martedì 21 aprile 2009

31a giornata: Athletic 0-1 Deportivo.


Pablo Alvarez scocca il tiro della vittoria galiziana (foto As).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Etxeita, Ustaritz, Koikili; David López, Orbaiz (89' Etxeberria), Javi Martínez, Yeste (60' Susaeta); Toquero (85' Ion Vélez), Llorente.
Deportivo de La Coruña:
Aranzubia; Laure, Colotto, Zé Castro, Filipe Luis; Juan Rodríguez; Guardado, Antonio Tomás (11' Sergio), Verdú, Pablo Álvarez (86' Cristian); Lassad (72' Bodipo).
Reti:
85' Pablo Álvarez.
Arbitro:
Clos Gómez (Colegio Aragonés).
Note:
espulso Javi Martinez (A) dopo il termine della partita per offese al direttore di gara.

Strano sport, il calcio. Nell'ultima partita giocata in casa, quella con il Maiorca, l'Athletic aveva rimediato tre punti assolutamente immeritati, subendo una vera e propria lezione di calcio dagli uomini di Manzano e riuscendo a vincere grazie ai due soli tiri in porta messi insieme nei 90' di gioco. Il trend si è però invertito dalla domenica successiva, quando il derby in casa dell'Osasuna si è risolto in una sconfitta pesantemente condizionata dagli errori arbitrali (primo gol navarro in fuorigioco ed espulsione più che severa di Aitor Ocio a inizio ripresa), ed è continuato su binari del tutto negativi anche nell'ultima giornata di Liga, che ha visto prevalere il Depor al termine di un match letteralmente dominato dai biancorossi. Legge del contrappasso, certo, ma anche incapacità di far propria una partita che i galiziani non sembravano troppo interessati a vincere (eufemismo), difetto gravissimo per una compagine impegnata a cercare punti utili per staccarsi al più presto dalla zona retrocessione. La realtà parla ancora di un margine di 4 punti sulla terzultima, il Recreativo, ma allo stesso tempo racconta di un Athletic che non gioca una partita decente dalla leggendaria semifinale di Copa del Rey contro il Siviglia; da allora, una sola vittoria e tutte sconfitte, e adesso non c'è neppure la scusa del Tourmalet da tirare in ballo. Inutile nascondersi dietro a un dito: i Leoni hanno riperso il filo del discorso faticosamente annodato al termine del girone di ritorno e sono tornati ad essere quella squadra sconclusionata e senza idee che Caparros non è mai riuscito seriamente a disciplinare. Non si può impostare un intero campionato sulle prestazioni "di pancia", originate cioè dal furore agonistico e dalla spinta del pubblico, perché quando le energie calano e la condizione si fa più approssimativa, come in questo periodo, vengono a galla tutte le lacune tecnico-tattiche che l'utrerano non ha mai risolto. Ammetto che io stesso sono stato trascinato dall'alternarsi di risultati pessimi e grandi prestazioni e ho pertanto faticato ad esprimere un giudizio definitivo sull'operato del mister, passando dalla voglia di non vederlo più sulla panchina basca all'esaltazione per alcune grandi imprese compiute dai suoi, ma ora che siamo giunti praticamente al termine del suo secondo anno come allenatore biancorosso non posso promuovere il suo operato, tutt'altro. Mancanza di una cultura del turnover, atteggiamento ultra-difensivista e immobilismo tattico sono le cose che più rimprovero a Jokin; in particolare, continuo a non comprendere la sua riproposizione ossessiva di un 4-4-2 per il quale non ci sono gli interpreti adatti, specie dal centrocampo in su. Perché ostinarsi a giocare con quel modulo, addirittura proponendo il nostro elemento più tecnico, Yeste, in un ruolo che non gli appartiene? Preso atto che Llorente è l'unica punta che abbiamo (non voglio considerare Velez e Toquero due attaccanti), non sarebbe più logico impostare un 4-2-3-1 con Fran alle spalle di Nando e dua ali pure a mettere dentro cross su cross? Certo, è facile giocare a fare l'allenatore comodamente seduti davanti al pc in camera propria, però certe osservazioni mi paiono legittime e del tutto giustificate, specie giudicando il rendimento recente di una squadra incapace di fare punti con le migliori e ora in difficoltà