giovedì 26 luglio 2012

Il pagellone 2011/2012: l'allenatore.


Un uomo chiamato Carisma.

Bielsa 7,5: la storia dell'umanità è piena di rivoluzionari che alla fine, tirando le somme, sono tali solo sulla carta. Gente che in ogni campo promette senza mantenere, prospettando cambiamenti epocali che non avverranno mai. Chi invece vuole cambiare davvero lo status quo, spesso lo fa operando in silenzio, senza proclami, e portando unicamente i risultati ottenuti come prova del proprio lavoro oscuro: Bielsa è uno di loro. Un uomo che non ama parlare, non sopporta le interviste e tollera a fatica perfino le conferenze stampa; un uomo che preferisce far parlare il campo al suo posto, anteponendo l'oggettività e la concretezza alla fuffa e alla chiacchiere da bar; un uomo, insomma, che mal si adatta alla contemporaneità e alla filosofia dell'apparenza che domina il nostro mondo occidentale. Perdonatemi questa introduzione quasi mistica, ma come avrete capito il personaggio del Loco mi ha conquistato nel profondo. Conoscevo l'allenatore e lo apprezzavo, ho scoperto l'uomo dietro il ruolo e lo stimo ancora di più. Il rosarino è arrivato nel Botxo e in una sola stagione ha stravolto tutto: la squadra, la tifoseria, la società, Lezama, forse Bilbao stessa. A partire dal materiale lasciatogli in eredità da Caparros, buono ma senza squilli (un po' come l'allenatore andaluso), Bielsa ha costruito una realtà nuova e nello stesso tempo antica, innovativa eppure tradizionale: un blocco di 13-14 giocatori, come negli anni '80, tantissimo lavoro tecnico-tattico, i giovani lanciati all'assalto della titolarità senza farsi troppi problemi. I risultati, dopo un inizio difficile che andava messo in conto, non si sono fatti attendere, sia in termini di gioco che di obiettivi raggiunti; la lotta per il quarto posto aperta fino a un mese e mezzo dalla fine della Liga e le due finali lo dimostrano, così come gli elogi unanimi per il calcio offensivo e spumeggiante dei biancorossi stanno lì a rimarcare l'abisso che intercorre tra l'Athletic del Loco e quello di Jokin (che sembra un reperto preistorico e invece è roba di un anno e mezzo fa). Non sono però solo rose e fiori, chiaramente. I Leoni sono arrivati a fine temporada letteralmente distrutti, svuotati da un impegno costante su tre fronti che ha lasciato tutti senza energie psicofisiche proprio nel momento topico della stagione, quello delle due finali; voci di corridoio riferiscono che lo scarsissimo utilizzo di Javi Martinez e Llorente (mai impiegato) durante Euro 2012 sia stato dovuto proprio alle cattive condizioni nelle quali li ha trovati Del Bosque al momento del ritiro... Vero che la rosa era limitata, tuttavia Bielsa avrebbe potuto ruotare di più i suoi uomini o comunque operare una scelta verso marzo-aprile, cioè schierare le riserve in campionato per mantenere freschi i titolari nelle coppe; non è successo e, pur non avendo la controprova, forse le cose sarebbero state diverse soprattutto contro l'Atletico in UEFA. Dell'argentino non mi è poi piaciuta una certa rigidità caratteriale che lo ha portato a scontrarsi a muso duro con i suoi giocatori (e le conseguenze purtroppo si vedono, come mostra il balletto sul contratto di Llorente), e non ho apprezzato neppure la decisione di scartare alcuni giocatori e di tenerli del tutto ai margini del gruppo.
Al netto di questi difetti, comunque, il bilancio è ampiamente positivo. Lo "sgonfiamento" dell'Athletic proprio sul più bello mi impedisce di dare a Bielsa un voto più alto, ma è indubbio che l'entusiasmo e il senso di esaltazione collettiva che lui ha avuto il merito di riportare a Bilbao abbiano segnato la stagione. Una stagione già entrata di diritto nella storia zurigorri e che, aldilà delle due sconfitte in finale, ha riempito di ricordi incancellabili le menti e i cuori di migliaia di tifosi. Eskerrik asko, Marcelo.

mercoledì 18 luglio 2012

Il pagellone 2011/2012: gli attaccanti.



