sabato 28 settembre 2013

6a giornata: Athletic 2-1 Betis.


San José stacca e colpisce di testa per il gol del 2-1 (foto Athletic-club.net).

Athletic Club:  Iraizoz; Iraola, San José, Gurpegi, Laporte; Mikel Rico, Beñat; Susaeta (73' Muniain), Herrera (69' De Marcos), Ibai (86' Iturraspe); Aduriz.
Betis: Sara; Chica, Amaya, Paulao, Nacho; Matilla (66' Verdú), Xavi Torres; Juanfran, Chuli (72' Cedric), Salva Sevilla (51' Lolo Reyes); Jorge Molina.
Reti: 63' Jorge Molina, 73' De Marcos, 82' San José.
Arbitro: Iglesias Villanueva (comité gallego).

La seconda vittoria su due partite al nuovo San Mamés ha coinciso con la miglior prestazione del nuovo corso di Valverde, arrivata proprio dopo quella pessima di Cornelllà-El Prat (sconfitta della quale, per problemi di tempo, non sono riuscito a produrre un post, abbiate pietà). Un Athletic volitivo, determinato e apparso in ottima forma ha però rischiato di non vincere un match dominato a causa di uno di quegli elementi che rendono il calcio così affascinante: l'avversario che tira una o due volte in porta e segna. Il gol di Jorge Molina dopo un'ora di calcio spettacolo dei biancorossi avrebbe potuto tagliar loro le gambe, invece il giusto mix tra garra basca, intuizioni del tecnico e un po' di sano culo (il palo quasi al 90' dello stesso Molina) hanno fatto sì che il pubblico di casa potesse assistere alla prima, grande rimonta vecchio stile nel nuovo stadio.
Dopo la brutta caduta di Barcellona Valverde cambia molto, confermando che l'adozione di un turnover massiccio è una delle caratteristiche principali del suo "atto secondo"; stavolta escono Iturraspe, De Marcos e Muniain (fin qui il miglior giocatore dell'Athletic, a parer mio) ed entrano Herrera, Susaeta e Ibai. La partenza dei Leoni è subito veemente: la squadra gioca un ottimo calcio di possesso, rapido e verticale, e grazie ad un pressing furibondo chiude senza scampo il Betis nella sua trequarti, lasciando agli uomini di Pepe Mel il solo contropiede come arma offensiva. Purtroppo, però, i bilbaini tornano a palesare quella mancanza di profondità e di pericolosità negli ultimi 20 metri che ne sta rappresentando il vero Tallone d'Achille in questa prima parte di campionato; questo problema, secondo me, è dovuto in gran parte al pessimo momento di Aduriz, che sembra ancora quello del girone di ritorno della scorsa stagione, e dunque un giocatore lento ed involuto, incapace di dare fastidio alle difese avversarie e pochissimo ispirato al momento di concludere. La miglior dimostrazione di questo assunto è la clamorosa occasione fallita da Aritz al 20': solo davanti a Sara, l'attaccante guipuzcoano ha il tempo di prendere la mira e calciare senza alcun disturbo, ma colpisce male, di mezzo esterno, e spedisce di mezzo metro al lato dell'incrocio. Il ritmo biancorosso nella parte centrale della prima frazione cala e il Betis si fa vedere davanti, soprattutto con un gran tiro a girare di Matilla che chiama Iraizoz alla paratissima al 31', però gli ultimi minuti sono tutti di marca basca. Ibai, in particolar modo, conferma di essere maturato in modo eccezionale conducendo quasi tutte le azioni offensive zurigorri, e quando decide di fare da solo colpisce due traverse (l'ultima con la collaborazione di Gurpegi) nel giro di due minuti. Si va al riposo con buone sensazioni lasciate dall'Athletic, sensazioni peraltro confermate dall'ottimo inizio di ripresa.Dopo un intervento di Sara sul solito Ibai, al 58' i Leoni ottengono un rigore sacrosanto grazie a Susaeta (meno protagonista del collega di fascia opposta, ma autore di una prestazione comunque positiva), che