martedì 25 settembre 2012

5a giornata: Athletic 0-0 Malaga.


L'inchino di Iribar al pubblico del San Mamés durante l'omaggio dedicatogli in occasione del cinquantesimo anniversario del suo esordio con l'Athletic (foto athletic-club.net).

Athletic Club: Raúl; Iraola, Ekiza, Gurpegui, Castillo; Iturraspe, De Marcos, Muniain (87' Toquero); Susaeta, Aduriz (46' Llorente), Isma López (46' Ibai).
Málaga: Caballero; Gámez, Demichelis, Weligton, Monreal; Toulalan (78' Iturra), Camacho; Joaquín (67' Portillo), Isco, Eliseu; Saviola (57' Santa Cruz).
Arbitro: Mateu Lahoz (Comité Valenciano).

Per molti commentatori la cosa migliore di domenica sera è stata la celebrazione per l'inimitabile Iribar, a 50 anni esatti dall'esordio del Txopo con la zurigorri: una cerimonia toccante, che è iniziata con un pasillo d'onore composto da alcuni grandi ex portieri dell'Athletic, tra i quali Imanol Etxeberria e Andoni Zubizarreta, è proseguita con una poesia cantata in basco solo per lui e si è conclusa con applausi e cori da parte di un pubblico commosso. In realtà anche dal punto di vista puramente sportivo non sono mancati i motivi di soddisfazione, uno su tutti quello zero alla voce "gol incassati" che si è materializzato per la seconda volta quest'anno dopo la vittoria sul Valladolid della terza giornata. La partita è stata molto tattica e non ci sono state grandi occasioni da rete, tuttavia  l'Athletic ha mostrato dei progressi interessanti, sia dal punto di vista fisico che da quello del gioco, e il fatto di aver ottenuto un risultato positivo contro una delle squadre più in forma della Liga, reduce peraltro dal roboante 3-0 rifilato allo Zenit in Champion's, è indicativo della buona prestazione della squadra. In particolare, ci sono stati molti meno errori in transizione offensiva, ovvero si sono persi molti meno palloni a centrocampo evitando così quei ribaltamenti di fronte che, molto più delle singole prestazioni dei difensori, sono stati la causa dei troppi gol subiti dalla squadra nelle prime uscite stagionali. Segnali incoraggianti si erano già intravisti giovedì contro l'Hapoel Kiryat Shmona, partita finita 1-1 solo grazie ai miracoli a ripetizione del portiere avversario (alla fine il conto dei tiri era stato di 28 a 4 per i Leoni...); la caratura modesta degli israeliani non autorizzava a mostrarsi troppo ottimisti, ma il pareggio rimediato contro gli uomini di Pellegrini ha certificato che i biancorossi stanno cominciando a carburare, un po' come successe lo scorso anno. Peccato per l'uno contro uno Susaeta-Caballero all'81' perso dal nostro numero 14: una vittoria sarebbe stata il miglior viatico possibile per il derby di sabato prossimo ad Anoeta. Resta comunque la convinzione di aver ottenuto un buon punto e, soprattutto, c'è soddisfazione per le prove molto buone di Ekiza, che ha blindato la difesa, e di Raul, molto sicuro nelle poche occasioni in cui il Malaga lo ha chiamato in causa. Che il posto da titolare di Iraizoz abbia finalmente iniziato a vacillare?

martedì 18 settembre 2012

4a giornata: Espanyol 3-3 Athletic.


Llorente esulta dopo il gol del 2-2 (foto Athletic-club.net).

RCD Espanyol: Cristian Álvarez; Javi López, Raúl Rodríguez, Héctor Moreno, Capdevila (74' Tejera); Forlín, Víctor Sánchez; Rui Fonte (66' Stuani), Verdú, Wakaso (82' Víctor Álvarez); Longo.
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Gurpegi, Amorebieta, Iñigo Pérez (41' San José); Iturraspe, De Marcos (46' Ibai), Muniain; Susaeta, Aduriz, Isma López (69' Llorente).
Reti: 18' Javi López, 43' Verdú, 55' Aduriz, 72' Llorente, 80' Longo, 82' Aduriz.
Arbitro: Pérez Montero (comité andaluz).
Note: espulso all'81' Longo (E) per doppia ammonizione.