Llorente 8: da qualche anno a questa parte devo ripetermi valutando la stagione del nostro numero 9, ma francamente mi va benissimo così! Fantastico, eccezionale, imprescindibile: scegliete voi l'aggettivo più adeguato per definire la stagione di Nando, tanto sono tutti ugualmente validi. Referente unico nell'area avversaria, il riojano è tornato ad assumere un peso specifico enorme nel contesto della manovra biancorossa, e nonostante i soliti errori sottoporta (non è e non sarà mai l'attaccante che capitalizza ogni pallone buono ricevuto) ha segnato molto e con grande continuità. Quando non è mancato la squadra ha perso un buon 50%, a stare bassi, del proprio potenziale offensivo, e finalmente chi delirava di un Llorente bomber grazie alla presenza di Toquero (l'ho letto per davvero, credetemi!) è stato servito. Gli si può rimproverare solo la scarsa efficacia nelle due finali, specialmente in quella europea dove fallì un paio di reti semplici sull'1-0 per l'Atlstico, ma in generale ha messo a referto una temporada magistrale. Peccato per la querelle sul rinnovo contrattuale, che speriamo si concluda in modo rapido e positivo per l'Athletic. Re Leone.

Muniain 7,5: di primo acchito mi viene da dire che avrei voluto qualcosa di più da lui, poi però penso alla sua carta d'identità e non posso far altro che sbalordirmi per l'importanza che il navarro ha già assunto nel contesto zurigorri. Iker però è talmente forte che spesso siamo tutti portati a pretendere da lui cose normalmente impensabili per un 19enne, e addirittura vorremmo che ad ogni partita fosse il trascinatore assoluto della squadra: va bene la precocità del talento e la maturità caratteriale, ma non dobbiamo esagerare con le aspettative. Muniain deve ancora crescere dal punto di vista della partecipazione al gioco e della continuità delle prestazioni, soprattutto perché tende a giocare in maniera ancora tropo individualista, della serie "ora prendo palla e faccio tutto da solo"; non a caso le sue partite migliori raramente hanno coinciso con le prestazioni di squadra più convincenti, perché nel contesto di una buona manovra corale tende a perdere quel protagonismo che assume in toto quando la manovra ristagna e servono le iniziative personali per dare una scossa al match. È comunque innegabile che il ragazzo sia già una colonna della squadra e uno dei migliori talenti assoluti della Liga; purtroppo anche lui, come quasi tutti i compagni, ha avuto un clamoroso calo fisico nel finale e non è riuscito a incidere nei due appuntamenti cruciali della stagione. Il difetto maggiore? Il pessimo rapporto con il gol. Per diventare un crack assoluto dovrà assolutamente incrementare il numero di reti segnate, al momento davvero basso.

Susaeta 7+: dal punto di vista personale è stata sicuramente un'annata memorabile, nella quale ha giocato tutte le partite di tutte le competizioni (!) ed ha superato i record di assist e reti delle stagioni precedenti. Si è insomma rivelato un vero pretoriano di Bielsa, che lo ha schierato sempre e comunque e si è fidato ciecamente di lui, come dimostra anche la decisione di affidargli l'esecuzione della quasi totalità dei calci piazzati. La risposta del giocatore, va detto, è stata buona ma non ottima. Il maggior difetto di Markel è tuttora la mancanza di continuità anche all'interno di una singola partita, con momenti di brio e freschezza atletica alternati a pause incomprensibili nelle quali diventa totalmente avulso dal gioco; più in generale, il gipuzcoano si caratterizza ancora per essere un elemento troppo discontinuo, dotato sì di lampi di genio puro ma incapace di rimanere per più di un paio di partite sullo stesso livello di prestazioni. Quest'anno ha fatto bene, è innegabile, tuttavia non mi ha mai convinto del tutto e a 25 anni compiuto dubito che possa diventare quel campione che prometteva di essere ai tempi dell'esordio. Isma Lopez, Ibai e Igor Martinez spingono alle sue spalle, dovrà fare attenzione.

