martedì 18 settembre 2012

4a giornata: Espanyol 3-3 Athletic.


Llorente esulta dopo il gol del 2-2 (foto Athletic-club.net).

RCD Espanyol: Cristian Álvarez; Javi López, Raúl Rodríguez, Héctor Moreno, Capdevila (74' Tejera); Forlín, Víctor Sánchez; Rui Fonte (66' Stuani), Verdú, Wakaso (82' Víctor Álvarez); Longo.
Athletic Club: Iraizoz; Iraola, Gurpegi, Amorebieta, Iñigo Pérez (41' San José); Iturraspe, De Marcos (46' Ibai), Muniain; Susaeta, Aduriz, Isma López (69' Llorente).
Reti: 18' Javi López, 43' Verdú, 55' Aduriz, 72' Llorente, 80' Longo, 82' Aduriz.
Arbitro: Pérez Montero (comité andaluz).
Note: espulso all'81' Longo (E) per doppia ammonizione.

Giusto un paio d'anni fa una partita come quella di domenica avrebbe fatto notizia, ma da quando a Bilbao comanda il Loco nessuno si stupisce più, anzi, "pazzie" del genere sono diventate quasi normali... E invece c'è stato davvero poco di normale in quanto accaduto a Cornellá El Prat: un primo tempo dominato dai padroni di casa, una ripresa con un Athletic arrembante, sei gol, una espulsione e tantissime occasioni da rete. Una partita divertente, in fondo, ma come spesse accade in questi casi anche segnata dagli errori difensivi delle due squadre che, non a caso, hanno incassato più gol in queste prime quattro giornate di Liga. Alla fine il punto va bene ad entrambe, ma sia Bielsa che Pochettino avranno molto su cui riflettere.
L'Athletic si presenta a Barcellona con la formazione sperimentale di questo inizio di temporada: Gurpegi gioca centrale in difesa, il terzino sinistro è Iñigo Perez e in attacco ci sono Isma Lopez a sinistra e Aduriz centravanti; solo panchina per Llorente, mentre Muniain giostra da trequartista centrale in luogo dell'infortunato Herrera. I Leoni partono bene, tengono il campo con sufficiente autorità e provano ad elaborare pazientemente il loro calcio di possesso, pur faticando ad essere incisivi negli ultimi 20 metri, ma basta la prima azione elaborata dell'Espanyol per far emergere tutti i problemi difensivi biancorossi: la circolazione di palla dei catalani prima dell'inserimento vincente di Javi Lopez è ficcante e ben elaborata, tuttavia non è ammissibile che la linea difensiva si imbarchi a tal punto da lasciare tutto il fianco sinistro scoperto (in più c'è l'errore di Isma Lopez che non segue l'uomo e lo lascia entrare in area senza contrastarlo minimamente). L'1-0 è una mazzata e i bilbaini, incapaci di reagire, consegnano le chiavi della partita ai padroni di casa; in avanti Aduriz è isolato mentre a centrocampo Iturraspe e soprattutto De Marcos sono lontanissimi dalla condizione dello scorso anno, problema non da poco visto che il lavoro e la corsa dei centrocampisti sono fondamentali nel gioco di Bielsa per assicurare protezione alla linea arretrata. Aldilà delle prestazioni dei singoli (Gurpegi bocciato, Amorebieta discreto) il problema dell'Athletic è proprio questo: la distanza tra i reparti è enorme e i difensori sono esposti continuamente all'uso contro uno in campo aperto, situazione che metterebbe in ambasce chiunque. Inoltre è innegabile che dietro ci sia molta meno sicurezza rispetto a qualche mese fa, vedere per credere Longo che, solo