Giusto un paio d'anni fa una partita come quella di domenica avrebbe fatto notizia, ma da quando a Bilbao comanda il Loco nessuno si stupisce più, anzi, "pazzie" del genere sono diventate quasi normali... E invece c'è stato davvero poco di normale in quanto accaduto a Cornellá El Prat: un primo tempo dominato dai padroni di casa, una ripresa con un Athletic arrembante, sei gol, una espulsione e tantissime occasioni da rete. Una partita divertente, in fondo, ma come spesse accade in questi casi anche segnata dagli errori difensivi delle due squadre che, non a caso, hanno incassato più gol in queste prime quattro giornate di Liga. Alla fine il punto va bene ad entrambe, ma sia Bielsa che Pochettino avranno molto su cui riflettere.
L'Athletic si presenta a Barcellona con la formazione sperimentale di questo inizio di temporada: Gurpegi gioca centrale in difesa, il terzino sinistro è Iñigo Perez e in attacco ci sono Isma Lopez a sinistra e Aduriz centravanti; solo panchina per Llorente, mentre Muniain giostra da trequartista centrale in luogo dell'infortunato Herrera. I Leoni partono bene, tengono il campo con sufficiente autorità e provano ad elaborare pazientemente il loro calcio di possesso, pur faticando ad essere incisivi negli ultimi 20 metri, ma basta la prima azione elaborata dell'Espanyol per far emergere tutti i problemi difensivi biancorossi: la circolazione di palla dei catalani prima dell'inserimento vincente di Javi Lopez è ficcante e ben elaborata, tuttavia non è ammissibile che la linea difensiva si imbarchi a tal punto da lasciare tutto il fianco sinistro scoperto (in più c'è l'errore di Isma Lopez che non segue l'uomo e lo lascia entrare in area senza contrastarlo minimamente). L'1-0 è una mazzata e i bilbaini, incapaci di reagire, consegnano le chiavi della partita ai padroni di casa; in avanti Aduriz è isolato mentre a centrocampo Iturraspe e soprattutto De Marcos sono lontanissimi dalla condizione dello scorso anno, problema non da poco visto che il lavoro e la corsa dei centrocampisti sono fondamentali nel gioco di Bielsa per assicurare protezione alla linea arretrata. Aldilà delle prestazioni dei singoli (Gurpegi bocciato, Amorebieta discreto) il problema dell'Athletic è proprio questo: la distanza tra i reparti è enorme e i difensori sono esposti continuamente all'uso contro uno in campo aperto, situazione che metterebbe in ambasce chiunque. Inoltre è innegabile che dietro ci sia molta meno sicurezza rispetto a qualche mese fa, vedere per credere Longo che, solo in mezzo a tre, riesce a stoppare, entrare in area e concludere senza opposizione; la respinta di Iraizoz sul tiro dell'italiano capita giusta giusta sul destro di Verdú, e proprio in chiusura di tempo il raddoppio è servito. Nella ripresa Bielsa inserisce Ibai per uno spento De Marcos (al 41' aveva dovuto mandare in campo San José per l'infortunato Iñigo Perez) e la musica cambia immediatamente, grazie soprattutto alla verve e all'ottimo piede del nuovo entrato; non a caso il gol del 2-1di Aduriz nasce da un calcio di punizione ottimamente battuto da Ibai, a dimostrazione del fatto che l'ex Valencia è letale se imbeccato coi tempi giusti dalla fasce. I Leoni attaccano sfiorando il gol almeno tre volte, poi il Loco decide di osare alla ricerca del pareggio e al 69' ecco servito l'esordio stagionale in Liga di Llorente, che va a far coppia davanti con Aritz; passano solo tre minuti e, al primo pallone toccato, il numero 9 colpisce con un gran diagonale sinistro, sfogando con un'esultanza rabbiosa tutta la tensione accumulata in questi mesi. Probabilmente il riojano a gennaio si accorderà con qualche altro club, Juventus in testa, ma al momento è impensabile non farlo giocare: finché resta a Bilbao deve essere utilizzato, magari proprio in tandem con Aduriz e con Muniain alle loro spalle. L'inerzia del match a questo punto è tutta dalla parte dei biancorossi, ma all'80' un nuovo pastrocchio difensivo è servito: Wakaso scappa in contropiede (ennesima palla persa in transizione offensiva, altro problema notevole di questo inizio di stagione) senza che nessun centrocampista lo stenda, Longo taglia tra i centrali dettando il passaggio in profondità e si invola solitario, prendendo clamorosamente di sorpresa Gurpegi. La ciliegina sulla torta ce la mette Iraizoz, che esce poco convinto e viene impallinato senza problemi dall'interista in prestito. Finita qui? Nemmeno per sogno. Prima lo stesso Longo viene espulso per doppia ammonizione, col secondo giallo rimediato a causa dell'esultanza, quindi alla prima palla lanciata in avanti Susaeta mette dentro un cross clamoroso per Aduriz, che gira in porta al volo e segna un bellissimo 3-3. Nel finale le squadre, sbilanciatissime, potrebbero anche segnare il gol vittoria, ma il risultato non cambia.
È il primo punto in trasferta per un Athletic ancora lontano dalla forma e dal gioco migliori, un Athletic che segna molto ma che incassa ancor di più (12 reti fin qui, media di 3 gol subiti a partita). Alcune scelte di Bielsa continuano a non convincere: Ibai in panchina è sprecato, Gurpegi non riesce a trovare la giusta misura in difesa (ma anche Javi Martinez ci mise diverse settimane per registrarsi come difensore, l'anno scorso) e Iñigo Perez non ha il passo del terzino, tanto che viene da chiedersi in che condizioni sia Castillo per non riuscire a giocare neppure un minuto. C'è poi il rebus-attacco: Aduriz e Llorente possono giocare insieme, è proprio necessario doverne scegliere uno solo o si può prospettare un cambio di modulo? Vedremo intanto se il rosarino farà un po' di turnover nel giovedì europeo contro gli israeliani dell'Hapoel Kiryat Shmona o se, come suo solito, schiererà i titolarissimi.