ubriaca Xavi Torres con una doppia finta rapidissima e viene steso; sul dischetto si presenta l'ex Beñat, che calcia a mezza altezza e piuttosto centrale, consentendo a Sara di salire in cattedra e respingere. I biancorossi non si perdono d'animo, continuano a spingere e si vedono negare ancora una volta il gol dal portiere betico, che tocca in corner un gran destro di Susaeta, ma subito dopo arriva la doccia fredda: sugli sviluppi di un calcio d'angolo, infatti, Jorge Molina incorna, Iraizoz respinge non benissimo e il centravanti biancoverde ha buon gioco nell'insaccare di piede da due passi. La rete degli ospiti sembra il coronamento perfetto di una partita stregata per l'Athletic, tuttavia la reazione della squadra è splendida e anche Valverde, in panchina, dimostra reattività e lucidità: Txingurri fa uscire Herrera, spentosi dopo un bel primo tempo, e inserisce De Marcos, il capocannoniere a sorpresa della squadra. Oscar impiega solo due minuti per confermarsi "on fire" e, su cross preciso al millimetro di Beñat, si inserisce come una punta di consumata abilità, colpisce di testa e beffa Sara con un tunnel. Sull'1-1 i bilbaini sentono di poter completare la rimonta, soprattutto dopo che Valverde toglie un Susaeta stanchissimo per inserire Muniain: Iker si sistema a destra e non sembra patire il cambio di fascia, ma al contrario entra subito in partita e si fa notare con alcune iniziative di grande qualità. All'82' i tempi sono maturi per il sorpasso: Ibai controlla la respinta della difesa del Betis dopo un corner, alza la testa e pesca dal cilindro un assist al bacio per San José, che mette dentro comodamente il 2-1 e si conferma più efficace nell'area avversaria che nella propria. Le emozioni però non sono finite, perché al minuto 86' un brutto pallone perso a centrocampo dagli zurigorri permette a Verdú, sempre delizioso nell'ultimo passaggio, di pescare di esterno Jorge Molina, che scavalca con un bel tocco Iraizoz ma vede la sua conclusione stamparsi sul palo.
Finisce dunque con la vittoria di misura dell'Athletic una bellissima partita, giocata con grande qualità dai padroni di casa ma ben interpretata anche da un Betis ordinato in difesa e mai domo. In casa biancorossa vanno sottolineate la prova strepitosa di Ibai e le ottime prestazioni di Beñat e Mikel Rico, che era stato molto criticato dopo l'Espanyol ma ha saputo reagire giocando una gara quasi perfetta in fase d'interdizione. La vittoria ha fornito ottime indicazioni a Valverde e, allo stesso tempo, gli ha lasciato in eredità un problema non di poco conto, perché Txingurri si trova adesso con due giocatori (De Marcos e Ibai) teoricamente non titolari in condizioni fantastiche. Sarà dura lasciare fuori qualcuno, i posti però sono limitati e il parco trequartisti comprende elementi come Muniain, Herrera e Susaeta che, oggettivamente, stanno giocando molto bene. Una possibile soluzione sarebbe l'accantonamento di Aduriz, ancora "cotto" dopo gli sforzi titanici dell'anno scorso, per inserire un falso nueve a scelta tra De Marcos (cosa che però non risolverebbe il dilemma-Ibai) e Muniain (con l'ex Sestao che diventerebbe titolare sulla fascia sinistra, ma Oscar ancora senza il posto fisso); un'altra ipotesi potrebbe prevedere l'utilizzo di De Marcos al posto di Herrera con Muniain di punta (o il contrario: Muniain fantasista e De Marcos centravanti), però francamente io non rinuncerei mai alla classe di Ander. Una nota frase fatta degli allenatori recita "vorrei avere io certi problemi", secondo me invece sarà difficile per Valverde trovare una soluzione davvero soddisfacente.