Ibai 7: grandissima rivelazione della seconda parte di temporada, si è preso la rivincita sul destino che lo fece gravemente infortunare proprio il giorno dell'esordio in biancorosso dello scorso anno. All'inizio Bielsa non lo considerava granché, poi però non è rimasto insensibile di fronte alle ottime prestazioni fornite dal giocatore nel Bilbao Athletic (10 gol in 16 partite) e lo ha gradualmente inserito in prima squadra, ricevendone in cambio prestazioni sempre più positive. In Coppa UEFA Ibai è stato eccezionale, con la perla della rete allo Sporting in semifinale come punto più alto, ma anche in Liga, pur non riuscendo a segnare, si è segnalato per la generosità e la corsa applicate a una tecnica veramente apprezzabile. Ala classica, al contrario di molti esterni offensivi moderni ama puntare l'uomo per trovare il fondo, e in tal modo non intasa la zona centrale del campo e anzi allarga l'azione come ormai fanno in pochi; a ciò unisce un piede educato e una gran tiro, sia in movimento che su calcio piazzato. Osservato speciale per la prossima stagione.

Toquero 5,5: il voto avrebbe potuto essere anche peggiore, ma l'impegno e il carattere che Gaizka rovescia sul terreno di gioco sono sempre esemplari e lo fanno apprezzare più del dovuto. Ciò premesso, è innegabile che l'annata del numero 2 sia stata la più difficile da quando è arrivato a Bilbao; chiuso da uno schema che non prevede la seconda punta, il vitoriano è stato chiamato in causa solo come sostituto di Llorente nel ruolo di centravanti, una posizione che non è assolutamente congeniale alle sue caratteristiche. Costretto a giocare dove non riesce a esprimersi compiutamente, Toquero si è arrangiato come ha potuto, ma alla lunga generosità e spirito di sacrificio non sono riusciti  a nascondere le evidenti carenze fisiche e tecniche rispetto al titolare. A parer mio potrebbe tornare molto utile come esterno d'attacco (la corsa non gli manca, il cross è più che buono), mentre da prima punta non è proponibile a certi livelli. Con l'arrivo di Aduriz sarà difficile per lui trovare spazio, vedremo se la sua natura di lottatore ancora una volta riuscirà ad emergere.

Igor Martinez n.g.

lunedì 16 luglio 2012

Prima amichevole.



Vittoria per 2-1 dell'Athletic sul Lione nella prima uscita della stagione 2012/2013. In formazione rimaneggiata a causa delle molte assenze dovute agli impegni internazionali dei suoi migliori giocatori, il club biancorosso ha sofferto contro un Lione più tonico e vicino alla condizione ottimale; nel primo tempo Iraizoz ha salvato più volte lo 0-0, poi nella ripresa ci sono stati molti cambi (addirittura nove per i francesi) e le indicazioni sono state più confuse. Gli ex pluricampioni della Ligue 1 sono passati in vantaggio con Zeffane, il cui tiro ha infilato un Raul alquanto impreparato, ma l'Athletic è riuscito a pareggiare con un rigore di Aduriz (inesistente). A pochi minuti dal termine una percussione caparbia di Gurpegi è stata sfruttata alla perfezione da Isma Lopez, il cui cross al bacio ha premiato ancora Aduriz, bravo a staccare in anticipo sul proprio marcatore e ad infilare per la seconda volta il portiere.
Risultato generoso quello ottenuto dall'Athletic, tuttavia sappiamo tutti molto bene come in queste partite il punteggio finale sia la cosa meno importante. In generale, hanno giocato molto bene i due nuovi acquisti estivi, con una menzione particolare anche per il rientrante Castillo; da rivedere, invece, i due cachorros Etxeberria e Ruiz de Galarreta, apparsi ancora molto acerbi. E' comunque prestissimo per dare i primi giudizi, di certo la vittoria è un buon inizio e porta un po' di tranquillità all'interno di un ambiente ancora caldissimo.
Formazione dell'Athletic: Iraizoz (46' Raúl); Iraola (46' Markel Etxeberria), Ekiza, Aurtenetxe, Iñigo Pérez (62' Castillo); Iturraspe, De Marcos (62' Gurpegui), Ruiz de Galarreta (62' Aduriz); Susaeta (46' Ismael López), Toquero, Ibai Gómez (62' Igor Martínez).