sabato 8 settembre 2012

40 milioni e una casella da riempire.


Natxo Monreal con la maglia del Malaga.

L'acquisto di Javi Martinez da parte del Bayern Monaco non solo ha portato nelle casse dell'Athletic una cifra pazzesca, 40 milioni di euro, ma ha reso anche possibile l'estensione del mercato dei biancorossi oltre il 31 agosto: le regole della LFP, infatti, consentono una deroga alla chiusura delle operazioni in entrata per quelle squadre che perdono un giocatore per rescissione unilaterale del contratto, ovvero il caso del mediano di Aiegi. Tale deroga vale per l'acquisto (entro il 30 settembre) di un solo calciatore e serve quindi a ripianare il buco nella rosa lasciato dal tesserato che rescinde, ma per una società con la particolarissima politica di acquisizione dell'Athletic questo limite non è certo un problema. In questi giorni stanno girando molte voci su alcuni nomi "caldi", e visto che il campionato è fermo per la pausa-nazionali niente di meglio di un bel post riassuntivo per presentare i papabili ed esprimermi in merito al loro possibile arrivo.

"Natxo" Monreal, Pamplona 26/07/1986, terzino sinistro, Malaga: probabilmente è il giocatore con più probabilità di approdare a Bilbao. Laterale sinistro moderno, non si limita a presidiare la propria zona di competenza ma ama accompagnare l'azione offensiva e cercare la linea di fondo per il cross, fondamentale tecnico nel quale risalta grazie a un piede davvero educato. Formatosi nella cantera dell'Osasuna, in passato è stato accostato molte volte all'Athletic, tuttavia le esose richieste di Izco lo hanno sempre reso irraggiungibile; l'anno scorso si è trasferito per 6 milioni al Malaga degli sceicchi e adesso, dopo la loro fuga precipitosa, è sul mercato insieme a mezza squadra. Un paio d'anni fa sembrava l'erede designato di Capdevila in nazionale, dove conta sette presenze, ma l'esplosione di Jordi Alba con tutta probabilità lo relegherà ad un ruolo di rincalzo anche in futuro. A parer mio è un elemento affidabile e di buona qualità, però mi è sempre sembrato un giocatore un po' sopravvalutato. L'obiezione principale che muovo al suo acquisto, in ogni caso, riguarda il ruolo: come terzini sinistri ci sono già Aurtenetxe e Castillo, senza contare l'adattabile Iñigo Perez e quel Saborit che scalpita nel Bilbao Athletic. Un eventuale arrivo di Monreal avrebbe l'effetto di tarpare le ali alla progressione di quest'ultimo, uno dei migliori prospetti di Lezama, e sinceramente non vedo perché sacrificare uno dei nostri ragazzi sull'altare di questo giocatore buono ma non buonissimo. Bocciato.