giovedì 19 settembre 2013

4a giornata: Athletic 3-2 Celta.


Il presidente Urrutia depone il mazzo di fiori davanti al busto di Pichichi (foto Athletic-club.net).

Athletic Club: Herrerín; Iraola, San José, Gurpegi, Laporte; Morán, Beñat (81' De Marcos), Herrera (69' Rico); Susaeta, Aduriz, Muniain (73' Ibai).
Real Club Celta de Vigo: Yoel; Hugo Mallo, Costas, Fontás, Toni; Oubiña, Álex López (72' Madinda); Augusto (72' Mina), Rafinha, Nolito (76' Orellana); Charles.
Reti: 14' Charles, 18' San José, 61' Iraola, 68' Beñat, 79' Mina.
Arbitro: Gil Manzano (Extremadura).

Diciamo la verità: un po' di paura c'era. Paura che il nuovo San Mamés, nonostante il suo splendido pubblico non sia cambiato, fosse diverso dal vecchio: più freddo, asettico, in una parola "moderno", nella peggior accezione del termine. Paura, soprattutto, che il celeberrimo aliento fosse scomparso insieme allo stadio dov'era nato. Sono però bastati solo pochi minuti per capire che i peggiori timori erano infondati. Certo, il Barria non è il catino dalle curve attaccate al campo del Viejo San Mamés, ma l'atmosfera è sempre la stessa, calda (a tratti infuocata) e passionale; per fortuna uno stadio è fatto di persone più che di mura, e il meraviglioso popolo basco in quanto a incitamento e amore per la squadra è sempre spettacolare. Alcuni dettagli, poi, sono davvero degni di nota: su tutti il busto di Pichichi spostato dalla tribuna d'onore al bordo del campo, com'è giusto che sia per uno che sul terreno di gioco si trovava come nel salotto di casa. Insomma, il nuovo stadio è bellissimo, più grande e con un ambientazo degno del vecchio, senza dimenticare che, al momento, è privo di una curva, che lo porterà ad una capienza superiore ai 50.000 posti; la nostalgia per l'impianto che ha ospitato per più di cent'anni le gesta dell'Athletic non sparirà mai, ma bisogna dare atto alla società di aver fatto un lavoro encomiabile. Insomma, poteva andare molto peggio.
Per quanto riguarda la partita, i Leoni sono riusciti ad inaugurare il nuovo impianto con una vittoria, tuttavia hanno faticato fino all'ultimo per portare a casa i 3 punti. Tatticamente il match si è delineato in modo chiaro fin dalle primissime battute: Athletic all'attacco (per non dire all'arrembaggio) con intensità e garra straordinarie, Celta ordinato in copertura e pronto a sfruttare ogni errore per perforare in contropiede l'altissima difesa biancorossa. Dopo alcune azioni molto pericolose degli uomini di Valverde, e con il gol che ormai sembrava nell'aria, è stato invece il Celta a colpire con Charles (veramente un ottimo attaccante, come la vittoria del trofeo Pichichi della Segunda aveva già indicato l'anno scorso), bravo a finalizzare una ripartenza rapidissima di Rafinha nata da un pallone sciagurato perso da Moran sulla trequarti basca. Il primo gol del nuovo San Mamés è stato dunque brasiliano, ma per vedere il primo di un giocatore dell'Athletic i tifosi hanno dovuto aspettare solo pochi minuti: al 18', infatti, San José ha insaccato la respinta di Yoel dopo un suo colpo di testa su corner di Beñat, assicurandosi così un posto nella storia del club. Ottenuto il pareggio, i Leoni hanno continuato a spingere peccando però di concretezza negli ultimi 20 metri, e per poco il Celta non ne ha approfittato; l'ennesimo contropiede degli uomini di Luis Enrique (partito stavolta addirittura da un calcio d'angolo zurigorri!) si è concluso con l'assegnazione di un rigore per fallo di Herrerin, invero uscito malissimo sull'avversario, ma per fortuna Charles ha calciato alto. Nella ripresa i ritmi furiosi del primo tempo si sono abbassati notevolmente, con l'Athletic a fare uno sterile possesso palla e gli ospiti a difendersi senza patemi. Al 61', però, è arrivata la zampata dei Leoni: Muniain ha ricevuto in posizione centrale al limite dell'area, ha controllato il pallone proteggendolo col corpo dalla carica di un difensore e ha servito con un colpo di tacco da applausi Iraola, bravo a prendere la mira e ad impallinare il portiere con un preciso piatto sul secondo palo. A questo punto i galiziani si sono gettati all'assalto e hanno scoperto fatalmente la propria difesa, bucata quasi subito da Beñat che, lanciato da San José, si è presentato davanti a Yoel e lo ha battuto con freddezza. Finita? Neanche per sogno. Herrerin, in giornata no (anche un altro fallo da rigore non fischiato per lui), ha bucato un'uscita in collaborazione con il neo-entrato Mikel Rico e si è fatto beffare da Mina. Sul 3-2 l'Athletic ha sofferto, pur sfiorando la quarta rete con De Marcos, ma è riuscito comunque a portare a casa la terza vittoria su quattro incontri di Liga.
Nonostante alcuni errori dei singoli e un assetto difensivo non ottimale, la squadra di Valverde ha mostrato notevoli progressi dal punto di vista del gioco e ha disputato senza dubbio la miglior partita del nuovo corso post-Bielsa. Molto bene Muniain, che sembra sulla strada per tornare quello di due anni fa, l'inossidabile Iraola e la coppia Beñat-Herrera, ma quasi tutti hanno disputato un ottimo match; Moran (comunque ripresosi alla grande dopo l'errore) ed Herrerin hanno sbagliato, ma sarebbe ingiusto gettare loro la croce addosso. In particolare, trovo che a Iago vada data un'altra occasione, perché fin qui aveva giocato molto bene e aveva dimostrato di poter spedire definitivamente in panchina Iraizoz. Concludo con un'annotazione: lunedì sera l'Athletic è sceso in campo con 10 canterani su 11, un numero pazzesco che ci rende ancor più orgogliosi di questa squadra. Sui giornali italiani chiaramente non lo avrete letto; d'altra parte, si sa, solo il Barcellona è un club di cantera...

