lunedì 23 giugno 2014

Il pagellone 2013/2014: i difensori.


Un bell'intervento di Laporte, senza dubbio il migliore dei difensori biancorossi (foto Uefa.com).

Laporte 8: stagione eccezionale per il centrale francese, che ha sbagliato giusto un paio di partite e, per il resto, ha fornito delle prestazioni sempre sopra la media. Dopo un periodo di adattamento fisiologico al nuovo partner, Gurpegi, è stato impeccabile, confermandosi (e non era facile) centrale solidissimo, difficile da superare, bravo di testa e con un sinistro da centrocampista; a dirla tutta è addirittura migliorato rispetto al primo anno da "pro", riuscendo ad evitare quelle insicurezze tipiche dell'esordio e dimostrandosi maturo come un veterano. Difficile trovargli difetti tecnici, perché anche nella lettura delle situazioni di gioco, nel posizionamento e nella capacità di comandare la difesa (nonostante gli appena 20 anni di età!) è francamente dotato; a parer mio in futuro dovrà solo cercare di limitare certi eccessi, dovuti alla personalità strabordante (come le incursioni palla al piede alla libero vecchio stampo), e aumentare il livello di concentrazione. Cose del tutto marginali per un ragazzo che, già adesso, è uno dei miglior difensori del continente. A fine campionato avrei scommesso su una sua partenza, viste le fortissime sirene catalane, ma il ritocco del contratto con l'Athletic indica che almeno per un'altra stagione resterà a Bilbao (ottima scelta). Scandaloso che Deshamps non lo abbia portato in Brasile.

Gurpegi 7,5: mea culpa, mea maxima culpa. Lo avevo criticato parecchio a inizio stagione, ritenendolo inadatto al ruolo di leader della difesa, ma a suon di prestazioni mi ha smentito, quindi mi cospargo volentieri il capo di cenere di fronte a Carlos. Resto convinto che, essendo un mediano adattato, non abbia le caratteristiche per comandare il reparto (cosa che in effetti ha fatto più spesso Laporte), ma a livello di concentrazione, cattiveria agonistica e spirito di sacrificio è davvero il numero 1 della squadra. Capitano nel senso più puro della parola, ha dimostrato di avere spalle larghissime dopo la vicenda del rosso a Ronaldo, per la quale ha ricevuto offese pesanti anche da giornalisti professionisti, oltre che dai soliti tifosi beceri; c'è voluto un brutto infortunio per fargli alzare bandiera bianca a marzo, ma siamo tutti certi che tornerà più forte di prima, come ha sempre fatto dopo i tanti momenti bui della sua carriera.

Balenziaga 7: tra le sorprese più liete della temporada, l'ex Real Sociedad ha dimostrato sul campo che, con lui, la maglia del terzino sinistro ha trovato finalmente un proprietario credibile. Richiamato dopo due ottime stagioni a Valladolid, Mikel ha fatto subito vedere di essere un altro giocatore rispetto al 20enne inesperto che arrivò a Bilbao nel 2008 (e che perse il posto in favore del più regolare Koikili): il piede è sempre buono e sa mettere in mezzo cross invitanti, ma l'efficacia in copertura e la concentrazione massima hanno costituito una bella novità per chi non lo aveva seguito di recente e lo ricordava solo per la sua prima tappa con la zurigorri. Non è un fenomeno ma è anche molto di più di un onesto mestierante, cosa che potrebbe consentirgli di restare titolare a lungo.

San José 7: non è un santo di mia devozione, per usare un'espressione iberica con cui si rivela di apprezzare o meno qualcuno, tuttavia è innegabile che abbia disputato il miglior campionato da quando è tornato a Bilbao. Per leggerezza nei contrasti, tendenza ai cali di concentrazione e scarsa capacità di lettura tattica lo ritengo il peggior centrale della rosa, ma se tre signori allenatori (e con visioni del gioco molto diverse) come Caparros, Bielsa e Valverde gli hanno dato fiducia, considerandolo titolare o comunque prima alternativa, una ragione ci sarà. Probabilmente i motivi sono la buona capacità di palleggio e la discreta visione di gioco, caratteristiche assimilabili a quelle di un mediano, che lo rendono utile in fase di impostazione e per uscire bene dal primo pressing avversario; tutto ciò senza dimenticare l'estrema pericolosità sui calci piazzati e gli ottimi tempi di inserimento, che anche quest'anno gli hanno permesso di realizzare un buon numero di reti (5, davvero niente male per un difensore). Gol a parte, il suo contributo è stato in ogni caso di rilievo.

Iraola 6,5: passano gli anni, cambiano i governi e le mezze stagioni non esistono più, ma l'incrollabile certezza rappresentata dal numero 15 resiste. È vero, non è più un ragazzino (32 le candeline spente giusto ieri) e gli undici campionati consecutivi in prima squadra (tutti conclusi con più di 30 presenze, un record per la Primera) iniziano a farsi sentire; l'impegno, l'applicazione tattica e l'estrema efficacia, specie in fase offensiva, sono però sempre quelle dei giorni migliori, anche se aumentano le pause e i minuti trascorsi in panchina a riposare. Sottovalutato forse persino a Bilbao, come succede spesso con giocatori del genere capiremo la sua importanza solo dopo che smetterà col calcio; per me è già ora, e per distacco, il miglior terzino destro iberico degli ultimo 10 anni. Per gestirlo nel modo migliore tra i molti impegni della prossima temporada (nonché per iniziare una "transizione morbida" propedeutica all'addio) sarà opportuno trovare un sostituto diverso da De Marcos, volenteroso ma sprovvisto dei movimenti difensivi di un terzino. Bustinza e Ramalho sono avvisati.

