venerdì 13 giugno 2014

Il pagellone 2013/2014: i portieri.


Iraizoz con la fascia da capitano contro il Barcellona al Camp Nou.

Iraizoz 7,5: dopo le brutte prestazioni della scorsa stagione, senza dubbio la peggiore da quando è a Bilbao, in pochi avrebbero scommesso sulla sua rinascita (io non ero tra questi). Invece il gigante navarro ha stupito tutti, firmando una temporada di altissimo livello e rimettendo forse in discussione i piani della società per il futuro - da Lezama premono infatti Kepa e Alex Remiro. Partito titolare senza però aver convinto Valverde, ha perso il posto a causa di un lieve acciacco alla seconda giornata e ha dovuto aspettare più di un mese per tornare in campo; quando lo ha fatto, però, non ha più mollato un centimetro e ha lasciato a Herrerin solo le briciole (la Coppa del Re e tre partite di Liga, l'ultima di campionato e due saltate per infortunio). Bravo tra i pali, ma non è una novità, e più sicuro del solito nelle uscite, ha messo anche la sua firma sul grande campionato della squadra e si è sicuramente tolto delle belle soddisfazioni dopo le critiche (a parer mio giustificate) degli ultimi anni. I numeri lo confermano: con una media di 0,97 gol incassati a partita, Iraizoz è stato il secondo portiere meno battuto del torneo, superato solo dal fenomenale Courtois. Bentornato.

Iago Herrerín 6,5: come ho avuto più volte modo di affermare, la grande stagione di Iraizoz è dovuta anche alla concorrenza di buon livello rappresentata dal 26enne bilbaino, che tutto sommato ha ben figurato all'esordio in Primera. Cresciuto a Lezama, ha fatto tutta la trafila fino al Bilbao Athletic ed è poi stato ceduto all'Atletico Madrid B, quindi è stato ripreso dopo la splendida stagione al Numancia in Segunda; era riuscito anche a conquistare la maglia da titolare a inizio stagione, poi però una brutta partita contro il Celta, alla quarta giornata, lo ha fatto tornare in panchina. Poco male per un portiere che non si era mai misurato prima con la categoria: l'esperienza che ha fatto si rivelerà sicuramente utile nella prossima stagione, anche perché, con l'apertura del fronte europeo, ci saranno molte più possibilità per mettersi in luce. Dal punto di vista tecnico lo considero un buon elemento: esce molto, anche a costo di sbagliare, ha un'ottima gestione dell'area piccola ed è piuttosto reattivo tra i pali. Parte senza dubbio come numero 12, ma non è detto che debba restare in panchina per sempre.

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