venerdì 13 settembre 2013

Che fine ha fatto... Jonan Garcia?



La stagione 2003/2004 non parte con i migliori auspici per il giocatore più rappresentativo dell'Ahtletic moderno, Julen Guerrero: all'epoca il mitico numero 8 biancorosso sembra aver già imboccato il viale del tramonto, di sicuro favorito da un atteggiamento ambiguo dello spogliatoio e della guida tecnica, ed è ormai la riserva del rampante Francisco Javier Yeste, che ha esordito in prima squadra nel 1999 con Fernandez. Quando a dirigere la squadra viene chiamato Ernesto Valverde, promettente tecnico del Bilbao Athletic ed ex compagno di Guerrero, in molti pensano che si apriranno nuovi spazi per il Capitano, ma non sarà così. Nella nutrita pattuglia di cachorros che Txingurri decide di portare con sé, infatti, c'è anche un fantasista minuto e tecnicamente molto interessante, con una zazzera bionda che non può non ricordare proprio quella di Guerrero: il suo nome è Jon Andoni Garcia Arambillet, per tutti Jonan, e il suo destino sarà proprio quello di chiudere le porte dell'undici titolare a Julen, che in quella stagione giocherà solo 14 partite di cui ben 13 da subentrato, per un minutaggio totale ridicolo. Jonan, invece, gioca molto (23 presenze condite da 2 gol) e mette in mostra qualità tecniche non banali, che non a caso lo avevano portato a far parte dell'under 19 spagnola campione all'Europeo di categoria del 2002 (squadra, quella, in cui militavano elementi come Iniesta, Reyes e Torres). Quando tutto sembra andare bene per il giovane bizkaino, che gode della fiducia del tecnico ed è spesso titolare, qualcosa si rompe: nella stagione 2004/05 Jonan, in pratica, scompare dai radar della prima squadra e termina la temporada con la miseria di 13 presenze, molte delle quali da subentrato. Finisce qui, senza una motivazione vera e propria, l'avventura in biancorosso di un giocatore che veniva considerato una delle perle più preziose della cantera di Lezama; ma il calcio, si sa, è strano, e le ragioni del trionfo o del fallimento di un giocatore sono spesso inintelligibili. Penalizzato da un fisico poco adatto alla Primera e da una collocazione tattica non facilissima (è un "10", un fantasista puro con caratteristiche non in linea con quelle dei trequartisti attuali), Jonan viene bocciato da Mendilibar, arrivato a Bilbao dopo il biennio di Valverde, e inizia così una peregrinazione che, negli anni, lo porta a calcare campi di Segunda, Segunda B e Superliga greca con alterne fortune; dopo un'ottima stagione all'Alaves si è guadagnato il ritorno nella massima serie ellenica, dove gioca attualmente con la maglia del Kalloni F.C., squadra della città di Mitilene sull'isola di Lesbo. Un finale di carriera in uno dei luoghi simbolo dell'amore, com'è giusto che sia per quello che è uno degli ultimi interpreti del fantasista da calcio romantico.

venerdì 6 settembre 2013

Nuova rubrica: Pianeta Cantera con John Blasa.