Etxeita 6: probabilmente pure lui dovrebbe far parte del gruppone dei non giudicabili che chiuderà le pagelle, tuttavia ho voluto premiarlo per il suo atteggiamento esemplare nel contesto di una stagione difficilissima a livello personale. Rientrato a Bilbao dopo aver vinto la Segunda con l'Elche, sembrava poter diventare il nuovo partner di Laporte al centro della difesa, o almeno una delle alternative principali insieme ad Ekiza, invece è sparito dai radar subito dopo un precampionato poco convincente e di lui si sono perse le tracce. Non è partito durante il mercato invernale, nonostante fosse stato richiesto proprio dall'Elche, ed ha alternato per settimane panchina (poca, e comunque senza mai entrare) e tribuna (tanta), vedendosi passare avanti non solo Gurpegi e San José, ma addirittura il canterano Albizua. In tutto ciò ha resistito senza fare polemica, aspettando pazientemente il proprio turno, e alla fine il momento è arrivato alla 33a giornata: out Gurpegi e Laporte, Valverde lo ha scelto per affrontare il Levante e lui ha risposto con una prestazione perfetta, meritandosi gli elogi del mister nel dopo gara. Ha chiuso la temporada giocando titolare contro l'Almeria. Merita più spazio, speriamo possa trovarlo a breve.

Saborit 5: spiace dare un'insufficienza a un giocatore giovane e promettente, sceso peraltro pochissimo in campo, ma è innegabile che il catalano abbia rappresentato una delle maggiori delusioni stagionali, specie per chi segue da vicino i "prodotti" del vivaio di Lezama e si aspettava grandi cose da lui. Nonostante Valverde abbia dimostrato di crederci, spedendo Aurtenetxe al Celta e proponendolo titolare alla seconda e all'ottava giornata, Enric non ha convinto ed è finito nell'ombra, surclassato da un Balenziaga più continuo ed efficace in entrambe le fasi. In particolare, Saborit ha mostrato gli stessi difetti che aveva già palesato con il Bilbao Athletic: tendenza ai cali di concentrazione, scarsa attitudine difensiva e, soprattutto, mancanza di cattiveria agonistica, garra e personalità, peccato gravissimo in un club portato per tradizione a perdonare la mancanza di talento ma non l'indolenza. Deve maturare, la Primera al momento gli va larga (anche se non per caratteristiche tecniche). Un prestito è sicuramente la soluzione migliore per tutti.

Albizua, Ekiza n.g.: impossibile dare un voto ai due centrali. Albizua, il migliore l'anno scorso nel Bilbao Athletic, è stato tenuto in rosa nonostante le richieste dalla Segunda, scelta poco comprensibile visto che è sceso in campo 4 volta e mai da titolare; al 99% andrà in prestito nella serie cadetta con un anno di ritardo. Ekiza, partito dall'inizio nella prima giornata di Liga, è stato continuamente tormentato dagli infortuni e non è riuscito a riprendersi un posto tra i convocati, finendo la stagione con la miseria di 2 presenze (una in Copa) e neppure 90' giocati. Lo vuole l'Olympiacos: per me sarebbe un errore cederlo, ma gli spazi, visto che Laporte rimarrà almeno un altro anno, sono limitati e i centrali in rosa in sovrannumero. Il rischio di perderlo, insomma, è elevato.

4 commenti:

  1. Ciao Edo, allora Andeer è andato allo United,beh gli auguro buona fortuna
    anche se è una squadra da ricostruire e che per quest'anno l'europa non la frequenterà,noi invece.....
    Dal punto di vista tattico la sua partenza non mi preoccupa più di tanto,sono sicuro che Valverde saprà trovareuna soluzione e,vedere ,magari al centro Iker con Ibai sulla fascia mi gradirebbe parecchio e poi c'è sempre Benat da recuperare e magari;è un mio pallino,Unai Lopez,


    Ciao
    UGO

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    1. Ciao Ugo, visto il ritardo della risposta non sto neanche a ribadire che Herrera ha lasciato Bilbao... in bocca al lupo a lui, 36 milioni in cassa e più spazio per i giovani cachorros (Ruiz de Galarreta, Aketxe e Unai Lopez) per noi.
      Muniain non credo lo vedremo al centro, più probabile la promozione di qualche giovane insieme alla titolarità di Benat. Spero tanto che Ruiz de Galarreta riesca a convincere Valverde di meritare già quest'anno un dorsal, dopo tutta la sfortuna che ha avuto sarebbe il minimo.

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  2. Ciao, colgo l'occasione per ringraziarti per il blog e per l'impegno, la passione che metti. Rendi più semplice seguire e coltivare la passione per una squadra fantastica: la storia parla per lei. Cultura e Tradizione che, nel calcio moderno, sono un ago in un pagliaio.

    Il recupero di Benat già prima era importante, ora diventa FONDAMENTALE.

    Mat

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    1. Grazie mille Mat, complimenti come i tuoi aumentano sempre la voglia di continuare con questo spazio, anche se è sempre più complicato a causa degli impegni della "vita adulta" :)

      Benat per me non ha lo stesso ruolo di Herrera (è più un regista basso), però il suo recupero dev'essere una priorità di Txingurri.

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