martedì 24 marzo 2015

Iñaki Williams, la perla nera di Lezama.


Williams dopo il primo gol con l'Athletic (foto Uefa.com).

Anima africana e cuore basco. Pelle nera come l’ebano sotto una maglia biancorossa da leggenda. La sua è una storia di speranza, riscatto e fiducia in un futuro multiculturale, nel contesto di una realtà tacciata spesso (e a sproposito) di chiusura mentale, se non direttamente di razzismo.
Iñaki Williams ha un destino diverso da quello di un normale calciatore. È il volto di una nuova era e il peso di questa responsabilità lo accompagnerà sempre. Dovunque andrà, le tifoserie “nemiche” gli ricorderanno che è un basco e per di più “negro”, cercando di esasperarlo e di farlo esplodere. Ogni suo gesto sarà studiato e sezionato dai media, che già adesso lo stanno investendo di una popolarità che potrebbe anche far perdere l'orientamento a un ragazzo di appena 20 anni. Ma Iñaki sembra avere le spalle larghe e un carattere ben diverso da quello di Mario Balotelli, al quale alcuni giornali (in particolare quelli italiani...) hanno già iniziato a paragonarlo. Un confronto insensato sia sul piano squisitamente tecnico che su quello personale. Williams e Balotelli condividono solo due cose, il colore della pelle e le origini ghanesi; per il resto, anche da lontano appaiono due mondi differenti (per fortuna).
Iñaki Williams nasce a Barakaldo, vicino Bilbao, il 15 giugno del 1994. Suo padre, ghanese, e sua madre, liberiana in fuga dalla guerra civile, si sono incontrati e innamorati in un campo profughi nei pressi di Accra, la capitale del Ghana, dal quale sono partiti verso l'Europa in cerca di un futuro migliore. Quando loro figlio è ancora piccolo si spostano a Pamplona per trovare lavoro, tuttavia Felix Williams non ha fortuna e decide di trasferirsi a Londra, mentre il resto della famiglia resta in Navarra. Non sono anni facili, questo è sicuro, ma il piccolo Iñaki ha un talento: gioca bene a futbol. Soprattutto è veloce, velocissimo, e ha un ottimo rapporto con la porta avversaria. Muove i primi passi nel Club Natación, nell'orbita dell'Osasuna, ma grazie alla segnalazione di un osservatore dell'Athletic si trasferisce al CD Pamplona, affiliato dei bilbaini. Iñaki ogni tanto si allena anche a Lezama, tuttavia i responsabili del settore giovanile non sono convinti. Il giovanissimo Williams ha velocità e senso del gol, è vero, ma difetta di tecnica e i tecnici hanno dei dubbi riguardo al suo possibile sviluppo fisico. Il ragazzo resta così sospeso tra Pamplona e Bilbao, finché non viene convocato per un provino a Lezama. È in età juvenil e una decisione sul suo futuro non si può più rimandare: o dentro o fuori. Nonostante le caterve di gol segnati col CD Pamplona, la decisione di inserirlo nel Juvenil de Honor viene presa solo negli ultimissimi giorni del provino. Iñaki ce l'ha fatta: è un giocatore dell'Athletic. Da quel momento il suo cammino è caratterizzato da un'ascesa vertiginosa. Al primo anno in biancorosso segna 31 gol in 31 presenze di campionato, dominato dai ragazzi di Gontzal Suances, più 4 reti in 7 partite di Copa (sconfitta in finale con il Real Madrid). La stagione successiva (2013/2014) viene inserito nella rosa del Basconia, ma dopo 18 presenze, 7 gol e un'operazione al menisco si trasferisce nel Bilbao Athletic, in Segunda B, dove mette a referto 8 reti in 14 apparizioni. Inizia la temporada attuale nel filial e continua a stupire: va a bersaglio 13 volte in 18 partite e si segnala per il livello altissimo delle sue prestazioni. Con la squadra impegnata su tre fronti e l'apporto pressoché nullo di Viguera e Sola, la decisione di Valverde di convocarlo coi “grandi” dopo l'infortunio di Guillermo è giusta e naturale. L'impatto di Williams è clamoroso: pur segnando una sola rete col Torino in EL (anche perché viene utilizzato quasi esclusivamente come ala destra), la freschezza e l'indubbio talento lo rendono un elemento chiave dell'undici titolare nel giro di appena un mese, relegando in panchina un giocatore come Susaeta.
Williams è un diamante ancora grezzo, tuttavia le sue potenzialità ne fanno fin da adesso uno dei giovani più interessanti dell'intera Liga. Rapidissimo ed estremamente agile, quando parte in progressione riesce a raggiungere dei picchi di velocità pazzeschi ed è pressoché inarrestabile in campo aperto, anche perché regge i contrasti come un'ala da rugby e buttarlo giù non per niente semplice. Ho in mente un'azione che spiega alla perfezione il concetto, nella vittoriosa semifinale di Copa contro l'Espanyol. Lanciato in profondità da Iraola, Williams si fionda verso la porta avversaria partendo almeno un paio di metri dietro il difensore più vicino: gli basta allungare la falcata per sfilargli accanto a velocità doppia. Quando l'altro centrale prova a fermarlo con una spallata, Iñaki lo evita con una piccola accelerazione e resiste al tentativo di carica, anche se poi pecca di scarsa freddezza e mette di poco a lato la conclusione (video, minuto 4'22''). Un riassunto perfetto dell'esplosività nel breve e delle doti fisiche non comuni del numero 30. Tecnicamente ha ancora notevoli margini di miglioramento, però sa già regalare dettagli di qualità (come il tunnel d'esterno rifilato a Hemed sabato scorso). Il suo ruolo naturale è quello di prima punta, pur se con caratteristiche diverse dal centravanti-boa alla Aduriz, ma sa disimpegnarsi con naturalezza anche sulle fasce. Avendo raggiunto la quota di partite stabilita per il rinnovo automatico (10 presenze da almeno 45 minuti), ha firmato il suo primo contratto da pro e la sua clausola è passata a 20 milioni di euro.
Williams è sulla bocca di tutti in Spagna. È stato appena convocato per la prima volta nell'under 21 di Celades e ha ricevuto proposte concrete dalle nazionali maggiori di Liberia e Ghana, per le quali potrebbe giocare in quanto paesi d'origine dei genitori. Lui, però, non si sente africano, pur dicendosi estremamente orgoglioso delle proprie radici. Iñaki è basco fino al midollo, e per capirlo basta leggere le sue dichiarazioni (“Soy nacido en el mismo Bilbao, pero los de Bilbao ya sabes que nacemos donde queremos”) o vedere le sue foto di bambino con la divisa da gioco dell'Athletic, cosa che fa ben sperare rispetto al suo futuro nel Botxo. Non è stato il primo giocatore di colore a esordire con la zurigorri (questo onore spetta a Jonas Ramalho, che peraltro sta giocando benissimo a Girona e potrebbe tornare a vestirla il prossimo anno), ma senza dubbio è già un personaggio, con tutti i pro e i contro che questo comporta.
Noi, per quanto poco possa contare, siamo con lui. E aspettiamo il giorno in cui segnerà al Bernabeu, sotto la curva dei fascisti Ultras Sur, o al Calderon, di fronte ai neonazisti del Frente Atlético. Quello che pochi anni fa era solo un sogno, oggi diventa ogni giorno più vicino.


Il piccolo Iñaki con la zurigorri (foto Lainformacion.com).

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