anche contro formazioni che le sono visibilmente inferiori. Non scordiamoci che nell'Athletic militano due elementi della nazionale maggiore (Iraola e Llorente, per tacere di Amorebieta che è stato convocato ma non ha esordito), due nazionali under 21 (Susaeta e Javi Martinez, peraltro capitano delle giovani Furie rosse) e diversi ex nazionali (Orbaiz, Etxebe e pure Yeste, che mancò l'esordio a causa di un infortunio), cosa che molte squadre che ci precedono si sognano; eppure siamo laggiù, a pochi passi dal baratro, dunque il condottiero del vascello dovrà pur avere qualche responsabilità per questa traversata arenatasi nelle secche della bassa classifica.
Non ho visto la partita di sabato, o meglio ho visto solo parte del primo tempo, dunque non sono in grado di riportare dettagliatamente quanto avvenuto sul terreno del San Mamés, ma a leggere le cronache dei giornali spagnoli si capisce benissimo che l'Athletic non è riuscito ad affondare il colpo nonostante un chiaro dominio territoriale, fattosi quasi imbarazzante nella ripresa. Non è una scusante questa, anzi, perché una squadra appena decente sa far fruttare la sua superiorità, mentre i Leoni hanno palesato una volta di più i loro limiti nella conduzione della manovra offensiva e, cosa ancor più grave, nella finalizzazione. D'altra parte, tutte le squadre della Liga hanno capito che basta fermare Llorente per disinnescare automaticamente la formazione basca e non è raro che preferiscano raddoppiare il numero 9 lasciando solo il Toquero o il Velez di turno, consapevoli che questi due fenomeni non segnerebbero nemmeno a porta vuota (a questo punto sarebbe meglio mettere Etxeberria, bollito quanto si vuole ma dotato almeno di due piedi consoni alla serie in cui gioca). Detto fatto, il povero Nando è stato controllato benissimo e non ha avuto grosse occasioni, mentre Toquero non ha tradito le attese e ha sprecato almeno un paio di palle-gol ghiottissime, anche se va sottolineata la buona prestazione dell'ex Aranzubia. Il golletto di Pablo Alvarez (con tocco decisivo di Koikili) a 5' dalla fine è la giusta punizione per una squadra spuntata e incapace di accelerazioni e cambi di ritmo, nonché per un tecnico che fa dell'immobilismo il suo stile di conduzione tecnica. Nessuno chiede la luna, ma quando si deve vincere sarebbe il minimo aspettarsi di vedere cambi un po' più audaci di Susaeta per Yeste o Etxebe per Toquero...un tentativo di tre punte, una variazione di schema, un inserimento di giocatori più di spinta (Balenziaga per Koi, ad esempio) non mi sembrano concetti rivoluzionari, specie quando i tre punti in palio servirebbero come il pane e l'atteggiamento dell'avversario non è quello di chi lotta con il coltello tra i denti. Ma tant'è, anche questa partita è archiviata e davanti a noi c'è il Numancia, che ci attende questa sera nella sua tana del Pajaritos e da cui dobbiamo aspettarci una condotta più bellicosa rispetto a quella del Depor, visto che i soriani si giocano le ultime possibilità di permanenza nella Liga. Il divario tecnico tra le due squadre è notevolmente sbilanciato a favore dei baschi, tuttavia le partite vanno giocate sul terreno verde, non sulla carta. Intanto la Federazione ha accolto il ricorso biancorosso contro la squalifica a Javi Martinez, espulso al termine della partita per aver rivolto alcune parole di troppo al direttore di gara, dunque il giovane navarro stasera potrà giocare accanto a Gurpegi, giacché Orbaiz è squalificato per somma di ammonizioni. Inutile dire che pareggiare o perdere spalancherebbe scenari devastanti sul finale di campionato bilbaino...speriamo che i giocatori e, soprattutto, Caparros ne siano consci e si adoperino al meglio per ottenere tre punti che sarebbero fondamentali anche per poter preparare con più calma la finale di Coppa col Barcellona.

1 commento:

  1. .....e nei momenti difficili el corazon de leon degli zurigorri non tradisce, 2 a 1 e quota 37 raggiunta!
    AUPA LEONES!!!!

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