in mezzo a tre, riesce a stoppare, entrare in area e concludere senza opposizione; la respinta di Iraizoz sul tiro dell'italiano capita giusta giusta sul destro di Verdú, e proprio in chiusura di tempo il raddoppio è servito. Nella ripresa Bielsa inserisce Ibai per uno spento De Marcos (al 41' aveva dovuto mandare in campo San José per l'infortunato Iñigo Perez) e la musica cambia immediatamente, grazie soprattutto alla verve e all'ottimo piede del nuovo entrato; non a caso il gol del 2-1di Aduriz nasce da un calcio di punizione ottimamente battuto da Ibai, a dimostrazione del fatto che l'ex Valencia è letale se imbeccato coi tempi giusti dalla fasce. I Leoni attaccano sfiorando il gol almeno tre volte, poi il Loco decide di osare alla ricerca del pareggio e al 69' ecco servito l'esordio stagionale in Liga di Llorente, che va a far coppia davanti con Aritz; passano solo tre minuti e, al primo pallone toccato, il numero 9 colpisce con un gran diagonale sinistro, sfogando con un'esultanza rabbiosa tutta la tensione accumulata in questi mesi. Probabilmente il riojano a gennaio si accorderà con qualche altro club, Juventus in testa, ma al momento è impensabile non farlo giocare: finché resta a Bilbao deve essere utilizzato, magari proprio in tandem con Aduriz e con Muniain alle loro spalle. L'inerzia del match a questo punto è tutta dalla parte dei biancorossi, ma all'80' un nuovo pastrocchio difensivo è servito: Wakaso scappa in contropiede (ennesima palla persa in transizione offensiva, altro problema notevole di questo inizio di stagione) senza che nessun centrocampista lo stenda, Longo taglia tra i centrali dettando il passaggio in profondità e si invola solitario, prendendo clamorosamente di sorpresa Gurpegi. La ciliegina sulla torta ce la mette Iraizoz, che esce poco convinto e viene impallinato senza problemi dall'interista in prestito. Finita qui? Nemmeno per sogno. Prima lo stesso Longo viene espulso per doppia ammonizione, col secondo giallo rimediato a causa dell'esultanza, quindi alla prima palla lanciata in avanti Susaeta mette dentro un cross clamoroso per Aduriz, che gira in porta al volo e segna un bellissimo 3-3. Nel finale le squadre, sbilanciatissime, potrebbero anche segnare il gol vittoria, ma il risultato non cambia.
È il primo punto in trasferta per un Athletic ancora lontano dalla forma e dal gioco migliori, un Athletic che segna molto ma che incassa ancor di più (12 reti fin qui, media di 3 gol subiti a partita). Alcune scelte di Bielsa continuano a non convincere: Ibai in panchina è sprecato, Gurpegi non riesce a trovare la giusta misura in difesa (ma anche Javi Martinez ci mise diverse settimane per registrarsi come difensore, l'anno scorso) e Iñigo Perez non ha il passo del terzino, tanto che viene da chiedersi in che condizioni sia Castillo per non riuscire a giocare neppure un minuto. C'è poi il rebus-attacco: Aduriz e Llorente possono giocare insieme, è proprio necessario doverne scegliere uno solo o si può prospettare un cambio di modulo? Vedremo intanto se il rosarino farà un po' di turnover nel giovedì europeo contro gli israeliani dell'Hapoel Kiryat Shmona o se, come suo solito, schiererà i titolarissimi.

