questi colori. Se riusciremo a salvarci, questa riflessione non dovrà mancare nell'agenda del prossimo presidente.

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