Mercato: mentre tutto tace riguardo a possibili nuove operazioni in entrata (Beñat?), le voci sulle cessioni si susseguono in modo incessante. Javi Martinez a giorni alterni viene accostato a Bayern Monaco e Barcellona, anche se la società è stata chiara: se il giocatore troverà un accordo, chi lo vuole dovrà sborsare interamente la cifra della clausola rescissoria, ovvero 40 milioni. L'ultima su Llorente lo vuole invece vicino al Manchester City, che a sentire i giornali in pratica sta cercando di tesserare gli attaccanti di mezza Europa... Più serie le situazioni di Orbaiz, che dovrebbe essere rispedito ad Atene in attesa che il suo contratto scada, e soprattutto di David Lopez, conteso da Deportivo La Coruña e Celta Vigo in un derby tutto galiziano. Zubiaurre e Ustaritz intanto non sono stati convocati per la partita con il Lione, segno inequivocabile che Bielsa farà a meno dei loro servigi anche per questa stagione.

Jonas Ramalho e Kepa Arrizabalaga si sono laureati campioni d'Europa con la rappresentativa under 19. Il portiere è stato titolare lungo tutto il corso del torneo, segnalandosi in particolare nella semifinale vinta ai rigori contro la Francia grazie a due penalty parati, mentre Ramalho ha iniziato in panchina ma è riuscito a ritagliarsi sempre più spazio al centro della difesa, fino a disputare da titolare gli ultimi due atti dell'Europeo. Complimenti ai due cachorros per la bella vittoria!

giovedì 12 luglio 2012

Caos Bielsa: proviamo a capirci qualcosa.


Il nostro Don Chisciotte e i suoi mulini a vento (foto Terra.es).