Raul Garcia, Pamplona 11/07/1986, centrocampista, Atletico Madrid: per struttura fisica e caratteristiche tecnico-tattiche sarebbe il miglior sostituto possibile di Javi Martinez. Alto, possente e duttile, è passato da giocare mediano nell'Atletico a giostrare da trequartista nell'Osasuna di Mendilibar, dove si è rilanciato a suon di gol e grandi prestazioni dopo alcune stagioni opache, e non sarebbe strano vederlo utilizzato da Bielsa come centrale difensivo dedito all'impostazione. Quando venne preso dai colchoneros, dopo tre anni ad altissimi livelli con i navarri, era capitano dell'Under 21 spagnola e considerato un futuro titolare della nazionale maggiore; in seguito anche lui è stato contagiato dal virus del Calderon, poi però è riuscito a tornare alla ribalta una volta assaggiata l'aria di casa. Simeone vorrebbe tenerlo ma la società deve fare cassa, quindi potrebbe andarsene per una cifra relativamente contenuta (si parla di 7-8 milioni). L'unico dubbio riguarda la scarsa simpatia che da anni mostra verso i Leoni: dalla frase del 2005 "so che l'Athletic mi cerca, ma preferisco andare in altre squadre" al commento sulla retrocessione della Real Sociedad "avrei preferito che fosse successo all'Athletic", il navarro non ha mai nascosto di non amare la zurigorri. Sarà lui il rimpiazzo del conterraneo Javi Martinez? I tifosi sono divisi tra chi lo considera un elemento ottimo e chi lo vede come un anti-Athletic da lasciare dove sta. Io sono col secondo partito: bocciato.

Mikel Rico, Arrigorriaga 01/11/1984, centrocampista, Granada: è l'opzione preferita di Bielsa, che già quest'estate lo avrebbe voluto a Bilbao. Il motivo è semplice: il centrocampista bizkaino è un giocatore estremamente polivalente, dotato di grande corsa e con una straordinaria capacità di sacrificio. Poco appariscente in campo, è in realtà fondamentale per l'equilibrio tattico della sua squadra, e non a caso la società andalusa chiede per lui non meno di 10 milioni. Cresciuto nelle giovanili nell'Athletic, Mikel Rico non è riuscito ad esplodere a Lezama e ha dovuto guadagnarsi con grande determinazione il palcoscenico della Primera Division, passando per Conquense (Segunda B), Poli Ejido (Segunda) e Huesca (Segunda B e Segunda) prima di approdare al Granada, con il quale ha conquistato la massima serie lo scorso anno. Il salto di categoria non lo ha spaventato, tutt'altro, e ha disputato una stagione da incorniciare (36 presenze e 3 gol), risultando il migliore nel sondaggio di fine campionato tra i tifosi. Sarebbe il giocatore ideale per dare un cambio a De Marcos: mezzala che ama allargarsi per dare un appoggio ai giocatori di fascia, è dotato di discreta tecnica e soprattutto ha una resistenza straordinaria, caratteristica che gli permette di disputare i 90 minuti a ritmi molto alti; è inoltre capace di disimpegnarsi anche come schermo davanti alla difesa e come laterale, alto o basso non fa differenza. L'unico problema è il costo del cartellino, assolutamente spropozionato rispetto al valore del giocatore, anche se è vero che i 40 milioni appena incassati potrebbero permettere un acquisto fuori mercato. Promosso con riserva (sul prezzo).

Beñat Etxebarria, Igorre 19/02/1987, centrocampista, Betis: doveva essere il pezzo forte della campagna acquisti estiva, invece sembra che a Bielsa non interessi più di tanto. Per me invece è un "pallino" da quando lo vidi esordire al minuto 84 di Osasuna-Athletic 1-1 dell'ottobre 2006: pensai subito che quel minuto centrocampista dall'ottimo tocco di palla avrebbe potuto affermarsi con la zurigorri, ma a Lezama evidentemente facero considerazioni diverse visto che lo lasciarono libero al termine della stagione successiva. Il Betis lo ha ripescato dal Conquense e Pepe Mel gli ha dato fiducia, consegnandogli le chiavi della squadra; il resto lo ha fatto Beñat, che ha raggiunto una costanza di rendimento e una qualità di gioco tali da aprirgli le porte della nazionale (ieri è stato il migliore contro l'Arabia Saudita). Classico centrocampista da tiki-taka, abilissimo nel palleggio e dotato di buona tecnica, gioca sempre a uno o due tocchi, in modo semplice ma non banale, e pur non essendo l'uomo in grado di accendere la luce con un passaggio geniale è comunque in grado di distribuire il pallone in maniera lucida e razionale. Bielsa, come detto, non stravede per lui e lo considera al massimo un'alternativa ai titolari, e in ogni caso la richiesta del Betis (20 milioni) è assurda per un elemento che gioca in Primera da un anno e mezzo. La cosa interessante è che il suo contratto scade a giugno 2014 e lui non ha ancora rinnovato... Rimandato (ovvero da prendere a parametro zero a dicembre 2013).