8 commenti:

  1. Ciao Edo, riprendo dal commento che avevo lasciato sull'articolo precedente...
    Concordo totalmente con quanto hai scritto, Gurpegi ed Inigo come difensori non sono proprio proponibili, e chissà se Xabi Castillo paga l'infortunio dell'anno scorso o se, più semplicemente -come credo- non piaccia a Bielsa per i piedi non proprio educati.
    Aduriz e Llorente assieme non li vedo benissimo; anche se un duo del genere sarebbe devastante, con Iker e Markel esterni, in una specie di 4-2-4, al momento non penso proprio che la squadra li possa reggere, vista la condizione fisica approssimativa ed il centrocampo che fa zero filtro. Peccato, perché quando la cosa potrebbe essere fattibile, Nando potrebbe essere già da un'altra parte...

    Sixx

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    1. Castillo in realtà l'anno scorso era un titolare (durante il precampionato partì sempre nell'undici iniziale), poi si infortunò gravemente e dovette dire addio alla stagione. Ha grande corsa e per questo credo che Bielsa lo apprezzi, il problema è che se non gioca difficilmente ritroverà il ritmo partita.
      Inigo Perez domenica per me è stato uno dei meno peggio, finché è rimasto in campo, ma si vede terribilmente che come terzino è adattato (in più è un ulteriore uomo tolto al centrocampo, che in questo momento soffre). Gurpe purtroppo in fase di impostazione è nullo, e a quel punto decade quasi del tutto l'utilità del suo arretramento... tanto varrebbe invertirlo con Iturraspe per vedere cosa succede, dato che al Loco due centrali puri non piacciono, ormai lo abbiamo capito.
      Capitolo attacco: vero che Aduriz e Llorente sono due prime punte, però per me possono integrarsi discretamente visto che hanno un gioco diverso (e con l'Espanyol è stato evidente). Certo, servirebbe un cambio di modulo e probabilmente di interpreti, quindi credo che resterà una soluzione d'emergenza per quando le cose si metteranno male, e purtroppo ogni volta uno tra Aritz e Nando dovrà partire dalla panca...

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  2. Ciao Edo,

    Difesa assolutamente da rivedere (con una certa urgenza).
    Davanti bene Aduriz-Llorente.
    Visto che da qui al 30 settembre difficilmente arriverà un mediano, a questo punto non potremo prendere un centrale difensivo?
    C' è qualcosa di appetibile in giro?

    AUPA ATHLETIC!

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    1. A parer mio l'unico centrale basco davvero interessante è Inigo Martinez della Real Sociedad, ma dato che non stiamo parlando di un nuovo Alkorta (non ancora, almeno) io punterei su chi abbiamo in rosa. Ekiza, Sanjo, Ramalho e Aurtenetxe (nato centrale, ricordiamolo) sono giocatori giovani e di prospettiva, meglio provare loro prima di farsi spennare dai cugini.

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  3. Ciao Edo,penso che L'Athletic Club di quest'anno sia una delle squadre più pazze che io abbia mai visto.Non esagero non ho mai visto tante belle giocate davanti e nello stesso tempo tanti svarioni in difesa.Marco

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    1. L'Athletic, come quasi tutte le squadre di Bielsa, abita quell'indistinta zona ai confini della follia dove in pochi osano addentrarsi... basta poco, pochissimo, per finire troppo oltre, e al momento non siamo abbastanza equilibrati per evitare la pazzia totale. Mancano le gambe per coprire il campo efficacemente e la lucidità per giocare di più in orizzontale (cosa necessaria quando non c'è la forza per correre a tutta per 90'), non a caso si perdono troppi palloni e la difesa è sempre scoperta. Nessuno, però, rinuncia a buttarsi avanti e da qui nascono le voragini dietro e i bei gol davanti. Che dire? Non siamo una squadra banale. E dopo 4 anni di Caparros, credimi, preferisco sia così.

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  4. Ciao Edo,

    non so se tu avessi già in precedenza affrontato l'argomento o il paragone, ma quanto si somigliano le idee di calcio di Bielsa e quelle di uno come Zeman? E in cosa secondo te sono diverse?

    Alex

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    1. Ciao Alex, bellissima domanda! Non conosco benissimo Zeman, nel senso che non ho mai seguito in modo approfondito le sue squadre (pur stimandolo tantissimo e apprezzandolo anche come persona), però il suo 4-3-3 è leggendario e bene o male qualcosa ne sappiamo tutti noi appassionati di calcio.
      Così su due piedi direi che ci sono più similitudini che differenze: squadra cortissima, ricerca ossessiva del recupero alto del pallone, linea difensiva spesso a rischio (ma non perché "Zeman non sa difendere", come vuole il ritornello), fraseggi palla a terra, triangolazioni/sovrapposizioni/inserimenti, ecc ecc. Sono entrambi molto verticali, curano moltissimo la preparazione atletica e vogliono vincere giocando bene. Probabilmente la fase difensiva differenzia di più i due, perché Bielsa difende a uomo nella zona; inoltre usa la "salida lavolpiana" (il mediano che si abbassa a prendere palla per far iniziare l'azione) a cui Zeman non credo ricorra.
      Bisognerebbe fare un'analisi approfondita per rispondere al meglio al tuo quesito, ma a grandi linee direi che hanno un'idea di calcio simile, soprattutto nell'atteggiamento delle loro squadre.

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