"Ma cosa cazzo sta succedendo con Bielsa?". Negli ultimi giorni questa domanda me l'avete e me la sono fatta talmente tante volte da perderne il conto, visto tutto ciò che è accaduto nel fine settimana. Caso ha voluto che mentre il mondo biancorosso stava sprofondando nella follia, io mi trovassi tutto tranquillo nei dintorni di Modena, dove insieme ai Leones Italianos ho preso parte a una memorabile edizione dei Mondiali Antirazzisti; mi ci sono voluti un paio di giorni per capire di più sui fatti successi a Bilbao, e ora eccomi qui ad offrirvi una parziale ricostruzione degli avvenimenti.
Andiamo per ordine cronologico. Al momento di firmare il rinnovo del contratto, Bielsa, che ha già scelto Lezama come sede del precampionato, pone come condizione che le installazioni della struttura vengano rimesse a nuovo secondo un piano di lavori pensato direttamente da lui; Urrutia accetta e il rosarino si mette subito al lavoro, passando gran parte delle ferie a Bilbao per mettere a punto il progetto e relazionarsi con l'impresa costruttrice. Al momento di tornare in Argentina, Bielsa riceve l'assicurazione che i lavori saranno terminati in tempo per l'inizio del ritiro e se ne va soddisfatto. Il 2 luglio, data del primo raduno della stagione 2012/2013, gli operai però sono ancora a Lezama e Bielsa, infuriato, va dal responsabile a chiedere spiegazioni: ne nasce una litigata furibonda, conclusa (e non poteva essere altrimenti) con una locura, ovvero col tecnico argentino che sbatte fisicamente fuori da Lezama il capomastro. Il giorno dopo gli operai per protesta scioperano, mentre Bielsa si rende irrepereibile (per 3 giorni nessuno riuscirà a parlarci). Una settimana fa il rosarino rispunta fuori e indice una conferenza stampa che si trasforma in un vero e proprio "uno contro tutti", un attacco frontale al Grupo Balzola, l'impresa edile responsabile dei lavori, e anche alla Giunta Direttiva. Per riassumere, il Loco sostiene che i lavori sono stati fatti male pur sapendo che si stavano facendo male (perché non rispettavano le sue direttive), che una cosa del genere mina il suo prestigio di allenatore e che si sarebbe aspettato una reazione da parte del club che, invece, non c'è stata; al termine, con un gesto da grandissimo, tira fuori un'auto-denuncia già compilata che mette a disposizione del capo dei lavori, qualora questi volesse rivolgersi alla polizia per quanto accaduto a Lezama. Insomma, le dimissioni paventate da qualche mezzo d'informazione non ci sono e tutto sembra rientrato. E invece non è finita lì, perché il giorno dopo l'Athletic emette un comunicato ufficiale nel quale smentisce completamente il suo allenatore (chiamato "dipendente", una mancanza di stile clamorosa), sostenendo che i lavori rispettano i piani previsti e che, in pratica, quanto espresso da Bielsa è solo il frutto di opinioni soggettive. A leggerlo bene, più che dalla società il comunicato sembra scritto dal Grupo Balzola, visto come difende l'impresa e soprattutto quando, al punto 2, viene specificato che "l'Athletic Club chiede scusa pubblicamente per i danni all'impresa causati dalle dichiarazioni di un suo dipendente (sic)". E' a questo punto che si scatena il finimondo: voci di ogni tipo iniziano a girare incontrollate, e la maggior parte di esse indica che l'avventura del Loco nel Botxo è arrivata al termine. Tra dimissioni già firmate (Marca, sempre sul pezzo...), avvistamenti di Valverde e riunioni notturne della Giunta, passatemi il francesismo, non ci si capisce un cazzo, ma il giorno dopo Bielsa è sempre al suo posto, nonostante sia opinione diffusa che quella dei lavori sia solo una scusa di facciata adottata dal club per liquidare l'allenatore, inviso allo spogliatoio biancorosso. Vero o falso? Impossibile da dire, anche se le dichiarazioni di Muniain sull'argentino lascerebbero pensare il contrario. Alla fine l'Athletic, che sembrava sul punto di esonerarlo, fa sapere che Bielsa ha due settimane di tempo per decidere se restare o andarsene, un'evidente scelta di comodo per evitare di dover pagare penali o di continuare e a versare lo stipendio al "dipendente". Con questa mossa, però, la Giunta dimostra di non conoscere per nulla il rosarino, che in quattro e quattr'otto apre un profilo su Facebook (!), posta un comunicato di risposta e chiude tutta la baracca: un mito! La replica di Bielsa, precisa e puntuale, ribadisce quanto già espresso in conferenza stampa, lamenta la volontà dei dirigenti di togliergli autorità e indica un cambiamento nelle relazioni tra lui e il club, pur non accennando minimamente ad una possibile fine del rapporto. Insomma, si va avanti, quanto navigando a vista non è dato sapere.
La vicenda, come avrete capito da soli in questi giorni, è molto più complessa di quanto possa apparire in superficie. Balzola è infatti uno dei maggiori gruppi industriali del Paese Basco, soprattutto della Bizkaia, e a Bilbao ha firmato alcune delle opere edili principali degli ultimi anni (il Museo Guggenheim, la Torre Iberdrola, il Bilbao Exhibition Centre); come tutte le imprese della zona è legato al PNV, il partito nazionalista basco, che per chi non conosce la situazione politica di Euskadi è un partito conservatore che di nazionalista ormai ha solo il nome, e che si dedica quasi esclusivamente alla tutela degli interessi economici dei grandi gruppi capitalistici basco-ispanici, come appunto Balzola, Iberdrola e Petronor. Vi si è accesa una lampadina? Probabilmente diventerà un lampadario quando vi dirò che storicamente la maggioranza dei dirigenti dell'Athletic è orientata verso il PNV e che il Grupo Balzola è uno dei finanziatori della Fundacion Athletic. E che, rullo di tamburi, prende parte ai lavori del San Mamés Barria.
Con queste informazioni il quadro si fa molto più chiaro. Personalmente credo poco alle voci di malesseri nello spogliatoio o di contrasti sul mercato o su altri temi sportivi, derivate da un commento fatto da Bielsa durante la famosa conferenza stampa riguardo ai nuovi arrivi, Aduriz e Isma Lopez ("non avevo chiesto espressamente loro", "mancano i rinforzi in alcuni ruoli chiave"). La partita che si sta giocando è a livelli molto più alti, e purtroppo ci ricorda ancora una volta che l'Athletic non è l'isola felice che in troppi crediamo che sia... giochi di potere, intrecci politico-economici e altre rogne del genere esistono e prosperano anche a Bilbao, come abbiamo imparato sulla nostra pelle con Petronor. Urrutia mi sembra sempre più un presidente di facciata, messo lì per tenere buoni i tifosi mentre si trama nell'ombra; e in questo caso, devo dirlo, mi ha deluso profondamente pure lui. L'unica persona che al momento mi sembra degna di ammirazione e rispetto è proprio Bielsa, un uomo onesto, genuino e che non ha paura di dire quello che pensa, sempre in modo garbato ma con una forza d'animo straordinaria. Aldilà dei risultati sportivi, vorrei che una persona come lui rimanesse all'Athletic a vita, anche se a questo punto la sua avventura zurigorri potrebbe concludersi in qualsiasi momento. Estamos contigo Loco!

mercoledì 4 luglio 2012

Il pagellone 2011/2012: i centrocampisti.