Altre opzioni: esistono ma sono tutte più o meno remote, dunque le elenco giusto per onor di firma. Il Loco si è invaghito di Antoine Griezmann l'anno scorso, ma le possibilità che il francese arrivi sono pressoché zero; stesso discorso per altri due elementi della Real Sociedad, il difensore Iñigo Martinez e il centrocampista Ruben Pardo, visto che il presidente dei donostiarri, Aperribay, ha detto di non voler cedere i suoi gioelli all'Athletic. Nessuno parla di rinforzare l'attacco, mentre io credo che, in attesa di capire cosa farà Llorente, non sarebbe male tutelarsi con un'altra punta. I nomi sono sempre gli stessi: Imanol Agirretxe (ma anche in questo caso c'è il problema-Aperribay) e Kike Sola dell'Osasuna, il giocatore che, per caratteristiche fisiche, ricorda più da vicino il nostro numero 9. Reduce da un infortunio che lo ha tenuto fuori praticamente tutta la scorsa stagione, sta lottando per ritagliarsi uno spazio nell'attacco dei rojillos; un suo arrivo, al momento, è perciò del tutto improbabile.

mercoledì 5 settembre 2012

3a giornata: Athletic 2-0 Valladolid.


Striscione di Herri Norte su Javi Martinez (traduzione: Kaiser Aiegi = marciume. L'Athletic non è in vendita!).

Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Gurpegui, Ekiza, Íñigo Pérez (87' San José); Iturraspe (46' Ruiz de Galarreta), De Marcos, Muniain (88' Toquero); Susaeta, Aduriz, Isma López.
Valladolid: Jaime; Rukavina, Jesús Rueda, Marc Valiente, Peña; Ebert (83' Lolo), Álvaro Rubio (61' Sastre), Víctor Pérez, Omar; Óscar (78' Bueno), Javi Guerra.
Reti: 69' Aduriz, 75' Susaeta.
Arbitro: Del Cerro Grande (Comité madrileño).

Ci voleva, ci voleva eccome questa prima vittoria in Liga. D'un colpo solo il 2-0 al Valladolid ha scacciato i molti fantasmi che aleggiavano sul San Mamés e in particolar modo quello (a dir poco ingombrante) del "traditore" Javi Martinez, omaggiato dallo striscione non proprio amichevole che avete visto in apertura di post. Inoltre i disfattisti e gli anti-Bielsa, ai quali evidentemente la lezione della stagione passata non è servita, per un po' rimarranno quieti, visto che la vittoria di domenica consente di andare al riposo della pausa per le nazionali con due punti in più rispetto alle prime tre giornate del campionato 2011/2012.
Domenica non ho potuto vedere la partita, ma tra articoli e video mi sono fatto un'idea abbastanza chiara. Il gioco ancora è molto distante dal livello raggiunto l'anno scorso, e non potrebbe essere altrimenti visto che tutti i migliori giocatori sono in ritardo di condizione, tuttavia sono stati raggiunti due obiettivi non trascurabili: la squadra è riuscita a proporre alcuni spezzoni di buon calcio e, soprattutto, è riuscita a non incassare gol dagli avversari dopo le nove reti totali subite contro Betis e Atletico Madrid. L'inserimento di Ekiza si è rivelato azzeccato e ha dato maggior sicurezza a un Gurpegi che, apparso spaesato al fianco di un San José non adeguato, ha ritrovato efficacia e letture tattiche da vero difensore centrale, ruolo in cui peraltro era stato provato con risultati interessanti anche alcune stagioni orsono. A centrocampo Iturraspe è stato positivo nonostante la sostituzione, Muniain ha mostrato notevoli passi avanti e Ruiz de Galarreta ha confermato di essere un elemento su cui poter puntare già adesso; buone notizie si sono avute anche dall'attacco, con un Aduriz versione "killer dell'area di rigore" (un pallone buono, un gol), un Isma ispirato e concreto e un Susaeta che ha deliziato la Cattedrale con una rete di grandissima caratura, un destro a girare sul secondo palo che ha ricordato da vicino i celeberrimi gol "alla Del Piero". Certo, ci sono stati anche diversi problemi: la manovra non è stata molto fluida, nel primo tempo la difesa ha concesso troppo al Valladolid, che con Javi Guerra ha sprecato un paio di ottime occasioni, e la squadra non ha mostrato quegli automatismi tipici del gioco di Bielsa che ormai dovrebbero essere stati ben assimilati, tuttavia le attenuanti sono molte e assolutamente reali, quindi l'unica cosa che conta è essersi sbloccati, psicologicamente e dal punto di vista della classifica, dopo un inizio di temporada tormentato più che altro dalle note vicende di mercato. Ci voleva, ci voleva eccome questa vittoria.