Approfitto della pausa per le nazionali per presentarvi la nuova rubrica nella quale Matteo aka John Blasa, esperto e appassionato delle squadre giovanili biancorosse, seguirà l'andamento di Bilbao Athletic, Basconia, Juvenil de Honor e Juvenil Nacional; un appuntamento che avrei voluto inaugurare da tempo ma che, a causa del poco tempo a mia disposizione, avevo sempre dovuto rimandare. Ora invece, grazie all'ottimo lavoro di John Blasa, il blog ospiterà finalmente uno spazio attraverso il quale poter conoscere i risultati dei nostri ragazzi e seguire lo sviluppo dei cachorros più interessanti. Benvenuti sul Pianeta Cantera!

Bilbao Athletic



Inserito nel Gruppo II della Segunda B insieme a nomi importanti del calibro di Atletico Madrid B e Real Madrid C, più le solite avversarie come Real Sociedad B, Amorebieta, Sestao River, Peña Sport, Laudio e Barakaldo per citarne alcune delle più note, il Bilbao Athletic sarà chiamato a confermare le buone prestazioni della scorsa stagione, dov'è arrivato ad un passo dalla finale dei playoff promozione. A disposizione dei nostri una rosa composta dalle giovani speranze promosse dal Basconia e dai cachorros dello scorso anno, con una stagione di esperienza in più sulle spalle ed una grande voglia di mettersi in mostra; se poi la linea societaria degli ultimi tempi continuerà a prevedere partenze illustri, i sogni di ripetere la strada dei vari Laporte, Saborit e Moran per loro non saranno così utopici.

1a giornata: Peña Sport 2-3 Bilbao Athletic (Aketxe, Guillermo 2).
Prima giornata in trasferta a Tafalla (Navarra) contro il Peña Sport, squadra legata storicamente all'Osasuna e che ospita spesso qualche suo ex giocatore. Il Bilbao Athletic, schierato da Ziganda con un classico 4-2-3-1 (stesso schema degli avversari), scende in campo con Magunazelaia tra i pali, capitan Bustinza e Jon Garcia centrali di difesa con Magdaleno a sinistra e Markel Etxeberria sulla destra; il doble pivote è composto dal cavallo di ritorno Jon Iru ed Eguaras, mentre Jonxa Vidal, Sabin Merino e Ager Aketxe sono i trequartisti che agiscono alle spalle del puntero Guillermo. I padroni di casa partono subito forte e vanno in rete dopo 4 minuti con il loro bomber Toni su assist del trequartista Jimenez. La squadra del Cuco cerca di scrollarsi di dosso il gol preso a freddo e di trovare il pallino del gioco, ma è troppo nervosa come dimostrano i 3 gialli nel primo tempo ai danni di Vidal, Magdaleno ed Etxeberria. Nel secondo tempo Ziganda decide di togliere Etxeberria per mettere in campo il più offensivo Lekue e i risultati non tardano ad arrivare: minuto 50, punizione dal limite di Aketxe e prima rete stagionale per i cachorros. Il match entra nel vivo, i ritmi si alzano e dopo 3 minuti Guillermo va in gol ribaltando il risultato, ma al 57' è Garde a riportare sul 2-2 il punteggio con un colpo di testa. Al 68', però, Guillermo insacca la sua personale doppietta e ci porta definitivamente avanti. Per i nostri entrano il gioiellino Undabarrena al 78' al posto di Aketxe e il neo acquisto Barco per Sabin Merino negli ultimi minuti. Finisce così 3-2 per il Bilbao Atheltic, che in trasferta porta a casa i primi tre punti stagionali grazie alle ottime prestazioni di Aketxe e di un Guillermo che finalmente riesce a partire molto bene. Dopo tanto parlare che sia la sua stagione? Che sia lui il nuovo numero 9 che aspettiamo? La temporada è ancora lunga, ma la partenza è stata confortante.