Il punto più alto della stagione di De Marcos: il gol col Manchester United a Old Trafford.

De Marcos 8: senza dubbio la sorpresa più lieta dell'intera stagione biancorossa, soprattutto in rapporto a quanto aveva fatto vedere nei primi due anni a Bilbao (molto poco). Il cambio di tecnico gli ha giovato come a nessun altro, e in breve si è trovato a passare da oggetto misterioso a elemento imprescindibile della squadra titolare; terzino, esterno o centrocampista centrale, è stato un jolly preziosissimo e si è sempre fatto apprezzare per la capacità di abbinare qualità e sostanza. In particolare, giocando da mezzala si è rivelato devastante grazie alla facilita di corsa e al modo in cui attacca sempre lo spazio in fase di non possesso, come ribadiscono i 9 gol totali messi a segno. Non è un animale da tiki-taka come Herrera, ma col suo gioco frenetico e il movimento perenne rappresenta un'arma tattica fondamentale per Bielsa. Sontuoso.

Iturraspe 7,5: altro esempio di giovane esploso sotto la guida del Loco dopo un biennio senza squilli, Ander si è finalmente preso quello spazio che doveva essere suo già lo scorso anno ma che Caparros alla fine aveva incomprensibilmente (o forse no...) riservato ad un bollitissimo Orbaiz. A inizio stagione avrebbe dovuto giocare da interno al fianco di Herrera, tuttavia il grave infortunio occorso a Gurpegi ha obbligato Bielsa a schierarlo da mediano, ruolo nel quale si è disimpegnato con sicurezza sempre crescente dopo un periodo fisiologico di adattamento. Non è un incontrista ed ha faticato soprattutto in fase di distruzione del gioco altrui, però è stato importantissimo nello sviluppo di quello biancorosso, facendosi apprezzare per la regia lucida e fornendo sempre un'opzione di passaggio ai difensori con il suo arretramento quasi sulla linea dei centrali. Per me potrebbe rendere ancora di più se tornasse in posizione avanzata, anche se l'allenatore difficilmente rinuncerà al nuovo mediano che ha plasmato per un'intera temporada.

Herrera 7: stagione travagliata eppure non priva di spunti interessanti, anzi. Ha dovuto fare i conti con due infortuni non di poco conto (menisco prima e pubalgia poi), ma quando è riuscito a scendere in campo in buone condizioni ha quasi sempre fatto la differenza e, in generale, non è andato spesso sotto la sufficienza. La cosa positiva è proprio questa: se Ander ha giocato mediamente su buoni livelli nonostante i problemi fisici, cosa potrà fare quando sarà al 100%? Per me è un giocatore a cui non porre dei limiti, considerando capacità tecniche, carisma e visione di gioco; col pallone tra i piedi è magico, riesce a difenderlo dagli attacchi avversari col posizionamento del corpo e sa farlo arrivare in ogni modo ai compagni, soprattutto attraverso dei filtranti clamorosi. Se il fisico non lo tradirà, la prossima annata potrebbe essere quella della definitiva esplosione, anche in chiave internazionale.

Iñigo Perez 6,5: quando Bielsa arrivò a Bilbao, più o meno un anno fa, prese immediatamente la decisione di separare dal gruppo alcuni giocatori ritenuti non utili, e fra questi figurava anche il giovane navarro. Con caparbietà e tenacia, Iñigo ha lavorato a testa bassa, è riuscito a rientrare in squadra sfruttando la partenza di Orbaiz e l'infortunio di Gurpegi e infine ha fatto cambiare idea al rosarino, che ha ammesso il suo errore di valutazione e ne ha più volte lodato le qualità. Jolly tuttofare quasi come De Marcos, si è trovato ad occupare una molteplicità di ruoli diversi, dall'interno all'ala sinistra, dal mediano al terzino; talvolta non ha convinto, specie quando è stato schierato in difesa, ma in generale ha trasmesso buone sensazioni, anche se nel finale di stagione si è un po' spento. I detrattori dicono che è un gran tiratore di piazzati e nulla più, io invece lo ritengo un buon centrocampista, dotato di tecnica, tocco pulito e visione di gioco. Mi piacerebbe vederlo giocare stabilmente da centrale o al massimo esterno alto, senza per questo togliergli minutaggio. Molto dipenderà da eventuali arrivi a centrocampo, senza dubbio; nei prossimi mesi vedremo se Iñigo sarà un tappabuchi, una risorsa importante o una riserva senza grandi margini di partecipazione.