2a giornata: Bilbao Athletic 2-2 Laudio (Guillermo 2).
Dopo la positiva trasferta in Navarra, la seconda giornata vede l'esordio casalingo del Bilbao Athletic contro il CD Laudio, squadra di Llodio (Alava) che tra le sue fila propone una nutrita batteria di ex biancorossi: Ander Artabe, in prestito dallo Juvenil, Ander Larrucea e Gorka Eraña, svincolati dal Bilbao Athletic, Joseba Del Holmo, Leone con un passato fugace in prima squadra, e Gorka Luariz. Per affrontare il Laudio, vincente all'esordio e arrivato a Lezama agguerrito e desideroso di fare bella figura, Ziganda propone la stessa squadra della prima di campionato e, come all'esordio, dopo 12 minuti andiamo sotto per una rete di German Beltran, al secondo gol in Liga e uomo più esperto degli avversari. Al 25' ci pensa il solito Guillermo a pareggiare, mentre 4 minuti dopo Jon Iru deve lasciare il campo per un infortunio la cui entità sarà da valutare; al suo posto scende in campo un altro giovanissimo di grande talento, Unai Lopez, nel giro delle rappresentative iberiche. Nella ripresa è ancora un meraviglioso Guillermo a segnare la sua seconda doppietta consecutiva, ma dopo pochi minuti Muniozguren realizza il 2-2 che non si sblocca più nonostante i cambi offensivi del Cuco, con l'ingresso di Lekue e Barco per Etxeberria e Sabin. 4 punti e secondo posto dietro a Conquense e Las Palmas B a punteggio pieno per i cachorros, che mostrano discrete qualità offensive con un  gigantesco Guillermo, autore di quattro reti e soprattutto di ottime prove come unica punta; i 4 gol presi mostrano invece delle lacune e delle disattenzioni difensive assolutamente da rivedere se vogliamo ancora una stagione da protagonisti. Chiaramente è ancora presto per dare giudizi, ma qualche segnale positivo come sempre emerge dalla nostra Cantera di Lezama. Aupa Bilbao Athletic!

CD Basconia



Il Gruppo 4 della Tercera Division, dove milita il Basconia, è la casa di Gernika, Cultural Durango, Alaves B, Santutxu, Zalla, Leoia e Arenas, solite note delle nostre parti; vedremo nel corso della stagione il valore dei nuovi talenti sfornati dalle squadre Juvenil e che apporto sapranno dare ai gialloneri.

1a giornata: Oiartzun 2-2 Basconia (Villalibre, Santamaria).
Esordio degli uomini di Vicen Gomez  in trasferta al Karla Lekuona, stadio della squadra guipuzcoana dell'Oiartzun. I gialloneri scendono in campo con Jon Ander in porta, Agirrezabala, Corral, Yeray e Elgezabal in difesa, De Eguino e il portoghese Monteiro  in mediana e Barrenetxea, Aitor Seguin e Bengoa dietro Asier Villalibre, stellina e grande speranza stagionale, una delle tante. Partenza difficile con una difesa che sembra poco solida visti gli interpreti scelti (gli esterni non sono difensori purissimi), ragazzi che probabilmente devono trovare ancora affiatamento; ne approfittano i padroni di casa, che mantengono il pallino del gioco per tutto il primo tempo e che passano al 19' con l'ala sinistra Fernandez. Durante l'intervallo Jurgi e Iturraspe, due ottime pedine e possibili crack stagionali, entrano per dare solidità alla linea mediana e imprevedibilità alla manovra offensiva; il Basconia migliora e al 72' Villalibre, esordiente in Tercera a soli 15 anni, pareggia con una bella rete al termine di un'azione personale iniziata dalla sinistra. Entra anche Gorka Santamaria, bomber reduce da un infortunio e possibile puntero futuro al pari di Guillermo (bello il duello a distanza tra i due), al posto di Seguin al 75' e subito va in rete con la sua straordinaria potenza e classe. Il Basconia invece di chiudere spreca sparando alle stelle diverse occasioni e anche l'arbitro sembra molto casalingo, allora al minuto 87, come vuole il classico adagio, Bereziartua pareggia con un gol in un fuorigioco più che dubbio. Amaro in bocca per i nostri, che hanno dimostrato carattere nella rimonta ma ingenuità nel non chiudere i conti, in un esordio comunque sostanzialmente positivo.

2a giornata: Basconia 4-0 Retuerto (Seguin, Villalibre 2, Barrenetxea).
Esordio casalingo contro un Retuerto che, nei colori e nello stemma, assomiglia tantissimo al nostro Athletic Club, nonostante sia un piccolo club di Barakaldo che alla prima ha perso in casa 1-0 contro l'Arenas. In campo vanno Jon Ander in porta, Jimeno, Yeray, Corral, Iriondo da destra a sinistra in una difesa che sembra più quadrata rispetto alla prima giornata, Iturraspe e Barrenetxea in mediana con Seguin, Bengoa e Jurgi alle spalle di Villalibre; partono dunque titolari i giovani di belle speranze che negli scampoli contro l'Oiartzun hanno fatto intravedere le loro ottime doti tecniche. Nonostante la netta superiorità gualdinegra, Jon Ander deve subito compiere un miracolo all'inizio del match in un inquietante déjà vu di tutti i match giocati finora anche dal BA, dove nei primi minuti siamo sempre andati sotto. Grazie al nostro portiere si rimane sul pari e può così iniziare la goleada! Seguin semina il panico e si procura un penalty che trasforma per il vantaggio, poi nella ripresa (dopo che Iriondo si é mangiato il 2-0 nel finale di primo tempo) al 64' Villalibre va in gol di testa su assist di Bengoa e si ripete un minuto dopo, quando Santamaria è già pronto a bordo campo per sostituirlo: gli avversari battono dal centro dopo aver incassato la seconda rete, Villalibre vola, intercetta il passaggio alla difesa e va a siglare la sua personale doppietta. Jurgi Oteo e Seguin fanno venire il mal di testa ai difensori avversari e Barrenetxea chiude il match con la quarta rete su una bella palla del solito Seguin. Ottimo esordio all'Artunduaga dei gialloneri, bravi a risistemare le cose dopo il primo incontro ed a mostrare già la rapidità e la grande qualità tecnica dei suoi migliori elementi (senza dimenticare che il coloured Williams è ai box per infortunio). Se continueranno su questa strada, anche a Basauri ci sarà da divertirsi. Aupa Basconia!

Juvenil de Honor e Juvenil Nacional non hanno giocato, in quanto i rispettivi campionati inizieranno questo fine settimana.

martedì 3 settembre 2013

3a giornata: Real Madrid 3-1 Athletic.


Iago, comunque positivo, viene superato da Isco per l'1-0 madridista (foto Athletic-club.net).

Real Madrid: Diego López; Arbeloa, Pepe, Ramos, Marcelo (86' Carvajal); Khedira (69' Casemiro), Modric; Cristiano Ronaldo, Isco, Di María; Benzema (73' Jesé).
Athletic: Iago Herrerín; Iraola, Gurpegi, Laporte, Balenziaga; Iturraspe (46' Morán), Mikel Rico (46' De Marcos), Beñat; Susaeta, Aduriz, Muniain (65' Ibai).
Reti: 25' e 72' Isco, 46'pt Ronaldo, 79' Ibai.
Arbitro: Clos Gómez (Aragón).