Gabilondo 6: l'ultima stagione di "Oso Ondo" con la maglia zurigorri non è stata certamente all'altezza delle aspettative del calciatore, che ha goduto di ben poco protagonismo nonostante un inizio nel quale Bielsa lo aveva spesso schierato, ricevendo in cambio le solite prestazioni ordinate e poco più. Ala con caratteristiche lontane anni luce da quelle richieste dal Loco agli esterni, si è barcamenato finché ha potuto, segnando anche tre reti, poi ha dovuto subire l'esplosione dei diretti concorrenti per una maglia da titolare e si è eclissato; nelle ultime giornate di Liga è stato riproposto per far tirare il fiato ai titolari, ma non ha potuto lasciare il segno. L'ho inserito tra i centrocampisti e non tra gli attaccanti (come Susaeta, Muniain e Ibai) proprio per le sue caratteristiche, più da esterno da 4-4-2 che da ala da 4-3-3. Lo salutiamo dopo 6 anni di onesto servizio e un paio di gol salvezza che non scorderemo mai.

David Lopez 5,5: troppo lento e compassato per giocare da esterno, nel precampionato era stato provato con buoni risultati come vertice alto del centrocampo a tre (in pratica come vice-Herrera); quando però l'ex del Saragozza si è infortunato la prima volta, Bielsa ha deciso di sostituirlo con Muniain e da lì in poi il riojano è più o meno sparito dai radar. Difficile dare un giudizio a un giocatore sceso in campo meno di 20 volte e quasi sempre da subentrato, tuttavia va detto che non ha mai incantato quando è stato chiamato in causa. Il suo futuro a Bilbao non è roseo e bene farebbe il club a cercargli un'altra squadra, in attesa che il suo contratto termini (dovrebbe scadere a giugno 2013) e ci si possa liberare di un elemento con uno stipendio fuori mercato e che non ha quasi mai reso secondo le aspettative.

Gurpegi, Ruiz de Galarreta n.g.

lunedì 2 luglio 2012

Due notizie di mercato.


Iago Herrerin con la maglia dell'Atletico Madrid.

Brevissimi aggiornamenti prima della pubblicazione (stasera o, più probabilmente, domani) del pagellone sui centrocampisti.
Oggi si è concretizzato il terzo ritorno del mercato estivo, quello del portiere Iago Herrerin. Classe '88, formatosi nelle giovanili di Lezama, Iago perse il ballottaggio con Raul per il posto di vice-Iraizoz due anni fa e decise di lasciare il club; dopo due stagioni positive nel filial dell'Atletico Madrid si è deciso di ripescarlo, anche se il giocatore è stato subito girato in prestito al Numancia fino a giugno 2013 (c'è però un'opzione di richiamo a gennaio). Di persona non l'ho mai visto giocare, ma fonti sicure mi hanno riferito che fosse lui il portiere più promettente delle giovanili biancorosse... staremo a vedere. Di certo il club ha voluto testarlo in un campionato più probante e, in caso di una risposta positiva del portiere, potrebbe decidere di puntare su di lui per il futuro.
Seconda notizia: Iñigo Diaz de Cerio ha rescisso il contratto che lo legava ancora per un anno all'Athletic e il prossimo anno giocherà in Segunda col neopromosso Mirandes, che qualche mese fa affrontò i Leoni in una memorabile semifinale di Copa del Rey. Ibaigane ha fatto inserire una clausola per il riacquisto da esercitare entro giugno 2013, ma a meno che non faccia un'annata clamorosa credo proprio che l'ex errealista abbia concluso la sua avventura a Bilbao.