Neanche la presenza in panchina di Valverde, l'ultimo allenatore capace di vincere con l'Athletic in casa del Real Madrid, è servita per sfatare la maledizione del Bernabeu: da allora (19 febbraio 2005, Real Madrid-Athletic 0-2) ci sono state 9 sconfitte di fila, con un passivo imbarazzante di gol subiti, ben 33, a fronte di sole nove reti segnate. La partita di domenica (calcio d'inizio a mezzogiorno, LFP sempre più imbarazzante) ha confermato questo andamento tutt'altro che positivo, con l'aggravante di una prestazione assolutamente anonima da parte dei Leoni; se nel biennio di Bielsa, in particolare il primo anno, la squadra aveva messo in seria difficoltà le merengues nonostante i pesanti passivi finali, stavolta è stata resa quasi incondizionata, tolti 20 minuti iniziali di buon calcio difensivo (in attacco, però, avrebbe potuto giocare lo stesso Valverde in giacca e cravatta, nessuno se ne sarebbe accorto). Peccato, perché il Madrid al momento appare una squadra tutt'altro che irresistibile e ha sofferto maledettamente il pressing iniziale dei biancorossi, denunciando una condizione fisica poco brillante e un'assimilazione degli schemi di Ancelotti ancora non ottimale.
Due le novità nell'undici basco rispetto alla vittoria con l'Osasuna: a sinistra gioca Balenziaga al posto di Saborit, escluso nonostante la buona prova nel derby, e a centrocampo c'è l'esordio di Mikel Rico, ultimo acquisto in ordine di tempo, che sostituisce Ander Herrera sulla cui panchina pesa senza dubbio l'offerta ricevuta in settimana dal Manchester United. Nel Madrid che aspetta Bale manca Illarramendi, che si perde così il suo personale derby di Euskal Herria, ma c'è Isco, l'altra stella del mercato estivo. La partenza dell'Athletic è sorprendente e per i primi 20 minuti sono gli uomini di Valverde a farsi preferire ai padroni di casa; la squadra, molto corta, occupa benissimo gli spazi, pressa i portatori di palla avversari fin dalla loro trequarti (spesso attaccando l'uomo con due o addirittura tre giocatori) e attua un fuorigioco molto alto, rischioso ma anche produttivo. I blancos sembrano capirci davvero poco, storditi dal movimento continuo e dall'applicazione feroce degli avversari, però rischiano pochissimo davanti a Diego Lopez (ormai promosso titolare ai danni di Casillas anche da Carletto) ed è questa mancanza di efficacia il peccato mortale che impedisce ai Leoni di portare a casa un risultato positivo. Nel loro momento migliore, infatti, gli zurigorri difendono benissimo e non permettono ai madridisti di salire con continuità, tuttavia non riescono in alcun modo a tradurre la loro superiorità nella prima parte di gara in occasioni da gol; Susaeta corre a vuoto come nelle peggiori giornate, Muniain è in palla ma gira troppo lontano dalla porta, Aduriz è un ectoplasma e un paio di tentativi dalla distanza dei centrocampisti risultano velleitari. Insomma, Diego Lopez non deve effettuare nemmeno una parata, elemento che sottolinea più di ogni discorso la mancanza di efficacia dell'Athletic negli ultimi 20 metri. Poi, com'era logico, i bilbaini abbassano i ritmi altissimi tenuti dai primi minuti, cosa del tutto logica se si considera che la stagione è appena iniziata, e il Madrid viene fuori. Herrerin è chiamato a intervenire su Di Maria e due volte su Ronaldo, che lo mette in difficoltà soprattutto con un gran tiro da fuori sul quale il portiere basco risponde molto bene; anche Iago, però, può fare ben poco quando, al 25', Iraola non sale su un filtrante di Benzema e tiene clamorosamente in gioco Isco, che controlla e da due passi insacca. I Leoni provano la reazione e vanno vicini al pareggio con una bella punizione di Beñat, ma col passare dei minuti cedono nettamente il comando delle operazioni ai padroni di casa e non riescono più a mettere la testa fuori dalla propria metà campo; gli uomini di Ancelotti, d'altro canto, fanno tanto possesso palla senza spingere più di tanto, creando solo un paio di buone occasioni con Benzema. Quando sembra che si andrà all'intervallo sull'1-0, ecco l'azione che fa calare buona parte del sipario sulla partita: punizione dai 25 metri, la difesa zurigorri sbaglia ancora una volta a salire per il fuorigioco e lascia in posizione regolare addirittura tre avversari, dei quali Ronaldo è il più lesto ad avventarsi sul pallone per girarlo di testa alle spalle di Herrerin. Valverde a inizio ripresa manda dentro Moran e De Marcos (non Herrera, mossa che era stata interpretata come indizio di una quasi certa partenza di Ander) per Rico e Iturraspe, ma è chiaro che nella rimonta non crede neppure lui; il 3-0 di Isco certifica quanto espresso dal campo, ovvero che l'Athletic in azione al Bernabeu non ha possibilità di strappare punti ai rivali di sempre. Il gol di Ibai nel finale e un possibile calcio di rigore provocato da Sergio Ramos sono un contentino che non ha neppure l'effetto di aumentare i rimpianti: troppo spuntati i Leoni per mettere seriamente in difficoltà in Madrid, che vince dunque in modo meritato e senza troppi patemi il primo Clasico della stagione.
20 minuti di buona intensità difensiva, compensata negativamente dall'inesistente pericolosità in attacco, non possono certo bastare per avere ragione di una delle migliori squadre del mondo, e la terza partita di Liga del nuovo corso di Valverde lo ha ribadito senza pietà. Attorno all'Athletic del Txingurri-bis continuano ad alimentarsi diversi dubbi, causati in primis dal notevole cambio di stile di gioco rispetto alla prima esperienza di Ernesto sulla nostra panchina, e corroborati in seconda battuta dai continui cambi di modulo e formazione, con alcuni nuovi arrivati (su tutti Kike Sola ed Etxeita) relegati fin dalla prima giornata ad un inspiegabile ruolo secondario; siamo appena all'inizio della stagione e ci sarà tempo per dissiparli, ma è di certo un bene aver ottenuto due vittorie contro Valladolid e Osasuna per dare più sicurezza all'ambiente. Intanto Ander Herrera alla fine è rimasto e, aldilà delle modalità nebulose del suo mancato passaggio allo United, averlo tenuto  a Bilbao almeno per qualche altro mese è di certo un'ottima notizia.